STRAFFORELLO G. - Alimentazione - 1884 copia

Cibi. 29 siologo come de l l ’economista da un alt ro punto di veduta. Essa è la specie più dispendiosa di a l i ­ menti che una nazione possa adottare. Cons iderando gl i anima l i domestici qual i mac­ chine per conver t i r le sostanze vegetali in tessuto animale, la composizione e s trut tura del quale sono affini a que l le de’ nostr i propri corpi più d’ogni altra specie di cibo, il metodo, o processo, è, alla men trista, mol to dispendioso. G l i anima l i vivono, muovons i e spendono le forze che der ivano dal loro a l imento in varie ma ­ niere; e, di tal guisa, vien consumata una grande quant i tà di nutr imento vegetale per produrre una piccola quant i tà di carne animale . Se tutte le forze che r i traggono dal loro nutr imento fossero tesoreggiate e conservate nel la carne degli anima l i per uso nostro, al lora noi ci servi remmo di q u e ­ st’ ul t ima come una forma meramente concen­ trata del primo, senza perdita o scapito nel la tra­ sformazione. Ma il fatto si è che una grande porzione di quel che mangiano gl i anima l i è ado ­ perata, come in noi stessi, a mantenere i l calore dei loro corpi, dissipato del cont inuo ne l l ’ aria e perduto. Qu indi , un quinta le di grano, converti to in tant i ch i logrammi di fibra animale, produr ­ rebbe, se fosse mang iato diret tamente da l l ’uomo, un ’ assai maggior quant i tà di carne umana della carne che il bue o la pecora poterono mettere ins ieme con esso. Per questa ragione, il v i t to è assai più a buon mercato, per le classi povere, in Ital ia ad esempio, ove predomina l ’ a l imentaz ione vegetale, che in Inghi l terra, il paese più carnivoro nel la regione temperata del globo.

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