Tesi affreschi ospizio esposti
~ 17 ~ juxta formam commisionis sibi facte per prefatos dominos antianos, vigore mandati scripti per Io. Lodovico de Sacha, sub die 25 octobris”. (“E ancora, diedero il denaro a don Jacopo Zanachi, rettore dell’ospedale Rodolfo Tanzi, per andare a Roma a richiedere l’autorizzazione per l’unione degli ospedali di Parma al detto ospedale Rodolfo, secondo le precise istruzioni a lui date dai medesimi anziani, in forza del mandato scritto da Giovanni Ludovico Sacca in data 25 ottobre”). Alla riuscita dell’ impresa, probabilmente partecipò anche il conte Pier Maria Rossi, l’uomo più influente ed autorevole nella Parma pre- rinascimentale. Infatti egli si recò nella capitale pontificia nel 1471 come delegato del duca di Milano, per l’elezione del nuovo Pontefice Sisto IV e di conseguenza informarlo delle condizioni in cui verteva la cittadinanza di Parma, quindi con molta probabilità si pensa che si sia discusso anche del progetto del nuovo grande ospedale della città. Si trattava della forma più tipica delle riforme ospedaliere come dimostrarono i già avvenuti cambiamenti negli altri ospedali lombardi, cioè con la centralizzazione giuridica e del patrimonio di tutti gli ospedali minori e xenodochi della città in un unico grande istituto controllato dal comune. L’ esempio parmense ha tuttavia un carattere contraddittorio: invece di fondare un nuovo istituto si intendeva portare tutti gli ospedaletti all’ interno dell’ edificio di maggior capienza, individuato tra gli stessi, appunto quello fondato nel XIII secolo dal Tanzi, del quale si era riusciti ad ottenere il controllo grazie alla rinuncia del rettore Giacomo Figura 2: Ospedale Vecchio, vista aerea
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