LA CUCINA ITALIANA 1930

E » V M 3 I S i f ^gei-Si Bjot^ «H!A OTOOIU»^ -AAB HOBBPJ ^TS 6 8 9 8 1 A" .. .. __ _ „ » ..-..„ ». „ [Mangiar meglio, spender meno •i -0 -3 VHTT I VU v t n o n j ) v i GIORNALE DI GASTRONOMIA PER LE FAMIGLIE E PER I BUONGUSTAI OJQNÀ. CASALINGA - ALTA CUCINA - CUCINA CONVIVIALE CUCINA FOLCLORISTICA CUCINA PER STOMACHI DEBOLI CUCINA ALBERGHIERA - ARTE DELLA TAVOLA - RICETTARI S O C I E T À * . N. 6 — ANNO II - A N O N I M A N O T A R ! ( I STITUTO EDITORIALE ITALIANO) . M I L A N O - V i a M o n t e N a p o l e o n e , 4 5 15 giugno 1930 (VII) OGNI NUMERO CENT. 50 — ABBONAMENTO ANNUO L. 5 - ESTERO L. 10 — INSERZIONI: L. 3 AL MILLIMETRO T e l e f o n o N. 7 0 - 3 5 7 ESCE IL QUINDICI DI OGNI MESE Riceta di Giovanni Pascoli Volendo dimostrare che la cura della cucina, il gusto della tavola, non sono antitetiche di Poesia, il no- stro giornale si compiace pubblicare ricette in versi di Poeti contempora- nei. Anche se non fu scritta apposta Per noi, come le altre pubblicate fin qui su La Cucina Italiana, non pos- siamo ométtere quella del « risotto romagnolo »;, dovuta al più squisito fra t moderni lirici italiani — il Pa- scoli. Amico, ho letto il tuo risotto in.... Ahi! È buono assai! Solfanti» è un pò futuro con quei tuoi-, « tu farai, vorrai, saprai! ». Onesto è del mio paese, è più sicuro perchè.... presente. — Ella à tritato un poco di cipollina in un tegame puro, V'à messo il burro dal color di croco o zafferano (è di Milano!) a lungo quindi à lasciato il suo cibreo sul fuoco. Tu mi dirai « burro e cipolla? » Aggiungo che v'era ancora qualche fe.gatino di pollo, qualche buzzo, qualche fungo. Che buono odor veniva dal camino! 10 già sentivo un poco di ristoro mio latinot ì'oi i>*/m spremuto quàléhe pomódorò f A lasciato covare chiotto chiotto, in fin ch'à preso un chiaro color d'oro. ! Soltanto allora ella v'ha dentro cotto 11 riso crudo come dici tu. Già suona mezzogiorno; ecco il risotto il buon risotto che mi fa Mariù. GIOVANNI PASCOLI. L a rubrica i Ah JS/Lassaia moderna l i Ga l at èo de l la tavola I BRINDISI I brindisi si usano ancora? Sì, e sempre si useranno perchè esprimano sto d'onore. Le signore al cui indirizzo è fatto uno speciale brindisi, s'inchinano. Il marito, pa- dre, o fratello, o figlio risponderà per loro. Nei pranzi intimi, non si fanno « discorsi » ; a meno che si tratti di festeggiare qualche so- lennità famigliare (fidanzamento, matrimonio, battesimo, cresima, ecc.). Ma, anche in tali cir- costanze, meglio rinfoderarsi la fregola oratoria. Il brindisi fra vicini non è elegante. La donna, naturalmente, non è mai la prima a fare, proporre o provocare un brindisi. La signora non deve mai vuotare il bicchiere col quale brinda, ma appena bagnarvi le labbra e, se si resta ancora a tavola, libarne altri piccoli I prelati si astengano dal fare brindisi. Così almeno è consigliato ad essi da Monsignor Scot- to di Pagliara « anche perchè al brindisi si ar- riva sempre a quel tal punto della mensa in cui non si gode quasi mai di perfetto equilibrio.... e non soltanto del braccio, ma neppure del cer- vello ». (Non si può darle torto, Monsignore!). Elogio al vino Da alcuni anni si ostt ita l'astemia. In una sala da pranzo di gra de albergo ,su venti- quattro tavolini, appena cinque o sei hanno la bottiglia o il fiaschette di vino. Su tutti gli al- tri, acqua minerale, a c q u a minerale.... o anche semplicemente potabile. gentilezza d'animo e cordialità di carattere. Ma dove il galateo moderno si differenzia dall'antico è nel prescriverli assai, brevi, con- cisi, condensati, sia che appartengano al tipo dei brindisi di spirito, sia che abbiano intona- zione sentimentale, o carattere solenne. Evita- re ogni retorica. Se in altre forme oratorie, que- sta può essere tollerata, a tavola diventa ridi- cola. Si ritiene delicato, nello stappare lo spu- l ant e, evitare il « botto » ; ina, poiché è rite- nuto augurale, molte persone fra cui chi redige queste note, non vi rinunziano volontieri : ci «tengono », a n z ; 5 pjjp j j tappo salti magari fino a soffitto, p e r p 0 j c o r r e r c a raccoglierlo e con- liei vario « come ricordo di quella serata » — si dice g en t i l m e m e ^ ^ ^ w a _ ^ l n realta, quale talismano. Nei pranzi intimi, il secchiello d'argento ove 81 t i e n c , V 1 g i a c c io la bottiglia di spumante ipreferibilmente su di un sostegno, pure d'ar- gento, a tripode, alto come la tavola) può essere portato accanto al p a d r o n e d ; ^ ^ c h e p r o y „ vederà personalmente all a b i s o g n a N d p J , a n z i di etichetta, invece, devo 110 occuparsene i c». merieri. L'uso di urtare un calice con l'altro, Jl festoso tintinnìo dei cristalli, rimane anch'esso rele- gato fra le anticaglie. (Ma nei pranzi intimi è tanto carino!). La moda trova oggi più g n e ]i„ »aitarsi a sollevare la coppa con gesto e sorriso •iene auguranti. '"'ta all'anfitrione iniziare il « toast », salvo nel caso i n c u j s i a i u i il festeggiato. Allora l'inizia- U v a vi euè presa dall 'invitato che occupa il po- Le più stimate Case Italiane in gara Una bella sorpresa abbiamo voluto riservare alla moltitudine dei nostri abbonati. Per essere più esatti dovremo dire delle nostre abbonate, poiché l'iniinénsa maggioranza, è costituita da una imponen» tissirna schiera di massaie di ogni regione e di ogni gradò. Senza esagerazione crediamo di poter dichiarai e. che la Cucina Italiana è il giornale più letto e più consultato dMtalia; e non soltanto entro i confini: l'avanzata della Cucina Italiana è ormai sensibile an= che al di là delle Alpi e dei Mari. f Ma torniamo alla sorpresa. t v :. -. : " . . ' ' . ' Non ci accontentiamo dei risultati raggiunti; noi vogliamo avere una diffusione immensa, non già per sola soddisfazione editoriale; ma per il raaggi,Qp beneficio dell'economia alimentare del Paese. Noi vogliamo che tutti possano realizzare il-{amaso .m.ottp*¿el-fcostrò giornale: mangiar meglio e spender meno. Desiderando inoltre che ì più stimati prodotti d&I&iridustria alimentare italiana siano convenien- • temente e maggiormente diffusi ed apprezzati, .abbiami invitato un gruppo di Ditte a mettere a dispo- arcione nostra un notevole quantitativo di attraenw <s-(Cospicui campioni di assaggio, che saranno in- viati gratuitamente a tutti i nostri abbonati — alle seguenti condizioni: l'- ali .50 1 . 0 0 0 300 20 20 10 50 LATTINE DA GRAMMI 250 DI CACAO IN POLVERE PERUGINA, OFFERTE DALLA S O C I E T À ' LA PERUGINA DI P E R U G I A . PACCHI PI PASTA RAFFINATA EXTRA LUSSO, OFFERTI DALLA DITTA F.LLI BUI- TONI DI SAN SEPOLCRO. 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Non si vuol qui divagare con discorsi che brionale: facendo fermentare succhi vegetali, sarebbero di natura piuttosto medica, contro mischiando questi a latte inacidito, ecc. In tutti certe esagerazioni. Il galateo non c'entrerebbe, i secoli si è cantato il vino. Orbene : questo istin- Non resistiamo, però, a riportare al riguardo tivo desiderio di un liquido che la natura aveva l'opinione di chi non subordinò le proprie pre- avvolto di veli, questa strana influenza del vino ferenze in materia di cucina e di tavola a con- su tutte le razze, in tutti i climi, in tutte le tem- cetti di igiene o fisiologia, bensì al più fine perature, è degna di fermare l'attenzione del buon gusto, alla eleganza dell'alimentazione. Al- ^ filosofo. Io arrivo al punto di paragonare que- ludiamo a quell'insuperato esteta della mensa sto desiderio del vino ( desiderio che non è co- che fu Brillai Savarin. Ascoltatelo: I mune agli animali, ma è proprio soltanto al- « Il vino, sia dovuto a Noè che piantò la l'uomo ), all'inquietudine dell'ignoto, del l 'awe- vite, o a Bacco che spremette il succo dell'uva^ nire, che è del pari estranea alle bestie! E sono fu desiderato da tutti gli uomini in ogni tem- tentato, accomunando le due caratteristiche, di po. Per quanto ignoranti, gli stessi selvaggi riu- considerarle entrambe (mentre l'una appare tut- scirono a procurarsene, sia pure in modo em- ta della materia e l'altra sembra tutta ¡dello spi- rito) come attributi atti a distinguere il capo d'opera dell'ultima rivoluzione sublunare ». ! Noi Italiani alziamo, dunque, il calice per un « toast » di ringraziamento alla memoria di Brillat Savarin; che, colle sue campagne con- tro gli astemi, egli si rendeva utile alla terra dèi vigneti. (— E... delle osterie —) aggiungerebbe sotto- voce un maligno. — D ELIA. Conservazione della frutta I frutti non maturano totalmente e con rapi- dità che per il concorso dell'aria, del calore e della luce: privandoli di questi tre agenti ai po- trà dunque ritardare la loro maturazione e quin- di conservarli per lungo tempo, dato che la rnaluranza è il termine della loro conservazione. Metterli perciò in una caméra ove non geli, chiudere la finestra, e non aprirla mai. Anche I uscio deve stare continuamente chiuso, ed anzi è bene ricoprirlo internamente con coltre di lana. ' In questa camera disporre i frutti su tavole, in guisa che l'uno non tocchi l'altro, e si vedrà che si conservano a lungo, quando si abbia l'av- vertenza di visitarli spesso per levarne quelli che cominciassero a guastarsi. L'uva potrà sospendersi alla soffitta col pie-; ciuolo in basso, chiudendo ciascun grappolo in un sacchetto di carta, che si allaccerà in alto at- torno alla fune con cui è tenuto sospeso il grap- polo etesso. Le pere vanno appese dal pic- ciuolo. Una cantina asciutta (e chiusa con vetri) po- trebbe benissimo servire come camera da frutti. Per preparare m casa la farina di riso Di rado si trova della buona farina di riso: ecco in qual modo la si può preparare : Far bol- lire in poca acqua del riso finché sia ben tenero e rigonfio, lasciarlo sgocciolare, stenderlo sopra un foglio di carta e farlo seccare al sole. Quan- do sarà ben secco, pestarlo nel mortaio e stac- ciarlo. ì ! Questa farina, che è già cotta, basterà get- tarla nel brodo che bolle o nel latte parimenti bollente ed addolcirlo con zucchero per avere una minestra rinfrescante e nutritiva, adatta sopratutto per bambini. Eccovi i nominativi c o n relativi indirizzi dei d u e nuovi abbonati alla Cucina fialiartu da me procurati. Qui urtito vi rimetto L. 10 ,60 importo dei due abbona, menti : Primo nominativo: S f ó n do nominativo: Il dono da me scelto è il seguente: e dovrà esaere inviato al ; se- gnato indirizzo: Per avere uno dei sopraelencati regali a scelta, ba- sta procurare due abbonamenti nuovi alla Cucina Italiana, il cui prezzo di abbonamento annuo è, come noto, di:' I Ï l'I 1? Ju 1 IVJCj e cent, trenta (cent, 30 per la lassp di bolla; legge 7-4-1930 a favore della previdenza giornalisti) Riempire la apposita scheda, ed inviarla, incollata su una cartolina-vaglia di L. 10 (prezzo dei due ab- bonamenti) alla Società Anonima Notari in Via Mon- te Napoleone, 45 - Milano, Eccovi i nominativi con relativi indirizzi' dei due nuovi abbonati alla Cucina Italiana da me procurati. Qui unito vi rimetto L. 10,60 importo dei due abbona- menti. Primo nominativo: Secondo nominativo : Il dono da me scelto è il seguente: e dovrà essere inviato al se. gnato indirizzo: I nostri Conc o r si I PREMI PER IL PRANZO DI CERIMONIA. CONSENSI DEL MINISTERO E DELLE CONFERAZIONI NAZIONALI Nel precedente numero de La Cucina Ita- liana dettammo le norme per due nuovi con- corsi indetti tra i nostri abbonati. Il primo era per « il dolce italiano » ; il secondo per UH « pranzo di cerimonia ». Mentre stabilivamo ì premi da assegnarsi ai vincitori del primo con- corso, ci riservavamo di indicare i premi per il secondo. Sciogliamo oggi la riserva, informando i con- correnti che i premi sono tre e consistono: In una medaglia d'oro concessa dal MINI- STERO DELL'EDUCAZIONE NAZIONALE. In una Coppa d'Onore, concessa dalla CON- FEDERAZIONE NAZIONALE FASCISTA DELL'INDUSTRIA. In uria Coppa d'Onore, concessa dalla CON- FEDERAZIONE NAZIONALE FASCISTA DEL COMMERCIO. L'importanza notevole che deriva ai premi, dall'alto prestigio degli Enti che li hanno con- cessi, mentre costituisce uno stimolo ecceziona- le all'amor proprio dei concorrenti, forma an- che oggetto di legittima soddisfazione per noi, che vediamo la nostra opera apprezzata da così alte autorità, alle quali rinnoviamo l'espres- sione della più profonda riconoscenza. Rammentiamo che il termine utile per in- viare la lista e le ricette per il « pranzo di ce- rimonia » scade al 30 giugno corrente. A

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