STRAFFORELLO G. - Alimentazione - 1884 copia
1 1 4 Capitolo settimo. noso, e i suoi effetti come più transitori di quel l i dei l iquor i , i qua l i cag ionano grande eccitazione, susseguita da debolezza indiretta e da ostruzione viscerale. O l tre di ciò, l ’ ebbrezza prodotta dalle bevande alcool iche è accompagnata da del irio furioso ed indomabi le , o susseguita da congest ione e torpore. L a birra rende le sue v i t t ime ubbr iache p e sant i, stupide e più ost inate che vio lent i ed una lunga cont inuaz ione nel l ’ abuso di essa r imbec i l lisce, com ’ ebbe già ad osservare Aristotele. Differenze cons imi l i osservansi negl i effetti delle var ie bevande su l l ’ immag inaz ione . Il v ino in duce, senza a lcun dubbio, una magg iore vivac i tà d ’ idee ed una sc int i l laz ione più bri l lante della fantasia e de l l ’ arguz ia. 11 bizzarro Hof fmann, che a lzava spesso il gomi to , lo considerava come in dispensabile a l l ’ ispirazione poetica; e, per contro, è assai dubbio che la birra abbia mai spronato un poeta. Schi l ler , per citare un esempio, qu an tunque dimorasse nel la patr ia del la birra, aveva sempre innanz i , quando componeva le sue s tu pende bal late e i suoi drammi ancor più stupendi, una bott igl ia di buon vino. Ma, preso una vo l ta l 'a ìr e , vino , birra, l iquor i gl i è t u t t ’ uno per il beone, pur di annaf fiare il gorgozzule. Da che Noè ha piantato la v igna , si canta sempre la medesima canzone, che del vino, dei l iquor i non bisogna abusarne; ma gli è un predicare a ’ porri. I l perchè pongo fine alla predica, e, tornando in carreggiata, mi rifarò da l l ’ aceto, il quale do vrebbe derivare dal vino, conforme al det tato: I l
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