STRAFFORELLO G. - Alimentazione - 1884 copia
1 0 2 Capitolo settimo. mino , il r ispettabi le pubbl ico credulone ed uso a ber grosso, a cui l ’anal izzatore met te innanz i agl i occhi il suo microscopio, inv i tando lo ad osser vare le porcherie invis ibi l i ch ’ egli va inghiottendo ogni giorno, con danno inest imabi le del la sua sa lute e del la sua borsa. An t i camente , in T u r ch i a , quando cogl ievano un fornaio che falsava il peso od adulterava il bastone del la vita, il pan e , gl i mozzavano un orecchio e lo inch iodavano sul la sua porta pour encourager les autres Se vigesse da noi questa foggia di cast igo esemplare, poche, o niuna, sa rebbero le porte senza i loro bravi orecchi in chiodat i. Quando alzate una grossa pietra muschiosa, la luce del giorno non i l lumina tant i retti li ed in setti schifosi più prontamente di quel che si faccia un fil di luce, a traverso una lente, le m ille ed una sostanze i l legal i che entrano più o meno in ogni specie di cibo o di bevanda che metta conto di adulterare. Ch e p iù? L ’ arte di sofisticare le sostanze a l i mentari è g iunta a tale un grado di raffinatezza che gl i stessi generi che servono ad adulterare sono adul tera t i ; e, mentre un r ivendi tore mette le mani ladre nel la scarsel la de’ suoi avventori , un altro, più furbo di lui ed ignoto a lui , gl i vuo ta la sua ! Il modo onde si adulterano gl i a l iment i , è, non solo di grado, ma di specie. La più sempl ice di tut te le adul teraz ioni ed, in pari tempo, la più innocua è la mescolanza di qual i tà inferiori della medesima sostanza. In vero,
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