LA CUCINA ITALIANA 1932
m % BANCA AUTORIZZATA A RICEVERE DEPOSITI DI CURATELE FALL IMENTAR I, D ì M I N O R E N N I E D I I N T E R D E T T I Pag. 4 N. 4 - 15 Aprile 1932. LA TAVOLA UONGUSTA MANICARETTI-PIATTI PRELIBATI -CUCINA FOLCLORISTA-CUCINA CONVIVIALE Una ricetta di ILARIA AMFITEATROFF Compagna eletta d'uno dei più noti scrit- tori e dei più forti polemisti della Russia contemporanea, venne a stabilirsi in Italia, col marito, dopo la tragica rivoluzione del 1917. Donna di vasta cultura e di squisito sentire, quando vide che la nuova Patria a- dottiva, alla quale s'era non man che a quel- la d'origine affezionata, minacciava di cadere nello stesso baratro del bolscevismo, per se- condare un impeto della sua passione, scrisse un libro: Negli artigli dei Soviel i, che fu strumento efficace di . propoganda anti-comu- nista. Essenzialmente autobiografica, quest'o- pera rivela un temperamento originale di donna, nudrita di profondi studi e dall'intui- to sicuro. ' La ricetta che gentilmente ci ha mandata, portava « l'augurio di Buona Pasqua pel- le fedeli abbonate de La Cucina Italiana » . Se il rilardo con cui ci pervenne non ci per- mise la pubblicazione in tempo, non., per questo, auguri e ricetta, riesciranno meno liradili. CREMA RUSSA ITALIANIZZATA Più d una volta vidi nel le co l onne di « Cuci- na Italiana » qualche ricetta « esotica » e que- sto mi dà ora il coraggio di proporre alia sua attenzione, gentile Signora, una ricetta speciale, nella speranza di vederla accolta non da :":!• trnsa ma, anzi, forse, da figlia adottiva. Il piatto che io Le propongo è uno dei più ca- ratteristici piatti russi e si chiama « p a s q u a » . E' un'antichissima usanza, nata, a quanto sap- pia, dal l 'abbondanza di prodotti lattei nella campagna russa di prima. I contadini osserva- vano un'assoluta astinenza anche nel latte e nel le uova durante le 7 settimane della quare- sima e facevano grandi provviste di uova e di latticini per Pasqua, trasformando il latte in crema agra e in « f ormagg io bianco » che di f ferisce dalla vostra ricotta nel inondo di prepararlo, nel gusto e neì!a capacità di conservazione più duratura. E tutto quanto ser- viva a cucinare la « p a s q u a» da per tutto: da! più sontuoso palazzo alia più umi le capan- na. Nessuna tavola, dalla più ingombrata di o . gni ben d'i Di o ( con del le coscie intére di pro- sciutto e di vi tel lo, con dei malafatti di latte, con dei panettoni di ofrni qualità e di ogni misura) alia più modesta, ¡ c on un pic- c o l o pan do l ce, con una mezza dozzina di uo- va colori te e con due fette di salame) non po- tevano mancare di « pasqua » . Durante tutta la settimana pasquale si fa- cevano visite e nessuno degli ospiti poteva far a meno di assaggiare in ogni casa la « pasqua » e i « cal ici » (panet toni ): orgos l io e vanto del le padrone di case, ognuna del le quali a- vava un suo vero e propr io segreto di farli così buoni da superare tutti quel li del le sue amiche. Ho anch' io un mio segreto di far la « pa- squa » ; anzi, un segreto redatto e adattato ai prodotti italiani. Perche passare la « Pasqua i> senza una mia pi cco la « pasqua » sembra im- possibi le anche a me. Mi è caro di rivelare questo mio segreto alle lettrici di « Cucina Italiana a, altrettanto entusiaste di questo gior- nale quanto lo sono io. Ed eccone la ricetta: (Prevengo subito che la ricotta non può so- stituire il formaggio b i anc o: l 'ho provata - rie- sce t roppo insipida. Chi sa se in Lombardia non si trovi il formaggio bianco be l lo e pron- to. In caso contrario Io si prepara in casa tre o quattro giorni prima di Pasqua). Si versano 8 litri di latte intero in un recipiente e lo si mette senza coprire in una vetrina in posto caldo. (Sarà me- glio che non vi siano altri viveri clic potessero comunicar? al latte il loro sa- pore). Dopo 24 ore il latta è quagliato, ritardando se il posto non è abbastanza caldo. Si toglie, con garbo, con un cuc- ' cbiaio, la crema, senza scuotere il latte i coagulato e si mette da parte. Il latte col medesimo recipiente si mette ada- gino a bagno maria e dopo due bol- litture si ottiene un bellissimo formag- gio bianco che, messo in un sacchetto e appeso, si lascia scolare sino a un al- tro giorno, quando comincia la prepa- razione vera e propria della « pa- squa». Per mezzo di un cucchiaio di ICgno si fa passare attraverso un setac- cio (piuttosto rado) il formaggio, vi si versa la crema e lo si lavora ben bene; vi si aggiunge un 1/2 chilo di mascar- pone e si lavora un'altra volta. Si fa riscaldare al fuoco lento, mescolando continuamente sino che si veda un pri- mo bollicino alla superficie. Si ritira subito dal fuoco e si lascia raffreddare, ^mescolando di quando in quando. In quel mentre si lavorano 8 tuorli d'uo- vo con 1/2 chilo di zucchero in polve- re sino che diventino bianchi, un ba- stoncino di vaniglia molto frésco, gras- sa e nero, si taglia minuto e si pesta nel mortaio con qualche pezzetto di zucchero. Stacciato, si alette tutto in- sieme con le uova e il formaggio e si lavora ben bene.. Per la mancanza di vera forma russa di legno (in forma di piramide con le le croci intagliate ai fianchi e gli iniziali C. R. (Cristo Ri- sórto), si usa qualsiasi, forma, basta che sia bucata per lasciar acolare. Dentro si mette accuratamente una salvietta u- mida e vi si versa la massa preparata. Coperta la superficie con la salvietta, vi si posa un bel peso su una tavoletta p un piatto e si lascia scolare sino a un altro giorno in un posto molto fre- sco. Si mangia col panettone e si con- serva benissimo diversi giorni (coper- to con una salvietta umida). Le buone massaie riescono a variarne il gusto e l'appetto, facendo invece di una sola, diverse piccole « pasque » di varii co- lori e cioè aggiungendo in una parte — della cioccolata grattugiata, in ufi altra — dei pistacchi verdi pestati o ^el la marmellata di lamponi e via di'seguito — I LARIA ANFITEATROFF. Una ricetta di R. FORGES DAVANZATI Direttore dell'autorevole quotidiano di Roma, La Tribuna, Roberto Forges Davanzati è uno dei più ferii giornalisti, nonché autore di libri ; nei quali si afferma sempre come scrittore sobrio ed acuto. Tra i fondatori, con Enrico Corredini, del Nazionalismo, fu poi accanto al Duce dal 1920, ed occupò alte cariche nel Partito. Aderente alla « realtà palpitante », ama non discettarsi da questa anche quando si tratta di una... ricetta. E, sobrio anche in materici gastronomica, si avvicina ad Alfredo Panzini j (r. ricetta nel numero precedente). Ecco quan- to oggi scrive, dando ragione con la sua autorità al nostro attuale concorso che si propone appunto la valorizzazione dei prodotti fonda- mentali della terra itatiana. UNA RICETTA... DA FARE « Che cosa vuole che Le dica? Se non erro, l'anno scorso, tutta la mia ricetta fu per avere un buon pane sano e fra- grante sulla tavola di tutti gli italiani. Resta la stessa anche per quest'anno, tanto più che, almeno a Roma, (vedi |i giornali) avere del buon pane sembra sia cosa diffìcile. Ed è invece essenzia- le alla salute degli italiani, i quali ne I ccjistimano molto. Se vuole, aggiunga | alla necessità del pane quella del buon 1 olio e del vino schietto, e l'uno e l'al- . tro sono prodotti della nostra terra, ma jcha arrivano troppo deformati e tra- ditori culla nostra tavola. ! Chi ha la ricetta per avere pane, olio | e vino buoni, la dia pure, perchè è la ri- cetta indispensabile. — ROBERTO FOR- CES DAVANZATI. , Una ricetta del Senatore GUIDO MAZZONI Nato a Firenze, è Ordinario di Letteratura Italiana in quella R. Università, Presidente della notissima Accademia della Crusca e della Società Dantesca italiana. Senatore dèi Regno, olire a numerose pro- fonde opere di critica e di storia letteraria ha pubblicato un volume di Poesie che fu varie volte ristampato. E più nella... poesia che nella critica ricer- cheremmo le fonti di questa deliziosa ricetta che l'illustre Uomo ha compilato per il no- stro Giornale. CIAMRELLINE ALL'ARCHÉRMES Si fa una pasta - frolla con farina, burro, rossi d'uovo, zucchero e un po' di alchermes, poco lavorata; e se ne formano ciambelline che ei friggono in olio bollente, e quindi si spolveriz- zano di zucchero. Queste si servono cal- de. Piatto semplicissimo, per « dolce » di famiglia in campagna. — Senatore GUIDO MAZZONI. nel 1923 e La carne inquieta, seguita dopo sette anni. Da qualcka mese questo vigoroso scrittore sta con successo sulla ribalta della critica col suo ultimo romanzo I fratelli Rupe, di cui si è già esaurita la prima edizions, e che s'annuncia come il primo di un ciclo. ANGUILLA SOTTO ACETO Per questa preparazione esistono in- dustrie specialitàzate, con impianti ap- positi e perfetti. Ma noi, dato che cosi si vuole, la faremo «casalingamente». E allora: Prendete una o più anguil- le, lavatele, poi seguendo la linea del- l'addome tori incisioni alternate, riti- rate dalle brevi aperture, i precordi. Asciugatele bene su canovacci, allinea- tele poi su graticci di legno, polveriz- zatele con poco sale finissimo ed espo- netele al sole per circa due ore; passa- to questo tempo, le trasporterete su al- tri graticci di metallo i*he porrete a for- no debolissimo. Deve riuscire cotta ed asciutta; la pelle si ritira un pochino. Dopo ciroa un'ora da quando le avre- te tolte dal forno, levate le anguilla dai graticci, facendo molta attenzione di non spellarle, anzi dove vedrete il se- gno dei graticci, per renderlo ancor più marcato, vi applicherete un ferro ro- vente. Accomodate le anguille a pezzi re- golari e a strati in appositi bariletti, alternando .gli strati con foglie d'allo- ro e pepe io grani; coprite con aceto bianco, chiudete i bariletti e conser- vate al froseo. Quando volete gustare un « piatto di mezzo » delizioso e pic- cante, ricorrete al barilotto... o andate da qualche buon pizzicagnolo che vi dia le anquille già così preparate. — LEEONIDA RÈPACI. Una ricetta di FRANCESCO FERRI Improvvisamente, nel 1927, l'Accademia Mondadori presieduta da Ferdinando Marti- ni, proclamandolo vincitore con Francesco Chiesa del premio per il miglior romanzo del- l'annata, Dose r.illa prima fila degli scrittori italiani Francesco Perii. Ed il suo romanzo, Emigranti, in cui si rispecchia con accertiti lirici e potenza descrittiva il travaglio del- la gente calabrà, non deluse: al Premio seguì il più grande favore del pubblico, seguirono le edizioni e numerose traduzioni. Nato in Ca- labria nel 1885, laureatesi a Torino, il Ferri accorse nel 1915 volontaria in guerra e col grado di Capitano d'Artiglieria combattè ner tutti i quattro anni. Dopo la ritirata pubblicò il suo primo lavoro: La Rapsodia di Caporetto, un poemetto appassionalo che descrive appun- to li dolorosa disfatta. Poi esercitò il giorna- lismo letterario, a Milano dove vive, non pub- i-beando altri libri prima del romanzo pre- miato; al quale seguirà quest'anno il secondo che si annuncia non meno interessante e fortei dal titolo significativo: Tramonto sul mondo. La Sua personalità di calabrese, Francesco Ferri non la tradisce nemmeno... in cucina, come si può desumere da questo suo ARROSTO DI GALLETTO COL SERMOLLINO Ad un provinciale strapaesano come sono io non si possono chiedere ricette complicate. Le verdure crude sono la mia passione, qualunque verdura. Io tono un divoratore insaziabile di lat- tughe, di indivie, di finocchi, di sedani, di carciofi e mangio tutto crudo, sen- z'olio, come una capra. Però un pazzo di carne qualche volta la mangio anche io volontieri; me cucinato come? ed ec- co la ricetta casalinga e calabrese del- l' Arrosto di Galletto col Sermollino: Si prende un mezzo galletto di pri- ,rno canto e si metta ad arrostire sulla graticola con brace di legno di lenti- sc'o. In un piatto si mette un poco d'ac- qua, una goccia d'olio, si tagliuzzi mol- to fine uno spicchio di aglio e con un ramoscello di origano selvatico si u- metti di quando in quando il galletto. L'aglio e l'origano selvatico daranno al- la carne un profumo che per me è squisitissimo. — FRANCESCO PERRI. Una ricetta dì LEONIDA REPACI Calabrese egli pure — è nato a Palmi nel 1893 — e trapiantato a Milanocome il Perri, Leonida Rèp-ctci porta nella sua opera lettera- ria l'impronta della sua terra. Giù battagliero critico teatrale di quotidiani, e ultimamente del grande settimanale « Giovedì », ha anche al suo attivo due opere drammatiche rappre• sentete con successo: La vogl ia e Crisal ide, nonché ini libro di versi: Poemi della sol i ta, dine. La personalità del Rèpaci,, però, si rive- lò con i suoi romanzi L'ul t imo Cireneo uscito 4 Una ricetta di GIUSEPPE VILLAROEL La medaglia d'oro assegnatagli al « Con- corso Viareggio » dell'anno scorso, per il suo ultimo libro di versi: Luci ed ombre, se pre- miò un merito non rivelò certo un autore « nuovo » che G. Vülaroel — nato a Catania nel 1883 — aveva avuto già passaporto per il regno delle Muse nel 1910, con un volume di liriche: Pei chiostri del l 'anima, assai ap- prezzate e ben accolte dalla critica; dh quel « mostro » pei mancati, che Villaroel esercita pure a sua volta con dignità accanto alla Poesia, e cor,i poesia, sulLe colonne del Po p o lo d'Italia e de La Sera. Numerose pubblicazioni, oltre alle citate, dimostrano l'attività di questo poeta moderno, che abbiamo potuto indurre per un momento a lasciare Calliope... per Gasteria e dettare per La Cucina Italiana la ricetta seguente: TORTA DI CIOCCOLATA Gr. 125 cioccolata - gr. 125 burro, fresco - gr. 90 zucchero al velo - N. 2 uova - N. 6 Savoiardi. Sciogliere la cioccolata in un po' di latte, al fuoco. A parte si lavori il bur- ro con lo zucchero finché diventi bian- co; vi si aggiungano la cioccolata, i tuorli e gli albumi montati. In uno stampo liscio (non unto) si versa uno strato di questo composto ed uno di savoiardi tagliati trasversalmen- te; indi un nuovo strato di composto. Si possono sovrapporre' alternativa- mente, quanti strati si desiderano di savoiardi e di composto. Si mette poi lo stampo a bagno in acqua fredda, indi lo si sforma su di un vassoio e si chiazza il dolce, sopra ed intorno, con fiocchi di lattemiele (questo al mo- mento di servirlo). E' di gusto molto accetto e di ef- fetto elegante. — GIUSEPPE VILLAROEL. FINANZIERA Si fanno rosolare 100 gr. di inirro, si mettono 100 gr. di fesa tagliata ixi tre fettine, 100 gr. schienali (filoni), 100 gr. fegatini pollo, 200 gr. creste di pollo già imbianchite e si spruzzano di mar- sala, sale, pepe; in altra casseruola si friggono funghi già rammolliti, un pu- gno piselli e carote già cotte, un sedano di Verona e qualche -cipollina soli'a co- ro, un pochino di prezzemolo tritato e due uova dure affettate. Si innaffiano di aceto e al momento di servire si uni- scono e si amalgamano, ben caldi, tutti gli ingredienti. Possibilmente le creste devono essere disposte a corona, nel cen- tro dal piatto tutto il resto. — L'Abbo- nata CARLA AMATO, Milano. delle patate a l i a fiorentina. A parte si serve il sugo dei petti. (Fonduta) (dose): gr. 200 di fonti- na o gniviera, tre rossi d'uova, gr. 50 di burro, 1 cucchiaio di farina, e 1/4 di litro di latte. Mettete il tutto in una casseruola e cuocete a bagno-maria, mescolate continuamente fino a che sia divenuta liscia come una crema pastic- cerà. (Patate alla Fiorentina ): Sono delle eroe che itili s di patata della grossezza di una piccola albicocca, solamente in- vece di essere passate all'uovo e al pane, queste sono passate all'uovo e ai vermicelli fini : si friggano come le crcc- ehette. — BIANCHI ENRICO - Capo Cu- bìtm Hotel Savoia - Firenze. CERVELLA DI VITELLO ALLO STACCIO Prendetene circa 300 gr. e posta in ac- qua tiepida vi sarà facile togliere dai lobi tutto l'involucro e cambiando pa- recchie acque resterà bianchissima. Bol- litela in acqua leggermente salata zuc- cherata e profumata con scorza di limo- ne. Dopo dodici minuti e più, ritiratela all'asciutto, asciugatela ancora e trtécsa sulla trama dello staccio strizzando for- temente colla spatola avrete un « pas- sato » di cervella fine. — MARIO MARI- NONI. o * *czz> cr-o C3-+^CDCT^«-cr^ cr>ooctdcsr><> xzz cr>t<^CDC L'OLIO "PIE SS E,, diptera oliva è brillante, di delicato profumo e di sapore squisito le cui proprietà alimentari e me- dicinali lo rendono digeribile e più facilmente utilizzato dal no- stro organismo, quindi il più necessario al nostro nutrimento. Lo attestano migliaia di di- chiarazioni di nostri clienti, tra i quali figurano le firme di cen- * tinaia di uomini illustri. La premiazione per la cucina all'olio d'oliva di marca "TIESSE,, verrà rilasciata a tutti i consumatori di questo delizioso prodotto. Gli interes- sati sono pregati di inviare il loro indirizzo alla ns. Casa : P r odu t t o ri Spec i a l i tà O l io d ' O l i v a " P I E S S E , , 5ÎVHPERÛÂ - O N E G L I A PETTI DI POLLO ALLA « FONDUTA » In una teglia, fate rosolare al burro dei petti di pollo di uguale grossezza, bagnateli con marsala, e ritirateli dal fuoco. Preparate dei crostini di pane della medesima forma dei petti alti un centimetro, e friggeteli al burro. Con una buona « fonduta » spalmate leggermente i crostini, indi poneteci i petti di pollo con sopra due lame di tartufi, e infine coprite completamen- te il petto col resto della « fonduta». Spolverizzateli di parmigiano e burro fuso, si fanno gratinare in forno dieci miniti prima di servirli. Serviteli so- pra un vassoio rotondo, intercalati di cuori dìsedani al burro, e nel centro SOGLIOLE AL PARMIGIANO Lessate in molta aeq. a il numero di sogliole che vi occorrono e appena cotte scolatele bene. Intanto in un piatto, possibilmeiii3 caldo, preparate un buon strato di par- migiano grattugiato; su di esso ponete le sogliole ancora ben calde, versateci sopra del burro fuso, un altro strato di parmigiano e servite. TACCHINO CON TARTUFI Si prende un grosso tacchino; gli ai taglia il collo e si riempie col seguente composto: Si affettano circa 100 gr. di tartufi, si mettono in casseruola con burro, unendovi un decilitro di marsala^Quan- do sono cotti si versano nel tacchino che si cuce da ambe le parti. SÌ copre il petto con striscio di pro- s c i u t t o e si avvolge in una carta bianca precedentemente unta di burro e spol- v e r i z z a ta di-sale. Infilzato che sia nello spiedo, si fa girare a fuoco vivace. Dopo mezz'ora, si toglie la carta e si conti- nua la cottura fino a che abbia preso un bel colore dorato. Si serve con radic- chi novelli. — L'Abbonato ANGELO SA- NI . Cuoco - ('.asola Valsenio (Ravenna). ARANCE AL LIQUORE Si scelgono delle belle arance, pesan- ti c di buccia fine, potendole avere, me- glio quelle senza cerni. Si mondano a perfezione della buccia e della cami- cia' e si dispongono su di tra vassoio, a v e n d o l e prima attraversate dal polo anteriore, leggermente, e sino alla metà, con un bastoncino ben pulito ed ap- puntato. .Si cospargono di zucchero finemente polverato vainigliato e si fa cadere leri- t ame r i t e i n ogni foro delle arance, quel- la' q u a n t i t à di liquore, strega, alkcrxaes, od altro a piacere, per quanto sa ne .possono ricevere. Attorno ad esce si di- spongono fettine strette e lunghe di pan di spagna imbevute parcamente dallo stesso liquore. Dopo un'ora la preparazione è pron- ta e, per quanto semplice, è gustosissi- ma. — L'Abbonato n. 10.895, Bit. F. P., Rossano (Cosenza); PANNA MONTATA E DOLCE RELATIVO Procuratevi dal vostro lattaio della panna che monterete Con garbo in una bacinella servendovi di una frusta di piccole bacchette di legno, oppure di Uh battitore che troverete in qualsiasi negozio di utensili da cucina. Amalgamate poi alla panna montata dello zucchero velo {metterlo a discre- i d o n e secondo il quantitativo di panna) profumate di zucchero vanigliato e di cannella polvere. A parte avrete preparato una piccola iiiaddalena tonda tagliata in tre dischi, imbibitela di sciroppo arancio raffor- zato con un po' di rimili o cognac, Farcite colla panna, sovrapponendo i dischi. Servendovi poi di una bocchet- ta riccia in un imbuto di carta perga- menata metteteci la panna rimasta e modellatela con strisele verticali sul dolce disposto su un piatto. Contornate pure sulla superficie. Se non avete even- tualmente fiori di decorazione potrete dispórre sopra con una certa fantasia ' dei fiori veri recisi dallo stello e soste- nuti da uno stecco per fissarli. E' un ! dolce eccellente. | Inutile segnare che nel periodo -cal- do la panna va montata con il recipien- te 'appoggiato su ghiaccio tritato e sta-, re in luogo frésco:'—• A : PRIIMI. ' K H DELLE PROVINCIE LOMBARDE Fondata nel 1823 Sede Centrale in MILANO - Via Mo n te eli Pista, 8 196 Filiali e Succursali 4 m i l i a r di e 5 2 5 m i l i o n i di l i re di deposi ti al 31 di cembre 1931 - X 305 milioni di lire erogate m bene f i cenza a tutto il 1931 RICEVE DEPOSITI A RISPARMIO E IN CONTO' CORRENTE — ACCORDA ANTICIPAZIONI SU TITOLI PUBBLICI — RI- PORTI — SCONTI DI CAMBIALI E DI CEDOLE — SOV- VENZIONI CAMBIARIE E SU DEPOSITO "DI SETE E BOZZOLI — INCASSA EFFETTI — CAMBIA. VA!,t>TK UKTKÌÌR _ CU- S T O D I S C E V A L O R I — R I L A S C I A C É A T T J I T A ' S L Ì I ^ F F ' L S S T Ì E ^ L' — . C O N C E D E P R E S T I T I A G R A R I E M U T U I I P O T E C A R I I N C A R T E L L E D E L C R E D I T O F O N D I A R I O — EFFETTUA SER- V I Z I DI CASSA P E R PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI — RILASCIA GRATUITAMENTE C ASSETTINE SALVADANAIO PEL RISPARMIO A DOMICILIO. (Soc. Coop. An. - Fondata nel 1865 - U. P. E. Milano N. 4450) «»—-— Sede Centrale ed Ufficio Cambio: MILANO ~ Piazza F. Crisfai, 4 — MILANO T ELEFONI : da 81-540 a 81-549 FILIALI: BUSTO ARSIZIO - GALLARATE - MONZA - SEREGNO AGENZIE DI PROVINCIA: CASSANO MAGNAGO - CAVARIA - CINISELLO-B ALSAMO - MAGENTA - RHO - SARONNO. 15 A G E N Z I E IN C I T T À TUTTE LE OPERAZIONI DI BANCA E DI BORSA SERVIZIO DI CASSETTE DÌ SICUREZZA EMISSIONE GRATUITA D I P R O P R I A S S E G N I C I R C O L A R I CASA DI CURA, CONVALESCENZA E R I P O SO _ — - — «-» Primo Istituto Clinico Italiano specializzato {ter lo studio ed il trattamento dell' ASMA BRONCHIALE B E L L A G I o ( Lago di C omo ) B E L L A G I O A P E R T O T U T T O L ' A N N O modo migl iore per dimos t rare l a pr opr ia s impat ia a " J La C ucioa I t a l i ana^ è que l lo di fare abbona re le pe r s one ainicLe. ÌL per ogni 5 ahho* nati il g i orna le of f re un p r emi o.
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