ROSSETTI - Dello scalco - 1584 copia

ha potuto, rutto ch'egli non l'hauefle ferino per altro, che per fuo paflatempo, e per memoria, di certe cofe ofleruatedalui in a7.anni ch'egli esercita queftomeftiere. Che s'egli l'haucfTc fatto àfine che*l mondo lo vedefTe, haurebbe fatto conferuadi molti banchetti,^ apparati molto più footuofi,in deciooue an ni, che in quefto carico, egli hi feruito l'Illuftrifs. & Eccellen» Signor Don AîfonfodaE{te,iiqual PrencipeXi samolto benda tutto il mondo, quanto in ogni Tua attione ila (iato, efi j fplen-* didifsimo, e fra l'altre nel banchettare, non Colo in Fcrrara,ma in Francia, in Àlamagna, in Boemia, e in Ongheria, & in altri luoghi, così in città, come in campagna, con eserciti Regij : tt per quello, che è occorfo all'Auttore di far porre in opra,e con il predetto Signore, e come tutt'hora feguita con la Sereaifis» Madama Lucretia da Efte, Ducheflfa d'Vrbino Tua Signora, nel la cui Regia corte, fi può perle continue occafìoni altri fare ett celiente Scalco. Perla qualefi lunga prattica, &oficruanza di molte cofe,che no così ognigiorno occorrono, l'Auttorc può hauere fcritto,non à calo, ma con ragione vera,molte cofe,noa così facilidafarlìjdachinonlehàpofteinproua. Bora s'egli feorgeri, che quefta operafia piacciuta al mondo,vò fperand» che potrebbe venirgli voglia, difinirnevn'altra, che intendo, che è incominciata, di profitto, & vtile ,non minore. Sì come quella, che contiene infinite viuande inuentate da lui. Et di pia tutte le fpeciarie, e zuccari, e lardi, e limili altrecofè,che vanno a condire le viuande,con giufte mirare. Et come molti pliean» doli effe, vadano i condimenti loro decalati in parte, e in arro- ili, efimiglianti Dategliene adunque candidi Lettori,fegno ta le>che porta muouerfo, â dar fine all'altra opera>&afpettatcnc vtile par^ ò anco maggiore. ?JiV4~

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