ROSSETTI - Dello scalco - 1584 copia

r i * "DELLO SCALCO Da l'Iftro alMio , e da t Hibero alGange ; empiete ^Mufe il Qel di lieti canti . Qui pur fi cantò • Reflami à dirni , che fer fanti ancora Maggior honor , fin bella } che mai fojfe *Uuo rimandar la Primavera a "voi j Tojìo vedrete il nouelïanno à foggi Di falubre aria fien Setti benigno , S temperato Qel' ; tojìo vedrete Lefèlue,e i frati riueflirfi', e i foggi Di mille varij fior, etodorate herbe, E il Rofigniuol, e mille vaghi augelli Cantando dir i lorfocofi amori : Oltre di ciò, la mia Qomfagna antiqua Cerere bionda , e il buon "Pajìor Lieo Vi fanfaper ; ch % in voflro honor (juefianno Ricchifaran de* cari doni loro y Che con targo frouento, e con vjura l Pajlor voftri , e l'altre turbe agrefii Rifloreran d'ogni f affato danno ; Si che viitete lieti in face, e in gloria, Chetemfo echio vi là/ci, e torni in Cielo; Finite t&£nfi # voflriJuoni ', e canti. Quifi raddoppiarono le voci, e iftromenti,con rara armonia* SparitaFlora, efinitalaMufica, cominciaroao i piferi à fo* iure, e

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