ROMPINI - Cucina dell'amore - 1926 copia

« i triclìniarchi distribuiscoon degli stuzzicadenit « di cannoncino di penna, di legno o d'argento, « I fami g l iari dell 'anfitrioen hanno avuto cu- « ra che tutit i sensi del convitato abbiano la loro « festa : i l pavimenot del la sala ed i let ti sono co- « perti da strait di foglie di lauro, d'edera, di « pampini verdeggiant;i padroni e servi sono co- « ronati di fiori ; ghirlande di rose s'avvolgono « alle anse delle cantharae ; sulal candita tela del la « mensa e sul piano del la credenza, delVabacus, « ampie paniere fiorite sfoggiano mazzi di citiso, « di zafferano, di ligustro, di calendula, di fiorran- « c i, di rosmarino, i cui olezzi si confondono coi « profami emananit dagli aromi chiamati d a l l ' A r-a « bia a crepitare sulal brace dei tr ipodi f umi- « ganti ». D al quadro magistrael che ci presenta i l La Bédollière ognuno può arguire, come anche i Ga l lo Romani fossero gran mangiatoir e come del lusso del la mensa fossero studiosi : anch'essi cercavano formule complicat,e che nelle bevande e nelle v i- vande vellicasseor i loro appetiti e facessero r i sa-l tare la loro abitudine a quel la ricercatezaz che essi credevano raffinatezz.a In molte di quelle formuel non mancano g li aromi eccitanti ed inc i tant;i e potremo averne prova dando un'occhiaat ad alcune ricette che, a titolo di curiosità, qui trascriviamo opportunamenet r i- dotte. Esse furono rinvenuet in una specie di Com- mentarti lasciatici da un agronomo gallo del V°

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