STRAFFORELLO G. - Alimentazione - 1884 copia
A du lte r anioni. 107 neralmente si crede, basta non mangiarne dal maggio al settembre, vale a dire, durante la state, come del ma ia le ; ma coloro che sono ghiotti delle ostriche verdi devono star bene in guardia che i vendi tor i non abbiano, col verderame, dato al mol lusco il colore così ricercato. La frode mette anche le sue unghie nel le carni del pesce salato e posto in commercio, e, pr inc i palmente, nel le acciughe e nel tonno, che spesso è del fino, se non pescecane addir i ttura. L o stoccafisso e il baccalà non furono sinora colpi ti dalla frode se non in quanto si spreme da essi il così detto olio di f e g a t o di m e r i t i lo , sì che ne r imangono depauperati , poco gustosi e nutrient i . Come ciò non bastasse, i r ivendugl iol i non si fanno scrupolo di vendere ai minchioni , od a chi zoppica nel l ’ ol fat to quel eh’ è già pu trido per soverchia macerazione nel l ’ acqua o eh ’ essi, per fare una cosa più spiccia o per man canza d ’ acqua, fanno intenerire nel l ’ acqua di calce; e v ’ è chi dice, cosa ch ’ io non vo ’ credere, in qualche cosa di peggio. An che lo zucchero non isfugge alle male arti dei falsificatori. Il così detto zucchero biondo, 0 non raffinato, è spesso, quando è umido, infe stato da anima lucc i del genere degli acari , i qual i , in alcune sorte avariate, formico lano sì fatta mente che l ’ int iera massa si muove con essi. Basta sciogl iere una cucchiaiata di cotesto zuc chero in un bicchiere d’ acqua per vederli o ga l leggiare od aderenti alle pareti del bicchiere. In g iunta al la derrata, i falsificatori mescolano con lo zucchero biondo ( mascavado ) Dio sa quante
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