LA CUCINA ITALIANA 1932
« o u «IIÏA VN3IS oiaon-uaj "AAB IQOSTQBJ -Stg 6 8 9 81 er meno VMV n V i l YMIDI13 V r J CUCINA CASALINGA ^ ALTA CUCINA • CUCINA CONVIVIALE - CUCINA FOLCLOR I STA - CUC INA PER STOMACHI DEBOLI • CUCINA ALBERGHIERA • A N O N I M A N Ò T A R I ( I s t i tuto Edi tor i a le I t a l i ano) - M I L A N O T V i a M T n t e N a p T l e o n e , 4 5 • 15 Aprile 1932 OGNI - NUMERO CENT. SO - ABBONAMENTO ANNUO L. 5 - ESTERO L. 10 - INSERZIONI: L. 4 AL MILLIMETRO ARTE DELLA TAVOLA - RICETTARI S O C I E T À ' N. 4 — ANNO IV T e l e f o n o N . 7 0 - 3 5 7 ESCE IL QUINDICI DI OGNI MESE un articolo. A ogni modo eccole : Un godimento come quello ch^i dan- no i cibi preparati dalla Soia Rosa non rientra nei godimenti animali. E' puro godimento dello spirito. Tra questi cibi e quelli che si man- patto 'usualmente vi è la stessa diffe- renza che corre tra l'uomo attuale e —. scimmia di Darwin. l9'H>11i della Sora Rosa non sono più r .ivciofi piselli ecc., ima il carciofo il. pi- ; *:H» ecc. come sicuramente Dio, orean- •'oH, ha pensato che l'uomo dovesse ri- li irli non solo per cibarsene ma anche pei'' trovare nella conquista della per- fezione il premio alla conquista stessa. (Il che dovrebbe esserci dato da ogni necessità del nostro corpo se noi del nostro corpo non usassimo bestialmen- te). La Sora Rosa non deve essere ginn« tr» a poco a poco traverso varie con- quiste a tale perfezione, ma subito e tutta intera essere nata suscitatrice del- le più nascoste armonie dei cibi. E per finire confesserò di credere che se la Sora Rosa facesse di sua ma- no e cuocesse il pane, noi vi troveremmo l'essenza prima del travaglio umano, quando il pane rappresentava ancora il castigo di Adamo. PAOLA MASINO. Ma, senza bisogno di mòniti da scrit- trici straniere, sentite quanto dice sul- l'argomento della servitù, la Contes- sa Vanna Piccini nel suo recentissimo volume « Per te, donna » : a massaia Dalla Sora Rosa ho mangiato carciofi all'olio, piselli al prosciutto, calamari alla marinara, funghi al forno, mele al forno, L'elogio della domestica La chiusura del Concorso - La Commissione all'opera 650 concorrenti - 1 criteri prevalenti dei saggi Aurei consigli pratici di donne, di signore, di padrone di casa. Ma vorrei che ci elevassimo ancora di più, amiche massaie e, poiché — contro il mio solito — oggi io sono in vena di «' basbleuismo » e vado sfode- rando citazioni a tutto spiano (giuro che non lo farò mai più!) lasciate che mi ab- bandoni a riportare quanto sull'argo- mento scriveva, oltre un secolo fa, Mel- chiorre Gioja, uno degli autori che io prediligo poiché non vedo in lui sol- tanto l'economista, ma il filosofo della « Ragion sociale » che paragonò l'uo- mo ad un amaro frutto selvatico nato fra le spine, al quale però si possono praticare innesti e colture che, to- gliendo le spine, lo rendono dolce, sa- porito, piacevole, desiderato. Lo senti- remo nel prossimo numero sul tèma « Padroni e domestici » . DELIA. Gli scrittori e gli artisti in genere passano per delicati buongustai. Infat- ti, molti fra essi sono anche Cucinieri di merito. Alessandro Dumas padre ma- nipolava le vivande come i soggetti dei suoi romanzi : con salse meravigliose. E che dire dell'immortale Rossini? Non era invece buongustaio l'umorista Mark Twain, la cui figlia ne pubblica a- desso alcune lettere inedite. Una di que- ste precisa quali pasti furono cari a Mark Twain : « Non fo ohe un pasto al giorno e spero di poter conservare tale abitudine. Prendo del caffè e quat- tro uova che metto a bollire. Le con- disco con una grande quantità di sale e. molto pepe. Diventano allora piene di fuoco e di energia e ne risentite il gusto tutto il tempo che ci mettono a discendere • nello stomaco ». Mark Twain che aveva il piacere di mistificare la' gente, faceva altrettan- to col suo stomaco. Ma quest'organo ha pronte delle terribili vendette e fu esso a dare all'umorista le atroci sof- ferenze della fine. 0 ) Le livre de la Maitresse ponr l 'enseigne, ment ménager. „_.; ! h
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