STRAFFORELLO G. - Alimentazione - 1884 copia

Adu lterazion i. r ito; e si tagl iano con altri v in i che son tu t t ’al- tro che loro consanguinei . T u t t i sanno che v igna iuo l i , possidenti, v ina i ed osti, soprat tut to, annacquano il vino, e, per certi beoni senza discrezione, questo battesimo innocente sarebbe, anz iché un danno, un bene­ fizio; ma non tutti sanno che si spacciano per v in i certe bevande od, a meg l io dire, int rug l i che altro non sono se non acqua fatta fermentare nel lo zucchero di fecola, nei f rut t i secchi, nel lo zucchero, nel ginepro, nei semi di coriando l i e nel pane di segala, il tut to colorato con sugo di barbabietole rosse, col campeccio o la fucsina. Se ne fabbrica anche un a l tro con acqua, aceto, campeccio e un po ’ di \ in vecchio, tanto da non parere. G l i spir iti o l iquor i alteransi più diffici lmente del vino, ma possono però contenere piombo, rame e zinco. S i dà loro il piccante col pepe, lo zenzero, lo stramonio, i l loglio, l ’ acqua di lauro ceraso e l ’ al lume. I mal i che possono der ivare da l l ’ uso dei v in i e l iquor i artefat ti sono in f in i t i ; e l ’ ubbriacarsi con essi è più pernicioso, natura lmente , che coi genu in i e schietti. E dacché cade qu i in tagl io, non sarà male toccar due parole de l l ’ ubbriachezza, così fre­ quente nel popolo, a cagione, in gran parte, dei v in i e l iquor i alterati che consuma. L ’ ubbr iachezza differisce ma ter ia lmente e se­ condo la natura del la bevanda inebriante. Il vino si può considerare, in generale^ come meno dan- S t r a f f o r e l l o , 8

RkJQdWJsaXNoZXIy ODkxNTE=