VIALARDI - IL PICCOLO VIALARDI - 1899 copia
DELLE CONSERVE 279 acqua o sugo di limone affine non facciano olio; pas- satele al setaccio, poste in tegame non stagnato o piatto di porcellana su un calore dolce, con 4 ettogrammi di zucchero bianchissimo e pesto fino; rimestatele af- finchè non s'attacchino più alle dita; venuta la pasta fredda rotolatela nello zucchero e, posta in un vaso, servitevene all'occorrenza. 104. Conserva al l 'arancio od al l imone* — Le conserve ad uso di famiglia si compongono o di polpa di frutti cotti o di sughi dei medesimi passati allo staccio; la dose è una parte di sugo o di polpa con 4 parti di zucchero cotto alla gran piuma. Raschiate la scorza d'un arancio e di 2 limoni con un ettogramma di zucchero in pane, finché divenuto giallo, profumato, schiacciatelo e mischiategli il sugo di un limone. Fate indi bollire in tegame quattro etto- grammi di zucchero bianco in un quinto di un litro di acqua; bollito un poco aggiungete lo zucchero profu- mato, mescolate e fate cuocere alla gran piuma. — Tratto dal fuoco, sfregatelo un po' con un cucchiaio intorno alle pareti del tegame, versatelo in cassette di carta; venuto un po' freddo, tagliatelo a quadretti, finite di seccarli nella stufa e conservateli in iscatole od inviluppati nella carta. Si fa allo stesso modo colla scorza di cedrato. 105. C o n s e r va «l 'orni s o r t a di f r u t t i . — Fate cuocere in tegame di terra 2 ettogrammi di pesche o di albicocche, o di prugne, o di mele o pere con un po' di acqua; cotte, ridotte in puree, passatele allo staccio. Ponete indi in un tegame mezzo chilogramma di zucchero bianco con un quinto di un litro d'acqua; bollito un momento, aggiungete la polpa dei frutti; continuate a farla cuocere mestando finché ridotta in modo che ponendone una goccia su un foglio di carta s'allarghi oppure comprimendola con un dito resista
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