LA CUCINA ITALIANA 1932

F â g . 2 E 30 C U C I N A ! I T A L I A N A 1 LA "PENESION Cons i g l io a l l e " s ignore decadute N. 3 - 15 Marzo 1932. jy Appassionata ai problemi che inte- ; so, che si applica a un'infinità di usi. ressano la gioventù femminile italiana, i Esso mette in azione l'abbrustola caffè ho studiato con piacere e attenzione, in Italia e all'Estero, le scuole chiama- te di economia, domestica o « menagè- re » e debbo convenire che, anche se la cucina svizzera non è buona, le scuole di massaje svizzere possono ritenersi le migliori del genere, e da cui si può prendere modello. Esse trionfarono in tutte le esposizioni del ramo econo- mia domestica, forse perchè nella na- tura della popolazione c'è ordine, pre- cisione, amore alla casa, forse perchè il clima stesso chiude in casa la popola- zione per molta parte dell'anno e inci- ta all'amore del proprio nido, sia per- chè tutti vi godono una discreta agia- tezza. Nella buona borghesia, poi, 11011 si può concepire una ragazza colta, se non sa anche sorvegliare il bucato e e il macinino da caffè, la grattugia del pane, lo spremi-limoni, la macchinet- ta trita carne un'impastatrice che-fa le tagliatelle, fa passare in pochi momenti dal setaccio le marmellate ecc. Tutte le infinite applicazioni elettri- che trovano posto in quelle cucine mo- dello, a cominciare dai fornelli e dalle cucine. Vi sono, però, sempre le cuci- ne usuali a legna e a carbone e quelle a gas, perfezionate, con forni modello per dolci, per arrosti, con la possibili- tà di mettere la selvaggina allo spiedo ecc. Tutto, fuorché il lavare i piatti, fatto dalle allieve e dalle signore loro insegnanti, e vi è anche insegnato a la vare i piatti con un pennello e l'acqua bollente, carica di soda, con grazia ed fare un pasticcio di selvaggina, e tutte j eleganza, in previsione di un malaugu- le donne trovano l'eguale poesia a cu- | r a t o . . . interregno di domestiche, ciré un vestito da ballo, coinè nel vuo- J n f i n e ^ q u a r t o tipo di scuole di mas- tare con cura e lavare il secchio della spazzatura... Limitandomi a trattare — nella Cu- cina italiana — dell'insegnamento del- la cucina che vi viene impartito, dirò che vi sono quattro tipi principali di scuole: il primo è quello obbligatorio per le allieve di quinta e sesta elemen- tare, con cui lo Stato intende aiutare le classi povere. In ogni edificio scolasti- co, c'è un recinto adibito a orto, giardi- no, pollajo, conigliera, e c'è un appar- tamentino composto da un'ampia cuci- na, da una saletta che serve pel pranzo, per scuola di stiro e di cucito, da un bel bucatajo, da un minuscolo ambu- latorio. Vi è una maestra diplomata che porta ogni mattina, per turno, un grup- po di allieve al mercato e poi insegna loro la cucina pratica, il valore nutri- tivo dei cibi, e l 'arie di fare la massaja. Ho messo la parola « arte », perchè, uscendo di là, le ragazze sapranno tras- saje svizzere è dato da « istituzioni » di gran lusso, frequentate da ragazze del gran mondo cosmopolita, specie da- to l'alto « cambio » della confederazio- ne elvetica. Seguiamo le allieve in qualche ora della loro vita, in simili « Institutions » campestri o da fiori comuni. Siamo al mercato di Losanna, nella pittoresca piazza « della Palude » dove si svolse, nei secoli passati, tanta atti- vità politica e commerciale. Il traffico dei veicoli cessa all'arriva- re delle venditrici, tutte contadine dei dintorni, colla caratteristica canottiera in testa, che spingono delle carrozzelle — tipo quelle per bambini — cariche di frutta e di verdura, coperte da fiori campestri o da fiori comuni. Ecco un gruppo di ragazze una ven- tina circa, tutte in « tailleurs » elegan- tissimi (le allieve hanno l'uniforme di collegio solo per le lezioni, la cucina e formare, la loro cucina, dopo i pasti, j gli s p o r t 5 m a ve s toi io, — dirò cosi — in in un gajo «alottino, dove cuciranno ve- J borghese per il pranzo e per uscire) ac- compagnate da una distinta signora e da una donna imponente e piena di im- portanza: una cuoca insegnante della scuola. Eccole pendere dalle labbra del- la imponente « madame », che spiega loro come si conosce il pesce fresco, quale taglio è da preferirsi per l'arro- sto o per l'umido, quale sono le frutta migliori. Eccole in una drogheria lucente di marmi, fra i commessi dalle unghie ac- curate e dalla candida vestaglia, (rin- novata ogni mattina), a conoscere il caf- fè migliore, a odorare i crauti, a sceglie- re il prosciutto; eccole nelle grandi ma- cellerie, dove si vende carne cruda e anche cotta e infinite qualità di « deli- catessen », fatte colla carne di majale; dove, accanto ai cervi ed ai camosci. siiti e biancheria; sapranno adattare una tendina, verniciare un mobiletto fat- to con una vecchia cassa, piantare fio- ri dappertutto, approfittare d'un pal- mo di terreno per piantarvi dei legu- mi... Le allieve corrono alla scuola co- me ad una festa e, nei loro rigorosi esa- mi, per avere il diploma debbono di- mostrare di saper fare una modesta usuale cucina, medicare un dito ferito, lavare e stirare, lucidare un pavimen- to, coltivare le melanzane, potare un albicocco. I l secondo tipo di scuola per mas- saie, consiste in un corso di perfezio- namento dopo l'istruzione avuta a scuo- la ed è tenuto da una brava modesta massaja che raduna, a prezzo modesto, nella sua piccola casa figliole alla vi- gilia delle nozze; il terzo è quello di vi è la selvaggina piumata più fine. 8cnoìe-famiglia per ragazze della buo- j Eccole, infine, assolto al primo compito na borghesia e in prevalenza strànie- j della giornata, comperare fasci di fiori re, che possono pigliare tre piccioni ad j con cui fanno ritorno alla loro scuola. un favo: imparare bene una lingua, di- vertirsi in un bel paese, dove tutti ama- no la gioventù, e diventare ottime futu- re padrone di casa. Queste scuole sono tutte situate in belle ville tra il verde, circondate da *m giardino, dove vi sono spiazzi per picchi sportivi e dove si coltivano an- che piante fruttifere e legumi. Gene- Là mutano vestito e indossano sul- l'uniforme di fatica, azzurra e bianca, un grembiulone candido e annodano ar- tisticamente, sulle ben pettinate testo- line, un fazzoletto candido. Eccole, divise in tre gruppi, nelle tre immense cucine — grandi come sale da ballo — a mondare e lavare verdure, inlardellare arrosti, pelare selvaggina, Tornate poi a casa, dopo un anno di studi teorici e specialmente pratici, le alunne sono in condizione d'impensie- rire un poco... i solenni maggiordomi, le raffinate cameriere, i solenni cuochi delle loro ricche dimore, tanto hanno su di tutto la loro esperienza, e sanno « mandare avanti » con ordine, bravu- ra e anche economia il loro « ménage ». Peccato, soltanto, che una di quelle scuole di lusso faccia pagare più di ven- ticinque mila lire all'anno i suoi inse- gnamenti ! Mi sono intrattenuta un po' lunga- mente ¡sul terzo tipo di scuola-fami- glia, perchè so quanto La cucina italia- na sia diffusa, e perchè vorrei permet- termi di suggerire questa via di lavoro e di guadagno a tante signore, che pos- siedono molta abilità domestica e un piccolo capitale, e a cui ripugna fonda- re e dirigere una delle solite pensioni. • Specialmente a Roma o a Firenze, tan- to ricche di bellezze naturali e artisti- che, queste scuole di massaje dovrebbe- ro prosperare, sia coll'elemento della provincia italiana, sia coll'elemento fo- restiero, che vi accorrerebbe numeros i... e dovrebbero dar soddisfazioni e legit- mo guadagno. Anzi, in pochi anni, dato che noi sia- mo il popolo più intelligente, fattivo e intuitivo del mondo, dovremo detroniz- zare il primato della Svizzera... C.SSfl ELENA MORGZZG DELLA ROCCA a massaia m o d em a L* elogio delia domestica rahnente accolgono 18 o 20 signorine ] sventrare pesci, sbucciare frutta, ado- a cui la direttrice, distinta signora, che ; perando sia le loro belle mani, sia i più dà e pretende referenze, fa da mamma, j perfezionati sistemi. "Eccole a dosare Essa è coadiuvata da almeno due pa-1 zucchero per dolci, a marinare anguil- renti o amiche, e affida la direzione con- le, a montare su zoccoli artistici, gelati tabile a un fratello o al marito. ne e galantine. Divise in tre turni, le ragazze, per una ; Ma suona mezzogiorno. Le ragazze settimana, fanno la spesa, fanno la cu- j cinguettanti e allegre, corrono al lavabo cina e la pulizia della cucina; nella se- i a curarsi le mani; eccole levare il grem ¡'fonda imparano a cucire vestiti e bian- biulone e il fazzoletto, e servire "a ta •cheria, a coltivare il giardino e l 'orto; j V ola, 8 0 t t 0 l a direzione di un'insegnan te, le loro compagne, ecco infine sedere Affronto l'impopolarità. Lo so: Dopo questo titolo la maggior parte delle mie duecentomila lettrici non mi avrà più in simpatia. Egoisti? camente dovrei pensare: — Meglio co- si. Minor tempo da dedicare alla Pic- cola Posta, ossia tante lettere laudati- ve di meno a cui rispondere. Invece no: Confesso che mi rincre- scerà assai, poiché mi sento ormai in- timamente legata a questa immensa fa- miglia di sconosciute sparsa nel mor- do che forma la falange delle abbo- nate al nostro giornale* ! Così„ consa- pevolmente, affronto non solo la im- popolarità, bensì anche il dispiacere. Ma perchè? E ' forse necessario che io vada raccontando le mie opinioni? Ne- cessario no: siamo d'accordo; ma for- se utile si, se tali opinioni possono re- care giovamento altrui. Come, Come? Giovare alle fante- sche? No: alle padrone. Le quali si arrabberanno assai me- no e si sentiranno la coscienza ben più tranquilla (quali anticaglie, Dio mio, parlare di « coscienza » alla « Signora 900 » ! ) se cominceranno a meditare un pochino sui consigli di « Delia » in materia ancillare e non considere- ranno più ogni persona di servizio co- me la naturai nemica, come la in- conquistabile avversaria. Già : « Delia » vi parlerà un linguag- gio diametralmente opposto a quello, per esempio, con il quale, vi siete sen- tite solleticare da « Jolanda » nel bel volume « Eva Regina - I l Libro delle Signore». Essa scrive: .nella terza imparano a lavare bianche } xia fine, guanti, vestiti, a smacchiare, a tingere roba, fanno pratica di contabi- l i tà domestica. Finite le faccende, pu- liscono bene le loro mani, lucidano le unghie; poi prendono lezioni, escono Jier commissioni, fanno dello sport, van- no a concerti e a conferenze interes- santi. La "cucina è sempre, però, il locale f)iù importante della villa e l'insegna- mento della cucina è il più importan- te... forse perchè le mamme hanno ri- petuto alle loro figliole, salutandole, che tutti gli uomini, anche se non han- no un cuore, hanno uno stomaco... La cucina e posta o m un luminoso pianterreno o in un luminoso semi-in- terrato ed è tutta candida di mattonelle bianche; ha le più complete batterie eli cucina che sia dato imaginare, ha certi armadii modelli da far invidia, perchè essi sono fatti in modo da con- ¡ nere, in minimo spazio, un completo Armamentario di cucina e persino —- nel al loro posto e far onore ai loro pro- dotti. Eccole, infine, sparecchiare con garbo, togliere la guernizione di fiori e prepararne un'altra più bella pel pran- zo della sera. La scena cambia. Vestite tutte di bianco, pel tennis, le allieve trasportano sotto gli immensi ca- stagni delle tavole fiorite e imbandite E ' giornata di gare, a cui sono invitati dei giocatori, delle signore; esse fanno graziosamente gli onori di casa e, a par- tite finite, servono il rinfresco che han- no preparato. Se, poi, è carnovale, ci sono dei gai balletti, in cui le alunne sono o in ric- co costume, oppure in gajo costume fat- to di cartacrespo confezionato da loro stesse, coll'aiuto della sarta che insegna loro taglio e cucilo. Alla mezzanotte, le ragazze servono su piccole tavole una magnifica cena, pure tutta preparata da loro, con piatti freddi di tutte le qua- lità, ben montati e ben presentati, con * assetto di fondo, foderato di zinco, — tutte le specie di dolci e di « fonclants », la. ghiacciaj a . Ogni cucina ha, poi, un j con squisite specialità di vari paesi e di motorino minuscolo non troppo costo- i varie cucine. LE SERVE « Quanto diverse queste ancelle del se- colo ventesimo dalle schiave dell'era greca e romana, dalle devote donne addette nel- l'evo medio al servizio della castellana a capo delle quali era quasi sempre la vec- chia nutrice di l e i : dalle astute confidenti tìegli amori muliebri nel settecento galante che diedero il modello del tipo di Colom- bina: dalle affezionate domestiche del Risor- gimento patriottico che seguivano nel car- cere, nell'esilio, i loro padroni e li soccor- revano nella povertà coi loro risparmi! Ora nessuna donna di servizio resiste all'esca di un salario maggiore, e per cinque lire di più al mese, abbandona con indifferenza una ca. sa dove viveva da anni e dove era ben trat- tata, Ora bisogna studiare la frase per fare un'osservazione, per d'are un ordine; altri- menti si corre il rischio di sentirsi rispon- dere in malo modo: e la crisi delle serve non accenna a risolversi, anzi si fa ogni giorno più grave per la insufficienza di quelle che si trovano e le esigenze di quelle che fan- no le preziose! ». Già lo stesso chiamarle « le serve » rivela l'animo ostile di Jolanda per la classe. Quante volte,, invece, bisognerebbe invertire il preconcetto e chiedere se non siamo noi i nemici di chi ci ser- ve! zioni eleganti e... la digestione reci- proca per quel giorno è assicurata, senza bisogno di bicarbonato o rabar- baro. Ma non divaghiamo. Figuriamoci di avere per un momen- to innanzi a noi vari tipi di domesti- che : Ecco per prima la servétta giovane che di solito scende dalla montagna (adesso predomina l'Alto Adige) in quello stesso stato d'animo con il qua- le il letterato, il giornalista, il cantan- te, lasciano la provincia per Milano o per Roma: la «car r i e ra». Ma, nel so- gno di farsi una bella posizione, nel- l'allegrezza di cominciare intanto a mandar denaro alla famiglia, e, co- munque, bastare a se stessi; nella ri- dente prospettiva di poter vedere tan- te belle cose, ignorate al « natio borgo selvaggio », is'infiltra,i (piasi inavverti- ta, a « intenerire il core » una punta di nostalgia. E, mentre si sogna posi- zione e divertimenti, il subcosciente canterella in sordina : « Torna al tuo paesello ch'è tanto beeeì lo». Non temete, amiche massaie: non ci abbandoneremo a rancido lctteratume sentimentalòide. Detestiamo la demagogia. E poi la padrona ha ragione: «Ma come? Zotica... Primo servizio... E si permette delle distrazioni? Oppure osa darsi qualche volta l'aria romantica? Fu sorpresa financo a piangere! E la se- ra non ci consuma la luce per scrive- re, in camera, lunghe lettere al suo paesello? ». C'è quell 'altra: la moglie abbando- nata; la decaduta: Rimasta sola, sen- za mezzi, per guadagnarsi onestamen- te la vita va a fare in casa altrui quel- lo che credeva di saper fare nella pro- pr ia . 'E, invece, lì è tutt'altro. Non sa. Questa è una casa di signori. Lei, un po' anzianotta, non può imparar pre- sto nè essere umile come dovrebbe. E poi manca di tatto: Si permette ogni tanto di raccontare i fatti suoi, d im- precare contro quel birbaccione che la batteva e s'è fatto un'altra famiglia. Ah, no! E ' insopportabile. Fa quasi il paio con quella cameriera musona che —• per avere avuto un bim- bo clandestino — a momenti ci batte di cassa, e, invece, di starsene tutta mor- tificata, invece di essere riconoscente a chi la tiene malgrado « il fallo e il di- sonore », assume le arie talvolta di u- na vittima, tal'altra di una vindice. E, quel che è peggio, non ama i bambini dei padroni. Si direbbe, anzi, che ab- bia invidia di vederli ben vestiti, ben nutriti^-'ben curati. Financo i baci del- Ja mamma pare le diano fastidio « Si può essere più inumane di così? » E ' quasi preferibile quella dai capel- li corti e dalle seriche calzette banana che, abituata ad alberghi e posti av- ventizi, ha degli amanti, dice le bu- gie, fa sempre il comodo suo, è aper- tamente mercenaria; ma, almeno, sor- ride, è rapida, capisce a volo. Filosofa istintiva, ricambia la sua padrona di uguale moneta : disprezzo. (— Ma per forza bisogna cambiar- l e! — Sì, sì; ogni mese, anzi ogni quindici giorni... Bel la prospettiva per quando sare- mo ammalate!). * » Contro tali quattro tipi di serventi (a cui si può aggiungere la infedele, la insolente, la pazzoide), perchè non vediamo anche qualche tipo di padro- L'uovo e la gallina... Va bene, ma non ci troviamo noi sempre, nella vi- ta, in questo circolo vizioso? Anche nel più alto rapporto spirituale, l'A- more, tutto andrebbe assai meglio se d esempio, invece di chiederci: « Mi fa felice? » ognuno domandasse a se stesso: «La (o lo) fo felice? » Ecco, i straforo, una « ricetta »... psicolo- gica che somministro alle mie ami- che sconosciute. Provarla al proprio focolare, servirla ben calda con guarni- 1° — La scocciatrice — Si alza di buon mattino (e poi (magari se ne torna a let- to) solo per vedere se la servitù è già in piedi; ne segue tutti i movimenti; s'impiccia sempre? si affanna di conti- nuo; dà gli ordini caso per caso, sen- za nessuna organizzazione; disdice, o cambia, i suoi stessi comandi perchè la cosa abbia a riescile perfetta... Non è cattiva. Ma toglie il respiro. E' oppri- mente. 2" — La nervosa violenta. — Sgrida per ogni nonnulla, dà dell'imbecille e della cretina ad ogni piè sospinto; tal- volta passa alle vie di fatto. 3° — La gelosa. — Non c'è bisogno di descrizioni, neppure sommarie. 4° — La incapace. — Sposina gio- vanissima o «pescecagna», che vuole co- mandare a chi potrebbe farle da mae- stra. 5° — L'avara. — Diffida di tutto, pe- sa financo il sale, tiene sotto chiave o- gni cosa, rimprovera perchè mangiano troppo, ritiene a priori che la si deru- bi sulla spesa, rinfaccia la mesata e il resto. lì nostro Concorso » ® 1 » » i l per vini e oli nazionali Come già annunciammo, « La Cuc ina Italiana » sotto gli auspici della Fe- derazione Nazionale Fascista Commercio Enologico e Oleario, bandisce un nuovo concorso che. si divide in due parti : a) Sul modo migliore di utilizzare i vini italiani come condimento del- le vivande (e relative ricette) gastronomiche); b) Sul modo migliore di valorizzare l'impiego dell'olio d'oliva (e rela- tive ricette), mettendone in evidenza i benefìci (sia per la nostra economia, sia nei riguardi delle virtù igienico-alimentarij, in confronto del suo surro- gato olio di semi, che è confezionato con materie prime importate dall'e- stero. Le migliori ricette gl'astronomiche avranno i seguenti premi: 1" PREMIO PER IL VINO : Lire Mille e medaglia d'oro. 1» PREMIO PER L'OLIO : Lire Mille e medaglia d'oro. 2» PREMIO PER IL VINO: del valore di Lire Cinquecento, in Volumi del- le celebri Raccolte dell'Istituto Editoriale Italiano — Società Notari •— (tutti elegantemente rilegati) da scegliersi nel Catalogo della predella Società — e medaglia d'oro. 2» PREMIO PER L'OLIO: del valore di Lire Cinquecento, in Volumi cornei sopra a medaglia d'oro. 3" PREMIO PER IL VINO : Medaglia d'oro. 3" PREMIO PER L'OLIO : Medaglia d'oro. Rammentiamo che i lavori debbo no eMere inviaU ffl , Cucina Italiana>> - ^S e z i one Concorsi - Montenapoleone, 45 - Milano, non oltre il 5 aprile Scrivere ben chiaro il nome, cognome e indirizzo. If nostro invito ai I l f 5 - Í ¡TO ! n % ft TA ,ìt Ita íí atti L'iniziativa presa dalla Cucina Italiana di invitare i produttori Italia«» - per quanto concerne 1 alimentazione, - a farle tenere il proprio material* ai propaganda per. una cordiale e disinteressata illustrazione e critica ha centrato vivi consensi.. L'iniziativa nostra, tendente a documentare e s i z i a lme n te quanto ài fa per il prodotto nazionale, è stata accolta anche, con vivo interesse, dalle ge»- tili lettrici che attendono da questa rubrica la segnalazione dei nuovi pro- mando nUOV1 t , l > Ì 6 c r e a z i o n i c h e l e Ditte vengono predisponendo ed a* co- propaganda p a t ó Ì a m ° s ' e n z ' a l t r o a<1 esaminare qualche opuscolo e metodo & Una volta si diceva che tutte le • . 1 . medita della casa erano dovute ai l e S f - ^ W ^ T PC1 " \ ^ più svariati ogget t i* si trovava se non a d d i r i t t u r a ^ il pm insidioso ma non meno documentario « D.R.M.N. », seguito da un nu- mero, ossia la indicazione del brevetto tedesco. Poi le piccole, invenzioni era- no da noi abbandonate e trascurate, e la Sezione apposita della Fiera di 'Mi- lano ospitava solo cianfrusaglie costruite da piccole officine. Oggi la situazione è radicalmente mutata e una grande Ditta di artico!» casalinghi, tra le più vecchie e benemerite, si è arditamente dedicata a co- struire e lanciare le più impensate novità casalinghe. La Giuseppe Moneta di Milano ha cominciato col costruire forni dome- stici da usare su qualsiasi fuoco. Ed ecco un grazioso opuscpletto che decanta le qualità di questo forno che sarebbe superiore ai primitivi brevetti stranieri, introdotti qualche anno fa in Italia. Con una fine ed intelligente propaganda, la Moneta ha lanciato pure altri oggetti, dal fornello a benzina al lisci valore e da poco una originale e pra- tica macchinetta da caffè espresso, nonché una caratteristica, formaggera, spe- cialmente adatta per ristoranti, pensioni e anche per famiglie, in quanto abolisce il cucchiaio e mantiene il formaggio al riparo dall'aria e dalla poi' Una grande industria, di origine straniera ma che oramai da anni pro- ducete fabbrica, la sua produzione quasi completamente in Italia, è la S. I Triplex di Milano. Per il 1932 essa ha creato un nuovo listino con una copertina rossa in cui troneggia un sorridente cuoco. Essa ha pure offerto ai suoi vecchi clienti di Milano un signorile e co- stoso calendario in galalite in cui ha peccato di un piccolo difetto: la dici- tura dorata troppo grande e visibile c h e non permette di adoperare il fin® oggetto in un salotto elegante. Del regio questo è un guaio comune a molte Ditte (specie nel campo medicinale) che deturpano oggetti di valore con una troppo smaccata reclame. r . originale propaganda è stata ideata dalla S. A. Prodotti Latte ed Af- ' ^ A PLA) . . Poiché lo Yogurt è di origine bulgara, essa ha riprodotto, nella copertina di un opuscolo illustrato, un bellissimo disegno di tappeto Ri gar e, ottenendo così che chiunque riceva il fascicoletto si soffermi a Guar- darlo e a leggerlo. ° La propaganda per questo prodotto, che troppi ritengono solo un medica- mento mentre è anche un alimento, prezioso specialmente per i bambini, è stata impostata in un imodo intelligente ed efficace. Amiche mie, vi siete prospettate mai quanto debba essere terribile servire li- na padrona antipatica? E «servi re» si- gnifica rendere anche i più intimi umi- li servigi ! —- Eh beh? Che vuoi, infine, cara « Delia » ? Dove hai da arrivare con queste premesse? — A questo : che « come ogni popo- lo ha il governo che si merita » così spesso ogni casa ha la servitù che si merita. — Dipenderebbe, dunque, da noi? — In parte, si, amiche massaie. (Continua) DELIA. Una propaganda di altro genere è stata quella fatta lo scorso mese dalla Uitta Angelo Veneziani per la diffusione e propaganda del miele. Centinaia e centinaia di barattoli di assaggio sono stati offerti gratuita- mente, a mezzo di inserzioni sui giornali e con simpatica iniziativa asse- gnandoli come premi per alcune fra le più importanti pesche benefiche, che si sono svolte nel periodo da S. Ambrogio all 'Epifania Di fronte a questo ottimo metodo è mancato però l'accompagnamento di stampati di propaganda che indicassero e confermassero i pregi del miele alimentazione e che indicassero il costo dei vari tipi e formati. Ad ogni modo la simpatica iniziativa che rompe l'inerzia organizzativa e propagandistica delle decine di migliaia di apicultori italiani, meritava di ,essere segnalata ed incoraggiata. Per questa volta facciamo punto, rinnovando il nostro invito completa- mente nuovo ed originale a tutte le Ditte Italiane che trattano gli articoli alimentari ed affini: CI MANDINO TUTTA LA L 0 R 0 DOCUMENi aZIONE DI PROPA- GANDA E PUBBLICITÀ. Dal manifesto all'oggetto reclame, dal cartello alla figura per vetrina, ali opuscolo, al listino, al campione... Tutto insomma quanto essi fanno pi* la divulgazione ed affermazione del proprio prodotto t t t t ™ C 1 0 ' b e n Ì n t e s o ' a GITOLO COMPLETAMENTE CORDIALE E GRA- 1UHO, per monito ed esempio alla massa degli interessati.

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