STRAFFORELLO G. - Alimentazione - 1884 copia

i o 8 Capitolo settimo. porcher ie; ed al lo zucchero bianco in polvere, farina, marmo po lver izzato, amido e via dicendo. P ig l iando una tazza di caffè, per esempio, noi and iamo soggett i ad ingoiare, per mezzo del lo zucchero — se biondo-oscuro — farina e c en t i ­ naia d ’ insetti zuc che r in i ; se bianco, polvere di marmo, farina, amido e a lbum ina di sangue di bue. Del le frodi che, per l ’ umana cupidigia, adu l ­ terano i l lat te, se ha da lagnarsene la scarsella, la salute del consumatore altro non ne risente che la mancanza di nutr iz ione. Il più sovente, il lat t ivendolo, vo lendo mostrare che conosce il fatto suo al pari de l l ’oste, battezza i l suo lat te co l l ’acqua dal io sino al 5 o per cento. T a l fiata, dopo aver lo spannato, intende di ven ­ derlo per lat te integro. Se, per via di queste trap­ polerie, il lat te diviene azzurrogno lo , il compare vi agg iunge infus ioni di carote , di c icor ia tostata o di altri fiori g i a l l i ; e, per rest i tui rgl i la dovuta densi tà, vi agg iunge o farina, o solda d ’ amido, 0 decott i di crusca e di riso, o destrina, o zuc ­ chero — tut te cose che fanno del lat te un in ­ trugl io, ma che non turbano menomamente la sua coscienza di ferro. Credesi per a lcuni che il lat te venga adulterato alle vo lte col cervel lo pesto e d i lu i to e con le uova ba t tu te ; ma, se ciò è vero, bisogna dire che 1 lat t ivendol i che prat icano cotesta frode costosa intendono male il loro interesse. A l dì d ’ oggi , con tanta scienza e sì poca co ­ scienza, non si porta quasi a l imento in tavola che sia quel che pare o che pretende di essere, e il burro è uno dei principal i .

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