ROMPINI - Cucina dell'amore - 1926 copia
• — 85 — « m' ero accinto a s imiil investigazioni : avrei do- « vuto ini z iarel quarantanni pr ima L . Io non ne « ricavai che risposte ironiche od evasive. Una « sola dama vi mise del la buona fede. Ed io ve « la presento per lasciaral parlare essa stessa : è « una donna di spirito, ma senza pretese ; virtuosa, « ma senza affettazione. L ' amore non è più per « essa che un gradevole ricordo; le sue parole sono « quindi spassionate, e sul la sua sincerità non è « ammissibi le alcun dubbio. « — Caro signore — mi diss' el la — nel bel « tempo in cui e' era ancora la buona usanza di « cenare, io cenavo una sera a casa mia : con me « formavano un int imo terzetto mio marito e uno « dei suoi ami c.i Ve r s emi (questo i l nome de l l ' a- « mico) era un bel giovane e non mancava di sp i- « rito : le sue visite erano frequenti. Ma egli nul la « m'aveva mai detto, che potesse farmelo ritenere « come disposto ad amarmi ed aspirante al mio « amore: se mi faceva un tantino di corte, lo f a- « ceva in maniera sì discreta, che soltanto una « sciocca avrebbe potuto risentirsene. « Sembra che fosse destinato che egli dovesse « pel resto di quel la serata tenermi compagnia, « perchè mio marito, impegnato ad un* appunta- « mento d' affari doveva lasciarci assai presto. « La nostra cena, quantunque senza pretese, « aveva cionondimeno per base una superba pol- « lastra ai tartuf.i Oe V aveva mandato in dono i l « subdelegato di Périgueux ; per quei tempi era « un regalo veramente splendido, e — data la sua
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