LA CUCINA ITALIANA 1930

% A C U G I N A I T A L I A N A C U C AI N C A S A L I N G A I C E T T A R I O D E L M E S E i n e s t F e ê v i v a n d e e o u i v a î equivalenti I NORME PER LE MINESTRE ; Al contrario della cucina tedesca e inglese, èhe tannò cuocere molto le paste (sia in brodo clif asciutte) silicea disfarle, la cucina italiana ha per caratteristica: pasta.e riso ni dente. Prima norma per la buona riuscita della pasta asciutta è la sua cottura in molta acqua (salata, s'intende) e in grande recipiente. Inoltre, non si deve mettere la pasta nella pen- tola se l'acqua non sia già in forte ebollizione ;(« cavalloni »•). (Non meno di 5 litri d'acqua per |in chilo di pasta). Appena immersa la pasta nell'acqua bollente, ^Mescolarla e ripetere con garbo l'operazione o» gni tanto. ? Avvertenza che, terminata la cottura (da 3 ani» jniti tagliatelle all'uovo — a 12— maccheroni grossi —) la scolatoja (di terraglia o di metallo) kon abbia più nessuna goccia d'acqua, cioè che la pasta aia stata scrupolosamente scolata. Il piatto dove verrà condita e servita dev'es- sere caldo e aver già sul fondo un pochino di burro sciolto (all'inglese) caldissimo | Per le minestre di verdura bisogna sempre a- yere l'avvertenza di lessare a parte quegli erbag- gi che potrebbero rendere scuro il brodo o la mi- nestra, e di c u o c e r e separatamente i legumi. Bi- sogna inoltre evitare il mal vezzo di taluni che versano intingoli o avanzi di casseruole in queste f inestre, col pregiudizio di renderle saporite. FETTUCCINE ALI/UOVO Costituiscono (con gli spaghetti alla « mairi- èiana ; » che d i a m o in seguito} una delle caratto- kstiche più note e apprezzate della cucina ro- mana. Diamo la ricetta compilata dalla scrii- tfice Ada Boni, della quale è pure l'altra che se- gue dei a suppl ì ». . I. Le fettuccine romane, pur nella loro semplici- tà, possono rivaleggiare con le più accreditate paste asciutte delle altre cucine regionali, come ] e tagliatelle alla bolognese, le lasagne genovesi, la pasta con le sarde alla siciliana, i vermicelli con le vongole, napolitani, ecc. ecc. * Si fa una pasta all'uovo tenendola piuttosto dura e adoperando di preferenza tutte nova sen- za alcuna aggiunta di acqua. (Poche chiare). Si calcola generalmente un uovo per ogni cento grammi di farina. Si prepara un buon sugo d'u- iftwlo e a parte si prepara un abbondante ragù di pollo, composto di fegatini, grecili, ovette, cre- ste, ai quali si può aggiungere un pugno di fun- ghi secchi. Questo ragù viene insaporito con un po' di strutto e cipolla trita, sale e pepe bagnan- dolo poi con un pochino di brodo o di acqua. Quando il ragù è pronto lo si finisce d'insaporire con qualche cucchiaiata del sugo d'umido prepa- rato. Si cuociono le fettuccine tenendole piutto- sto dure di cottura e si condiscono con burro, sugo e parmigiano completandole poi eoi ragù. Dopo aver condito le fettuccine e prima di aggiungerci il ragù si possono rimettere in li- na casseruola con qualche altra cucchiaiata di sugo e lasciarle insaporire per pochissimi mi- nuti sull'angolo del fornello, mescolandole con precauzione. In tal modo il condimento viene meglio ricevuto dalla pasta che risulta più sa- porita. Si versa poi nel piatto, si mette il ragù, sii mette anche qua e là qualche altro pezzetto di burro e si completa con una spolverata di parmigiano. Le fettuccine preparate in quest'ul- timo modo si chiamano: « passate in casseruola >>. rare intanto il ripieno, il quale potrà essere più ricco, secondo l'opportunità. Può essere infatti composto di regagli© di pollo, funghi secchi e carne in umido tritata. Le regaglie si cuociono a parte con un po' di strutto, un po' di cipolla e un po' di sugo; i funghi secchi si fanno rin- venire prima in acqua fredda, poi si lavano più volte, si tritano e si cuociono con le regaglie. Preparare anche dei dadini di provatura roma- na. Prendere una buona cucchiaiata di riso fred- do e metterlo sul palmo della mano sinistra. Mettere nel centro del riso un po' del ripieno, aggiungendo anche un paio di dadini di pro- vatura. Chiudere il ripieno nel riso, dando ad esso la forma di una grossa crocchetta, aiutando- si, per ben modellarlo, con un po' di pane^ grat- tato, nel quale si rotolerà poi il supplì affinchè il pane lo ricopra perfettamente in ogni sua par- te. Si fanno così tutti i supplì e poi si friggono subito, biondi & croccanti. L'impiego dei da- dini di provatura è di prammatica. Aprendo il supplì si formerà come un lungo filo. Per que- sto sono chiamati a Roma « supplì al telefono. » RISOTTO CON CAPPE Rosolate fino a che la cipolla abbia preso un bel color oro, una padellata in cui avrete posto: metà burro, metà olio, cipolla ben tritata e prezzemolo in quantità proporzionale. Aprite poscia a crudo le cappe e gettatele nel soffritto fino a che esse pure si sieno rosolate. Unite al- lora il riso che bagnerete con buon brodo, me- glio però se di pesce ed ottenuto eon teste di rombo o pescatrice. Per questo brodo occorre spezzare prima le teste e porle a saltare con poco olio, qualche fetta di porro, uno spicchio d'aglio, una foglia d'alloro, poco sedano. Spruz- zare poi con vino bianco, evaporato al quale aggiungerete l'acqua in dosatura adeguata la- sciando bollire il tutto per circa 25 minuti. Ba- gnate allora il riso e lasciate cuocere. Cotto che eia, procedere come al solito con burro e for- maggio ed un pizzico di pepe. sca, o pancetta o vertigine secondo le regioni. Qui prima dell'uso ha un bollore che la dissala : il bianchir dei francesi. Il pane deve esser spar- tito per metà, orizzontalmente, s'intende. Quan- to all'aceto, può andare; quanto alle altre spe- zie, delle quali si abusava in quei tempi, sarà bene ometterle. La paJ'te vota, sarà quella che non reca la sommata e dubitiamo che Vet con che segue, sia errore di stampa per et non. a Pan dorato in Rognone di Vitella. — Pi- gliate un pan grosso duro, scorticatelo, taglia- telo in fette non troppo grosse, mettetele a sec- care al fuoco, pigliate, quando arrostirete, una rignonata di vitella et come sarà cotta, taglia' Mettete su un fuoco vivo, e mesedìate con un cucchiaio. Salate poco e impepate molto. Servite quando le uova sono divenute spesse. UOVA ALLA ROSSINI Fate saltare nel burro dei fegati di pollo ta- gliati a pezzi. Rompete delle uova in un piatto imburrato e versatevi sopra i fegati cospargendoli con due pizzichi di gruviera grattuggiato e di midolla di pane in eguale misura. Fate cuocere al forno. Si possono surrogare i fegati con dei rognoni. di acidi urici. In decozione, fatta con frutto ta- gliato a quarti con tutta la scorza, e fatto bollire in 400 gr. d'acqua sino a ridursi ad un terzo, è eccellente nelle febbri intermittenti e malari- che, superiore ai chinacei. Molte altre azioni curative ha il limone, ìtìa noi ci occupiamo solo del limone usato a tavolja. Parlare della sua efficacia per le emicranie, pèr i vermi, per la pelle, per gli occhi, per le ferii« ecc. non è compito nostro. 11 — Diamo in questa rubrica alcune ricette che sono specialmente adatte per stomachi debofi — come le verdure in genere pur... non distur- bando quelli sani. — T RISO ALLA MOZZARELLA Per 6 persone occorrono gr. 400 mozzarella tagliata a quadretti. D'altra parte, in un tegame fate scaldare gr. 50 burro e altrettanto olio d'oliva con uno spicchio d'aglio schiacciato. Ben caldo che sia ritirate dal fuoco, unendovi subito 6 filetti di acciuga ben lavati e mondati facendoli discio- gliere con l'aiuto di una forchetta. Fate poi cuocere in abbondante acqua leg- germente salata, gr. 700 di riso tenendolo m poco al dente, ritiratelo dal fuoco, scolatelo. In un tegame di ferro ben unto di burro for- mate tanti strati successivi di riso e mozzarella, da ultimo annegate tutto con l'infusione di olio, burro e acciuga. Spingete al forno e levate tostochè la moz- zarella sarà ben fusa. RISO E VERZE ALLA LOMBARDA Occorre anzitutto un buon brodo. Si faccia- no poi rinvenire in un poco di burro dei pomo- Jori freschi e pelati tagliati a quadretti (fuori stagione adoperare gli ottimi pelés di scatola) e si uniscano al brodo contemporaneamente alle verze e al riso, una pestata di lardo e prezze- molo preferibilmente passata allo staccio. Non nuocerà uno spicchio d'aglio pestato e arrostito con una noce di burro e che poi si leverà. Cin- que minuti prima della cottura si unisca del buon parmigiano. Questa minestra va cotta forte onde tutti gli ingredienti abbiano agio di a- malgamarsi. UOVA AL FORNO Separate i tuorli dagli albumi e lasciate i tuorli nei loro gusci. Sbattete gli albumi a neve, condite di sale e di pepe. Versate questa neve in una forma im- burrata e mischiatevi qualche cucchiaiata di crema. Posate i tuorli d'uova su questa neve. Fate cuocere al forno. , v e r J te il rignone con parte del suo grasso, lasciate-1 c e r veÌli e animelle di vitello, lo freddare et battetelo diligentemente con la j gì p l I 5 aggiungere una salsa di pomidoro coltella, battete minutamente alcune erbette et u n a g a l g a bianca, finocchio fresco, mescolate ogni cosa con pepe, cannella, zuccaro et un poco di sale et di quel- la compositione mettetene su le fette del pane alta un messo dito da una banda delle fette, un- gete grossamente la padella di buttiro fresco, distendetevi le fette da quella parte che non vi è nulla, mettetevi disopra il coperchio caldo et quando saran risolate alquanto, pigliate de' rossi d'uova sbattuti et con una pena ungerete con essi la fette del pane et per tutto gli ridarete un altro poco il coperchio caldo di sopra. Cavatele et mandatele in tavola con zuccaro et cannella di sopra ». La ricetta non sarebbe infame senza le dro- ghe, passione di quei tempi. Dicono che Mada- ma Dacier celebre ellenista e traduttrice del sec. XVII, dopo molte ricerche, si figurasse di aver trovato la formola perduta del brodetto nero de- gli Spartani e invitasse a cena i suoi eruditi amici per gustarlo. Ne risultarono nella notte coliche violentissime come capiterebbe a noi se ci mettessimo a mangiare le spezierie dolciastre del seicento. Ecco un'altra formola che, di lon- tano, ha un'aria di famiglia col nostro pan do- rato. « Pan dorato con butiro. — Farete le fette più piceiole e più sottili di quelle di sopra, fa- rete una pastolina con rossi d'uova, un poco di farina e di farina d'anici stemperata con un poco di vino bianco et colore di zaffarano. Sec- cate al fuoco le fette del pane, mettetele nella pasta et pigliate una padella polita da torta, mettetevi buona quantità di butiro fresco et la padella col tripiedino in buona brascia et quan- do il butiro bolle, mettansi ad una ad una le fette del pane impastate, rivolgetele una sola volta, cavatele asciutte in un patto distese et metlavisi di sopra il zuccaro et la cannella » . Ed ecco l'ultima. « Pan onto con provatura fresca. — Quando haverete fatte le fette del pane nel modo della rignonata et abbruscate, mettetele a soffriggere con butiro, rimovetele una volta, distendete le fette nella padella et mettetevi per ciascuna una fetta sottile di provatura fresca, mettavi di sopra il coperchio caldo e, come la provatura sarà risolata, spruzzivisi un poco di acqua rosa et mettavisi di sopra il zuccaro e cannella. Ca- vate poi, mandatele in tavola et sopra tutto ope- rate che si mangino calde ». Omettendo l'acqua di rose, lo zucchero e la cannella, avrete dèi passabili crostini di pro- vatura. E buon prò vi faccia il tutto se vorrete pro- BRODO DI VERDURA Per un litro di acqua: 3 zucchine (o due gran- di). In stagione nella quale manchino le zucchi- ne, sostituirle con un finocchio; 3 patate piccole io due grandi): 2 carote gialle: 2 porri piccoli [p .uno-grosso). In mancanza di porri, una cipollai I -pomodoro (o due se piccoli): un pochino À prf-zzemolo; un po' di sedano. Le verdure si mettono tutte a freddo e si fannl bollire una mezza ora circa. Passare al setaccio. Servirlo appena pronto. (Rammentarsi di salare). N.B. — Oltre che per gli stomachi deboli, e per convalescenti, questo tipo di brodo è moltf consigliato per coloro che tendono a malattie dì ricambio, a temperamenti arteriosclèrotici, a pò* stumi di artriti, ecc. vare! SPAGHETTI ALLA « MATRICIANA >> Gli spaghetti alla amatriciana o come si dice in Roma, alla « matriciana » godono nella cu- cina romana un favore universale ed occupano sesuza dubbio uno dei primi posti nel campo delle nostre specialità gastronomiche. Per un chilogrammo di spaghetti si affetta tuia cipol- la- e si mette a soffriggere in una padella o in? un tegame con un ettogrammo di guancia- le! ritagliato ùi dadini ed una cucchiaiata di strutto. (Quello che a Roma si chiama guancia- lei n e l l 'Àl ta Italia è detto «pance t t e». Sarebbe, poi; la parte migliore, più magra e più morbi- da del, lardo o lardone)„•' Quando il guanciale e la cipolla ¡saranno i so l at i , m a n o n troppo, si aggiunge ¡mezzo chilogrammo di pomodori spellati, tagliati a pè.Zzi e privati dei semi, e si conduce la coi- t l " ' a , a fuoco brillante durante pochi minuti aftnchtMil pomodoro possa cuocere senza di- sfarsi. Si condisce con sale e abbondante pe- pe, e intanto si mettono giù gli spaghetti. Ap- pena questi saranno cotti, si scolano e sì con- discono con la k salsa preparata e un etto- grammo di pecorino grattato. Quando non si tr|»Va pomodoro fresco si può sostituire con ima cucchiaiata o due di buona salsa. La ri- cetta romana autentica esige il pecorino; pe- rai si potrà anche usare metà pecorino e metà parmigiano o tutto parmigiano.(Fedii gli spa- ghétti alla matriciana per gli stomachi deboli). , OTjRPLi' AL TELEFONO ¡Per una ventina di supplì occorrono circa qiiatrocento grammi di risb. Si cuoce il riso in un po' di sugo di umido o, i n mancanza di que- stf, in un sugo finto. , ¡Badare che il riso non passi di cottura, e con- dirlo con burro, parmigiano grattato e un paio «1.uova intiere sbattuta come frittata. Mescolare, versare il riso in un piatto grande allargandolo cojt lina forchetta e làseiatlo freddare. Prepa- MINESTRONE CASALINGO ALLA MILANESE Si mettano a bollire dei fagiuoli borlotti in acqua con qualche cotenna .ed un osso di pro- sciutto crudo, poco sale e pochissimo pepe, Si prepari frattanto in ugual misura e tagliati ad uso minestra sedano, carote, patate, unendoli ai fagioli non appena cotti con un po' di salvia e dei piselli freschi e, se c'è, anche qualche zuc- china. Non f a r à male un po' d'aglio. Cotto che sìa il tutto si uniscano delle verze precedente- mente preparale e ben lavate, dei pomodori pe- lati a quadretti, luna pestata di lardo e prezze- molo ed il riso, facendo bollir molto forte. Pri- ma di servire, il s o i i t o formaggio. MARICONDA In un Manuale lombardo troviamo nominata così la seguente minestra : Prendete sei u o v a , 15 grammi di pane gratta- to e 75 di f o r ma g g i o parmigiano, grattato an- ch'esso. Salate e mettete qualche spezie se vi piace e fatene un impasto d'uovo con aequa cal- da. Fatene piccole pallottole, cuocetele in brodo bollente pochi mome n t i , versate nella zuppiera e servite. Crediamo utile far precedere le ricette delle verdure da un elenco delle proprietà medica- mentose di alcuni fra i vegetali d'uso più comu- ne, elenco fornito da quel competente in materia di gastrosofia naturale che è il Duca Enrico di Salaparuta: L'Orzo in decozione, di cui Ippocrate faceva un grande uso come curativo pel suo contenuto in fosforo ed in albumina vegetale di' natura leg- gerissima, fatto in dosi da 35 a 40 gr. per un li- tro d'acqua è un nutrimento prezioso per amma- lati, febbricitanti e convalescenti o di cagionevo- le salute. Se ne arricchisce il valore nutritivo dolcificandolo con zucchero grezzo di canna o con miele. Il Lauro è calmante nelle affezioni gastriche e leggermente sonnifero specie per i bambini. La Borraggine presa con tutta l'acqua con cui è stata cotta, oltre ad essere un'ottima pietanza, se condita con olio o burro, è rinfrescantissima e di una certa azione regolatrice per disturbi fem- minili. k , Il Prezzemolo in decozione è un risolvente. Le Mele in .decozione sono indicatissime oltre che per tutte le affezioni dell'urea, come ottimo emolliente maturativo nei raffreddori. Crude, aiutano a digerire. Il Rabarbaro è un leggiero lassativo che ha una speciale azione depurativa sul fegato. E' usato molto nella tavola svizzera. La Salvia è uno stimolante stomatico. Le Cicorie sono antibiliari ed emollienti. Il Timo è potente disinfettante delle vip re- spiratorie. La Lattuga è calmante e leggermente ipnotica. Il Finocchio è espettorante e stomatico. , L' Anice è digestivo e risolvente nei dolori per ingorghi stomacali di gas. La Genziana è stimolante per le atonie visce- rali. Lo Zafferano riesce tonico e calmante. Il Pépe in piccole dosi è stimolante utile nella MINESTRA ORIENTALE DI VERDURA Fate cadere lentamente a pioggia la semola- o la tapioca o sagou nel brodo nel latte freddo, mescolando sempre la semola o la tapioca. In ^ ^ I 5 o 10 minuti saranno cotte le prime, mentre il sagou ha bisogno di 20 minuti. Prima di ser- vire, aggiungete una noce di burro e del sale. | PUREA DI PATATE \$ Pelate delle patate possibilmente gialle, fate^ le cuocere al solito, e passatele al passa-patate. Mettetele indi in una casseruola con del burro 4 molto fresco, pepe bianco e sale, mescolate con parmigiano e del latte sino a rendere la purea! della densità che più vi aggrada, fate bollire un istante stando attenti di non fare attaccare alf fondo e servite. Alcune persone la preferiscono con zucchero che si può mettere in luogo del formaggio grat-| tuggiato, pepe e sale. PUREA DI CARCIOFI Carciofi kg. 1, latte litri 0,500. acqua litri 0,500. * Pulite i carciofi e metteteli subito nell'acqua con il latte acciocché non diventino neri. Bolli- teli sino a che diventano stracotti e passate allo | staccio. Rimettete in casseruola aggiungete un | mezzo bicchiere di latte, sale e "pepe ed una no- 1 ce di burro. Mescolate con mestolo di legno e fate bollire per 7 minuti. CAVOLFIORI O BROCCOLI CON SALSA BIANCA Ingredienti: Cavolfiori, sale, burro, pepe, fa- rina bianca, uova, aceto. Far bollire i cavolfiori nell'acqua ( molta ac- qua) salata con un pizzico di farina. Quando | piegano sotto le dita, toglierli dall'acqua e met- à terli a sgocciolare. Disporli .Uicor caldi su di un * piatto e versarvi sopra la salsa seguente: — Far | fondere in una casseruola tanto come un uovo di | burro con sale e pepe, aggiungervi un cucchiaio | di farina, e poco per volta, rimestando sempre, I un bicchiere d'acqua bollente. Cotta la farina, | ritirar la salsa dal fuoco e legarla con un tuorlo d'uovo sbattuto prima con un filo di aceto, op- | pure con una noce di burro, senza più rimet- 1 tere la salsa al fuoco. (Molti hanno una specie | digestione e disinfetta; in dosi esagerate o trop- di idiosincrasia per i cavoli, che stentano a di- po continuative diventa irritante, infiammatorio, gerire. Ma con tale preparazione il cavolfiore eccitante. non riesce pesante). La Cannella è tonico-stomatico. Le Ciliegie : i soli peduncoli fatti in decozio . [ZUPPA ALLA GENOVESE PAN DORATO Tagliate non tanu grosse delle fette di pan raffermo, intridetela nel latte, poi nell'uovo frullato. Friggetele nel burro e quando saranno di un bel color d'oro, servitevene come contor- no a qualche piatto, o mescolatele con qualche fritto analogo, come cervella, animelle, ecc. PANE UNTO ~~ Questa ricetta la trascriviamo integralmente da: La singoiar dottrina di M. Domenico Ro- moli,»detto Panonto, cuoco della fine del seco- lo XVI ed autore del volume più volte ristam- pato. Il soprannome di Panonto, se non era ce- lia, indicava che il Romoli era celebre per cu- cinare questa semplice vivanda: -« Pan unto con sommata e gota di porco. — Se vorrete il pan unto buono, farete bollire pri- ma la sommata. La gota, quando sarà di un por- castro giovane, bisogna che sia mezza cotta. Pi- gliate un pan tondo e basso, spartito per me- tà,,; pigliate-una fetta di lardo larga (pianto il pane, tagliate la sommata in fette et fornitela di cuocere sulla graticola. Méttetela sul pane unto, tagliatela sottile e si mangi con aceto for- te et specie dolci, ma quando voi darete di mor- so al pane, fate che quella parte che sarà vota, tocchi la lingua disopra et eon il palato, perchè sentiate il sapor dell'unto ». N.B. La sommata è la camefecfa, o ventre- IL FARRO (Dose per sei persone). (È una specie di frumento molto duro, più grosso, di luoghi.assai freddi, umidi e cretosi, e le cui loppe r i ma n g o no aderenti al granello). Mezzo chilo di farro, 4 piedi di oca, 2 colli di oca, 2 ali di oca, un po' di milza arrostita ben salata e pepata. Il farro mondato si mette in una pentola di terra o di rame unitamente agli ingredienti di cui sopra. Si versa nella pentola acqua tiepida fino a coprire il farro, o poco più. In un'altra pentola «i fa bollire un bel pezzo di manzo e un pezzo di tacchino. Il brodo serve a riempire la pentola del farro man mano che. bollendo, i l farro si infittisce. La pentola del farro si lascia bollire per cinque o sei-ore a fuo- co lento, senza mescolare mai. Si deve fare attenzione che il farro non si at- tacchi mai al fondo della pentola. Dopo cinque ore di bollitura si mette 3ale e pepe mescolando ben bene fino in fondo. L'abilità della massaia consiste appunto nel fare in modo che il farro gi cuocia senza attac- carsi al fondo pur non mescolandolo mai e di riempire sempre la pentola di brodo bollente, in modo che la pentola del farro non perda mai il bollore. Ne deve risultare una poltiglia molto spessa, di squisito sapore. Servire caldo e in ogni piatto va messo un pezzo di pollo o un'ala, ecc. UOVA ALLA BRILLAT SAVARIN Pesate, prima di romperle, le uova che adope- rate. Mettete il quarto- di questo peso di formag- gio gruiera affettato finemente e il sesto di que- sto peso di burro Rompete e sbattete le uova in una casseruola. Aggiungete il burro e iì formaggio. ne sono diuretici e diaforetici. Il The è diuretico ed ha speciale azione toni- co-eccitante sul cervello e sul sistema nervoso. Il Cacao è stimolante dèi sistema nervoso, ed al contempo nutritivo, e per la sua facilità a di- gerirsi, in dosi moderate è consigliabile per i bambini e persone deboli. Abusandone riesce ir- ritante e dispeptico. Gli Aromi, Chiodi di garofano, Coriandolo, Peperoncini ardenti, Senape e simili, come il Pepe, presi in piccole dosi* non continuate come condimento di cucina, dànno buon gusto e so- no stimolanti utili alle secrezioni gastriche ed ai movimenti peristaltici. Appena se ne fa abu- so, anche con la sola continuità, diventano irri- anti e possono causare gravi infiammazioni al- l'intestino ed alle vie urinarie. Il limone. Il suo sugo spremuto nell'acqua 3 una bibita dissetante, sgrassante, da prender- si assai più utilimente del vino durante i pasti, , tnche per i suoi poteri vitalizzanti e dissolvènti Vano 71 giornale. Bollite delle borraggini e delle lattughe. Ap- f| pena cotte, mettete nell'acqua fresca, indi spre- 5» mete. Triturate finemente, mettete in una casse- | ruola con cipolla, erbette, un pizzico di aromi, <j§ sale e pene e fate cuocere per una mezz'oretta. - J Dopo raffreddate, mettetevi un battuto di uova intere, del parmigiano grattuggiato e fate cuo- cere a bagno-maria. Aspettare che tale impasto l'i sia raffermato, per metterlo a pezzettini nel bro- J do al momento di servire. (Segue a pagina 4) I Signori abbonati che desidera- no di aver cambiato V indirizzo, so- no fregati d'includere alla richiesta UNA LIRA in francobolli nonché la vecchia fascetta con la quale riceve- LA CASSA DI RISPARMIO RACCOGLIE IL DANARO DEL RISPARMIATORE, LO CUSTODISCE E LO AUMENTA. DEPOSITATE 1 VOSITR R SPAISM AALI CASSA DI RISPOARMI DEELI PROCVIN E LOMBEARD Fondata net 1823 Sede Centrale in Milano, Via Monte di Pietà N. 8 Depoisit a rispiorur a! 1° gennoai 1903 L. 3 . 834 . 000 . 00 Fondi di riserva L. 270.000.000,-^ Erogazioni in beneficenza » 265.500.000,— =ss= mm - : »ta*.; 1 » i IIS i« *

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