VIALARDI - Cucina borghese - 1922 copia

4 0 4 D E L L A C O N S E R V A Z I O N E D E I F R U T T I 333. G e l a t o g r a n i t o . — Il gelato granito si fa allo stesso modo che i suddetti indicati, ma mettendo meno zucchero, cioè 1 ettogramma meno per ogni dose indi­ cata nei già descritti gelati, ed appena congelata si serve ordinariamente subito mischiandovi prima di metterlo nei bicchierini un po’ di buon vino Maaéra o di Malaga o rhum, curaçao, o maraschino. 334. G e l a t i a l v i n o d i M a d e r a o d i m a l a g a . — Ponete in un tegame 4 ettogrammi di zucchero in pane, più la sottile scorza d’una melarancia e di 2 limoni col loro sugo, 2 quinti d’un litro di buon vino di Madera o di Malaga, 3 quinti d’un litro d’acqua, un po’ di cannella e 6 garofani; posto al fuoco, al punto di bollire, passate il tutto alla stamigna, quindi unitegli ancor caldo 4 bian­ chi d’uova sbattuti in neve ferma, sbattete bene finché raffreddato; posto poi nella sorbettiera fatelo gelare e servitelo come punch alla romana, oppure servitevene per farcire biscuits od altro gâteau in pasticceria. 335. C o n s e r v a z i o n e d e i f r u t t i p e i g e l a t i . — Avrete delle albicocche , pesche, fragole, del ribes , dei lamponi, ben maturi e di buona qualità, privi dei noc- ciuoli e pelle, passate ciascun frutto a parte allo staccio e poneteli separatamente in bottiglie di vetro senza riem­ pirle troppo, turate chiudendole ermeticamente e legan­ dole con filo spago, ponetele diritte in un bacino o mar­ mitta con della paglia o cenci fra mezzo, affinchè non si rompino, ponete nella marmitta dell’ acqua fredda che giunga al collo delle bottiglie, posto sul fuoco fate bol­ lire per un’ora, tratto dal fuoco e venuta l’acqua quasi fredda levate le bottiglie incatramatele, ponetele in luogo fresco in cantina e servitevi dei frutti in inverno; questo avrà il gusto come se fosse fresco, unito al sciroppo come al N. 322 avrete un buon gelato. 336. C o l o r e d ’ u v a l a c c a p e r t i n g e r e i s o r b e t t i . — Ponete in un tegame 3 ettogrammi di zucchero bianco con un quinto d’un litro d’acqua; posto al fuoco, al punto

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