LA CUCINA ITALIANA 1931

Pag. 2 L A C U C I N A I T A L I A N A polemica pasta N. 2 - 15 Febbraio 1931. a italiana „ apre erenaum r j r - A distanza di tre mesi dacché S." E. Marinetti, inaugurando a Milano il Pen- nadocwClub, scagliò contro la pasta a- sciutta il suo anatema, continua ancora interessante e accesa sulla stampa non solo italiana, ma europea, la discussione prò e contro. Giornalisti e letterati, poeti e artisti, chiunque abbia « dimestichezza » con la penna (non diciamo con quella... d'Oca di Milano) ha sostenuto il proprio pun- to di vista : recitando il « Miserere » o gridando a pieni polmoni 1'« Excel- dor », pronunciando condanne a morte p«r la pasta con suoi annessi e connessi di sughi, di vongole, ecc. o sostenen- do la necessità di « mangiare, mangia- re più pasta asciutta ch'è possibi le», perchè la pasta asciutta appartiene agli Italiani come l'arte e come la bellezza, perchè tutti i nostri Grandi furono mangiatori di pasta... e chissà non deb- bano a questo la loro grandezza. Insomma, dall'Alpi al Lilibeo — è proprio il caso di dire — e con non mi- nore interesse dall'Equatore ai Poli, fu una mobilitazione generale. Tocca a noi, ora, di riepilogare som- mariamente tutti i pareri e le opinioni. « Ilarità della tavola » Per poterli passare in rassegna, pe- rò, occorrerebbero non già le poche co- lonne di spazio di cui disponiamo, e neppure basterebbero tutte le pagine del giornale. Dobbiamo per forza di cote limitarci ad accennare soltanto al- le opinioni dei più « eminenti » di easa nostra, prò o contro la pasta a- eciutta. « Chè la pasta asciutta, dicono i te- sti, è di più rapida digestione delle uova, dei legumi secchi, della carne, delle salcicce e delle mortadelle, dei fegati, del pesce. Presto sazia, presto sgombra lo stomaco; è cibo di gente che non ha tempo da perdere attorno alla tavola, ma che ha bisogno di sen- tire per qualche tempo la potenza del cibo in sè; come il perfetto bevitore di vino non s'arresta se non sente la po- tenza, come insegna Sòrean Kierke- gaard. Un bicchierone d'acqua tracan- nato d'un fiato le dà l'avvio e rasse- rena il palato; ma poi gli si mandi die- tro un bicchiere di quel genuino vino italiano, rosso e asciutto, che fortifica i muscoli e non dà cerchio alla testa lZZÌ° Sì P ? Ì k / VÌn ° UOn bÌSOgBa arsaliJnlJsad Dpn.earf» a mio n ri. nct^n — T - » • _ liana anche un'altra ricetta: «Riso alla Sudanese ( ! ) >> che vi prego di voler non cestinare. delle < Scarpe al sole », nostalgico ridali, ra ho per lai e per la bella Cucina Ita- I tifica e razionale r ciano evocatore della- guerra «bella... " ma scomoda ». GERARDO DOTTORI, l'aeropittore futu- rista che anche nei siioi quadri più di- namici sa infondere un certo che di sereno e di mistico, non nega il verbo del Maestro fin dov'esso si limita a pro- clamare che la cucina deve essere ri-, voluzionaia, che abbiamo bisogno d'in- ventare cibi nuovi perchè ci diano sen- sazioni nuove visive olfattive gustative; al punto poi dove si tratta di abolire la pasta asciutta... «No, no, inai! » gri- da, e continua: PRO Mentre il poeta PAOLO BUZZI (di cui nel numero precedente pubblicammo un brillantissimo articolo in materia) •i contenne un po' come quel bimbo che alla domanda: — Vuoi più bene a mamma, o a papà? rispose: «A l la zia » — in quanto, fra pasta asciutta sì e pasta asciutta no... fece l'inno al ri- i o e alla polenta — altri letterati, co- me abbiam detto, si schierarono net- tamente pro o contro. L'Accademico MASSIMO BONTEMJPEL- Ll (che sull' argomento mandò pure al nostro giornale un magnifico articolo pubblicato nel numero di Gennaio) di- fende la pasta asciutta con la solita eleganza di argomenti e di stile che co- stituisce la prima caratteristica di que- sto finissimo scrittore. PAOLO MONELLI, il brillante giornalista così simpatico al pubblico anche per la bonaria spigliatezza dei suoi scritti sui più importanti quotidiani d'Italia, pu- re esso è per la pasta asciutta; che chiama « unico originale cibo latino, ilarità della tavola: il più vicino alla alla zolla e alla pietra: (frumento e acqua di fontana), cibo d'eterna gio- vinezza » . ' « Non è vero che la pasta asciutta richieda grevi digestioni, faccia torpido l'ingegno e Urdi i sensi. Non è vero f he essa alimenti un tipico scetticismo Ironico e sentimentale, o sia madre di fiacchezza, pessimismo, inattività no- stalgica e neutralismo. Ignoro di che ci- bassero i loro ventri molli, i loro adipi, eagion di riforma, le loro vene varico- se e la loro miopia i neutralisti, i ri- formati, gli imboscati; ma bene so che per quattro anni i fanti d'Italia trova- tono nella pasta asciutta lievito d'eroi- smo, tenacia, sostegno agli agili muscoli «he volarono sul Monte Santo e scalaro- no le Tofàne e guizzarono sui ghiac- siai e ruzzolarono giù per le forre ri- conquistate e nuotarono oltre il Piave, Una siesta, un sonnellino! Come vorrei avere qui la penna com- mossa e trepida di Marco Ramperti per evocar quelle mense aeree a filo sullo strapiombo e fumanti di spaghetti; quelle pattuglie rompicollo precedute da quattro porzioni di tagliatelle; quel- le cene dopo l'azione, che il subalter- no che aveva obbedito senza esitare al- l'ordine di morte del suo capitano gli si ribellava ora perchè questi pretende- va servirsi per primo defraudando le porzioni degli aspettanti fra la prima e la seconda portata di gnocchi! La ga- vetta piena fin quasi all'orlo di rigato- ni, e una tazza di aspro vino rosso, che felicità per il piccolo posto che rien- trava dopo una settimana di viveri di riserva e d'acqua di neve; e come ri- conciliava con il mestieraccio e le de- lusioni. E di pastasciutta si nutriva l'a- lacre macrezza degli arditi, l'ingegnosa veglia dei marinai dei mas, gli aguzza- ti sensi dei volatori, pensare a quello di certe trattorie). Poi mi si conceda una siesta, un sonnellino, un vaneggiamento, un languore di die^ ci minuti, chè ogni Iddio richiede dai fedeli un po' di rapimento; e dopo co- mandatemi qual pendio debbo vincere con gli sci, quale parete scalare, qual testo decifrare, quale questione indaga- re, quale sonetto scrivere, quale avven- tura, quale rischio, quale morte incon- trare? Son pronto, son lieve, son tutto nervi e volontà ed occhi ed ingegno. « Pasta asciutta, cibo perfetto : « oc- cupa il primo posto nell'alimentazione salutare » scrive il Re dei Cuochi. « Certo, è cibo che richiede giovinez- za, o almeno sanità del corpo. Non è cibo di avariati. E' degno di nota il fatto che in un celebre libro di culina- ria per convalescenti o ammalati, La cu- dna degli stomachi deboli, non vi sia una ricetta di pasta asciutta, nemmeno una. Ma non consideriamo gli italiani di stomaco debole, noi; nè dobbiamo prendere a modello d'alimentazione il regime che si conviene ai dispeptici, ai flatulenti, agli sdentati, agli inappeten- ti, agli stirici, ai nevrastenici. Pasta asciutta nostalgia della Patria! « Ma se usciamo dal campo fisiolo- gico e cerchiamo argomenti sentimenta- li o politici o economici, ecco che deb- bo ribattere quella parola di Marinetti, che se gli italiani mangiassero meno pa- sta asciutta s'importerebbe meno grano straniero. Ma egli dimentica quali im- portanti voci del nostro commercio d'e- sportazione siano le paste alimentari, e le conserve per condirle. Dieci milioni dì italiani sparsi per il mondo possono avere un poco dimenticato la loro lin- gua, ma non la passione per la pasta asciutta; e l'hanno insegnata ai loro o- spiti, americani del nord ed argentini e brasiliani ed inglesi' e francesi ; e fan- no arrivare dall'Italia, afflusso conti- nuo che non teme crisi, casse di pasta e barattoli di pomodori; e la lieve mer- canzia ingombra le cale e i magazzini e i carri ferroviari per tutti gli oceani e in tutti i continenti. « S'esalano allora attorno alla pasta asciutta le nostalgie animose per la Pa- tria smarrita, nascono le virili decisio- ni; si ritrovano gli accenti del dialetto natio; come avvenne una sera nel came- rino dell'attore argentino De Rosas a Madrid; che ad un timido accenno fat- to da unitalo-argentina ad un piatto di maccheroni con a pummarola ncoppa. Da Rosas si mise a parlare napoletano, e sua moglie anche e il secondo attore anche: e ad uno ad uno i presenti, co- me mente che depone un'uni forme, smettendo l'idioma castigliano per ri- sovvenirsi d'un dialetto italiano, finche alla fine un giornalista spagnuolo che era venuto a documentarsi sullo spirito e sul teatro ibero-americano, dovette ri- tirarsi disorientato e inorridito. E l'italiano all'estero che incontra un compatriota non gli chiede della pa- tria, non gli offre consigli, non gli a- pre il portafogli, non gli fa professione di fraternità: ma tutte queste cose rias- sume e concentra in una sola doman- da che è un ordine ed una preghiera insieme: — Venga a mangiare gli spa- ghetti da me. , « La buona confezione ¡di questo ci- bo naturalizza la donna straniera che l'italiano ha sposato assai più che il passaporto ottenuto ope legis; ed i figli forestieri, già obliosi della lingua pa- terna, e già straniati dall'Italia, la ri- trovano, ambigua e dolcissima, nei va- pori 3Uecolenti esalati dalla quotidia- na zuppiera di pasta asciutta. Quale altro popolo può vantare un certo vin- colo di nazionalità che sopravvive al- l'idioma, ai costumi, alla fede stessa? ». a £asta asciutta è Tumore « Aboliamo le animelle alla bottiglia, uovo , il babà e il bac- calà; aboliamo la bavarese lombarda, il bianco mangiare, j e bombe di semolino e i brigidini; via i budini di tutti i ge- neri compreso il budino di gabinetto; fuori le creme e i croccanti, le crocchet- te ed i crostini; non vogliamo donzelline con le acciughe o la ricotta; peste e cor- na alle frittate, fritti misti e gelatine; abbasso il latte, le lenticchie e la lingua alla scarlatta; la minestra di ricotta ci la schifo; l e polpette e polpettini, i risi ed i risoni , gli sgonfiotti, gli sciroppi e stufauni; e poi le tinche e le telline . le torte ed i tortini, le zucche e gli zucchi- na. e basta perchè l'indice alfabetico <( Artusi » è esaurito — tutta r o b a questa, più le altre 1000 cucine dell'Ar- a s i e le 2000 del « Re dei cuochi », che va abolita, distrutta dimenticata : tran- ne una: la pastasciutta. La pastasciutta ingrassa?! Ma se io ne mangio tutti i giorni e son sempre agile e snello come una cavalletta! Io non accetto inviti a pranzo se pri- ma non ho avuto la sicurezza che Si mangerà pastasciutta. Io che per natura sua di poche paro- le, quando a tavola ho mangiato la p a sta. sci ulta divento loquace ed «loquen.'* tissiino. Qualche anno fa ero fidanzato con una vaga donzella: dopo sei mesi che la conoscevo fui invitato a pranzo dalla famiglia - - agiati possidenti di campa- ed in quel giorno seppi che quel- gna la famiglia, ragazza compresa, odiava la pastasciutta. Il giorno dopo ruppi il fi- danzamento con una lettera che finiva- « l'amore ci aveva uniti, ma la pasta- sciutta ci divide per sempre ! Addio ! ». Un'altra volta rifiutai un lavoro di de- corazione di una chiesa perchè seppi che dalla mensa del parroco che mi avrebbe ospitato era esclusa la pasta- sciutta. Ma poi mi domando se ci può essere al mondo un solo uomo — che non pas- si il suo tempo in poltrona perchè got- toso o che non sia un « impiegato nato » e che possa non amiate la pastasciutta. Un monumento alV inventore : Non so da quanto tempo sia stata scc- perla la pastasciutta. C'è chi vuole rab- bia scoperta un napoletano, ehi vuole sia creazione di un MARCO RAMPERTI. il fiero critico dram- matico che con « Suora Evelina dalle belle mani » ha ottenuto quest'anno un altro successo letteràrio, s'alza invece col suo sdegnoso cipiglio a scagliare un dardo rovente contro la pasta a- sciutta e dà il suo plauso di solidarietà a Marinetti, affermando che « la rivolu- zione alimentare è, fra tutte le rivolu- zioni capeggiate dal Capo del Futuri- smo, la più provvida ». All'argomento sentimentale del Mo- nelli, in pio della pasta asciutta (al- l'estero « si esalano attorno alla pasta asciutta le nostalgie animose per la pa- tria smarrita... »), Ramperti oppone que- st'altro (« oppone » non per polemica, poicliè anzi cronistoricamente fu pri- ®o) : I rnacaroni ci han fruttato al di là delle Alpi qualche metafora inde- corosa. Fra l'altro si diceva che gli spa- ghetti noi li mangiassimo con le mani e forsé il senso della maldicenza era «he non potessero, da una siffatta golo- sità, andar disgiunti sudiciume e sciat- teria » , Aggiunge ancora: « La pasta asciutta riempie, non rin- sangua. E' come la nostra retorica che basta solo a riempirei la bocca... La pancia si gonfia a spese del cervello... Il dinamico milanese preferisce ai ver- micelli il minestrone: riso leggero e sapida verudra ». FERDINANDO COLLAI — futurista, oggi Capo dell'Ufficio Stampa della Federa- zione Fascista di Bologna — è un al- ilo che è tutto per la campagna di Ma- rinetti, e se la prende con le « molli pacifiste congestionanti argomentazioni dei piò illustri del mondo amidaceo, f i blocco cariaceo della funestamente decantata pasta asciutta napoletana o bolognese». E conclude: «Sono col Maestro nella violenta battaglia p e r la sanità, agilità, freschezza dell'intellet- tualismo italiano ». innovarla un poco te- nendo anche conto del diverso ritmo della vita. Se noi prendiamo a considerare la cucina italiana quale ci viene descritta dai primi scalchi, ci accorgiamo che le classi elevate della società hanno fatto dei veri progressi, sintetizzando la loro cucina, mentre le classi medie e inferio- ri segnano un vero regresso. Bisogna sin- cronizzare il sintetico» alimentare di tutto il popolo nostro. Prepariamolo in- cominciando coi fanciulli. Noi « del ra- mo » dobbiamo guardate con soddisfa- zione ogni battaglia gastronomica, ogni. agitazione per innovare scienza- e arie « cucinarie » (rubo il vocabolo a S. E. Bontempelli). Ma non lasciamoci pren- der la mano dai Poeti! ». it? altri termini: Il Cav. Pettini é d'accordo sulla pregiudiziale: <; Neces- sità d'innovazioni, di modernismo ali- tile nella cucina; chè deve anch'essa ri- fpoisdei-e ai tempi e magari precor- rerli ». " * Via 11011 concorda del tutto nella cam- pagna marinetiiana contro la pasta a- Bckitta l'abolizióne della quale è inve- ce per Marinetti il più importante po- stulato del suo teorema; anzi, del suo assioma d'innovazione. MISURARE, ALTERNARE: NON ABOLIRE Il Cafro Cuoco del Re b tinche interessante conoscere il pen- siero del Cav Pettini, Capo Cuoco di Sua Maestà il R e d ' It(dia> che /ft ma competenza specifica e per l'alto e <Mi- caio ufficio che ricopre, può portare, co- me porta, nel dibattito, una serena e apprezzata parola. AMEDEO P E X T I N J M S I C I « Ancora u l l a volta S. E. Marinetti muove genialmente incontro ai grandi problemi italiar^ più ùrgenti. E' neces- sario il seguirlo da parte di noi prò- fessionisti della Cucina, giacché non possiamo permettere che dei letterati o dègh economisti, seguitando il giuoco contrario... vincano la partita. fa fuori di; dubbio che i farinacei tutti appesantirono U corpo ed in conse- guenza... minacciano l'intelligenza. Con ciò non voglio dire ohe gli ama- t o « dei gustosi farinacei siano gente matrid.no. Ecco u „ a ^ * ^ ^ P " 5 ° ricerca interessante per uno s tud i o» * perchè sarebbe molto importante ritro- vare il grande inventore della pasta- sciutta per fargli un monumento. E se non si trovasse l'uomo, rimane il popo- lo. E sia quello di Napoli o quello di Amatrice, meritano di essere monumen- tati grand ¡'osamente. Per concludere: alla pastasciutta non si può nè si potrà mai rinunciare come non si può rinunciare al pane. Pane e pastasciutta sono le basi della nutrizio- ne umana e non stancheranno mai ». non vi è un nesso contrario, ossia non vi h u interdipendenza, fra la svegliatezza dell'ingegno italiano t la spaghettofagia. Oltre ai valori gustativi, fisiologici, di tempo, nonché la tradizione; oltre alle ragioni economico - industriali, anche considerazioni sentimentali militano in favore dei fautori della pasta asciutta. Tutt'al più S arà permesso sollevare la questione fra pasta asciutta e... pasta asciutta. Il quesito marinettiano è racchiuso C uiuttnf. S non siancneranno mai » : , } ,n„ , • G-UGLIEX..MQ JANNELLI, un altro L u - ! Í I * ^ » ^ « ^ Ma fra letterati, artisti, industriali (*) e cordons bléti... sorga a dire la sua pa rola veramente autorevole la Scienza, da cui il pubblico aspetta di sapere se- è fisiologicamente preferibile, o non, la pasta asciutta alle altre minestre. Ed ecco il contribuito dell'illustre prof. G. B. Palanti, tanto noto ai lettori del Corriere della Sera, col quale a- priamo fra gli scienziati italiani un « re- ferendum » sull'importante dibattito, a chiusura della polemica sulla pasta a- sdutta : C'è ancora chi valuta gli alimenti dal numero delle calorie apportate, e ritie- ne più sostanziosi quelli che — come biscotti, paste, grassi, carni secche e sa- late, cioccolato; gelatine — forniscono maggiore quantità di calorie. Ma le calorie non generano globuli rossi: l'elaborazione di questi è affida- ta alla 'funzione stimolante di a l c u ne glandolo a secrezione intèrna, ai vari sali, aliò''vitamine' clic fissano ed liìiliz- zano le sostanze azotate: legumi, uo- va, carne, latte. Si può caricare lo sto- maco di cibi calorigeni e restare sem- pre anemici, perchè il componente più semplice della composizione dell'azoto è l'acido cianidrico, e questo reagisce con le sostanze derivanti dall'assorbi- mento della clorofilla (tessuto dèlie fo- glie verdi). Per conseguenza i cibi azo- tati, fra i quali è pure il grano, vengo- no utilizzati combinati con gli erbaggi e le frutta fresche e crude. Su la scorta di vecchie nozioni infon- date si dà ancora troppa' importanza alle proteine o particelle azotate. Ora da un chilo di frumento l'appa- rato digerente ne assimila soltanto 390 grammi, da un chilo di piselli ne uti- lizza 530 grammi, da uno di spinaci 610 grammi, da uno di patate 790, da uno di cavolo 840 grammi. Da un mòzzo chilo di cavolo si assimila, cioè si uti- lizza una quantità di sostanza maggiore che da un chilo di frumento. A che è dovuto cotesto aumento del potere as- similativo? Precisamente ai vari salì, agli elementi vivi, alle oscillazioni delle molecole radioattive per Fazióne del sole su le foglie verdi. Si sa che l'amido delle farine viene dallo stomaco e dal fegato convertito in zucchero, che, ove abbonda, non poten- do essere tutto ossidato o bruciato a causa dei limiti ' stessi che ciascuno, più o meno, reca nell'usufruire dell'ossige- no dell'aria, si trasforma in depositi di grasso. Basta osservare un maiale che, essendo nutrito esclusivamente di fari- nacei, soffre d'una vera alterazione che abbassa la capacità d'assimilare, per convincersi che l'abuso della pasta pos- Com© si vede, gli argomenti in prò non mancano »1 simpatico «saltatore rista di prima linea, ci manda qù^Te ! ° P W a P ° C O : righe: 1 j ^ l t a h d l ì o Pugnace, futurista, deve Ho scrino a Marinetti : ^ne Campi h sna «Htaerna. «la campagna contro la pasta asciutta "'luche )• .- è l'unica stonatura della tua vita » e q F r j !(l ,„ „ reoar ¿»piacere « consigliandolo di venire con me al Su- Xe vù mai se ™ tuìo > ^rò don... per sfuggire alle giuste ire dei , da ^ T pastasciunìsti ho aggiunto: « ... berti*- * - o laggiù continueremo a mangiare i P e t o ^ S r nostri deliziosi spaghetti; se mai, per P Baioni Ai Ttfl T * CrllaIdl inerii ^ U condiremo Z ?! sugo di seppia». Ma poiché Marinetti P t c s ga questione sollevai la non avrà ancora avuto l'occasione di gu- Non si attardino gl'italiani a studiare stare gli spaghetti al sugo di seppia . mi\u n t ì 0 vo mezzo alimentare ma t i ? permetto mandare alla simpatica Cucina jnon diano addosso ad un'al imento di così grande importanza nazionale. in que- j sa costituire di <|u£i pannicoli di gras che sono una specie di malattia, eh? sei mesi !, anziché alternare al latte dei succhi di frutta crude. Durante 3o .-lat- tamento non pòchi bambini s'ammala- no gravemente, perchè la loro alimenta- zione è composta di farine manipolate in modo che difettano dei fattori di crescenza di cui sono ricchi l'embrione, la crusca dei cereali (per questo il pane più saporito e sostanzioso è quel- lo integrale) gli altri vegetali, il burro. Se ogni mamma, invece di dare al suo frugolino una michetta di pane a- sciutto, si ricordasse di dargliene una metà insieme a una mèla o ad un'aran- cia, il piccolo ci guadagnerebbe in sa- lute, farebbe migliore profitto a scuo- la: il pane andrebbe meno sprecato- La differenza della spesa è di centesi- mi, che, spesso vanno in acquisti di ca- ramelle, di confettimi, di cioccolatini di dubbia composizione. Si dice : « con la michetta il niccolo 9i sazia » ; su la stessa falsariga' 'ai con- clude: « con la pasta asciutta mi sazio » ; ma saziarsi non è nutrirsi, tant'è vero i;be non pochi ragazzi e adulti nutriti con troppi farinacei diventano anemi- ci, e l'anemia lascia attecchire altri ma- lanni. Una parte delle cause della svo- gliatezza d'alcuni scoraletti e d'alcuni Impiegati si deve ricercare ndVacido- ù e nella circolazione rallentata in se- guito a una nutrizione disadatta. *• «• Con questo non s'intende sostenére che i farinacei siano danno-si, ma si vuole rilevare la convenienza di limita- re la frequenza e di misurare la pro- pria razione, combinandola con molti erbaggi e frutta crude. Degli erbaggi non sono ancora diffuse le svari atissi- me e squisite vivande che se ne posso- no ricavare. Qualche volta alla settimana può riu- scire gradevole un cento grammi di pa- sta asciutta per adulto, sì, ma oltre que- sta porzione la pasta diventa ingom- brante, a meno che non si sia dotati di un apparato intestinale a ritmo, dire- ino così, celerà, e non si viva molto al- l'aperto. I cibi più innocenti, coinè lo stesso "la-ite, diventano «»digesti per la continuità e quantità usate. Si tratta di far entrare nella nostra alimentazione maggior doae di sostan- ze che non abbiano subite perdite per manipolazione, nè che siano rimaste prive di vitamine nate da quell'insic ne d'irradiazioni impresse ai prodotti na- turali da quel cuoco infallibile nel com- binare succhi, sapori, aromi ch'è il sole. G. B. PALANTI. " AlMiatìtì "aU'anicolo cìeirins. A'gncsi pub- bucato da noi n e i m u n e r o di Gennaio. 200 e Italiana la mia ricetta a Spaghetti al- la Sudanese ( J ) » da dedicare a Mari- netti — barbaro, raffinatissimo, nutrito di latte sudanese e dì spaghetti napo- letani. Chè se poi Marinetti volesse dav- vero romperla con i mascheroni, alla- cambiò rallenta, l'integrità del sangue . : ne risente, (le eruzioni cutanee sonò un avviso), l'acido ùrico precipita nei tès- suti, diminuisce la resistenza immuni- taria. E così ebràincia a scendere il ren- dimento personale. n Pubblicheremo le due iHMrawèttl ri eette ! i n ^ « me regióni si regala una po- ne! prossimo numero. 1 lèmma Wm latte perfino ai bambini li aneiitizza e riduce' il movimento menta- le e muscolare. Spéci al niènte in chi fa vita sedenta- ri* chiuso in Ufficio, Yaòtiso di farine, sotto qualsiasi" forma, sviluppa delle ca- lorie .vecssive che' gli organi non rie- scono a consumare, anche per difetto di moto e d'aria: la glandola pancrea- tica e il fegato vengono costretti a tìn T A M O T Ì R - R F V i T F lavorìo pesante, (dovendo immagazzi- ^ V U C naie troppo zucchero), aumenta l'as- sorbimènto acquoso delie cellule, il ri- f ' Ecco quel lo che rappresentano più -figurini che -Bisogna anche rendere la cucina su molti altri punti maggiormente scien- i!i E. LattuaiJa contiene iti ogni nu- mero. ifiijjil Esce in ricchi fascicoli trimestrali con oltre 200 figurini> 'un mode l lo tagliato gratuito. 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