STRAFFORELLO G. - Alimentazione - 1884 copia
i 8 Capitolo secondo. essere ben fatta. Il suo modo si diversifica nel caso dì cibo anima le e vegetale. 11 pr imo s’ in ghiottisce spesso a pezzi , compressi soltanto fra denti e non separati e sminuzzat i in particelle. È i l vero che la mescolanza del la saliva con la carne non è così impor tante come nel caso del pane, del le patate e di altri a l iment i amidacei ; ma, se la carne non è ben macerata dai denti , l ’ az ione del succo gastrico è meno efficace e r i chiede magg ior tempo per penetrare l ’ interno del la massa. 11 pane e tutti gl i a l iment i farinacei vogl ionsi r itenere in bocca finché la tr i turaz ione e la me scolanza con la sal iva sieno compiute , giacché una gran parte del la loro digestione compiesi mediante cotesto fluido. Qu ind i è che il pan fre sco, per la sua mol l ica pastacea, faci lmente com- pr imesi nel la bocca in una dura pal la che la sa l iva non può compenetrare e pesa sovente come un pezzo di piombo sul lo stomaco, cagionando dolori o malessere. Quando s’ ingerisce, a pranzo, mol to cibo fari naceo, come patate, riso, piselli, ecc., è bene bere, di quando in quando, piccole quant i tà di fluido — acqua, o vino temperato, ed anche birra — per eccitare una maggiore affluenza di cotesta indispensabi le secrezione salivale. L a convenienza di bere durante il pasto è og- gima i posta in sodo. Da l l ’ osservazione della d i gestione arti ficiale fuor i del lo stomaco pare che la di luiz ione moderata del la massa conduca il succo gastr ico ad un contat to più compiuto con ogni porzione del cibo e coadiuv i , in tal modo,
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