ROMPINI - Cucina dell'amore - 1926 copia
— 17 — « ferito ciò che, pur coprendo perfettamente, sol- « letica anche, gradevolmente, 1' odorato ». Uè al lusso dei Franchi per la tavola r ima- sero estranee le art.i Così negli autori del tempo è menzione di tovaglie e tovagl ioli felpati e vel- lutat,i di tavole d' argento, utensiil d'ogni sorta in oro e in argento, di grandi bac i l,i uno dei quail pesante 170 l ibbre apparteneva al patrizio Mum- molo ; e di un altro di 70 l ibbre si riferisce che ne fosse proprietaroi Arno l do, vescovo di Me t z. Ma in complesso — è bene ripeterlo — que- sto lusso, tanto negli arredi quanto nella qualità e quantità delle vivande, era più pesante che ral fi- nato. Sembra poi che col tempo i l lusso andasse attenuandosi e che in quel bel paese di Eranc i,a il quale tiene ora i l vanto del la migl iore cucina, la cura de l l' arte gastronomica — vorrei quasi dire la scienza gastronomica — sia stata alquanto ne- gletta. G li autori che alle vicende di quel l 'arte dedi- carono capitoli più o meno numerosi, più o meno interessant,i vorrebbero stabi l ire che sul declinare del medio evo, al tempo dei Va l o i s, si hanno no- tizie certe di mol ti cuochi, i quali — fatti i l loro t irocinio ed esperite le loro soddisfacenit prove presso le corti e nei castelli di pr inc ipi e magni- fici signori i ta l i ain — passarono in Erancai por- tandovi l 'esercizio del l ' arte loro; è sembra che, ra le altre loro abilità, essi possedessero quel la di : a- per combinare coi manicaretti dei veri « filtri d a more », al la virtù dei quali nè uomini nè donne —
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