LA CUCINA ITALIANA 1930
Pag. % L A C U C I N A I T A L I A N A m N. 9 - 15 Settembre 1930 t^n^-f" " rjBr*Yìl á ipSWEIft^ C U C I N A C A S A L I N GA R I C E T T A R I O DEL ME SE M l n v i v a n de e s t r e u i v a l enti ZUPPA DI ALLODOLE E RISO ALLA PERSIANA Lavare gr. 300 di riso, farlo cuocere nel brodo fino a che sia spappolato. Far rinvenire, in una casseruola, 2 dozzine di allodole; condirle di pepe e sale, lasciarle raffreddare, serbarne a par- te i filettL Con le carcasse preparate un po' di sugo; me- scolatelo al riso passandolo all'étamine. Al mo- mento di servire mescolare alla minestra i filetti di allodole, il sugo di due mele granate dolci e due aspre. Finire con un pizzico di erba menta tritata e versare nella zuppiera. PASTA GRATINATA Qualunque qualità di pasta, anche se condita, si presta a questa preparazione. Ancora calda, legatela con circa un litro di salsa vellutata ed aggiungetevi (se non è già con- dita) 100 grammi di buon grattuggiato. Accomo- date in tegame, cospargete ancora di formag- gio, di burro fuso e gratinate in forno. TIMBALLO DI MACCHERONI Maccheroni tagliati della lunghezza di 3-4 cen- timetri. Legateli con mezzo litro di salsa vellu- tata e un mestolino di salsa Madera. Aggiunge- tevi una minuta di pollo, mettete in tegame e dorate in forno. RISOTTO CON PEpCI Assicurarsi anzitutto che i frutti di mare ado- perati sieno d'allevamento e non di provenienza casuale. Raschiarli prima ben bene sul guscio con un coltello, poscia lavarli in acqua corrente Fateli quindi saltare in una padella di ferro dove avrete posto a bollire dell 'olio buono ed uno spicchio d'aglio, fino a che le valve si schiu- dano . Ritirare allora dal fuoco, toglierli dai gusci e lasciarli a riposare in un recipiente, filtrandovi eopra con un pannolino il loro sugo e tenendoli in caldo. In una casseruola intanto preparate una roso- lata di cipolla, poco olio e burro come pel comu- ne risotto, aggiungere la voluta quantità di riso e bagnare con brodo, meglio se di pesce, ma po- chissimo salato nonché il sugo dei pesci stessi. Cinque minuti prima della cottura unire i pe- sci, formaggio e un po' di burro amalgamando il tutto. — Dr. G. GALLEANI. ZUPPA DI NASELLO ALLA PROVENZALE Tagliare un bel nasello di circa Kg. I o l e mezzo a fette di 3 cm. di spessore e metterlo in teglia con 120 gr. olio oliva finissimo, prezzemolo e due spicchi d'aglio minutamente tritati, pepe fino, sale, Kg. 1, pomodori puliti e tritati, 2 gr, di zafferano ed un buon bicchiere di vino bian co aecco. Con la testa fate un brodo, unendo poco sale qualche chicco di pepe bianco ed un mazzetto preparato con sedano, prezzemolo, porri, una foglia d'alloro. In una larga padella mettete una grossa cipolla tritata e cuocete lentamente senza far prendere colore, con altri 120 grammi di olio di oliva unitevi Kg. 2 di patate tagliate a fette uguali non troppo larghe, bagnate con brodo preparato e cuocete per circa 15 mintiti. A questo punto versate sopra il pesce con tutta la sua marinata e cuocete in pieno fuoco per al- tri 10 minuti. Verificate la salatura e servite. D r . V . RATTO. salata poi tagliatele in sottili fette e mettetele in una casseruola con una cucchiaiata abbon- dante di burro fuso, pepe; sale e circa tre bic- chieri di vino rosso. Fate cuocere a fuoco lento, fino a quando il vino si sia quasi consumato, aggiungete allora qualche cucchiaio di salsa di pomodoro e fate cuocere ancora a fuoco lento per una ventina di minuti. C a r n i MINESTRONE AL SALTO Inutile ricordare che nella stagione calda è ottimo anche freddo, ma se così non piace, sco- dellatelo e fatelo ben raffreddare. Qualche minuto prima di servirlo, sciogliete in una padella di ferro ben pulita 50 grammi di burro, versatevi sopra un piatto di minestrone. Lasciatelo arrostire leggermente e lentamente, sempre muovendo la padella; dopo qualche mi- nuto rivoltatelo e ripetete l 'operazione: altro burro, altra scodella di minestrone e così via. fare un ragù squisito per condire circa mezzo chilo di pasta. Ecco come si prepara il ragù: si triturano le regaglie e si tritano una cipol- la, una carota, un po di sedano e prezzemolo. In una casseruolina si mette un po' di burro e olio e quando questo frigge vi si getta la roba cui,sopra triturata e dopo, aver fatto il tutto bol- lire per cinque minuti unire della conserva di pomodoro con un bicchiere di acqua, lasciando cuocere per circa mezz'ora. — L'Abbonata Lina Signorini - Bergamo. V e r d u re PATATE ALL'AMBASCIATORE Mettete in un piatto da forno (pirofila) le pa- tate crude pelate e tagliate a piccoli pezzi, con- dite con cucchiaiate di burro o di grasso d'ar- rosto, salate e versateci sopra un bicchiere d'ac- qua. Così preparato il piatto va posto in forno ben caldo. Occorre circa un'ora e mezza di cot- tura. Mescolate spesso in principio con una forchet- ta perchè le patate si cuociano completamente e poi fate fare una bella crosta dorata alla super- ficie. i CIPOLLE BIANCHE IN PUREA Mondate e lavate delle cipolle bianche. Pas- satele in acqua bollente e poi lasciatele in ac- qua fredda una mezza ora per farle spurgare. Tagliatele quindi a pezzetti e mettetele in una casseruola fonda, coperte di brodo di pollo : de- vono bollire ben chiuse per un'ora. Aggiungete a questo punto tanta salsa besciamella per quante sono le cipolle. Passate al colino e ponete la purea che nt risulta in una casseruola con burro; fate cuo- cere lentamente e servite come guarnizione. ZUPPA DI VERDURA Ingredienti: Un piccolo cavolo — una bella e tenera carota — 2 grosse patate — un gambo di sedano — un grosso porro — una rapa qualche zucchina — 10 grammi di burro — 100 grammi di parmigiano grattuggiato. Fondete il burro in casseruola con porro fine mente tritato e 4 o 5 foglie di salvia. Unite le verdure affettate sottilmente e preven tivamente mondate, lavate e scolate. Bagnate con due litri di acqua e cuocete quanto basta A g g i u n t e il brodo, o procuratevelo con 5 da di Liebig sciolti in poca acqua calda con par- migiano. Servite con crostini di pane dorati al burro ZUPPA DI CECI ALLA « LIGURE » Si mettono 24 ore prima in molle in acqua tiepida, tre quarti di chilo di ceci, ed un quarto di chilo di fagioli bianchi di buona cottura. Si lavino al mattino seguente con altra acqua tie- pida, si scolino, spolverizzandoli con sale, con fior di farina di grano e rimescolandoli ben bene. Sarà stata messa intanto al fuoco una pentola di terra ricolma per tre quarti di acqua. Appena l'acqua sarà diventata tiepida e conveniente- mente salata vi si buttano dentro tanto i ceci che i fagioli. A parte intanto (questa è la concia folkloristica) si faccia un battuto di lardo, ci- polla, aglio, carota, sedano, buttando il battuto stesso nella pentola prima che l'acqua bolla. Si aggiunga successivamente un pugno di fun- ghi secchi rinvenuti nell'acqua calda e tritati; unitamente ad un po' di salsa di pomidoro, non- ché un mazzo di foglie di bietole (a cui sarà stata tolta la costa) tagliate a striscioline : un po' di pepe, quattro cucchiai grossi di olio d'oliva finissimo. Si lasci bollire lentamente dalle due alle tre ore a seconda delle qualità dei ceci senza mai rimescolare, si serva caldissimo, — L'Abbonato PAOLO COSMELLI, Savona. ZUPPA DI FUNGHI Per 6 persone. — Fate un soffritto con 40 grammi di burro, mezza cipolla e due foglie di salvia; aggiungetevi un cucchiaino da caffè di salsa di pomodori. Lasciate cuocere; versatevi poj un litro e mezzo di brodo, se ne avete, ovve- ro « brodo carne Maggi » (7 dadi) e mettetevi circa 100 grammi di ovoli (funghi gialli) ben pu- liti e tagliati a fettine sottili; unitevi dei piccoli cubetti di , patate. Servite con crostini di pane fritti al burro e parmigiano grattuggiato. CETRIOLI I cetrioli sono di due t ipi: uno dalla pelle verde cupo, con l'interno verde chiaro, l'altro tutto bianco fuori e dentro. Quello verde non si può mangiare che cru- do, in insalata; quello bianco, invece, mentre è buono pure in insalata si può cucinare ripieno e in salsa. In insalata Scegliete un cetriolo molto fresco e ben ma- turo, pelatelo con cura dall'alto in basso e con un coltellino molto affilato tagliatelo in fettoli- ne sottilissime, quasi trasparenti; mettetele al- lora in un recipiente fondo di porcellana o di vetro, cospargetele di sale fino, copritele e la- sciatele macerare almeno per due ore: in que- sto tempo al contatto del sale il cetriolo perderà tutta l'acqua che contiene. Bisogna far sgocciolare le fettoline e quando saranno asciutte uniteci un pochino di prezze- molo tritato e condite con olio aceto e pepe; non occorre aggiungere altro sale. L'insalata è pron- ta. Potete mescolarci una piccola quantità di pomodori crudi cihe avrete precedentemente fatti macerare nel sale come i cetrioli. Alla crema Prendete un cetriolo bianco molto tenero, pelatelo, tagliatelo in fettoline rotonde, met- tetele sotto sale per fargli perdere l'acqua e poi mettetelo al fuoco in una casseruola col burro. A mezza cottura aggiungete una salsa bianca (composta di un cucchiaio di farina e lina taz- za di latte) e continuate a far cuocere a fuoco lento per una mezz'ora. Servite caldo. Al- sugo Procedete come per i cetrioli alla crema, ma in luogo della salsa bianca, Tersaleci sopra una salsa rossa preparata con brodo e pomodoro pas- sato e fate bollire per circa mezz'ora. Servite caldo. CAROTE ROSSE (Barbabietole) La migliore barbabietola commestibile — com'è noto — è quella rossa rotonda. Le molto giovani sono tenere, ma le varietà comuni sono dure e filamentose. Si servono generalmente In insalata meglio che sole, vanno mescolate con cipolle al forno o con altre verdure a piacere (prefe- ribili però le cipolle o la cicoria). Si fanno cuocere intiere in forno caldo per parecchie ore. Poi si spellano, si tagliano a fette e si condiscono in insalata. Sono anche buone alla francese; e cioè Al vino Fate cuocere le barbabietole intiere in acqua POLSO DI VITELLO ARROSTO AFFOGATO Prendete gr. 800 di polso di vitello disossa- to, incidete trasversalmente quei tendini grossi e callosi, che riuniscono i muscoletti, facendo attenzione di non staccare i pezzi. Quest'opera- zione serve, perchè la carne non si accartocci durante la cottura. Infarinatelo leggermente e mettetelo in una casseruola con un etto di burro e uno spicchio d'aglio. Fate rosolare piano piano, badando che non si bruci il burro e l'aglio, voltando e rivoltando la carne fin che non abbia preso un bel colore dorato. A questo punto aggiungete brodo o ac- qua, fino a metà altezza della carne. Salate sulla parte che rimane asciutta, coprite e fate subollire per venti minuti circa. Voltate la carne e ripetete la salatura sulla parte che viene a trovarsi fuori del liquido, terminando la cottura. A cottura completa, gettate via l'aglio, ritirate dal recipiente una buona parte del sugo, mette- telo in un tegamino, aggiungete un cucchiaino di buona salsa di pomodoro. Tenete in caldo. Nel frattempo avrete cotto in abbondante ac- qua salata Kg. 0,900 di fettuccine, scolatele be- ne e condite col s u g o che avete messo da parte e formaggio a piacere. — L'Abbonata Maria Rastrelli - Mestre. INVOLTINI DI FILETTO AL LIMONE Si prendano alcune fettine di carne tenera — possibilmente il « filetto » — si battono leg- germente. Si prepari intanto una pasta ferma- ta da acciughe tritate finissime e burro. Si pren- dano delle sottili fette' di prosciutto larghe quanto ogni fettina, si spalmi la carne con la pasta delle alici e burro, poi vi si distenda so- pra una fetta di prosciutto. Si prenda poi uno spicchio di limone a cui si siano precedente- mente tolti la scorza ed i gemi e si involti la fettina di carne preparata legando poi con un filo o fermando con uno stuzzicadenti. Preparati così gli « involtini » gettarli nell'o- lio quasi bollente, farli rosolare, gettare poi nel tegame un po' d'acqua e d'aceto in cui pre- cedentemente sia stata sciolta un po' di pasta d'alice. Lasciar cuocere a fuoco lento. Questi involtini riescono buoni e si servono prima di un piatto forte perchè stuzzicano l'ap- petito. t'Abbonata PIERA BUFFONI-MONDOLFI. Fossombrone. BOMBA DI POLLO Disosserete un pollo, vi metterete dentro circa s 100 grammi di prosciutto tagliato in fettine molto sottili: lo cucirete nelle aperture e Io fa- rete entrare in una vescica da lardo, che vi da- rete cura di ammorbidire nell'acqua. Chiuderete la vescica più ùi alto che sia pos- sibile e vi introdurrete un cannello, che esca dall'imboccatura. Preparato in tal m o d o il pollo lo cuocerete in acqua, con un po' di sale. Però si richiedono varie avvertenze. Il pollo deve star nel recipien- te diritto, in modo verticale: dev'esser assicu- rata la legatura della vescica con uno spago in modo che essa non si capovolga e il cannello sporga fuori dell'acqua. Dopo un'ora circa di lenta bollitura, leverete dal fuoco e dal liquido la vescica e la farete ben freddare. Taglierete allora la vescica alla lega- tura, o meglio dove vi torni più opportuno; poi staccatela tutta con precauzione. Vi apparirà il pollo coperto da una sapori- tissima gelatina. Lo stesso brodo, che sopra- vanza dalla cottura, può essere ridotto in gela- tina, raffreddato in piccole forme. E può ser- vire di guarnizione. — JAKRO. TRIPPA MARINATA Dose per 6 persone: 500 grammi di trippa di vitello cotta, tagliata a liste o quadretti, farla marinare un'ora con il sugo di 2 limoni, sale, pepe, qualche droga, uscita dalla marinata a- sciugarla con un pannollino o salvietta, passarla ad uovo battuto con l'aggiunta di qualche cuc- chiaio di parmigiano grattato. BOLLITO SALSA RAFANO Scelgasi la parte più conveniente. Si procede alla cottura nella maniera più generale in salsa rafano: 1 », -tì Una radice di rafano la raschiate e quando ben bianca, la giattuggiate colFapposito grattuggino ; poi ponetela in una ciotola ed unitevi una mela e poco pane grattuggiato, insaporate quindi con sale, aceto e vino bianco, sì che vi riesca soste- nuta. Il piccante del rafano dà a questa combi- nazione grato risalto per il palato. — MARIO MARINONI - Milano. di scorza di Itìnone, 2 dadi Maggi e vino bianco secco bastante per coprire il tutto e si fa cuocere in modo che il luccio abbia ancora una certa con- sistenza e non si disfaccia (circa 8 minuti). Si le- va dal suo brodo, si fa sgocciolare, indi si immer- ge ne l ! uovo sbattuto e nel pane e formaggio grat- tuggiato. Intanto si portano a cottura completa le verdure nel vino bianco, aggiungendo mezzo bicchiere d'acqua: si passa tutto allo staccio, si aggiunge mezzo cucchiaio di salsa pomodoro, ui pezzetto di burro crudo, un cucchiaino di farina bianca e si lascia bollire un quarto d'ora sul- l 'orlo idei fornello. Si frigga poi il luccio con burro, fino a quan- do i ¡lezzi avranno fatto dai due lati una bella crosta, dorata e si disponga in un piatto fondo In questo punto si. stemperino due tuorli d'uff vo in un po' d'acqua, si aggiungano alla sai«« insieme a due cucchiaiate del burro che servi a friggere il luccio, si faccia bollire per tre mi' miti a fuoco vivo rimestando continuamente ' si versi poi caldissima sui pezzi preparati. INES GIRELLI CARASI. POLPETTONE DI TONNO Prendere: 2 etti tonno; 6 cucchiai formaggio grattuggiato; 4 cucchiai pane grattuggiato; 3 uo- va intiere. Amalgamare tutto. Avvolgere in car- ta pergamenata dando una forma allungata; le- gare bene e mettere poi in acqua bollente al fuo- co per un quarto d'ora. Lasciar freddare nell'ac- qua stessa. Tagliare quindi e servire freddo. — MARINONI. SFOGLIE AL SUGO Qualunque qualità di pesce, sia di mare che di acqua dolce, s'adatta a questa cucinatura. Sono però preferibili le sfoglie, le triglie, | calamari, ]c tinche, lo storione ed il tonno. Supponendo che vogliamo usare le sfoglie, « pone prima al fuoco moderato, in una padelli un po' di cipolla e funghi sminuzzati, vi si af giunge dell'olio, e vi si fanno rosolare le sftf glie voltandole due o tre volte. Allorché vi sembrano abbastanza dorate, inaf hatele con mezzo bicchiere di vino bianco; < quando questo sarà svaporato, méttetevi poc' salsa di pomidoro e sugo di carne. Dopo trascorsi alcuni minuti aggiungetevi d«l brodo in modo da formare la salsa, e profuma» do l'intingolo con un tritume fra prezzemolo < aglio. Disporrete poi le sfoglie sopra un vassoS levandole con la salsa, e contornandole, se 1« credete opportuno, con gamberi e patate bollite — F.LLI MARINONI - Milano. LUCCIO ALLA CARASI Si pulisce dalle squame e pinne un bel luccio di circa mezzo chilo, si butta la testa, si taglia in pezzi abbastanza grossi e si mette in una cas- seruola con due foglie di lauro, un po' di basi- lico (anche disseccato) un porro, una bella ci- polla tagliata fina, un pizzico di pepe, un po' PESCE IN GRATELLA ALLA SARDA Scegliete solamente pesci grassi con le inW riora pulite; scartate tutti gli altri. Puliteli col un panno o carta-paglia, senza togliere le iute riora, senza fare alcuna incisione, senza logli e? le squame e senza averli bagnati. Metteteli f una gratella, che avrete prima ben riscaldai» usando fuoco di carbone dolce evitando la fiarf ma e alitandolo leggermente per tenerlo seti pie desto. Rivoltate il pesce da tutte le parti' appena cotto bagnatelo per uno o due minuti secondo la grossezza del pesce, in acqua mol i 1 salata dove avrete messo uno spicchio di agli' pestato. Indi mandatelo caldo in tavola. — L'Jfr bonato CESARE MANCA, Cagliari. POLLO ALLA CAMPAGNOLA Spezzettate un pol lo giovane e lavato che sia mettetelo a soffriggere con strutto di maiale in padella. Quando sarà cotto mettete un po' di sale e pepe, indi aggiungete cinque o sei pomo- dori a pezzi e lasciate ancora al fuoco finché questi siano cotti. Prima di toglierlo unitevi an- cora alcune patate fritte a tacchetti e servite caldo. — L'Abbonata M. Z., Faenza. CONIGLIO ALLA CACCIATORA Prendete un bel coniglio di un chilo e un quarto circa, tagliatelo a pezzi e lavatelo bene cambiando due o tre volte l'acqua. Mettetelo dopo in un catino con acqua ed un bicchiere di aceto e un bel poco di sale grosso, lascian- docelo stare per una mezz'ora. Intanto prepa- rate in una casseruola ol io e burro, aglio fresco o secco, salvia, pepe e sale e una foglia di lauro e quando tutto questo friggerà metterete dentro il coniglio facendolo ben cuocere a fuoco ar- dente procurando di far colorire il coniglio da tutte le parti. Dopo prendete quattro pomo- dori freschi o in scatola, triturateli e metteteli nella casseruola. Fate cuocere tutto per circa tre quarti d'ora e dopo servite ben caldo. P. S. — Con le regaglie del coniglio si può Regime per ¿li obesi Nell'obesità si devono eseludere il pane, la pasta, i farinacei in genere, i legumi, i grassi, lo zucchero ; si può concedere l'uso della carne ma- gra e largamente utilizzare il riso e gli erbaggi, ossia quei princìpi che facilitano ed accelerano i processi di ossidazione e che quindi sono i natu- rali compensi della malattia. Infatti nella tera- pia dell' obesità e delle forme da essa dipenden- ti, non basta evitare l'accumulo, ma bisógna an- che facilitare il discarico, per cui non bisogna limitarsi a ridurre l'introduzione degli idrati di carbonio, ma si deve anche preoccuparsi di assi- curare una forte provvigione di alimenti mine- ralizzatori che facilitino le funzioni, di espulsio- ne del materiale di rifiuto. Per gli artritnci e gli uricemici Tipica è l'opportunità di un intervento diete- tico nell'artritismo in genere in cui l'uso dei ve- getali, la forte limitazione dei carnami e l'esclu- sione del vino e di ogni sostanza alcoolica costi- tuiscono la base essenziale della cura. Quanti malati di lombaggine, di artrite, di gotta, di re- nella, di nevralgia e di altre consimili forme, che si votano a cento rimedi, non ne traggono gio- vamento perchè non risanno allontanare dal- la loro tavola i carnami, carichi di materiali tossici, e il vino che così attivamente contri- buisce a intorpidire il ricambio e quindi ad impinguare i depositi urici da cui appunto l'artritismo dipende! SI PUÒ dire che la mo- derna cura dell'artritismo è fatta tutta di ri- duzione alimentare. L'attenzione dei medici è rivolta quasi esclusivamente sulla opportunità delle riforme dietetiche. Gli studi del Ferrier, provano come si possa non soltanto curare la provvista di un dato prin- cipio e assicurare la riduzione di un altro, ma ancora stimolare indirettamente l'assunzione di un dato elemento in forma fresca e naturale sot- traendolo ad arte nel ricambio dell'Organismo. Valga per tutti 1" esempio della DECALC1FI- C AZIONE. Si qualifica da taluno la senilità come una delle età della vita in cui la dccalcificazione è opportuna, e con ciò si afferma un evidente paradosso, perchè se c'è età in cui la calce oc- corre al nostro corpo è la vecchiaia che instanti modi dà a conoscere tale bisogno, come per la friabilità delle ossa, per le carie dei denti e per il deperimento di altri tessuti in particolar mo- do composti di calce. Ma qui si tratta di otte- nere uno scarico che provocherà itti rifornimen- to: lo scarico di un materiale esausto e il rifor- nimento di un materiale attivo. In questo modo di vedere ci conferma anche la natura dei morbi in cui si preconizza la decal- cificazione: tali sono la gotta, 1 artrite defor- mante, le manifestazioni uriche in genere, che rappresentano un vero e proprio trionfo di eie» menti calcici ormai spenti e incapaci di un'ul- teriore evoluzione nell'organismo, Per ottenere la decalcificazione si propone ' 1 l'uso di limonate, di solfati di soda e di magnesi di solfuri alcalini. Secondo taluni, lo stesso zotf' in polvere. Sopratutto poi raccomandabili l"acij| lattico dei latti fermentati e l'acido citrico limoni e delle arance, che essendo spostabili»«' mi tosto si cambiano in lattati e citrati di caiC 1 ' Per i malati di cuore e rei Nelle malattie di cuore e di reni, noi non si» mo meno propensi a stabilire per mezzo dell' dieta un equilibrio del ricambio; senonchè nO 1 sono più in estimazione adesso le cure latte« perchè si è riconosciuto che l'elaborazione e l v spulsione di molto materiale liquido, stancai* in modo particolare il cuore ed i reni; infat» aumentando direttamente la massa sanguigH 1 rendono più faticosa la circolazione del sangtì 4 sovraccarico di tutto questo liquido. Si prefel' sce invece il sistema dell'alimentazione sece* mineralizzatrice che si affida sopratutto alle tf' nestre asciutte (non in forti quantitativi) ali polentine di Plasmon e analoghi alimenti. V questione dell'alimento liquido nella dieta 1 una specie di questione universale, che tocC 1 tutti i problemi alimentari e la sua riduzione' impone in ognuna delle malattie di cui facci» mo cenno. Non sapremo però abbastanza scoi sigliare dagli eccessi in questa materia. Le co»' dette diete secche — copie la dieta di Schi-otl che consiste nel somministrare al paziente tanto dell'alimento solido (pane) negando Fa' qua, in modo che per sciogliere tutto quest'ani 1 do il corpo è obbligato a prosciugarsi ceden^ ogni sua goccia liquida — non sono da appi' care che con molta parsimonia e colla più seri polo sa cautela. —- DOTT. E. PÌCCOLI. Aggiungiamo un consiglio pratico per l ' J mentazione dei malati di cuore, e di ricambi' in genere: Escludere le così dette sostanze « ed lulari » (cervella, animelle — laccetti — filo* 1 et similia). N. d. R. ^ ^ = 4 IL CUCINIERE MILITARE Il maresciallo maggiore Dario Fornari ha pubb l i ci un volumetto molto utile, nel quale ha raccolto tu'' ciò che può servire ai cucinieri dei Corpi Armati — c o ' presi quelli addetti alla mensa ufficiali e sottufficiali y per preparare degli ottimi desinari con la minima spc'f Oltre a moltissime ricette e liste di desinari, il Forn«^ in forma semplice e a tutti accessibile, fornisce pil'j molte nozioni utilissime per chi deve preparare non s" tanto il rancio dei soldati, ma anche il desinare mo«' sto, nutriente e gustoso, in famiglia, in pensioni, 1 Istituti, ecc. , Il bel volumetto è anche arricchito dà una prefazW'! del Colonnello medico Cesare, Margara, direttore dell , spedale Militare d'i Novara, presso il quale presta ser v zio il Fornari. Notevole è anche la parte che si riferisce al valore i* tritivo degli aliménti, all'igiene dell'alimentazione, e«' 1 "'. Il pregevole lavoro del Fornari è raccomandabilissii 1 ' a tutti. L'UOMO NONMUORE: SI CIDE CON LA PROPRIA BOCCÁ'
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