ROSSETTI - Dello scalco - 1584 copia

lo chiamo io qui il convitare l'efler frequente ne i banchetti, & nelle cene con apparati grandi,& reali, ma il vitiere fecondo 1* dignità loro con pieno, & lauto ordinario, sì come efsi di fare vfauano non ha molto, mettendo ogni dì tauola di nobilifsimi Commefl*ali,& no me di letterati,che caualieri fornita.Da quel lo che noi riabbiamo dctto,fi può vedere,quantacongiontione habbia la carica del Maftro di cafa con quella dello Scalco, fer* uendo l'vn,e l'altro al decoro di magnifico viuere,e al conferu* ce la dignità del PadroncLa onde in molte Corti vn folo all'vno» & al^alcro fuol'eflere deputato, &particolarmente in Francia, & come hanno etiandio molte volte vfato di fare i Serenifsimi Prencipi da Elle, & come di prefente feruoiola Screnifs. Sig* Ducheffa d'Vrbino. Per quefto non farà merauiglia fé io tal'ho* ra ne' miei ragionamenti mifchiarò l'vno con l'altro vfficio, fi» i quel fegno però,che bafti per maggior intelligenza di quella cofe chefi diranno. Ma per tornar allo Scalco,& dire alcuna co* fa d'intorno all'antichità Aia; non affermarci gii io, che quefto vfficio fi fofle vfaro ne quando quei tanti Prencipi della Grec-- çia,che furono aH'afledioTroianoviueuano^com'è fcritto delie carne folo di bue,di pecore, & dì capre co quel vilifsim'appara to che fi legge de'conuiti loro in Homero: ne anco fé be dopò tempo grandifsimo,quando Fabricio Confole fedendofi al fuo cofi cuoceue egli fteflb, & da féfteflo fi curaua la rapa; perciò che non ha dubbio, che loro non faceua bifogno di cosi fatto, nèminiftro, nèminifterio: maparlandodi quei tempi, chef©. guitarono dopò, & di Rcpubliche,& di Regni grandi fìorirona & innanzi à gli altri de' Barbari, chi leggerà in Ateneo fcrittore moltoapprouatolemarauigliedei fuperbifsitni banchettilo) ro intenderà facilmente,che fi grandi, & fontuofi apparati non fi farebbon potuto recar àfine ienza la cura principale d*vn ca- po di tutti gl'altri miniftri.Senza chefi legge nel medemo Aut- tote, che'l gran Tolomeo, il quale fu poi Rè deU'Egitto eserci- tò carica appreflo Aleflandro Magno, che molto à quella dello Scalco firaflbmiglia, &çhil'e{fercitaua in lingua Gteca, era chiamato eleatros, Vfficio principalifsimo j, ilquale non fareb be gran cofe, ch'il pre fat toAleffandro hauefle tolto da i Rè di Pertia, si come etiandio prefé Tv fo del banchettare folamente,; pcrcioche egli quandofacea eonuito à fuoi Baroni, che non era no pii^di fettanta fpendea cento mine, che fonmille feudi, fr come

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