LA CUCINA ITALIANA 1932

Falaschi avv. F e r r u co N. 11 — ANNO IV - 15 NOVEMBRE 1932 ANNO XI - TELEFONI: N. 62041, 62042, 62043, 62044, 62045 — ROMA - Palazzo Sciarla . ROMA — TELEFONI: N. 62041, 62042, 62043, 62044, 62045 —. N, 11 — ANNO IV — 15 SETTEMBRE 1932 - ANNO XI ESCE IL QUINDICI DI OGNI MESE OGNI NUMERO CENT. 50 — ABBONAMENTO ANNUO L. 5,30 . ESTERO L. 10 — INSERZIONI: Tu 4 AL MILLIMETRO ESCE IL QUINDICI DI OGNI MESE u Aian&tar meglio, spender meno n •S» r C. Post. U CUCINA ITALIANA * * SIENA Villa Flora GIORNALE DI GASTRONOMIA PER LE FAMIGLIE E PER USTAI c u c u u CASALINGA ALTA CUCINA . CUCINA CONVIVIALE . CUCINA FOLCLORISTA » CUCINA PER STOMACHI DEBOLI . CUCFNA ALBERGHIERA . ARTE DELLA TAVOLA . RICETTARI LA MASSAIA MODERNA I funghi e gli avvelenamenti Questa rubrica che per la mas- sima parte si occupa in modo pratico e a tutti accessibile delle più utili cognizioni di Economia Domestica, non può disinteres- sarsi di un importante argomen- to, l'ignoranza del quale signifi- ca, talvolta, la vita di intiere fa- miglie. Sempre col criterio dell'attua- lità, io voglio oggi intrattenerne l'amica massaia, perchè proprio in questa settimana le cronache dei giornali hanno dovuto regi- strare molti casi letali di avvele- namento per funghi. Nel recente passato della don- na italiana anche in tale materia la massaia, salvo poche eccezio- ni, risentiva della ignoranza ge- nerica che contraddistinse la donna dì casa durante la seconda metà dello '800. Nessuno inse- gnò alle nostre nonne nè l'igiène nè l'economia domestica. Le no- stre mamme ne cominciarono a sentir parlare. Ma, oggi, a noi, certe lacune non sono più per- messe: Questa è infatti la rubrica della MASSAI^ MODERNA. La quale, per esempio, deve (attraverso la nostra «volgariz- zazione ») venire oggi edotta di quanto, al riguardò degli avve- lenamenti per funghi, scrissero il Rolland.e il dott. Albertis. Pregiudizi per seernere i funghi velenosi « Sono trascorsi molti secoli — osserva giustamente Rolland — ed innumerevoli ecatombe si sono prodotte, sempre nelle • e s - se circostanze, e per quanto si sia tentato, non sappiamo ancora di- fenderci da un flabello che ogni anno periodicamente ritorna! ». Sapete perchè è ancora una grande verità l'asserzione di Rol- land? Perchè il pubblico riposa ancora sul comodo guanciale del- l'ignoranza e dei pregiudizi. Dice il dott. Albertis: « Alcuni credono sufficiente di provare i funghi col farli cuo- cere insieme al bianco di un uo- vo, chè in presenza del veleni» prende un colore plumbeo; o col cucchiaio di stagno 0 d'argento, perchè il suo imbrunimento sintomo di veleno. Altri stanno sicuri c mangiano i funghi, per- chè il cuoco si è garantito della lor ] innocuità dandone da man- giare un pezzo a qualche anima- le domestico ; non solo, ma lo ha provato coli'olio, colla cipolla, colla mollica di pane, col ferro rovente, col prezzemolo e won mille altre sostanze credute po- tenti salvatrici o rivelatrici. Altri ancona non pensano al pericolo dei lunghi, perchè questi han- no caratteri chiari, ed essi li san- no distinguere in mezzo a mille Per questi ultimi sono caratteri differenziali sufficienti: il catti- vo odore, i colori troppo vivaci, il auc;o acre, il ittivo sapore, 1* cambiamento di colore della poi pa quando i funghi vengono sp azzati, il non essere mangiati dagli insetti e dagli altri animali, la loro fusione, a maturità, in una poltiglia nera, la 1 ca l ì tà d n ve si sviluppano. Altri, finalmen- te, sono tuttora impressiona»; dall'antica teoria di Dioscoride > di Plinio: credono che 1 funghi diventino velenosi colo auand'r nascano presso le tane ahítate do • serpi, presso i chiodi irruggtnitt gli alteri e le erbe velenose... No: i funvhi sono velenosi so io perch> U lora <t>ecir ¿ vele *6sa; o sono mangerecci solo per- chè le loro famiglie non nascon dono nel loro seno il veleno. Il bianco d'uovo non diventa plumbeo, nè il cucchiaio si im- brunisce per il veleni- proprio dei funghi, questo fenomeno lo dice la scienza sperimentale, succede invece con qualsiasi fungo o ve- getale, purché non più fresco. Questo fenomeno è dovuto all'i- drogeno solforato che si sviluppa da tutte le materie albuminose allo stato di iniziata putrefa- zione. L'essere la polpa del fungo troppo dura non è sintomo di veleno, ma soltanto di indigeri- bilità; si ha infatti che in certe regioni si mangian impune- mente le specie Hydnum Auri- scalpium, che sono funghi duri per eccellenza. Neppure essere la polpa trop- po molle è rivelazione del nemi- co; poiché vi sont funghi buoni che hanno una carne molto mol- le, anzi più molle di molte specie velenose. Non può servire alla cernita il cattivo odore, poiché molti fun- ghi non hanno alcun cattivo o- dore quando sono giovani, eppu- re sono velenosi. Non bastano i troppo vivaci colori a distinguere il fungo no- civo dal buono; Vagaricus cesa- reus, ad 1 es., detto dagli antichi il cibo degli dei, ha un bel colo- re rosso spiccato. Neppure il succo acre serve a difatti Yagaricus acris viene man- giato impunemente. . II sapore cattivo fa escludere dalla tavola il fungo, ma non perchè questo carattere, dà solo, basti a denunciare la sua perni- ciosità, sibbene perchè guasto ; questo carattere non condanna, prima di cibarsi di essi, li pur- gano con trattamenti speciali : essi dapprima generalmente li pelano, poi li fanno macerare per 10-15 gi ° r n i nell'acqua aci- dulata con aceto o nella salamoia, li sottopongono all' azione del- l' acqua bollente per mezz' ora, poi li cucinano. A Vallombrosa si adopera an- che il così detto « processo del Frate ». I funghi si tagliano a fette, si fanno bollire per sette minuti nell' acqua, in recipienti adatti, si trattano con acqua fred- da, che si cambia due volte al giórno, per dieci giorni. Ed è naturale che, dopo tali trattamenti, il fungo sia reso pressoché innocuo: col pelarli si asportano molti principii tossi- testinali che sopraggiungono do- po 3-7 ore dall'indigestione dei funghi: nausea, dolori di stoma- co e di ventre più o meno acuti, accompagnati spesso da diarrea, sete intensa, fauci secche, deglu- tizione difficile, abbassamento di voce, difficoltà nel respiro, sudori freddi, impallidimento della pel- le; finalmente i fenomeni cessa- no per eliminazione spontanea od artificiale dell'agente tossico e l'individuo passa gradatamente 11 • . r >\4 ° alla guarigione • Quando, invece, oltre ai sinto- mi suddetti si manifestano im- provvisamente : diminuzione, cessazione, arrossamento dell'uri- na; pelle rosso-giallastra; estre- mità fredde; diarrea coleriforme; perdita completa delle forze; stu- pore, assopimento e delirio; re- stringimento o dilatazione delle pupille; 'polso debole; accessi convulsivi interrotti da prostra- IL MERCATO ALIMENTARE Egoismo patriottico o necessità economica? Preghiamo le lettrici gentili de uno estero; cioè la differenza c'è La Cucina Italiana di portare tut- ed è a favore di quello nostrano ta la loro cortese attenzione sul, perchè costa in tutt'i casi sempre titolo di questa nota il quale vuol richiamarle alle necessità contin- genti della nostra economia la cui saldezza resulta fortemente incri- nata dallo sfrenate egoismo che impera tra le Nazioni di oltral- pe le quali, credendo di protegge- re la loro produzione, hanno scon- volto l'andamento del commercio internazionale, elevando barriere doganali e contingentando le im- portazioni. Le conseguenze di que- sta politica economica, che rite- niamo fondamentalmente sbaglia- ta agli effetti che si intende rag- giungere, si constatano tutt'i gior- ni nella crisi che sconvolge dalle fondamenta il mondo economico con riflessi oscuri e pericolosi su quello politico: crisi che sarà su- perata poiché ormai ha toccato il fondo oltre il quale non pensiamo possa andare, ma che lascerà stra- scichi profondi per superare i qua- D A O G G tutte le comunicazioni relative all' Amministrazione della Q U O I N A I T A B _ l A N A (rinnovazioni di abbonamenti, nuove adesioni di abbonati reclami per disguidi o ritardi postali, e ordinazioni di copie o pagamenti da parte dei rivenditori d'Italia e dell' Estero), debbono essere indirizzate alla amministrazione del GIORNALE D'ITALIA R O M A ; P a i a m o S o l a r r a - R O M A L'abbonament o aall CUCAIN ITAL,IANA da ogi g al SI feiip 1, 9H fi* il«'iijw¿¿ perchè vi sono funghi inoffensi- vi assolutamente e di cattivissi- mo sapore; ad es. il cantharellus cìbarìus e YHydnum . :pandum. Si può ben dal pubblico esclu defe dai funghi mangerecci tutti quelli che, spezzati, cambiano co- lore; ma non per questo si deve dire che il fungo il quale presen- ta simile carattere sia velenoso ; poiché il ceppatello, il prataiolo, l'agarico delizioso, ecc., ad un periodo un po' avanzato, prendo- no una tinta rossa o violacea. Non ha valore alcuno il fatto del cibarsi 0 no degli animali su quel dato fungo; nè tampoco ha valore la localiù dove è nato il fungo, poiché troviamo spesso volte l'amanita muscaria, uno dei funghi più velenosi, mezzo mangiato dalle lumache; inoltre è noto parimenti che possono sorgere naturalmente funghi mangerecci a lato di quelli vele- nosi. ci contenuti nella pelle; cpll'af- fettarli si favorisce l'uscita dei 1 li- quidi contenuti nel fungo; con la macerazione si asportano i veleni dal fungo stesso. Qualcuno propose un metodo, diremo così, a scartamente ridot- to: tagliati a fette i funghi, dopo averli pelati, si mettono e si la- sciano per due ore (per una gior- nata, se si tratta di funghi sec- chi) a macerare nell'acqua salso- acidulata (tre cucchiai di aceto forte e due di sale in un litro di acqua bastano per mezzo chilo- grammo di funghi); si trattano quindi con l'acqua bollente per mezz'ora; si lavano con abbon- dante acqua fredda; si asciuga- no per bene e si preparano per la cucina. ' Il meglio è mangiare solo quei tipi conosciuti notoriamente in- nocui . e controllati dagli uffici municipali di igiene per le ven- dite sui mercati ufficiali. I sintomi di avvelenamento e i soccorsi d'urgenza Non esiste un vero tipo unico Idi avvelenamento da funghi; ma ma sarà una delle prime Nazioni a rivedere e risentire del tepore dell'immancabile benessere che sorgerà dall'attuale malessere. Dicevamo che tutte 0 quasi tut- te le Nazioni europee specialmen- te col pretesto di proteggere la I certamente, dato il fervore che propria produzione hanno reso im- regna nelle campagne, sarà toc- E se il gatto o il cane, scelto'noi possiamo distinguere un ti " po benigno dal maligno. Il primo si manifesta con soli fenomeni di irritazione gastro-in- come animale da esperimento, non è morto subito dopo aver mangiato il pasto di prova pro- digatogli dal cuoco, non perciò si può essere sicuri che quei fun- ghi non siano velenosi. Può es- sere che il veleno non abbia avu- to tempo di agire; oppure che la dose sia leggera o inefficace; i casi, di intiere famiglie morte da funghi prima del cane o del gat- to, sono numerosi. Non sono caratteri differenzia- li l'essere il fungo provvisto 0 no di anello, di lamine imeniah ro- see, di macchiettature ; perchè -uesti caratteri si possono riscon- trare indifferentemente -tórte nei funghi buoni quanto nei vele- nosi, zione: si ha il tipo che noi abbia-, li occorrerà che le. Nazioni si uni- J»**« „ „ l i L , ^ » „ L Ì • scariò 'ih fascio saldò come,, àd e- mo detto, maligno, perche, in. s e r n p i 0 > i a n o s t r a itaUa che sotto questo, spésso continua la penosa* la guida chiara, tenace e lungimi- fenomenoloeia fino al deliquio t\ r a n t e d e l Duce, non solo sopporta • n 0 1 ia crisi stessa con minore disagio, alla morte. In un caso o nell'altro, chia- mare subito il medico. Nell'atte- sa eccitare il vomito con acqua calda salata; provocare una pron- to scarica rettale con clisteri di olio di ricino, sostenere le forze con alcool, caffè, ecc.; calmare i dolori con applicazioni di panni caldi sul ventre, su cui qualche goccia di laudano. * * • Su questo importante tema dei « soccorsi d' urgenza », noi non ammettiamo assenteismi nella nostria amica « La Massaia Mo- derna » che deve essere ormai la quintessenza della donna perfet- ta. E però in prossimi numeri tratteremo ampiamente la mate- ria: «Soccorsi d'urgenza per tutti i casi ». E ogni mamma li faccia im- parare a memoria alle proprie fi- gliole. L'esercizio sarà ben più utile di una recita in filodram- matica, di un « jazz » strimpel- lato al pianoforte, di una Iettu ra di qualche morboso romanzo moderno... D E L I A meno. Questo nostro suggerimento de- ve interpretarsi come egoismo pa- triottico 0 come una necessità con- tingente economica? Nel primo caso la parola è un po' dura, tut- tavia se all'estero non si peritano di conclamaila in tutti i toni ap- plicandone senza titubanze ed in- certezze la sua essenza, perchè noi dovremmo fare i sentimentali? «Do ut des» proclamò alto e for- te una volta il nostro Duce rivol- gendosi 'all'estero per questioni politiche; «do ut des» dicano le nostre massaie quando l'estero in- siste nel collocamento dei propri prodotti tra noi. Tuttavia se il no- stro suggerimento si volesse inter- pretare, come dicevamo, frutto contingente di una necessità im- prescindibile economica, il resul- tato non dovrebbe, non deve cam- biare: sopratutto i nostri prodotti. Soltanto cosi il Decennale del Fa- scismo avrà la sua consacrazione economica oltre quella politica la cui eco vasta e sonora si è riper- cossa di questi giorni sino agli e - stremi limiti del mondo che vive. ' » * » Passiamo ad un argomento di- remo più pratico, che interessa molto da vicino la massaia nella sua vita di tutti i giorni, di tutt'i momenti; e cominciamo col darle una buonissima notizia; quest'an- no nonostante che all'ultimo mo- mento, o quasi, una malattia chia- mata «ruggine dei cereali» abbia decimato il raccolto granario di non poche regioni, quest'anno si sono raccolti oltre 75 milioni di quintali di grano; vale a dire, in lingua povera e accessìbile a tut- ti, si è raccolto tanto grano da co- prire i bisogni strettamente ali- mentari del Paese senza ricorrere più all'estero che sino a qualche anno fa assorbiva centinaia di mi- lioni di lire. La «Battaglia del grano» voluta e imposta dal Du- ce, nonostante nei primi tempi non avesse la completa adesione di taluni competenti, ha raggiun- to la vittoria diremo virtuale, poi- ché, come si sa, la produzione non deve bastare soltanto a copri- re i bisogni alimentari nostrani, ma deve coprire anche quelli se- minativi, perciò si calcola che per l'una bisogna e per l'altra, occor- j rano 82 milioni di quintali di gra- no e come si vede quest'anno ab- biamo sfiorato questo massimo che possibili o nella migliore delle i- potesi difficili gli scambi, e in ciò hanno trovate consenzienti le loro massaie le quali non acquistano che prodotti nazionali pagandoli anche più di quelli che costereb- bero quelli esteri; ma il sacro fer- vore patriottico da cui esse sono pervase, fa superare anche le dif- ficoltà di prezzo di una data mer- ce e conseguentemente consuma- no prodotti locali, non altro che prodotti del proprio Paese. Le massaie italiane, benemerite per tanti versi della Nazione, do- vrebbero, devono, senz'altro imita- re le loro colleghe estere, com- prando solo prodotti nazionali, E l'Italia è oggi Nazione che può fornire tutto ciò che occorre per la vita di una famiglia dai prodot- ti così detti umili, dì poco prezzo, a quelli alimentari di prima ne- cessità e di lusso. Tutto quello che si vuole si produce in Italia; pro- duzione che sia qualitativamente che economicamente batte in pie- no qualsiasi concorrenza estera, Si devono richiedere prodotti na- zionali e qualora il proprio forni- tore ne fosse sprovvisto insistere perchè si provveda. Ripetiamo non c'è nessuna concreta differenza tra un dato articolo italiano ed me da macello sino ad ora non hanno dato quei resultati su cui si faceva assegnamento. Sono di- versi i fattori che contribuiscono a preparare queste delusioni e tut- ti agenti sincronamen + e nella stes- sa cornice e avverso ai quali che cosa si può escogitare di effettiva- mente efficace allo scopo di rag- giungere una più equa armonia tra prezzi di vendita e prezzi di costo del bestiame? Il Governo ha fatto e fa quanto è nelle sue pos- sibilità per rivalorizzare il patri- monio zootecnico che è la spina dorsale della nostra economia ru- rale; ma evidentemente vi deb- bono essere cause latenti operanti automaticamnte all'infuori del controllo delle leggi e le quali ap- punto preparano le delusioni. I prodotti lavorati del latte han- no come si dice un buon merca- to; e il bello è che l'hanno no- nostante l'ostracismo parziale ad essi dato dall'estero una volta grande consumatore dei nostri lat- ticini. I tipi duri, grana, reggiano, caciocavalli, gruviera, sbrinz, len- tamente rimontano corsi, e così pure i tipi da tavola di cui oggi si fa larga offerta sui mercati, e ve ne sono tra questi tipi di vera- mente impareggiabli di fronte ai quali quelli pur rinomati che si fabbricano all'estero, devono ab- bassare le armi e questo affermia- mo per la pura verità e non per snobismo. Ricordino le massaie che il for- maggio è un eccellente compana- tico non soltanto se considerato sotto l'aspetto diremo del gusto, ma anche sotto quello più sostan- zioso del suo valore nutritivo ed e- nergetico, tanto che durante la guerra ai soldati mai mancava il formaggio ad integrare la razione alimentare. Complessivamente noi consumiamo in media intorno a quattro chilogrammi annui di que- sta derrata. Pochi, nevvero? H burro, la cui produzione per causa tradizionale esclusivamente dovuta alla stagione, segna buoni prezzi; difatti la piazza di Milano, che certamente è la più impor- tante in materia del Paese, recen- temente segnava per questa der- rata, detta appunto dei casoni mi- lanesi, L. 10.50 all'ingrosso con tendenza ad aumentare. Propor- zionatamente i prezzi al dettaglio si portano sino a L. 14-15, secon- do le qualità. Cogliamo l'occasione per scio- gliere un impegno verso, una no- stra lettrice che ci ha chiesto il modo più semplice ed economico per preparare il latte fermentato (l'oghourt): Acquistare una solita bottiglia di Ioghourt, e non con- sumarla tutta, lasciando un fon- do alto intorno a mezzo centime- tro. Questo fondo si mescola bene bene con un litro di latte e dopo ventiquattr'ore si avrà un prodot- to identico al primo. Attraverso questo semplice procedimento si , . ^ , , , potrà ottenere tutto il latte for- cato con rannata granaria attuai- m € n t a t o che sì vuole per la cura; mente ali inizio. se questo latte dovesse assumere Circa i prezzi che normalmente un sapore anormale, altro non si il pane segna nelle diverse prò- 1 fa che buttarlo ritornando al prì- vincie, tenuto presente che nella mitivo procedimento. Si raccoman- generalità delle stesse sono in vi- ' D A P e r t a nto la pulizia più scrupo- gore le forme di 200 a 500 gram-1 f 0 ?? ^ l l a b o t t i ? l i a ? , e l l a ° - u a l e 11 mi, si ha: per il pane di »rima ^ S t a X o ^ 6 * SU ° ^ ^ Nulla di notevole da segnalare Trattamenti speciali r n alcuni luoghi si mangiano senza scrupoli i funghi velenosi, ma i mangiatori di questi funghi IL GIORNALE D'ITALIA grande quotidiano nazionale, che pubblica ogni giorno 24 diverse edizioni provinciali (abbonamento annuo L. 52), apre da oggi un abbonamento speciale, cumulativo al gior- nale/ IA CUCINA ITALIANA, al prezzo di L. 56. Per 56 lire, cioè, si può avere l'abbonamento al G I O R N A L E D ' I T A L I A c alla C U C I N A I T A L I A N A per tutto il 1933, mentre l'Amministrazione provvede a in- viare ai nuovi abbonati i due giornali in dono da OGGI al 31 DICEMBRE li quest'anno. qualità da un minimo di L. 1.40 ad un massimo di L. 2.05. Per il pa- ne comune da un minimo di li- re 1.25 ad un massimo di L. 1.75. Si può ritenere che il Comune do- ve sia a più buon mercato è quel- lo di Matera e quello dove è più caro è Firenze. Per la pasta si può ammettere che i prezzi non hanno subito va- riazioni di sorta nella grande mag- gioranza dei Comuni tranne per la qualità extra napolitana che è riuscita in qualche centro ad ag- giudicarsi un aumento-lievi pari, in media, all'uno per cento. E veniamo al riso: S. E. il sena- tore Duca Boirea D'Olmo, Gran Cerimoniere di S. M. il Re d'Ita- lia, ultra centenario, attualmente in condizioni fisiche e di spirito da destare nei giovani una serena invidia, parlando recentemente del riso fra le tante cose dette a favore del suo largo impiego nel- l'alimentazione, affermò che «chi mangia riso campa cent'anni ». Lo illustre vegliardo può ben dire co- si perchè nella sua lunga vita, at- tiva e feconda di bene, tutt'i gior- ni la sua tavola aveva ed ha come piatto forte il riso. Un piatto di risotto pur non ingombrando lo stomaco, produce 500 calorie delle duemila di cui un uomo ha biso- gno per la sua alimentazione nor- male. Il prezzo del riso, rispetto a quello che rende e rispetto ad al- tri alimenti, considerati sotto l'a- spetto unitario, è uno dèi più bas- si, tale da invogliare le massaie a dargli la preferenza. Oscillazioni scarse si sono registrate al detta- glio, mentre all'ingrosso queste 0- scillazioni hanno determinato ri- piegamento nei corsi. Le qualità pregiate hanno pertanto opposto una maggior resistenza a questo ripiegamento. La carne fresca, di tutt'i giorni, segna prezzi rispetto a quelli di qualche mese fa lievemente in ri- basso; tuttavìa il mercato all'in- grosso si svolge semp: 3 con l'im- pronta ben mercata di debolezza. " provvedimenti a suo tempo pre- si dal Governo a favore del bestia- nel reparto carne suina ed insac- cata; invece si è avuta qualche variazione nei prezzi al dettaglio dei grassi in genere e ciò a causa del rialzo della materia prima os- sia dei suini i quali in poco tempo sono riusciti ad aggiudicarsi un aumento di una lira al chilogram- ma a peso morto ben inteso. L'olio di oliva sopraffino resul- ta generalmente indebolito e ciò in modo particolare nelle regioni adriatiche meridionali. Tuttavia si pensa che a motivo dei recenti provvedimenti presi dal Governo nei riflessi di una più equa prote- zione doganale di questa derrata, si pensa, ripetiamo, che le quota- zioni possano riprendere la via che sono state costrette ad abban- donare, e qualche sintomo già con- statato suffraga questo nostra 0 - pinione. Circa la imminente campagna olearia si presume che il raccolto di quest'anno sarà lievemente su- periore a quello dell'anno passa- to che fu di hi. 2.354.350; però la qualità sarà non in tutte le regio- ni buono, anzi in talune sarà in rapporto inverso della quantità. Nel campo vinicolo vi sono no- vità di una certa importanza l e quali interessano direttamente l e nostre lettrici; dal primo novem- bre corrente mese, « non» si pos- sono più vendere vini al disotto di certo grado alcoolico, fissato per quelli bianchi in 9 gradi in volume e per quelli rossi in 10 gradi del pari in volume. Eviden- temente questa legge ha fra l ' a l - tro lo scopo di offrire -al consu- matore una bevanda più salubre e più utile al completamento delle energie che quotidianamente gli vengono somministrate dalla ra- zione alimentare. E si pensa che questo provvedimento possa ap- portare al mercato dei vini anche una dinamicità che prima non a - veva. 1 La campagna vinicola che sta chiudendosi pare abb'a dato buo- ni risultati e ciò si deduce dai se- guenti dati presuntivi: 37-38 milio- ni di ettolitri di vino immagazzi- nati rispetto a 33 All 'anno passa- to e a 36 del 1930. V. CASIERI

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