LA CUCINA ITALIANA 1930
L A C U C I N A I T A L I A N A LliAk. C U C I N A C A S A L I N G R I C E T T A R I O D E L M E Ogni popolo ha costumi alimentari suoi pro- pri. Gli Italiani, in generale, fanno tre pasti al giorno, primo: una leggera colazione al matti- no (caffè o caffelatte più o meno rinforzato da pane, burro, uova, ecc.) secondo: una colazione più sostenuta a mezzogiorno I minestra asciutta, un piatto di verdura, formaggio o fruita di sta- gione); terzo: il pranzo serale ( minestra in bro- do, un piatto di carne, un piatto di verdura, talvolta servita come contorno al piatto di coirne), frutta. Questo è il tipo-base dell'alimentazione ita- liana nelle famiglie e negli individui di condi- zione semplice (operai, artigiani, impiegati, pic- coli reddituari, ecc.). In talune regioni, il pasto del mezzogiorno è più abbondante di quello serale; il pranzo prende il posto della colazione e la cena quello del pranzo; ma l'uso della co. lozione meridiana e del pranzo serale va sem- r»re p'"ù estendendosi anche perchè le condizio- ni del Lavoro vanno uniformandosi al nord come al sud, al monte come al piano ed è certamen- te più razionale sedere a una tavola più sostan- ziosa la sera quando il lavoro è finito e ad un pasto più nutritivo possono seguire ore di svft* go e di riposo. Naturalmente, il tipo della colazione e del pranzo varia a seconda dei mezzi e in molte famiglie e per molte persone agiate la colazio- ne e il pranzo hanno una portata in più. Tuttavia anche dal lato igienico, per la tra- dizionale sobrietà del popolo italiano, il tipo di alimentazione (tavola semplice) che abbiami più sopra riportato è seguito dalla maggior parte senza distinzione di mezzi. Questi, se mai, si riverberano più nella scelta delle vivande che nel numero delle portate. Tenuta presente, dunque, l'alimentazione ita- liana tipo, cioè la più generalizzata, noi daremo in questa rubrica intitolata appunto La tavola di tutti i giorni un ricettario idoneo alla esigen- ze e al costume alimentare della maggioranza. Le minoranze, quelle cioè fornite di maggio ri capacità pecunarie e gastronomiche trove- ranno in-altre rubriche e in altre pagine del no- stro giornale, ricette più consone ai loro gusti. Il ricettario per La tavola di tutti i giorni, è redatto ogni mese, per il mese intero, con par- ticolare riguardo ai cibi che chiameremo « sta- gionali » e che saranno cioè più a portata di ma- no, anzi.... di bocca, a seconda della stagione. Il ricettario per La tavola di tutti i giorni è quindi costituito come segue : a) ricette di minestre asciutte o di pietanze che possono sostituirle al fine di variare con av- vedutezza l'insieme della colazione; b) ricette per pietanze leggere (verdure, le- gumi, uova, ecc.); e) ricette per minestre in brodo; d) ricette per piatti di carne (manzo, vitel- lo, pesce, pollame, ecc., ecc.); e) ricette per contorni o altri piatti leggeri da pranzo. Tale ricettario, come si è detfio, varia ogni me- se, sì da offrire alla massaia intelligente la pos- sibilità di non ripetere nemmeno una volta in tutto l'anno la medesima minestra o la stessa pietanza, ammenoché per la sua perizia o per la soddisfazione del marito o di altro componente la sua famiglia, non vengano richiesti... dei bis. — N. d. R. in 3 cucchiaiate di olio pure d'oliva. nato V- R. L'abbo- CASSULETTI DI RISO «REGINA» Passate al tritacarne con disco finissimo del- la carne di vitello. Mettete del latte a scaldare e rosolate con burro e cipolla poco prosciutto crudo macinato, unite poi la carne fino a tanto che vedrete il burro chiarificarsi. Unite ancora a tal punto poca farina e fatela pur'essa roso- lare senza che accenni a dorare troppo. Bagnate il tutto col latte preventivamente scaldato e fate bollire tenendo mosso con una paletta in ferro onde impedire ohe attacchi sul fondo. U- rdte ancora un po' di tartufo bianco tagliuzzato, sale, pepe, noce moscata, ritirate dal fuoco, li- ni te poco parmigiano e legate con qualche rosso d'uovo. A parte preparate un buon risotto bianco molto morbido. Con esso riempite non al coi- aio degli stampini in pirofila e praticandovi un buco coi cucchiaio riempite di ragout, servendo immediatamente. verza e un cavolo nero tagliati a fettuccine. Ag- giungete un mazzo di bieta tagliuzzata, e^due patate a pezzetti, sale e pepe e sugo di pomo- doro, bagnando ogni tanto il tutto col ohr. do dei fagiuoli, dei quali un terzo unirete agli or- taggi, e gli altri scioglierete nel loro brodo pas- sandoli al setaccio e versando tale brodo sugli erbaggi. Dopo qualche bollore verserete tutto in un recipiente contenente 900 grammi di pane raf- fermo, servendo dopo un quarto d'ora di riposi). La dose basta per 12 coperti. iRISOTTO ALLA MONTANARA Si fa rosolare una cipolla con burro ; vi si mette del buon brodo e si uniscono piselli freschi o fa- giuoli bianchi (secondo la stagione). Cotti che siano si unisce il riso con un po' di pomidori a pezzi; alla fine della cottura si aggiunge abbon- dante formaggio. UNA ZUPPA DA FAR RESUSCITARE I MORTI Tritate la carne avanzata di un pollo arrosto he a netta dalla pelle, tendini, ecc., umettatela con qualche cucchiaio di brodo fresco, pesiate nel mortaio e passate per staccio. Abbiate tre o quattro cucchiai di riso avanzato e molto cotto e passateli anch'essi dallo staccio e ponete riso e carne in una casseruola, stemperando il tutto col brodo occorrente alla minestra e amalga- mandolo col mestolo fino vicino al bollore; ma non bolla però perchè si straccerebbe, special- mente dopo che avrete aggiunto due dita di bicchiere di buona panna. Assaggiate per rego- lare il sale e versate in zuppiera sopra dadini di pane preparato. pre e lo farai bollire adagio per mezz'ora. Se il brodo fosse; up poco debojp, ci metterai qual- che uovo sbattuto con cacio dolce. Avverti pe- rò di non metterci il bianco dell'uovi? serven- doti solamente del rosso. Ubando questa dili- genza, .sari} migliore. II. — Piglia un pugno di pangrattato ed un uovo a testa e dopo piglierai la metà di quel pane «¡ci mescolerai l 'uova: nel resto-di quel pane me- scolato con un poco di pepe e p/0Z|;a>poJo, ci anderai mettendo su a poco a poco dei brodo bollente, mescolando sempre finché si#, stempe- rato. Metti tutto a bollire e quando avrà bollito per mezz'ora, sarà colto. Avverti però che il fondo sia buono, e la sua misura sarà di un cuc- chiaio a testa. J DARIOLLE DI RISO ALLA VENEZIANA Comunemente intendiamo per «dariolle» que- gli stampini tronco-conici in ferro o rame sta- gnato che figurano in ogni ben. arredata cuci- na. Ungerne adunque internamente qualcuno con burro fuso e foderarli con un risotto bian- co comune precedentemente preparato serban- done alquanto per i coperchietti. Fate poi sal- tare al burro dei freschissimi fegatini di pollo, spruzzateli con marsala e fate asciugare. Unite ancora poco sugo di carne (o Liebig) e dei fun- ghi secchi macerati e tagliuzzati. Far ridurre per bene ed imbottire le dariolle, chiudendole poi col riso appositamente serbato. M i n e s t r e vivande equivalenti INSALATA DI RISO NOVARESE Fate cuocere in abbondantissima acqua il buon riso novarese per otto minuti solo. Mette- telo, dopo averlo ben sgocciolato, in una teglia unta d'olio, gettatevi un bel bicchierino di vino bianco e finitene la cottura al forno, come per riso staccato. Quando sia giunto a cottura, sten- detelo ungendolo d'olio e • quindi ritiratelo in recipiente di terra intercalando strati di riso e di tartufi bianchi grattuggiati. Fate scaldare u- na bicchierata d'olio con lo spicchio d'aglio a sottili lamine e 20 filetti di acciuga spezzettati. Levate dal fuoco e dopo 10 minuti passate tutto allo staccio unendovi pure il sugo di due limo- ni, poco prezzemolo trito e versando sopra al riso. Servire freddo. J MACCHERONI DEI RAFFINATI Appena cotti, sgocciolati e ben asciuttti legano con una crema di grossi gamberi: vi aggiungono due dozzine di code di gamberi per ogni libbra. Vi si può gettar sopra una lieve copertura di tartufi. LASAGNE CON LA RICOTTA Eccellenti, sono le lasagne con pezzetti di ri- cotta, pomodoro, parmigiano e un piccolo ragù di fegatini. La ricotta, insieme alla buona pasta, dà una gustosa combinazione. VERMICELLI D'UOVO ALLA FIORENTINA Prendete mezzo chilo di farina e un etto di parmigiano grattuggiato e stemperate adagio ada- gio versandovi 4 bicchieri di brodo tiepido nel quale avrete sbattuto 10 rossi d'uovo. Portate a bollore la pentola contenente il bro- do che deve servire a cuocere la minestra e ver- , sateci a poco a poco la pasta preparata facen- dola passare attraverso un colabrodo di metallo. Il composto prenderà, cuocendosi, la forma di ] vermicelli. i Servite dopo dieci minuti di cottura. La dose c basta per 12 persone. T VERMICELLINI ALLA FRANCESCANA . (per un chilogrammo) Si tritano in modo sottilissimo 3 o 4 spicchi 1 di aglio e abbondante prezzemolo, il tutto si fa £ rosolare alquanto in mezzo etto di olio d'oliva. ?Si aggiunga un etto di acciughe ben tritate con c pochissimi capperi all'aceto. Va unito un cuc- c h i a i o di salsa di pomodoro (pure al basilico). I vermicelli lunghi cotti al dente (come si di- 3 ce a Napoli) in acqua abbondante, si condiscono con 2 etti di pan grattato e rosolato ben bene a RISO ALLA CREMA D'ASPARAGI Fate cuocere un po' di carne uso stufato i una cocotte con gr. 100 burro, un ehilogram ma di punte d'asparagi, a fuoco lento. Versatelo poscia nella crema, togliete la carne, passate tut- to il resto alio staccio prima, poi all'étamine. Ri- bollite dolcemente quindi legate con un tuorlo d'uovo, un bicchiere di panna, poco formaggio. Unite il riso già a metà cottura tenendolo a ba- gno-maria ancora un quarto d'ora. BRODO DI FUNGHI SECCHI ALLA MONTANINA Mettere a intenerire, per un'ora, in acqua fre- sca dei funghi secchi: asciugarli, porli in una marmitta con acqua, sale, radiche e legumi futili nuzzati, cipolle e porri: far bollire il liquido, tirar la marmitta su un canto del fornello : f ar bollire per due ore. Passare, quindi, il brodo per adoperarlo nelle zuppe di magro. E' eccellente. PEPERONI FARCITI DI RISO ALLA TORINESE Tagliate in dme dei bellissimi peperoni voghe- resi, levatene la placenta ed i semi e fate loro subire un bollore onde poterne agevolmente to- gliere la pelle. Fate bollire il riso per dieci minuti e dopo averlo ben sgocciolato versate- vi sopra dell'olio che avrete fatto bollire eoa una manciata di prezzemolo trito. Mescolate per bene e riempitene a metà i mezzi peperoni. I». un tegame con un soffritto di olio, burro e spic- chi d'aglio stemperate, dopo averlo ritirato dal fuoco, qualche bel filetto d'acciuga. Passate al- lo staccio, colmatene i peperoni e fateli cuoce- re a forno debole. ZUPPA ALLA CASTALDA (per 6 persone) Si fa un battuto ben fine di una cipolla me- dia, una discreta carota, un sedano; si pone tutto in una casseruola con 50 grammi di lardo trito, un pochino d'olio e un pezzo di burro, grand! 1 ! quanto una noce; si fa rosolare il battuto, si sbucciano 200 grammi di patate tagliate a pezzi e si mettono nella casseruola amalgamandole pei;/ che prendano il sapore, si aggiungono granjfai 100 piselli secchi e si mescola tutto insieme, se c'è si mette del buon brodo altrimenti acqua nella quale si sarà sciolto o la punta di un cuc- chiaino di concentrato « Liebig », ovvero un dado « Maggi » =i fa bollire 1 ora, si passa al setaccia fitto, si rimette dentro la casseruola si fa bollire, volendo si serve con fettine di pane arrostite, oppure 200 grammi di pasta o riso. Questa zuppa è molto nutritiva e costa poco. ZUPPA DI VERDURA ALLA TICINESE Cuocete, secondo le regole date per la cottura dei legumi, 900 grammi di fagiuoli aggiungendo all'acqua un ettogrammo di pancetta tritata. Fare intanto un battuto con una cipolla, 4 spicchi d'aglio, 1 piccolo sedano, un pugno dì prezzemolo, e 3 etti di ol io; metterlo al fuoco e BRODO CON LE NOCI D'ORO Se avete in casa un buon brodo, invece di cuo cervi il solito riso o la solita pastina, portatelo in tavola com'è e servitelo in compagnia delle noci d'oro. Si prepara con latte e farina una pastella den- sa come quella pel pane leggermente lievitata In ogni pezzetto di questa s introduce del ripie no tritato e, dopo averlo rinchiuso nella molle prigione di pasta, si frigge nell'olio, in modo da ottenere delle pallottole dorate poco più gran- di d'una noce, Il ripieno può variare a vostro piacimento: cavolo cappuccio amalgamato a burro e funghi o, se preferite un ripieno di carne o di pesce con verdure. Questa minestra desterà in modo sicuro non solo l'appetito, ma l'interesse e la curiosità dei buongustai. — L'abbonato L. S. F. Ritorno ai tartufi: Quando li avrete ben puliti tagliateli a stri- scici o in dadetti, metteteli $ crogiolare in Lina casseruola con un pezzo dì burro a fuoco le^|Q. Dopo che sieno un po' caldi, bagnateli con j ® bicchiere di vino bianco seijietfo e oltre a que- sto vino una salsa al madera, già ristretta. Con- tinuate a far cuocere a fii,oco lento, sgrassate la salsa, completatela con un pezzetto di burro: e operate, che s'incorpori bene con i tartufi: a tale scopa }i dpvrete agitai®. , ; ci e r a u r e —. —i - GNOCCHETTl VERDI DI MAGRO AvteiifÌer s p i a c i rifilasti "coiti,* mescolateli col- la stessa quantità di acetosa e con l'odore della cipolla. Passate per staccio, unite due o tre uo- va, formaggio, pepe, noce moscata, .jja quattro sei cucchiai di pangrattato e sale se occorre. Gli erbaggi avendo tendenza a liquefarsi, me- scolateli con un po' di farina. Fate i gnocchetti al salito, cuocendoli in brodo di magro» / : • ' FAGIOLI ALLA TIROLESE I fagioli sano di buon nutrimento se ben con- diti e curati (fagioli bianchi); fate un b attutino di mezza cipolla e uno spicchio d'aglio e prezze- molo, metteteci 50 grammi d'olio in teglia e quan- do è ben caldo fateci soffriggere il battuto ro- solandolo appena, tenete pronti trenta grammi di conserva di pomodoro sciolta con un bicchie re di acqua, appena alza il bollore versateci i fagioli ben cotti, salateli quanto basta, un pochi- no di pepe, fateli bollire IO minuti e serviteli bollenti; volendo si possono servire con ci stoncirii. FUNGHI ALLA CARDINALIZIA » -Per ps:ep»r»re> questo-piaito »sono preferibili i funghi valleliinesi, sia pel profumo che, pernii I -us.to .: essi vanno puliti per benp, sepondo le re- gole, indi affettati sottilmente, ,e spruzzati con •Ugo di limone. In un recipiente di terra oppure di Pirofila, i recipienti di ipefallo sonp meno adatti) mette- rete un pezzo di burro e una .triturata di cipolla e aglio, e appena che il burro avrà preso il co- lor d'oro, aggiungerete una triturata di pomido- ri .freschi sbucciati: li lascerete ,c«tjetìre un po- co. perchè abbiano a perdere parte del loro suc- co acidulo: poi aggiungerete i funghi. Trascor- si cinque minuti, aggiungerete un bel bicchiere di vino, Capri o Lacrima Cristi, e presso alia fine della cottura, uri mescolino di brodo. Infine, yrirna* di le.vare dal .fnpc,o,< aggiungerete un trito fra prezzemolo e finocchio. Potrete servirli, sia soli che come contorno. c a r n i NUOVE BRACIOLE DI MAIALE E'' uri piatto semplice, ma eccellente. Prendete alcune:braciole di.jnaiale, abbastanza grasse, met- tetele in un tegame e fatele rosolare, senz'altro. Appena levano un piccolo bollore gettatevi del latte e via via che il latte è ritirato, getta revene altro, sino a che tutto non sia assorbito e le bra- ciole colorate e ben cotte. A metà cottura gettate nel recipiente una pic- cola parte della scorza tritata in fettine di un limone fresco. Bisogna molto sorvegliare la cottura, e la quan- tità del fuoco, poiché è facile che la carne e il latte brucino, come suol dirsi, e si attacchino al recipiente. Fatta con cura, vi ripeto, questa pietanza vi riuscirà graditissima. , FAGIOLI FRITTI Rimasti i fagioli ben cotti, passateli per stac- cio facendone un « passato » i puree) cui aggiun- gerete burro, sale, un filo d'aceto e gli odori che volete. Fatene tante pallottole non molto grandi, passatele nell'uovo sbattuto, poi nel pan- grattato e friggetele color d'oro. conoscono già, PATATE FRITTE Le patate fritte? Ma tutti le direte. Ascoltate: ecco come preparano le pa- tate fritte nella Dordogna, quando si vogliono onorare degli oppiti. Mentre cauta il girarrosto e il fuoco crepita, un'oca grassa, una tacchina opulenta o una gal- lina ben nutrita danza intorno alla lancia con una lentezza indolente e ritmata. E' splendido. Ma è, poi, meglio ancora. Nei ghiotti sobbor- ghi alpini, la cuoca dispone sulla padella sotto il girarrosto eccellenti patate tagliate in grosse fette. Che cosa succede? L'oca — se si tratta di, un'oca — a poco a poco si gonfia, trasuda e lascia cadere nella sottostante padella, pd in- termittenza, delle goccie fragranti di grasso e le patate s'imbevono con voluttà di questa piog- ! già profumata. Il nostro buon cuoco non le abbandona nel- l 'olio semplicemente: prende alcune belle uo- va sode, le taglia in quattro e le mescola alle patate che, già nuotanti nel grasso che è venuto colando, sembrano dei frutti d'oro. Presto le LE UOVA ALLA COQUE Le uova impiegate saranno freschissime, di non oltre, al massimo, ventiquattr'ore. Che pro- vengano preferibilmente da galline allevate in campagna, libere pei prati e che non siano sta- te mai nutrite col mais o con droghe che si so- gliono somministrare per intensificare la pro- duzione delle uova. In una casseruola, un volume d'acqua bollen- te bastevole per la completa immersione delle uova ; sul fondo, un piatto capovolto affinchè i gusci non crepino venendo a contatto del me- tallo arroventato. (Vi sono delle semplici retine di fil di ferro fabbricate appositamente che eli- minano questo inconveniente). Durata esatta della bollitura, due minuti e mezzo. Tolte dalla casseruola nello stesso ordine con cui sono state messe, le uova debbono essere po- ste in un s a c c h e t t o di feltro, foderato all'ester-, . no di seta che è, come si sa, cattivo coduttore ! ' Uo va acquisteranno questo colore gradito e stuz- del calore. In qualche minuto essi completano cosi la loro cottura e « fanno il latte ». L'uovo vien messo con la- punta in basso, nel porta-uova. L ' uovo alla coque si mangia con l 'aiuto di un cucchiaino d avorio ed accompagnato -di una fettina di pane raffermo, leggermente bur- rato. Dopo ogni uovo, non sta male un dito di ba- rolo rosso alquanto vecchio. FRITTATA RUSTICA Eccovi una frittata di uova che può fare buo- na figura in una colazione da scampagnata: si aggiungono alle uova, come in un'omeletta, i resti di carne, spinaci e pomidoro. È squisita. IL « FANGHIUTTO » DEI GENOVESI I. — Fate bollire in una pentola acqua, sale, olio, origano, due o tre spicchi d'aglio teneri, formaggio grattugiato e, quando l'aggio sarà, cotto, gettatevi il pane a pezzetti e levate pre- sto dal fuoco perchè il pane non rammollisca troppo. Servite con parmigiano grattato. II- — Fate rosolare nell'olio, in casseruola, due o tre spicchi d'aglio e alcuni pomidoro pe- lati e nettati da semi. Mettete il pane a piccoli bocconi quando l'aglio sarà cotto, versate a poco a poco acqua bollente e rimescolate con mer stolo di legno fino a farne una pappa che ser- virete con parmigiano grattuggiato. PANGRATTATO I. — Gratterai il pane molto fino e se lo potrai scrostare, sarà meglio. Passalo poi per crivello acciocché non vi siano dei pezzetti e metti giù appena comincia a farsi dorato versateci una j il pangrattato a poco a poco, mescolando sem- zicante. L'oca adoperata, ha finito la sua danza: essa è già cotta- Ora si scodella e le patate, tolte fumanti dal- la padella, vengono avvolte con le uova sode in un tovagliolo bianco e sottile coinè un velo da sposa. Subito dopo si dispongono intorno all'oca a guisa di monticello e sul vertice si porrà un mazzolino di prezzemolo artisticamente legata. Così si preparano in Dordogpa le patate frit te. Se poi, al posto dell'oca, si tratti di una tac- china o di una gallina guarnita con tartufi,, allo- ra le patate fritte avranno, improntato il .loro sa- pore al profumato glasso fragrante pel divino aroma dei tartufi. INSALATA ITA RANCI Si fanno stemperare 123 grammi di zucchero bianco in un mezzo litro di latte bollente. Quan- do il latte inzuccherato viene, a poco a poco, a raffreddarsi, vi si aggiunge del Wysky. Gli a- ranci, accuratamente mondati della loro cortec- cia e tagliati a rotelle sien disposti in un tondo da insalata, o dentro un piccolo vassoio, ad alto bordo. Il liquido, cosi preparato, si versa su gli aranci ¡m'ora o due prima che si abbiano a servire in tavola. Il succo degli aranci deve mescolarsi col liquido. LESSO ALLA MODA Soffriggete alcune carote tagliate in dischi sottili, due cipolle, due spicchi d'aglio ed lino scalogno, indi strutto (grasso di maiale), spolve- rate di farina e lasciate prender colore. Bagnate allora con buoni vino nero e aggiungete timo, alloro, pepe, sale, alcuni chiodi di garofano, erbe odorose e noce moscata. Lasciate cuocere due ore ed aggiungete poi parecchi funghi secchi rinvenuti nell'acqua tiepida "cdn un po' d'aceto. Aggiungete un cucchiaino da caffè di estratto Liebig e dopo mezz'ora buttate giù il lesso in- tero a bollire un'altra mezz'ora e servite caldo. Come vedete dal tempo della cottura, il vino deve essere abbondante in principio perchè in fine sia ridotto a giusta densità e misura. (Segue a pag. 3) La Cuacin azzaurr ifaliaanissim / TARTUFI DI JARRO Prendete vari tartufi ha lasciato scritto jarro, il famoso giornalista gastronomico — preparateli nel modo che conviene. In queste ricette si dice di continuo: — Prendete!... prendete!... — Tutti prendono, ma pochi comprendono... E a questa parola prendete, ohe eccita i peg - Via Vincenzo Morati, 33 giori istinti dell'uomo, si dovrebbe sostituire lai si può avere il catalogo, comprate, \ • Si è detto che la cucina azzurra — per allon- tanare le mosche — è un'idea inglese. Non è vero. A Milano da tempo si l'anno i mobili di cucina, verniciati in azzurro all'esterno. Ma que- sto non è tutto. Dopo aver rivendicato all'Ita- lia questo particolare, che ha pure la sua im- portanza, è utile preoccuparsi anche dell'inter- no dei mobili da cucina, ove si mettono piatti e generi commestibili. Una piccola fabbrica mi- lanese, ha trovato il sistema di rendere tali mo- bili pratici, eleganti, solidi e più di tutto molto igienici col rivestimento interno di marmo ar- tificiale, e quindi perfettamente lavabile, im- pensabile e senza possibilità di assorbimento di grassi e sostanze commestibili che con l'in- vecchiamento danno luogo a cattivi odori e de- terioramenti. Sono i mobili brevettati Zanotti — ammirati e lodati alle Esposizioni di Milano e di Bolzano ove hanno ottenute le maggiori onorificenze e l'ammirazione generale — per la loro praticità, eleganza, solidità, utilizzazione razionale dello spazio e per la igiene scrupolosa. Ogni Cucina di famiglia agiata dovrebbe es- sere arredata con i ¡nobili Zanotti. Dietro richiesta al Si*. ERMINIO ZANOTTI, - Jpl. 80359 preventivi,, con- sigli, ecc. con
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