LA CUCINA ITALIANA 1932

VOI avete bisogno di una bevanda veramente igienica, che non Vi dia spossatezza, ma c he i - s n i r e s c ando vi Vi rinvigorisca. Limitata è Sa scelta! Solo i! Tè ATI, servito freddo o caldo, Vi toglierà la sete rido- nando tutte le energie al vostro organismo. f r e ddo o c a l do energetico rinfrescante delizioso Concotsionari Esclusivi Ernesta PiiettUCo. San Lorenzo, 8 GENOVA P l a r t n g ì o nJ d i t è d e l l o S t a t o I t a l i a no a T l j b l t o e ( G l a v a ) - A T I , T è I t a l i a ni - PREPARATE UN DOLCE SANO VOSTRI BAMBINI Con poco latte ed il contenuto di una bustina P.A.N.E. avrete un PUDDING delizioso e nutriente. Ecco la Lusta che dovete esigere, I Prodotti P.A.N.E. sono in ven- dita presso i migliori droghieri. Se il vostro ne è sprovvisto chiede- teli direttamente agli stabilimenti P.A.N.E. - Casella postale 42 - Tra- pani. REGALIAMO a chi ritira un (( Pacco Cucina Italiana » c on t enen te 30 bust ine p e r Pud d i n g, 12 scat o l ine estratto l imo ne e 5 bus t ine (li l i ev i to al p r e z zo totale di L . 3 5 ,—: l ' a b b o n ame n to al g i o rna le La Cucina Italiana p e r tut to i l c o r r en te an- n o 1932. " V I K r ^ N U S S H N 0 (presso VOGHERA) MAGGIO - OTTOBRE CURE SALSOIODICHE (Bagni - Fangl ii - Ina l az i oni) CURE SOLFOROSE Consul ent i: Pr o f , ri C l i v l o, Ca l ami da e Man t e g a z za Di r e t t o re Sani tar i o: D . r C omm. E. D i v i ani In 100 anni dì vita 1a pastina glutinata BUITONI ha con- quistato i £iù importanti mer- cati mondiali. L uigi C alu ALB, a piano terreno, fresca, aerata, con grandi finestre sul parco, sugli al- beri, sul verde, sui fiori, munite di lievi e colorate tendine a rete per impedire l'invasione degli insetti, con pavimenti nudi, e mobili chiari e leggeri. — Insomma due sale da pranzo? — No, signore; almeno tre. — Tre? — Immagino che Vostra Signor ria ami l'arte del convitare. — Mi piace la buona compagnia. — Questa sala è piccola e può servire all'inverno per la famiglia o per qualche desinare intimo con diè- ci coperti al massimo. La sala da pranzo estiva dovrà essere delle stesse proporzioni, servendo agli stessi scopi, salvo il cambiamento di stagione. Ma la sala da pranzo vera e propria, cioè la sala dei con- viti, l'ambiente più importante, in- somma, della dimora di un signore, doV 6 ^ * ^ * •! i —in ' i iwii i~-miniwiMM»<irir i—11 i ìhtii—ihi —ntmmri ri, ai grossi anari sioni? — rer dare ricevimenti ci sono due grandi saloni,, quattro ^salotti, oltre la galleria d'arte e le sale da gioco. i — I ricevimenti a cui allude Vo- stra Signoria, i tè, i rinfreschi, i f>ve o' clock e altre simili moderne fri- volezze stanno ai conviti come una gabbia di canenni sta a un arco ro- mano di trionfo. È intorno alle, ta- vole imbandite con finezza e profu- sione, con dovizia e magistero fra grandi uomini ed elette gentildonne che si preparano e si celebrano i grandi eventi della stona. — Sarà benissimo. — Non ha aspirazioni politiche Vostra Signoria? — No, perchè? — Una buona tavola è uno stru- mento di notevole aiuto. —t Una cucina superiore e una F va formidabile. Non propende la gnoria Vo stra per un matrimonio eC celiente in favore della signorina Cicì e di altri figlioli se ci sono? u tavola è una prònuba delicata. — Nando, siete un tentatore; remo il salone dei conviti. — M'inchino ai voleri di Vostf^ Signoria. Ora rimangono da delibi re altre questioni. > 7 — Ancora? t ' V. —i Di primissima importanza. — Cioè? — Le credenze, le cantine, i s vizi, il personale, gli inviti. daggi, questi doppi vetri alle finestre non mi sembrano in armonia con la stagione; andranno bene quando all'esterno ci saranno la neve, l'umi- dità, il grigio, il freddo; ma ora c è la vampa del sole; le sere sono tie- pide e l'ambiente diventa afoso, op- primente, stonato; non c'è benesse- re; manca cioè una delle condizioni più importanti per una degustazio- ne consapévole e una nutrizione as- similata. — Infatti anche Cici brontola spesso per il troppo chiuso. — L'osservazione sarebbe del- l'illustre consorte di Vostra Signo- ria? — No; Cicì è mia figlia. — Mi compiaccio della particola- re sensibilità della signorina. Certo occorre una sala da cranzo estiva, larmi vedere la sala da pranzo: — Eccola. Bella, non è vero? Cin- quecento fiorentino. — Bellissima; ma c'è questo grande camino. — D'inverno vi arde il fuoco che dà tanta allegrezza. —• Ora siamo in estate. — Infatti, il fuoco è spento. — Non c'è niente di più melan- conico di un camino spento. —i Pretendereste che lo tenessi acceso? — Le pare? Vostra Signoria am- metterà che quella cappa inerte, quegli alàri abbandonati, quella ca- vità cinerosa dànno un senso di stringimento come una occhiata vuota o come uno sbadiglio che non finisce mai; inoltre questi tappeti, questi pavimenti feltrati, questi ten- Vostra Signor^ ere. il permesso (Continua) m m M Q , NOTAR!

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