STRAFFORELLO G. - Alimentazione - 1884 copia
E un alt ro a iuto si troverà nel lasciar stag io nare la carne finché le sue fibre incominc ino a ramorbidirsi ed a sciogl iersi i tessuti. L a nozione che l ’ uso di appendere e lasciare stagionare la carne induca in essa una decomposizione in c i piente è erronea non meno che dannosa. Non bisogna però passare a l l ’a ltro eccesso, quel lo di lasciarla imputr idire. L a carne putrida, quan tunque digeribi le (di vero, il forte succo gastrico par abbia la forza di rest i tuir la freschezza alla carne guasta) scompigl ia spesso ed arresta questo processo; oltre di ciò, c’ è il pericolo che la m a teria putrida sia assorbita direttamente nel sangue e dia or igine ai sintomi più allarmant i . § 2 1 . E tà e s t a g i o n e RISPETTO ALLA SELEZIONE DEL CIBO. T u t t e quasi le sostanze anima l i o vegetal i han no una stagione di maturità digestiva che non è sempre d ’accordo con la fisiologica. Di regola, la carne degli anima l i domestici è al sommo del sapore e forni ta della magg ior quan t ità di nutr imento quando son g iun t i al la pie nezza de l l ’età. L a cacciagione non fa eccezione a cotesta re gola, quantunque , essendo sempre saporosa abba stanza, la tenerezza del la g ioventù sia u a v a n taggio addizionale . Le sostanze vegetal i , a voler che posseggano il massimo grado di elemento nu t r i t ivo un i to ad un sapore perfetto, debbono, in quasi tut t i i casi, essere mature. 56 Capitolo quarto.
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