Tesi affreschi ospizio esposti
~ 86 ~ Il campione prelevato nella zona dell’ incarnato (OV4-RoI) ci risulta essere composto da calcite e minio, quest’ultimo, un ossido di piombo o di ferro è presente nella “letteratura” e nelle fonti storiche già dall’ epoca classica ed ampiamente usato nel XVI e XVII secolo. Si tratta di un ossido di piombo o di ferro anidro (Pb 3 O 4 o Fe 2 O 3 ) Il campione che è risultato più problematico nel riconoscimento e caratterizzazione è stato il campione blu (OV5-B). A causa degli spettri privi di ogni picco corrispondente ad una sostanza nota abbiamo classificato il campione come blu smaltino (sostanza amorfa), grazie alla fluorescenza tipica di tale composizione. La microscopia Raman ha comunque il vantaggio di poter effettuare le misure direttamente su frammenti di campione senza doverlo polverizzare a differenza dell’XRD per il quale risulta necessario macinare il campione. Tuttavia nell’ analisi al Raman, per la maggior parte dei campioni, si è rilevata un intensa fluorescenza negli spettri, dovuta in genere da strati di impurità o componenti organiche, tale da impedire, l’ acquisizione totale dello spettro come nel caso del campione OV3-R o comunque una lettura parziale dei grafici. Alle analisi effettuate all’ diffrattometro invece siamo perlopiù riusciti ad individuare composti come calcite e quarzo ma pochi minerali sintomatici di un pigmento. Possiamo ipotizzare in conclusione, che i pigmenti analizzati possono appartenere alla tavolozza di un artista all’ opera intorno alla fine del XVII secolo, sarebbe stato utile analizzare anche gli affreschi che decorano la vicina chiesa di S. Ilario in modo da poter capire se gli stessi artisti avessero lavorato in entrambe le collocazioni, data la vicinanza temporale e fisica dei due lavori.
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