LA CUCINA ITALIANA 1930

N. I I 15 Novembre 1930 E A MARICAR E l TI Sempre nel concetto e nell'aspira- zione, che determinarono la pubbli- cazione del nostro g tornale, di ele- vare la cucina, la tavola, la funzione j iella buona Massaia, continuiamo ad \ arricchire il nostro ricettario con inu- sitate originali collaborazioni. Dalla poes'a alla politica, dalle let- tere alle scienze, dalle arti... alla fi- losofia , i « luminari » d 'ogni campo hanno dettato per La Cuc i na I t a l i ana pregiate ricette: L 'Al be d 'Onore po- trebbe fregiarsi dei nomi più rap- presentativi, da fermare un vero al- manacco d' Gotha del pensiero ita- liano. /Vè è mancata l'adesione delle Grandi Dame dell' aristocrazia Italia- na: appunto in questo numero segui- tiamo a pubblicare ricette (v. nume- ro di luglio) di queste eccezionali col- laboratrici, che dimostrano la possi- bilità da noi sostenuta del connubio fra Dama e Massaia Moderna. Anche se la gentile Contessa Fran- -e&etii di Malgrà, eletta presidentes- sa della « Casa di Dante » di Roma appone alla sua ricetta la scherzosa premessa, di a non responsabilità » nel merito... — (N. il. R. ). mento, non più di mezz'ora prima di i Tagl iate il tutto in dadi e aggiunge- servire e si. deve togliere dal forno al te un cucchiaio da zuppa di capperi momento di mandare in tavola. Si può ben spongati, medesima quantità di ce- aspergere di zucchero dì vanigl ia. | trìoli tritati, uova sode tritate, 2 olive NB. - Servendolo ben caldo ìa padro- vuotate, 2 cucchiaiate di cerfoglio tri- na di casa gode anche lo spettacolo dei tato, estragone tritato, commensali che si scottano! — NINA Condite di condimento saporitissimo. 1 BOBREHO - Padova. Preparate nel l ' insalatiera e mettetevi sopra 24 ostriche j^enza la conchiglia. ASPARAGI ALLA SIBERIANA Prendasi un blocco di ghiaccio che si metterà sopra un grande piatto di portata d'argento con sopra un tova- 8Ì scavi i l blocco di ghiaccio in PIATTI PRE LiBATI - C U C AI N F O L C L O RAI S T I C • C U C AI N C O N V I EV I A L Cmqus ricette di Donna SITA CAMPERIO TARTUFI ALLO CHAMPAGNE Preparate in bagno mar ia otto tuor- li d'uovo in un quinto di litro di Cham- £ £ £ ^ " ¡ ^ T d a l i a l i |li asparagi pagne. Frul lateli fcene agendo come L . o t i i ( l a u n a t e e ( l a l p a ì t r a . Si servano per Io zabaglione. Quando avranno pre- ^ ^ <u ^ ^ c h e fi . p r e _ so consistenza aggiungete 400 gr. (li p a r a c o g ì . F a t e u n a m a i o n e 8 e e agghin- burro. getevi della senape e qualche cappero. Separatamente in una padel la di fer- _ G M M A T E R . C AM P E R IO - La Santa. ro ben pul ita, spalmate 100 gr. di burro e tritatevi entro dei tartufi usando la . . . . _ macchina apposita. Mettete a gran fuo -[Una ricetta della Contessa co bagnando con Champagne e fate in yJIANCESETTI di MALGRÀ lina ricetta di Donna GIUSEPPINA MOSCONI POLLO ALL'ARRABBIATA Dopo di aver ben pulito un pollo giovane si spezza in otto o dieci parti e si fa bene sgocciolare del l 'acqua con cui è stato lavato. Si mette al fuoco una padel la con olio e due spicchi d'agl io schiacciato. Quando l 'agl io è color d'o- ro, sì getta nel la padel la i l pollo, aven- do cura di farlo soffriggere nell 'olio al- l ' a l legra: ossia, con molto fuoco. Ap- pena si sarà asciugato si versano due bicchieri di vino bianco e un ramo- scello di rosmarino. Si seguita a far bollire sempre a fuoco vivo, con sale e pepe, e quando rimarrà soltanto un po' d'intingolo nella padel la, i l pollo è cot- t o . — GIUSEPPINA MOSCONI LOCATELLÌ - Perugia. SALSA BERNESE Ecco la mia ricetta! Una ricetta della Marchesa ALBINI STUFATO AL LATTE Per sei persone: Circa un chilo- grammo di quel la parte del manzo detta « scarninone ». Mettetelo in casseruola di rame, ricoperto con latte e con sei cucchiaiate di rhuin. Uni rvi: carote, ci- polle, sedano e una foglia di basilico — indispensabile — oltre a due cucchiai di conserva di pomidoro (se è fuori sta- «ione il pomidoro fresco). Tenerlo quat- t o ore in fusione; poi a fuoco non troppo vivo cuocere per quattro ore, dopo di che passare 1(3 verdure e met- tere in casseruola iì manzo con un grosso pezzo di. burro; aggiungervi quel passato di verdure e, per contorno, delle t ¡polline, lasciando cuocere il tutto ti- no a che le cipolle risultino al punto giusto per essere mangiate. — Marchesa TILDE ALBINI, Ravenna. Una ricetta di Donna NINA BODRERO « OMELETTE SOUFFLÉE» (per sei persone) 300 grammi di zucchero e 6 rossi di UOVO. Si lavorano con la frusta rossi e zuc- chero insieme. D e v e montare come una maionese. Contemooraneamente si mon- tano a parte i sei bianchi d'uovo e si mischiano poi con i rossi aggiungen- dovi quanto basta di rhuin. Si cuoce i l tutto in cinque minuti di forno regolare piuttosto caldo. Il P IA '" to da soufflé a in cui si serve e si cuoce deve essere bene imburrato. Tutto que- sto lavoro si deve fare al l 'ultimo rno- modo che « assodino » (assorbano i l vi- no) ma meno di due minuti. Ri t irate la padel la, mettete i tartufi . in recipiente caldo ricoprendoli accu- Si può. divulgarla .senza pencolo, poi- 1 - t i t i; «k;. •nriniIcr.« ili nrm averla inventata ratamente, imbalmateli e serviteli im- mediatamente. Tutto ciò va eseguito in meno di 5 minuti se i l piatto deve con- servare la delicatezza del sapore e i l profumò delizioso. « POTAGE » ALLA PESCATORA incetta di mio fratello Ammiraglio Camperió) che gara tisco di on rla i t t io; nel qual caso... invece, il pericolo sarebbe gravissimo! Prendere una piccola casseruola e versarvi un cucchiaio di buon aceto, far- lo quasi totalmente consumare — in modo che dia l'aroma alla casseruola — aggiungervi due rossi d'uovo e sbat- terli bene (non girarl i) aggiungere un o r m e b a s i l a r i d u n a b u o n a b u c i n a p rate un buon brodo di carne ! etto e mezzo di burro l iquefatto e sbat- - reps — sgrassato (1 kg. carne), metà di esso tere ancora; in fine aggiungere tre o adoperatelo per cuocere 350 gr. di gain- quattro cucchiai di brodo ristretto, o beri o ragni (interi), l 'al tra metà ado- meglio sugo di carne; mischiare bene peratela per far bol l ire 3 5 0 gr. di pe- e servire. — HILBA DI MALORA - Torino. sci di scoglio (scafani, caponi, corbet-1 te, t r ac i ne) g ià pu l i t i . Leva te l e due ' y n a r j c e t t a & s . e . m a r i a l u s i g n o l i ! soasateli, pestate i gusci nel mortaio, i Sfilettate i pesci di scoglio, riunite i fx- SULLE MINESTRE jquido e renderlo così saporoso, mentre Il modo di fare la minestra, che sera- ' « bel le piano, questo ga l l eggerà e la bra così semplice, è invece molto deli- ! minestra r imarrà insipida Non esube- cato e richiede speciali cure. ! r a r e n e i condimenti perche il troppo E' con la minestra generalmente eh* f™PP™ « f f P o s t ° supponiamo di si apre la marc i *: deve fare subito 1«> F- mettete ¿00 ere- , 1 . • . . ,i„ _ B (tendo sia meglio, ecco che otterrete il buona impressione sui convitati; da es- .• ¡, ., i rli 1 contrario. Cosi per ragl io, i l prezzemo. sa dipende spesso i l buon successo ai _ " 6 ' tutto il pranzo. E' dunque essenziale di prestarvi tutta la propria attenzione per raggiungere un perfetto risultato. Capo primo è la pentola. Varrebbe inuti le descrivere come si fa un brodo: tanto sembra una cosa fac i l e, èppure anche per esso, si richiede sorveglian- za, per esempio, non dimenticare mai i l mazzetto guarnito (1 cipolla, caròta, sedano) e qualche pezzetto di pomido- ro fresco. La scelta della carne non deve essere uè troppo grasÈa nè troppo magra; il petto di bue, la paletta della spalla, 1 S. Â. Laett Condeonsat Lomboard Capitale Interamente Versato L. 12.500.00$ Fondata nel 1879 MILANO - Via Vinoenao Monti N. 21 •Ietti al la polpa dei ragni, passate allo staccio la polpa, mescolatela in una taz- za con un pezzo di burro e prezzemo- lo (grosso quanto una noce) e.aggiun- I g e t e qualche goccia di limone ; con que- 1 sta polpa fate le « climeffe ». (pallot- tole da mezzo cucchiaio da caffè) e but- tatelo nel brodo già tutto riunito e già passato al passabrodo. Fate bollire con un cucchiaio e mezzo da tavola di pomi- doro. Prima di servire buttate entro i l « potage » del prezzemolo trito. Ser- vite con crostini. DAUNFONDEL SIEGFRIED « CHARLOTTE DELIA » (In omaggio all'Amica) Si fa una crema di sei uova, aggiun- gendovi un'oncia di colla di pesce, e. la si unisce a un quarto di litro 'di panna montata. ; Si fodera di carta uno stampo unto di burro. Si dispongono in giro i Sa- vojardi e in mezzo si pone a gelare il miscuglio preparato. La ricetta è semplice, ma io non so- no virtuosa in materia. — MAÌJIA I t i s i- GNOLI. - Roma. lo, ecc. Una buona abitudine è anche quella dì scottare la verza a parte in acqua salata, perchè talvolta si trovano del- le ver-e dal gusto amarognolo che gua- sterebbero il sapere! Tutte piccole co- se, inosservate, formano, col loro insie- i me, l ' imperfezione di una attesa buona minestra. SUI LEGUMI E VERDURE Il modo di preparare i legumi e le verdure non è nè lungo nè difficile; però questi alimenti vanno trattati con | una certa cura acciocché non si per- da la loro sostanza nutritiva. E' con- sigl iabi le all'uopo usare pochissima ac- jqna, anzi il meglio è l'usò inglese: re- cipienti nei quali è posta una gr igl ia; sotto vi sta l 'acqua e sopra i legumi che , così Vengono cucinati al vapore... Vi às- Se preferite en buon brodo mettete; la sicuro che sono squisitissimi: tanto che carne ad acqua fredda perchè in questo J s j potorio* gustare "sènza afeun «ondi- inodo sfrutta di più la carne. Se in.ve- 1 m e n t ' 0 - tranne' un pò di» siale. punta di culaccio, il costato sono le parti migl iori che più si addicono. .L'e- bollizione non deve essere troppo for- te; quando s' iniz'a il bollore schiuma- re bene aggiungere un mescolo di ac- qua fredda la quale aiuta a chiarificare,. Una ricetta di Donna Mettete della farina in una scodella, GIUSEPPINA MAZZUOLI fate un buco in mezzo, nel quale mette- j PICCOLI « PATÉS rete del latte. Fatene una pasta, poi [)[ PROSCIUTTO mettete il lievito e lasciate levare. Pren- dete un attinto di latte tiepido nel qua- I Si prende due etti e mezzo di pro- sc iut to cotto che si passano al setaccio, metterete 4 uova e 250 gr. di burro, y . g . a g g i u n g e una chiara d'uovo batta- aggiungetelo al la pasta dopo averla la- t a q u a t t r Q ; c i n q u e cucchiai d ; panna vorata e lasciatela ancora levare, poi n o u m o n t a t a e formaggio grattato. Si quindi composto in piccoli , stampi che non si faranno bollire, ma INSALATA SVEDESE 1 si terranno molto caldi a bagnò mar ia. Tagli ate un'aringa marinata in pie- ; Per servirli si sformeranno copren- coli dadi, aggiungete la medesima qwan- doli poi con una besciamella poco den- t i la di bove arrosto, medesima quanti- sa fatta come al solito con burro e latte, là di patate, barbabietole, mele re-net-, — GIUSEPPINA MAZZUOLI ANNASATONE - te, 4 acciughe facendole dissalare. 1 Roma. ce preferite un buon bollito mettetelo ad acqua bollente di modo che le al- bumine rimangano imprigionate nella ; carne. I V i sono delle massaie che si demo- 1 ratizzano per la mancata riuscita di u- na minestra ed «hanno forse ragione, 1 perchè dopo essersi attenute alle indi- cazioni scritte in tanti e tanti manuali ! in commercio, rimangono delude ri- 1 guardo al la non soddisfacente riuscita, i Gli è che nella cucina vi sono dei ¡tic- co:! i segreti (fortunatamente faci li a conoscere). Basta, come dicevo più so- pra, sorvegliare anche quelle minime coke che sembrano le più comuni e fa- cili. • Esempio: Le minesre di verdura: Fa- cilissime! Chi è quella massaia che non sa fare un minestrone? eppure, mi è capitato di mangiarne e trovarlo di un sapore acre.. Perchè? Perchè la ver- Quando alcune verdure (fagiol ini, spinaci, lattughe, asparagi, ecc.) si les- sano, badare che l 'acqua „sia bene in ebollizione Uprima di immèrger* eie, nè" cuocerle alla mattina p£*r la sera, per- chè ima verdura preparata prima del tempo non varrà più niente. Si dice che anche l'occhio vuol la sua parte ed è naturale che nelle cucine alberghiere si «si la cottura nell 'acqua anziché al vapore perchè così le ver- dure conservano il loro bel colore na- turale. Comunque, dei buoni piselli al pro- sciutto, dei fagiolini al pomodoro, dei carciofi alla giudea, ecc., anche se per- deranno il loro colore saranno sempre appettitosi. — CESARE ALDANI, Segreta- rio dell'Accademia Gastronomica Nazio. naie, Roma. TUTTE LE NOSTRE LET con un cucchiaio gettate nello strutto « r » e • : mette e ! ate friggere. dura era stata cotta più del necessario Ciò dipende della mental ità di certu TRI CI POSSONO COLLA ni che credono a quelle vecchie t e rne R Q R À R E A « L A C U C I NA mediche le quali prescrivevano cibi i x n r j AVT\r\ molto cotti. Io credo invece che un ci- 1 1 A L 1 A NA )> INV lANDU ho cotto appuntino (all 'onda) pur m a » ' SCRÌTTI E RICETTE ALLA ¡tenendo la propria fragranza e gusto n r r j E I < 7 i m l r , n p r n r / ^ n !non sia affatto indigesto. L'ebollizione UIKEiùIUNUj DEL OIUK- (contrariamente a (niella del brodo) XALE — VÌA MONTE NA- (lovrà essere "Jn po' forte per dar mo- f p ^ - p j g x j j t AAID do al condimento di amalgamarsi al li- ^ULtUNt, 4 5 - Ali LANU gaz ODI gastronoemich IL MEDIOEVO E ' LA RINASCENZA A TAVOLA 11 passaggio dei barbari travolse per qualche secolo il raffinato buon gusto latino, ma i l buon sangue latino ha seni- ! pre prevalso su tutti e su tutto. A po- co a poco i e cose cambiarono : già Car- ; lomagno gustava diversamente i cibi, e j provava la nausea delle carni mal cotte che formavano la delizia delle orde rae-1 colte in mostruosi banchetti. Già, come ai tempi dei romani, si affidavano al le donne le cure dei cibi, così che i tempi ritornarono in cui una buona cucina ; era un dovere di famigl ia, ed un buon ¡ pranzo un dovere di ospitalità. Ma lo i divenne tanto che in varie parti della j Francia ed a Venezia specialmente, si j spendeva talmente per la cucina, che si dovettero fare delle leggi in freno, i V Venezia l ' i so dei profumi portati dal. l 'oriente, rese la cucina di una compli- cazione inaudita. Le donne veneziane e- rano divenute delle vere artiste. Non so se noi le seguiremmo nei loro gusti, pos- so solo dirvi che cuocevano il pesce nel- I'aequa di rose. La bella rinascenza aveva ritrovato tutta l 'arte delle cose squisite, ed anche i grandi appetiti delle epoche classiche. 1 banchetti delle corti erano quasi fan- tastici per abbondanza. In Francia l'e- poca delle favorite segna un periodo gi- gantesco per l 'arte cul inaria. Il nome dei cuochi è legato a quello dei loro padroni ed hanno lasciato dei l ibri che °ggi costano migl iaia di l ire. Anche allora si crearono delle leggi, ms tutte ebbero i l valore della famosa legge Fannia dei romani: fu proprio quando fu creata questa legge che si annunziavano le migl iori pietanze a suon di strument i , 'e si ingrassavano le gal l ine col latte, uè si può dire quello che costavano le bevande ghiacciate, sempre in uso fin dal la più lontana e- poca greca. I vasi per questo uso si chia- mavano « apyriten ». E nemmeno dobbiamo credere che i I « ménus » estremamente ricchi, fossero ' delle rare eccezioni: vi saranno stati dei banchetti eccezionali, i l r i CO rdo dei quali è rimasto al la storia come quello di Carlo V nel 1373, quello dato dal la j città di Harfleur a Francesco I, 0 i pran- : zi dati al la corte di Ferrara o quel li dei grandi mercatanti fiorentini. Ma an- ! che nei pranzi comuni si servivano una ! grande quantità di portate. Usualmente, ci dice una lettera della principessa Pa-| latina, si serviva a Luigi IV: quattro scodelle di minestre diverse, un fagia- no, una pernice, un gran piatto d'in- salata, due grosse fette di prosciutto di j montone al sugo d'aglio, un piatto di pasticceria. In proporzione, relativa, anche i pran- zi dei privati erano tal i. Certo è che le raffinatezze della cucina erano per tutti quasi uguali e di questo fanno fe- de i l ibri che sono rimasti. A uu memorabile pranzo dato da Er- cole Duca D'Este al. Duca di Ferrara suo padre, al quale pranzo presero par- te la Duchessa di Mantova e Renata di Francia furono servite «92 pi etanze», e verso le undici, prima del ballo fu- j rono Serviti ancora 6 piatti di dolciu- mi; trascriverò per intero il menu della : Cena di carne e pesce data dal Conte Alphonso. di Contrarli al Duca di Fer- rara alla quale prese parte l'Arcivésco- vo di Milano (93 persone) « Acqua odorosa al le sale ove aveano ballato. La tavola lunga era coperta con tre manti li l 'uno sopra l 'altro. Candii- li eri d'argento. Terzetti. Sal ini. E vi fu messo sopra : Pan bossetto di latte et una salvietta et un coltello con un pocho di fiori fat- ti d'oro, et di seta di vari colori profu- mati per cadauna posta, et prima si pro- fumò la sala, stando però accesi i Dup- pieri de i Candellieri da solaro; poi si posero in tavola queste cose: D'insalata d'herbe et Cedri fatta a va- rie arine et lettere, piatti 47; D'insala- te di Botarge, piatti 47. Salami 8 et lingue 8 di buoi in fette accompagnate, piatti 25; Capponi 25 al- lessati; arrosto freddo e smembrati, piatti 25; Vario.!lì. ( ? ) in cassonada gros- si numero 8, in pezzi 50 e in piatti 50; di Cavi di latte uno per persona, piatti 93 ». E gli invitati ebbero acqua odorosa al le mani e dopo essersi assestati a ta- vola mangiarono e poi fu servita la pri- ma vivanda: Quaglie 120. Tordi 120. Tortore 100. Pigioni in aceto 100 accompagnati in piatti 25; Barboni 200 accarponati, con fogl ie di lauro sopra e essendone una parte inargentate, piatti 25; di Petti di vitello in pezzi, piatti 25; di Reme grosse in bruodo nero con mandorle ta- gliate sopra, piatti 25; Sfogl iatel le 25 picciolo di pignoli e zibibo, piatti 25; di Crema francese per minestra con Zucchero e Cannella sopra, piatti 25. Seconda vivanda in cui erano: Pernici 100. Tomaselle 200. di Salzis- sa gial la l ibbre 12 accompagnate in piat- ti 25; Miglioramenti freschi arrosto nu- mero 15 con Zucchero et Cannella, piat- ti 25; di Capponi pieni al la lombarda con fegati di polli e latticini di vitello nel bruodo, piatti 25; di Trotta in bro- detto alla Comacehiese, piatti 25; di mangiar bianco, piatti 25; Vastadel le d'uve passa, Pignoli, Zuccliaro et Can-j nella et Torli d'uova, piatti 25. Nella terza furono: Anadre grosse 25 coperte di Tortel- i letti, piatti 25; Fagiani 50 arrosto, piat- j ti 25; Rombi fri tt i, coperti di sapore j bianco, salsa e brognata, impresa del Duca di Chartres, piatti 25; Di passe- rotti fri tti caldi, con limoni tagl iati so- prrt, piatti 25; Mantecate 25, piatti 25; | Di Suppe di Calcinello, piatti 25. Cam- i bìrvrono manti!e, passarono altro pane, 1 cambiarono coltello et diedero pane in- torto di latte per ogni persona. La quarta vivanda : Pavoni 25 imboracciati, piatti 25; | Campioni 100 Fritti, piatti 25; Ugnelle di porco e di vitello spezzate al la tede- sca col pevere et aceto e presemelo 90- prn, piatti 25; Trote 100, cotte sulla gra- tel la, piatti 25; Tartarette 25 al la ita- l i ana, piatti 25, di Mostarda, piatti 25. E poi furono nella quinta vivanda: Porchette 25 di latte, arrosto, piatti 25;; Agoni del lago, 120 fri tti r con na- ; raii)zi, piatti 25; Anadre domestiche in ! Pade l lo, piatti 25; Code e Morelli di l Trat ta 25 grandi fri tt i, piatti 25; Pa- I stelletti 100, piccioli sfogliati pieni di gmestrata, piatti 25; Meggiè, a capuz- zolo, 75 con salsa yerde, dolce sopra, piat ti 25. INella sesta erano: èapponi 25; arrosto col sapore di ci- pol le al la francese, piatti 25; Ostreghe ° ' « ' i m c o T p ^ Brodo Concentrato CONSIGLIATO DALL'ALTA AUTORITÀ' ECCLESIASTICA nei giorni di magro, perchè estratto dal ie albumine del latte. ? SUPERIORE PER POTERE NUTRITIVO agli estratti di carne. IGIENICO, perchè esente dal le tossine de|la carne ( indicato per gli arterioicIerot ici ,i uricemici, etc.) N.B. • Chiedere cataloghi al la « S. A. Laitn Condensato Lombardo » pei prodotti alimen- tari Farina MAMMA per lattant i; SIEBtjiR siero concentrato contro le gastro enteriti dei bambini; LATTE CONDENSATO con o senza zucchero. 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Per st^hiarihicnti e prospetti, pregare i dici curanti o rivolgersi direttamente al la 'pi- regione. (Autorizz. R. Prefettura Como 13-3-1930 - VI^I) 600 fritte, con limoni tagl iati et peverp sopra, piatti 25; Pescaia di fontane frit- ta, piatti 25; di Lonza di vitello cavez- zi 25, piatti 25; Pastel li 25, di Pipioni alla francese, piatti 25; Minestra gial la imperiale, piatti 25. La settima vivanda: Tortello 25, di Pome in fette al la te- desca, piatti 25; di gelatina bianca con; foglie di lauro, piatti 25; pere 100, piat- ti 25; Ostreghe 1000, piatti 50; di lat- temele, piatti 50; di Nevole et Cial- doni, piatti 50. Et quivi si levò ogni cosa di tavola, et si diede acqua al le mani et si posero salviette bianche, et coltelli, et furono portati : Di Chiarea un poco per coppa nu- mero 93 con 1000 Zaldoni in 50 piatti. Pastelli 25, busi pieni di Uccelletti vi- vi con stelle d'oro sopra i coperchi in piatti 25. Di Confezioni siroppate di varie sor- ti l ibre 25 in piatti 25; Mastellette 100 di gelatina ,et di Codogni in puarto, in piatti .25; Stechi 150, profumati in piat- telletti con acqua di rosa in piatti 25. Finito, si ritirarono in un salotto,, si levarono le tavole e spazzò la sala e si tornò a bal lare. Poi si porta (la notte) in sala: Confetti; Gelatina di codogni; Ma- rene; Lattuca confetta; uva fresca; pa- ne paradiso; coltelli et salviette bian- che; d'acqua zuccherata bocealine 50. Non vi sono confronti possibili. Do- po la metà del 1700 già i pranzi erano ridotti a tre portate, con tre serviti per portata. Oggi ci contentiamo d'un po' meno. I signori igienisti dovrebbero dirci se riVevanò più allora o se si vive più oggi. — ANNA FRANCHI. R I S P A RIM I A temop denoar lavor i usanod come unoic combusetibil Cuc ina a Gas S c a l d a b a g no a G a s S c a l da Acqua a Gàs ; S t u f e e Rad i a tori a Gas ,| Apparecchi I l !umi s i a2 :ons per Vendita a Rate Mensili Scaldabagni a Nolo T T F JUL-.*/ C Ottimo pre cucein -ceorxhírrr -1 Termosifan - S^ei frus*tra i Con s e gna a k ì v i r h Rivolgersi per iuform.wn- i : „Ü T. « r > ç f rr " l i nòv l i ¡i Via Bossi Is. I i t -» i t i r jL/.s SÖ.C Telefoni: \86riS2.-&feliS ££••'' ' > : ' ^ ^

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