LA CUCINA ITALIANA 1932
N. H -15 Novembre 193S L A C U C I N A I T Ä X T A N Ä P R I M A DI A C Q U I S T A R E U N A R A D I O . po più densa, aggiungete un pugno di formaggio grattugiato e una presi- na di pepe cajenna, ossia peperone rosso piccante macinato. Aggiungete alla salsa (dopo fatta) qualche tuorlo d'uovo. E ' ottima per confezionare filetti di pesce, ma serve anche per molte altre pietanze. * Cesare Tirabasso. Come S i mangia all'isola d'Elba? Bene. La cucina elbana — semplice sa- porita sana —s ta tra la cucina to- scana e quella romanesca con un che di suo che ingentilisce certe pietanze comuni alle due cucine. Il sosfritto con cui gl'isolani ag- graziano con l'odore della salvia e un lontano profumo d'aglio la loro minestra di fagioli, è un se- greto delle loro massaie, com'è un segreto di certi marinari quello della sborita, del cacciucco o della minestra sul pesce, delicata che la daresti a un malato. La sborita è una zuppa d'acciu- ghe o di sardine condite con una croce d'olio uno spicchio d'aglio e un po' d'acqua salata che ti dà 11 profumo del mare. Dicono che la cucina elbana sta, con un che di suo per certi odori d'erbe su cui è passata la salsedi- ne, tra la cucina toscana e la cu- cina romana, che non sai chi ce l'abbia portata. Tant'è si somigliano, come t'ac- corgi che la parlata delle popo- lazioni, della marina a occidente del l lso:* pur ccnserva:n<lo una Sua freseihjzza toscana si sgrazia come quelle fave al guanciale dèi romani che sarebbero tanto più delicate se invece di buttarvi den- tro manate di lardo le facessero rosolare prima nell'olio d'oliva pu- rissimo, aggiungendovi poi una fet- ta di prosciutto o di rigatino che va tolto nel momento in cui co- mincia a sprigionarsi l'odore. Qui, se ci sentissero dire che là parlata dei romani sgrazia la lin- gua, partirebbero in difesa del ro- manesco almeno una decina di letterati, ma la verità è che il con- fronto tra le fave al guanciale e le fave all'olio, stabilisce sopratut- to la... misura del condimento. Ma gli elbani son celebri — al- meno in casa loro — per il modo con cui cucinano il pesce: da quel- le loro triglie coi baffi che ti ac- cendon le vene, al tonno, dalle ac- ciughe ai dentice, dall'araigosta al- le fragaglie ai... pesci in umido per il cacciucco alla livornese. P a v o n i COSTRUITI NELLE OFFICINE DI MILANO DELLA C .S .E . Vi offriranno fe migliori garanzie. P A N E T T O N C I NO E CONOM I CO PER I L TE* Si batte un uovo intero con 20 gr. di zu c c he r o so di burro, 230 gr. di fa- rina, 5 cucchiài di latte (ed anche di più). In ultimo aggiungere 1 bustina di lievito per dolci, scorzette e uva secca, un cucchiaio di ruhm. Mettere a forno caldo in una forma imburrata. I^olto economico. L'abbonata Lina Lanfrancesco, Palermo. R A V I O L I A L L A M A R M E L L A TA 4 cucchiai di farina bianca, xoo gr. ca. burro, 1 cucchiaio acqua, 1 pizzico di sale, impastare e lasciare riposare un bel poco. Stendere con il mattarel- lo allo spessore di 3-4 mm. e tagliare tante striscie verticali di 5 cm. l 'una. Ritagliare ancora in senso orizzontale in modo da formare dei rettangoli ed in ognuno di essi mettervi un cuc- chiaino di marmellata a scelta (io pre- ferisco la «Cirio»), Inumidire gli orli dei rettangoli con uovo sbattuto od anche con acqua, ri- piegarli su se stessi e friggerli nell'olio e strutto fino a che non diventino biondi. Portarli in tavola caldi su una sal- vietta, spolverizzati di zucchero vani- gliato. L'abbonata Ines Bianchi, Dal- minè. T O R T A CON P I GNOLI Farina bianca 300 gr., chiare d'uovo io, zucchero gr» 150, burro gr. 130, zucchero vanigliato gr. 50, pignoli gr. 50, cremore puro gr. 10, bicarbonato di soda gr. 5, ed un limone. Si sbattono a neve le chiare, vi si in- corpora la farina, il burro (sciolto a bagno-maria) e tutto lo zucchero. Si lavora bene la ¡mìsera e ci si unisco- no il bicarbonato, il cremore, la buc- cia grattugiata del limone, e metà dei pignol i. Si sbatte àncora bene e si ver- sa tutto in una forma piuttosto alta, unta di burro e spalmata di f a i ' na e zucchero. Si dispongono sopra Ì ri- manenti pignoli e si passa al forno non tcoppo caldo. Quando è cotta so- pra la si capovolge e se ne termina la cottura. L'abbonato Bruno Emilio, A- lessatìdrià. G E L A T I NA A L L ' AM B RA Grattugiate molto fina la buccia di un limone, aggiungetela a un quarto di litri, di acqua fredda t fate bollire, versando sopra 30 gr. di colla di pesce e lasciando poscia posare finché com- pletamente disciolta, si aggiunga il succo di due limoni. Si sbattano bene tre torli d'uovo aggiungendo poco per volta, una tazza di panna e gr. 75 di zucchero in polvere. Mescolando be- ne in un mezzo litro dì marsala o di Madera; aggiungendo e mescolando l 'acqua e la colla di pesce. Sbattete il tutto per cinque minuti in una casse- ruola sul fuoco, evitando la bollitura, poi filtrate e mettete in uno stampo. Metà «dì questa dose è sufficiente per uno stampo dì media grandezza. Questa gelatìna è raccomandabile anche per ammalati per le proprietà nutritive dei suoi ingredienti. L'abbonate Maria Silvani, Mi- lano. DO L CE DI M E L É Prendere 4 mele sugose, sbucciale e tagliale a spìcchio d'arancio, In una teglia, adatta da infornare» mettere 50 Supereterodina a 8 valvole, Altoparlante elettrodinamico. In c o n t e n t i ; « » «. „ L 2075 A rate 1 . 4 1 5 in c o n t a n t i e 12 effetti men s i l i d a L. 1 4 7 c a d . [Valvole t IUH comprtlej PRODOTTO NAZIONALE CONSOLETTE ncx L. 2400 PHOIVOLETTE RCA t. 3525 V e stato un tempo — solo pochissi- mi anni or sono — in cui era di moda sembrava necessario, avere una casa grande, dei mobili antichi ed una ap- parenza di lussuosa venustà in tutto quello che circondava la modernissi- ma padrona di casa. Epoca in cui il principale scopo delle passeggiate diu- turne delle signore , era la visita al- l 'antiquario, al mobiliere di lusso che meglio sapeva copiare gli antichi leg- gìi o i cofani del tempo andato. Lam- padari antichi, pesanti doppieri, qua- dri di antenati, iperbolici specchi in- servibili, angoliere disusate... portanti- ne, perfino, erano indispensabili i n ' ogni intèrieur del dopoguerra, che vo- lesse avere un aspetto elegante. Come sempre anche per questo è venuto il momento, della reazione. E se prima —• nel periodo più tremendo della crisi degli alloggi — gli apparta- menti grandiosi e vecchi erano i più ricercati, oggi invece non v e giovane ménagère, non V'è dama moderna che non cerchi la casa nuova. Ma — ora là crisi è in senso inverso — si cerca l'appartamento piccino che ifchieda minor dispendio dì affitto, di servizio, riscaldamento e manutenzione. Si cer- ca la modernità, il riscaldamento cen- trale, l 'acqua calda, due ascensori e... e tante tantissime altre cose. Per avere un bell'alloggio secondo Ì1 gusto rinnovato, nell'epoca nostra, in cui ci siamo stancati di un'antichità da rigattieri e da nuovi ricchi, non oc- corre un gran che. Bastano la maggior parte delle volte, un po' di ingegnosi- tà, di buon gusto e dei mezzi semplu ¿issimi. Con questi tre atout si possono tra- sformare anche dei modestissimi locali in appartamenti raff inati. Ora c'è bisogno di nuovo. Non si vuol dire con questo che chi ha una bella casa di stile antico debba but- tar tutto all'aria per cambiarla in un appartamento novecentista. Nè si vuol dire sia bello tutto quanto è moderno. Tutt 'altro. Ma l 'esiguità di spazio che ormai anche le camere delle nostre ca- se hanno al pari di quelle americane, inglesi e francesi, ci obbligano a ri- nunciare a tutti quei mobili che ri- chiedevano lo spazio degli antichi pa- lazzi. Ecco in gran patte la ragione dei mobili lisci, semplici, privi di guar- nizioni di sculture e di intagli. Mobili leggeri, sebbene solidi, che richiedono meno spazio, meno lavoro per tenerli puliti, meno fatica e meno dispendio. Mobili comodi, che sono ideali per le giovanetto spose ancora poco pratiche nell'arte difficile della perfetta mas- saia. Anche la voga degli innumerevoli soprammobili —- terrore delle dome- stiche •—è tramontata. Bastano ora pochissimi oggetti di Valore reale, i quali senza ingombrare dànnò all'ambiente l'aspetto vissuto prodotti bisogna apprezzarli per le tre caratteristiche più importanti: MACCHERONI « PURITAS » (Maccheroni finissimi per i buongustai e per chi vuol fare bella figura a tavola). Il grande loro rendimento, li rende economici. PASTA « PURITAS » ALL'UOVO (Da non confondersi con altre specie com- merciali). La signora, fine offre agli ospiti graditi la PASTA OVO « PURITAS ». I piatti che soddisfano i gusti italiani ed internazionali. 1. - Maccheroni alla chitarra: Specialità abruzzese. 2. - Fettuccine all'uòvo: Specialità romana. 3. - Tagliolini all'uovo: Specialità genovese (Tagén). 4. - Pastina all'uovo per brodo; di grande rendimento c resistenza. 5! - Pastine Bébé « Puritas »: Specialità per malati e bambini. 6. - Pastine Bébé Re Lax-o: La migliore protezione per l'intestino dei vostri bimbi. 7. - Re Lax-o: Maccheroni gustosissimi per la cura della stitichezza e dell'obesità. 8. - Condito «Puritas »: Ottimo sugo in commercio, già pronto per condire i macche- roni; contiene tutti gli ingredienti di un buon sugo. Basta versarlo sui maccheroni cotti. 9. « Scatola « La Celere » : Contiene 500 grammi di maccheroni finissimi e del sugo per condirli. Speciali tà adatta per cacciatori e sportivi. 10. - Tagliatelle all'uovo e spinacci: Specialità nutriente, gustosa, digestibile. 1 1 . - Scatola «Prónto »; Contiene 325 grammi di maccheroni alla chitarra (specialità' a- bruzzesc) trattati con sugo e formaggio, Basterà riscaldare la scatola per avere dei piatti di maccheroni squisiti. Pastificio Moderno 41 PURITAS», « Pescata Inviando entro il mese di novembre L. 3 riceverete franco d'ogni spesa un «legante flaconcino delta profumatissima ed insuperabile CO- LONZA ANTtNEA racchiuso in astuccio nuova creazione della rino- mata .' » ' . Profumeria CANNAVALE In NAPobl - Corso Umberto 1.1?6 BORIA « Via Due Macelli, 119-20 NAPOLI * Piazza Borea, 30
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