LA CUCINA ITALIANA 1932

Pag. 8 LA CUCINA ITALIANA N. T -15 Novembre 1932 OBSasmaUMMW^ jmnewmaummaimiuammmima^ Va r i e t Gaar internazieonal fra signoenn masesai Anche nel Concorso « Interna- zionale » per la Coppa della Mas- saia rurale, che ha avuto luogo a fine ottobre nella Scuola Rinnova- ta della Ghisolfa a Milano, le con- correnti dovettero superare una non facile prova in « cucina». Le giovani massaie (due signo- rine italiane, una francese, due rumene, una spagnola e una bel- ga già vincitrici tutte dei rispet- tivi concorsi « nazionali •») furono molto ammirate dinnanzi ai for- nelli e alle pentole, quando si trat- tò di risolvere il tema: «Modo di preparare una buona, sostanziosa ed economica zuppa di verdura ». I primi tre premi (che si riferi- vano, oltreché a questa prova, an- che a quelle sul modo dì pianta- re cavoli in due metri quadrati di terreno ver ciascuna, alla prepa- razione del mangime per i polli, allo stiro di una camicia inami- data, ecc.), furono distribuiti da S. E. Marescalchi, Sottosegretario 1 di Stato. Essi consistevano in una Coppa donata dal Ministro Acer- bo (vincitrice: signorina Maria Benedetta Conci di Trento), in una medaglia della Società Agraria di Lombardia (vincitrice: signorina signorina Delia Montanari di Mi- lano), in una medaglia offerta dal Gruppo d'Azione per le Scuole del Popolo (vincitrice la signorina I- nes Pisom di Trento). II nostro giornale, altamente compiacendosi di quest'aura affer- mazione. relativa alla cultura teo- rica e pratica della Massaia mo- derna, invia uno speciale plauso alla esimia Direttrice della scuo- la Rinnovata della Ghisolfa, pro- fessoressa Maria Levi. ne con le uova, si serva in un piatto cavo, che possa contenere la salsa, da servirsi con il cuc- chiaio. si riscaldi lievemente il piatto, perchè la porcellana fred- da non sottragga calore alla frit- tata, coagulando la salsa. (Dalla Gazzetta del Popolo). Le uleiv eteletteirat frainas Il poeta e giornalista Jean Car- rère, la cui recente scomparsa ha destato un così largo e sincero rimpianto anche in Italia, dove egli si era fatto amare e stimare come inviato speciale del « Temps » in Libia al tempo della nostro con- quista e come corrispondente ro- mano dello stesso giornale fino al 1924, aveva pubblicato in un quo- tidiano di Roma, verso la fine del- la sua nobile carriera, alcune pa- gine autobiografiche oggi piamen- te riesumate dai suoi amici. Ne stralciamo un brano caratteristi- co, tutto pervaso dal più giocondo spirito conviviale. E' la narrazione d'una festa gastronomica offerta nel 1390, in Guascogna, in onore del noeta provenzale Cortète de Prades. L'imbandigione era opu- lenta e comprendeva certe ma- gnifiche olive che il guascone cor- rere aveva battezzato nella lista dei cibi come « olive alla proven- zale », in omaggio agli ospiti feli- bri, sebbene sapesse che in realtà erano state colte in un altro di- partimento. vicino. Questo lieve a- | buso non sfuggì alla perspicacia di Paul Arène, il pittoresco autore di « Jean des Figues », il quale cor- rugò minacciosamente le'sue belle sopracciglia olimpiche e volle co- noscere il responsabile della misti- ficazione. Frittat al tonon Brillat-Savarin e Umberto Notai r Una gentile lettrice in una sua patetica letterina, ci scrive: « Nel romanzo di Umberto Nota- ri: « Nando e la cucina », ho letto l'elogio della frittata al tonno. Non ne avevo mai sentito parlare ed invano ne ho cercato la ricetta sui comuni manuali dì cucina. Tuttavia, credendo si potesse pre- parare come una frittata ai car- ciofi, alle erbe, ecc., mi sono ugual- mente provata a farne una; ma ahimè, il risultato non è stato pa- ri all'aspettativa. D'altra parte non posso crede che il grande Nando l'abbia ricordata senza fon- dato motivo. Volete, quindi, aiu- tarmi a conoscere questa nuova pitenza, insegnandosi il modo di prepararla? ». Accontentiamo volentieri la no- stra lettrice, la quale ha dimostra- to di meritare il dono d^lla singo- lare ricetta. Infatti, la frittata al tonno non è un piatto comune e conosciuto, tanto vero che Nando diceva: « La frittata al tonno è un piatto semplice, gustoso, nutriente, profumato, che può servire di pie- tra di paragone; esso separa in- fallibilmente gli intelligenti da quelli che non lo sono ». La ricetta ce la dà Brillat-So- varin nel suo volumetto: «Fisiolo- gia del gusto ». raccontando pure l'episodio che gliela fece conosce- re. Egli un giorno fu invitato a pranzo dalla più bella e più ele- gante signora di Parigi la quale giunse in ritardo per ricevere i suoi ospiti e, ancora tutta commos« sa, si scusò raccontando U motivo che l'aveva costretta a mancare di puntualità. Era stata a visitare il suo curato e l'aveva trovato a tavola; ciò l'aveva costretta ad as- sistere al vasto del sacerdote e, fra le diverse e prelibate portate, aveva notato una frittata così -bel- la. succosa e profumata da sen- tirsi venire l'acquolina in bocca. Si trattava di una frittata al ton- no sconosciuta allora quanto og- gi.' Briliat-Savarin non volle sa- perne di più, e sguinzagliò il suo cavo cuoco alla ricerca della ricet- ta", che venne infine trovata in tutti i suoi particolari. Ed eccola quale è: «Per sei persone: Prendete da- gli intestini di due maschi di car- pa quella sostanza bianca e molle detta comunemente « latte di pe- sce ». Lavatala per bene ed im- bianchitela, gettandola in acqua bollente, lievemente salata, e la- sciandovela per cinque minuti. 17- nitela poi ad una porzione di ton- no giovane, della dimensione di un uovo di gallina, e triturate il tutto in modo da mischiare per- fettamente le due sostanze, che poi getterete in una casseruola, con un pezza di burro molto buono, lasciandovele fino alla fusione di quest'ultimo. Qui risiede appunto la singolarità della frittata. « Prendete allora un secondo pèz- zo di burro e impastatelo con prez- zemolo ed un po' di cipolletta, stendendole nel recipiente destina- to a ricevere la frittata; spreme- tevi sopra il sugo di un intero li- mone e posate il recipiente su la cenere calda. Sbattete dodici uova freschissime, insieme con la amal- gama di tonno e di latte di pesce, in modo che ne risulti una fusio- ne perfetta. Proseguite poi nel so- lito modo con cui si confezionano le frittate, avendo cura che essa rimanga morbida e densa ad un tempo, ed assuma una bella forma Paul Arène mi guardò terriUl-. mente — narrava Jean Carrère —soltanto la domenica! ed io sentii come la Fedra di Ra- cine, le mie ginocchia mancare sotto di me. Per fortuna erano sotto la tavola e nessuno potè ve- dere il mio turbamento. «— Giovanotta mi disse il per- fetto narratore della « Chèvre d'or », queste olive sono ottime, ma per Giove non chiamatele al- la « provenzale »! E' inutile dire che, dopo quelle parole enigmatiche, tutti divenne- ro curiosi; Anatole France sopra tutto, insisteva perchè Arène for- mulasse la vera ricetta. Allora il divino « fèlibre », tenendo con la punta delle dita un'oliva verde, con una serietà dì console ro- mano : . « — Voi prendete un'oliva — dis- se —, la più bella e la più carnosa possibile. Poi, prendete un'allodola di cui togliete le viscere. Vi met- tete dentro l'oliva legata. In se- guito., prendete una pernice l'apri- te e vi mettete dentro allodola ed oliva. Dopo questa operazione, prendete un pollo e Vi ficcate den- tro l'oliva e l'allodola avvolti nel- la pernice. Poi il pollo lo mettete in un tacchino; il tacchino in un porcello; il porcello in un vitello e il vitello in un bue. Infine legate il tutto solidamente e lo fate cuo- cere a lento fuoco di legna, per due giorni, due notti e una mat- tina giusto per giungere all'ora della tavola. A questo momento, togliete il bue e lo gettate ai cani. Poi gettate il vitello; il porco; poi il tacchino; poi il pollo; poi la per- nice; poi l'allodola. E, in fine, dei conti, non vi resta che l'oliva. Ma, quale, oliva! « E poiché Anatole France, ri- dendo. di cuore, domandava: « — Voi ne mangiate spesso di queste olive? « — Oh! — rispose Arène con un'aria modesta — la domenica, virsi anche contro voglia o. cornuti- altre abbonate: «Mediante un polve- qué, mangiare molto adagiò» appuntò rizzatore a mano cercare di iniettare j per cercar di equilibrare la maggiore nei fori praticati dai minutissimi ro- o minore lentezza impiegata dagli al- ditori del petrolio o dell'essenza di tri; e viceversa, se del caso, affret- : trementina. Si può anche usare una tare i tempi. In una tavola di perso- piccola siringa ed iniettare tali liqui- ne tutte molto educate, l'imbarazzo di in ogni buco ». che forma oggetto della sua domanda, 1 m . P., Palermo. — Per rispondere gentile signora, non deve verificarsi 1 alla sua domanda ci siamo rivolti alla poiché dal canto suo l'invitato cerca j Federazione Fascista dei Commercian- di Intonarsi agli altri; ma, purtroppo, i ti in Roma, le risponderemo nella anche la buona educazione può veni- ; « Piccola Posta » del prossimo nu- PICCOLA POSTA Prof.ssa M. >B. D., Palermo. —• « De- lia » è rimasta veramente commossa nei sapere per caso (in seguito alla domanda cui qui si risponde) che fra le più affezionate abbonate della pri- ma ora, deve annoverarsi anche la sua più cara compagna di collegio: Matilde! Questa, molto simpaticamen- te, ammette a priori che la risposta sarà ottima, poiché «ogni cosa che viene da « Delia » — scrive — non può essere che buona e seria ». Senon- ehè in questo caso « Delia », declina la responsabilità, poiché, a sua volta, essa è soltanto portavoce di una sen- tile e bella signorina che applicò la cura cilena e ne dettò la prescrizione per il numero di settembre. (Vedasi l'articolo; «Moda, bellezza e alimen- tazione»). Tale signorina, nuovamen- te interrogata da noi in seguito alla richiesta della professoressa di Paler- mo, ci risponde o2§'i quanto appresso: Mia cara Madrina, Infatti la tua abbonata ha ragione. Furono cernessi due pasti della prima settimana, e cioè quello delle 4 e quello delle 8 di sera: ìl -primo consta di un caffè e di una mela, il secondo di un po' di pane nero spalmato di burro; verdu- ra, cotta semplicemente nell'acqua, e due mèle ». F. S-, S. Giacomo Veglia (Treviso). — Al suo rilievo: Ci sembra che, se anche qualche numero dei nostro giornale, per il for- mato, uso quotidiano-politico, possa facilménte sciuparsi e sperdersi du- rante l'annata, sì da non potersene conservare rigorosamente tutti i dodi- ci numeri — come avverrebbe se fos- se informato di rivista — il prezzo di lire cinque all'anno rappresenti, e dia, adeguato compenso a2ti abbonati nel caso vengano a conservare, per esempio, otto o nove numeri solamen- te anziché dodici; tanto più che an- che quelli dispersi o sciupati avran- no già compiuto il loro ufficio; da quando arrivarono nelle mani di chi li consultò a quando subirono avarìe o smarrimenti. E. B„ Alessandria. — Ella ci rivolge un altro piccolo biasimo, (temperato, per altro, da molte simpatiche lodi al nostro giornale). Il suo malcontento è originato nientemeno... dall'aver noi pubblicato alcune ricette « futuriste ». Ella osserva che «non è questo il momento di propagandare raffinata cucina costosa, mentre molti padri di famiglia hanno penosi ¡»rattacapi per provvedere al solo pane...». Noi siamo di opinione diametralmente opposta: Non ci sarebbe la cosidetta crisi se gli industriali non dovessero restringere la propria produzione, licenziando conseguentemente operai ed impiega- ti (e lo stesso dicasi per i • commer- cianti). Ma perchè non si verificasse il danno dei produttori, sarebbe ne- cessario che non diminuissero nel paese i consumi; e, per non far di- minuire i consumi, occorre fare nel pubblico... la « coscienza di acquisto », in ogni campo. A che servirebbero le campagne a pro del riso, degli agru- mi, dell'uva, del vino, del latte, della moda italiana ecc., se poi nessuno de- gli italiani facesse spese al riguardo? Ci troviamo di fronte a un circolo vi zioso. Noi crediamo di contribuire a risolverlo nel migliore e nei più sim- patico dei modi; propagandando da un lato la cucina a buon mercato (ve- dansi i nostri concorsi; la nostra «Bi- blioteca di Gastronomia » con apposi- to volume pràtico di tale argomen- to (1): ma, dall'altro lato, invoglian- do i ricchi alla cucina costosa! Ciò le spiegherà pure lo spirito del romanzo « Nando e la cucina ». per tale capo d'accusa,. quindi, riteniamo di essere assolti se abbiamo pubblicato le ricet- te del « Santo Palato » e dei princi- pali esponenti futuristi. Sulle altre osservazioni, per contenere la presen- te risDosta in limiti proporzionati, ci re obliata; Quando, per esempio, le di- scussioni di politica e di arte prendo- no il sopravvento. D'altra parte, è buona educazione anche quella di non mangiare mentre' si parla e, tanto meno, mentre si discute... Tornando a bomba, ecco perchè ab- biamo incominciato il nostro consiglio con la osservazione che molto dipen- de dall'occhio e dal tatto; un servi- zio troppo celere fa restare mortifi- cati coloro e h e ancora hanno citoo nel proprio piatto poiché si trovano nel dilemma; o ingurgitarlo con tutta fretta, o vedersi portar v ia a malin- cuore una pietanza forse prelibata. Ma un servizio troppo lento costringe- rebbe chi ha già finito a vedersi di- nanzi ancora per un po' il piatto vuo- to : il che, non è, certo, simpatico. P. V., Trento. — Si, va bene: la constatazione platonica « che ogni massaia deve possedere La Cucina Italiana è ormai universale. Ma, ciò non ostante, se leviamo dal numero dei nostri abbonati gli uomini, i col- legi, gli alberghi, le Scuole di Econo- mia domestica, ecc., arriviamo neppu- re a centocinquantamila, come nume- ro di singole abbonate. Orbene, que- sta cifra, se è rilevantissima in con- fronto a quella che possono vantare altri giornali femminili, è irrisoria quando Si pensi che le famiglie ita- liane si aggirano intorno ai 5 milio- ni. Togliendo gli analfabeti, i conta- dini e quell'altra gente che non può interessarsi della gastronomia », di- ciamo che ascendano a soltanto 2 mi- lioni le famiglie d'Italia che. hanno dovere e piacere di curar la mensa, conoscere elementari principi d'econo- mia domestica ecc. Che cosa sono 150.000 in confronto di due milioni? Se, però, ognuna delle nostre 150.000 abbonate, ci procurasse una media di altri 10 abbonati, ecco che in un mo- mento si arriverebbe a un milione 6 meazo. Non bastano i discorsi. Prose- liti ci vogliono! Comunque, a lei, grazie. M. E. M., Moneglia. — Come pre- mero. F. P., Roma. — Il nostro ufficio « Abbonamenti » non aveva saputo decifrare il suo cognome nel vaglia speditoci. Lo rileviamo adesso dalla sua cartolina e provvediamo immedia- tamente. A. M., Mirabello di Ferrara. —-. Mol- ti sono — e per noi ugualmente gra- diti — i modi per farci pervenire ri- messa di denaro; o il vaglia postale (tassa: 0,40 fino a 25 lire; 0,80 fino a 50 lire; 1,20 gno a 100 lire; 2 lire fino a 200 lire; 2,50 fino a 300 lire) comodo per chi spedisce in quanto che, può conservare la relativa ricevu- ta emessa dall'ufficio mittente; o l'as- segno circolare o bancarie, comodo anch'esso inquantochè non costa nul- la (all'infuori del francobollo per l'in- vio) ovvero francobolli o marche al- legati al biglietto che spiega la ragie* ne dell'invio. Infine, per coloro che risiedono a Milano, una forma che non comporta nessuna spesa è quella di versare «brevi manu» la somma alla Libre- ria della Società Anonima Notari, via Montenanoleone, 43, Milano. Prof. L. F. Milano. — Ella si è sor- presa di vedere adottare come pseu- donimo dell'autore di qualche volume della nostra Biblioteca Gastronomica, una parola francese: «Mascotte». Tanto più se ne meraviglia in quanto che suppone — e qui sta nel giusto — che quell'autore sia poi... un'autri- ce, nota per le sue propagande di ita- lianità. (L'allusione è a «Delia»), Appunto da certi pulpiti si può in qualunque caso essere meno domeni- cani. E bisognerà cominciare ad in- tendersi sulla fobìa di certi vocaboli esotici o ritenuti tali. I più colti sono in grado di distinguere quali parole di origine greca e latina, e perciò comuni alle lingue neo-latine, venne- ro in queste tradotte dall'italiane e non viceversa. Non solo; ma vi sono vocaboli, come appunto mascotte; i quali sono ormai penetrati e trasfusi nella lingua italiana perchè dì assai difficile sostituzione: In fatti, nel ca- mio della sua propag nda le abbiamo so speciale, il « porta-fortuna » (che spedito il Manuale di Apicio. equivale) non starebbe però bene in . , , m _ > „ .. . . tutti quei casi in cui si dice « maseot- A. M„ Trieste. - Ella comincia sim- i t e j > ) > P e r c i ò s - a m m e t t e . anche da l'appoggio dato dal nostro giornale al- la importante campagna di cui è apo- stolo il senatore Rossini, presidente dell'Ente Nazionale Risi, abbia incon- trato unanime consenso dei nostri lettori. E sia permesso al nostro amor prioprio, alla nostra legittima ambi- zione, di sentirci specialmente lusin- gati dalle simpatiche parole laudative che si è compiaciuta rivolgerci la più grande poetessa d'Italia: Ada Negri! (1) « La Tavola a buon mercato». re a noti ed ignoti, n forno « Reco- fix » è veramente cttimo e chi scrive queste note ne possiede due nella sua cucina... ». Quanto al « Cuocilegumi » a vapore, lèi s'onda una porta aperta nel ricor- darcelo e nei consigliarci di farne propaganda. Infatti in molti numeri del nostro giornale abbiamo spiegato che, per far conservare alle verdure tutte le loro prerogative, tra cui il vi- taminismo, non bisogna disperderne i principali elementi nell'acqua (ad ec- cezione di alcune, per le quali la bol- litura è necessaria, quali 1 cavoli). Riguardo alle macchine di uso moder- no i>er lavare, noi, invece, siamo al- l'antica e parteggiamo ancora, special- mente se si vive in campagna, per il bucato casalingo con ia lisciva di ce* nere e il relativo indaco nella riascìac- quatura. (Naturalmente Spigonardo è Iris completeranno il patriarcalismo di questi gusti « nausichiani ». M G-, Milano. — E' giusto. Il suo abbonamento scaue proprio nel dicem- bri; 1932. Ella è stata sollecitata per ènore. I. S-, Comisò. — La nostra « Wilna » nei registrare il vaglia da lei inviato in giugno scrisse il suo cognome Sansevero. Ecco perchè non risultava che l'abbonata sanvenero avesse rin- novato l'abbonamento, scusi. T. R„ Pozzuoli. — E ti daremo del tu anche noi. La tua dichiarazione ci è riuscita graditissima, tanto più che non sei la sola a dimostrarci come sia conseguito l'alto scopo per il quale venne fondato questo periodico ; su- scitare nella donna l'amore ai fornelli e a quelle cure casalinghe che, per un falso snobismo, le signore moder- ne andavano trascurando, quando non le disdegnavano addirittura. Ci piace, anzi, ripetere le tue testuali parole: «... Devi sapere che ho lasciato da po- co la scuola e sinora disdegnavo an- dare in cucina. Ti prometto però che, con il tuo aiuto, sarò una brava cuoca anch'io. Ti mando subito un vaglia per rinnovare l'abbonamento e ti chiedo perdono se oso dare il tu: gli è che io mi considero come una tua affezionata alunna e al tempo stesso amica...». Grazie, grazie, cara! G. p„ Milano. — H a torto liei chie- derci scusa per il disturbo che, secon dò lei, Ci recherà il rispondere alla I inviar« compenso per le copie ai tu-1 per 1 pep ----- _ tl su a domanda Essa, anzi, tiare fatta Elio agosto rispedite. De gradisca : mo occupati nell'ultimo se „remure, u come omaggio. che non toglie che, per fare cosa gra- G. F„ Avellino. _ Venne inviato ! d l t a n 0 8 t p e r l c W e ^ « numero di saggio alla signora De Fel, ce e alla signora Di Paola, come da suo invito. páticamente a spedire l'ammontare dei primi abbonati che ci procura. So- no pochi però, e, nel suo stesso inte- resse, per meritarsi il regalino che la nostra Amministrazione offre ai pro- pagandisti, cerchi di intensificare. M. P., Modena. — Quanto sopra, valga anche per lei. E tanto più ci meriteremo simpatica propaganda da lei, in quanto che diamo immediata. soddisfazione al suo desiderio: Sul co- me si può salmistrare la lingua di bue. (Veda nella rubrica «Cantina è Di- spensa» di questo stesso numero). N. B., Savona. — Siccome non pos- siamo, caso per caso, ringraziare tutti coloro che ci procurano un abbona- mento, il suo nome avrebbe figurato nell'elenco dei ringraziamenti ai vari propagandisti (lo vedrà, infatti, in questo stesso numero). Ma la persona da lei presentata, signora Eetta Bru- netti, di Savona, dovrebbe, invece, a- vere regolarmente ricevuto intanto non solo il numero di ottobre, bensì il settembre, agosto e luglio, in quan- to che noi facciamo decórrere gli ab- bonamenti o dal gennaio o dal luglio. Il disguido postale, dunque, non si ve- rificò per la sua lettera: sarà invece avvenuto per il nostro pacco. A me- no che la sua amica a quest'ora sia già in possesso dei giornili. R. De L„ Laino Bruzio. spendere a lei, dobbiamo chiedere scusa a tutti i lettori ai quali si in- fligge la noia di leggere ancora una Volta ciò che abbiamo ripetutamente stampato su questo foglio, e cioè che i numeri disponibili dalla fondazione del giornale ad oggi sono : 1929: dicembre; 1930: marzo, aprile, novembre; 1931; febbraio, marzo, a- prile, maggio, giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre, dicembre; 1832: gennaio, febbraio, marzo, aprile, mag- gio, giugno, luglio, settembre, ottobre. Dato ciò non possiamo esaudire che in parte il suo desiderio. M. S., Pisa. — Anche l'informazione che per ogni cambiamento di indiriz- zo occorre mandare alla nostra am- puristi, quali un Alfredo Panzini, l'a- dozione di tali parole. Vedasi l'utilis- simo e magistrale Vocabolario Moder- no del grande scrittore, Accademico d'Italia: « I vocaboli che non si tro- vano negli altri dizionari». Già.' Ma tutto ciò non ha rapporto coi fornelli e le pentole. Abbiamo ri- sposto in argomento all'abbonato prof L. F. soltanto perchè la sua critica riguarda la nostra Biblioteca di Ga- stronomia. G. M., Ravenna. — Ma sa che la sua ostinata richiesta comincia a pa- rere una vera e propria fissazione? 11 galateo della P. P. ci ha consiglia- to l'eufemismo di tale parola; se no, avremmo detto « scocciatura». La prima sarebbe una disgrazia sog gettiva, ma la seconda, purtroppo... è oggettivissima! F. B., Stenico. — L'argomento dei pomidori cucinati in svariatissimi mo- di fu abbondantemente svolto nei nu- meri di novembre 1930 e settembre 1932. Non ci torniamo sopra. Scusi. A. F., Trieste. — Non abbiamo il si- stema del conto corrente pestale. Ida Azzali (S. Vincenzo La Costa); Giuseppe Geraci (Catania); Angela Lillo (Canonica Vaticana); Giuseppe! Morlacchi (Legnano) ,- Vincenzo Rug< Per ri- S i e r o ( T u f ° ) ; Isabella Tassoni ,Ca- " ' tanzaro) ; Giovanni Zangara tCata* nia). Preghiamo questi sette abbonati di significarci se il loro reclamo ha an- cora oggi ragion d'essere; o se, invece, come ci auguriamo rappresentasse un incrocio e sia, oramai, «superato». F. L. P. C„ Aprìgliano. - R. M. di G., Noto. -— Per le varie «conserva- zioni » richieste da queste due gentili abbonate, richiamiamo la loro atten- zione sul numero di aprile- 1931 (po- modori, asparagi, carciofi, tartufi); sul numero di ottobre 1931 (meloni); sul numero di settembre 1932 (fagio- lini, caroti- cipolline, fave, funghì, ce- trioli). Scorrendo poi le precèdenti annato elei giornale, la conservazione ministratone una lira, fu in più oc- \ di melanzane e funghi fu trattata dai casioni ripetuta. Non si disturbi ad j numeri dì agosto e ottobre 1930. Ma ; i di l j p e r i eroni? Anche dì essi ci sia- 110 ¡J\J f CUf 140U Usi I Is U, tiA i v \vJ « IV» » « v— ^ i J UWWO U i " " U l i l í i ^/A «-»¿^Wi. í l i U i l U I U l , allungata. Versatela abilmente nel J riserviamo risponderle nel prossimo piatto, e serviteli subito». E' onesto un cibo adatto per co- lazioni leggere, per riunioni di di- lettanti buongustai, in cui si sa come e che cosa si mangia; un buon vino vecchio compirà il qua- dro ddizioso. • Bisogna tenere presente, però, che il latte di pesce ed il tonno debbono essere rosolati senza ve- nir vrima bolliti, per il fatto che la bollitura lì farebbe indurire; U che impeà&obbe pei la loro fusio- numero. Cav. GUGLIELMO CURTI, Reggio Emilia. — Abbiamo scritto per intiero ii suo riverito nome anziché limitarci alle iniziali, per non incorrere nèl pe- ricolo, da lei per se stesso temuto, che «si possa supporr© una finta allo sco- no di fare reclame a qualche ditta ». Ella infatti conchiude la sua lettera con questa dich'arazione: «... Io non ho interessi, legami, e, tanto meno, rappresentanza della c » s » . Clic lodo, mosso soltanto dal desiderio di giova- apposta per darci modo, pure in que- sto numero, di dedicare due parole al riso. Ella, dunque, ci chiede quale sia la migliore qualità di Questo "cereale; e la contentiamo subito; chiedere al fornitore il tipo cosidetto « Vialone ». Non creda che questo vocabolo sia dialettale. E' proprio il nome tecnico, Ufficiale del migliore riso in com- mercio. I. B-, Bogliasco. — Quando la S. V. avrà avuto l a amabilità di insegnarci che cosa sono i « chiarotti », allora soltanto noi potremo darle la ricetta per conservarli sia al liquore che allo sciroppo. A. G., Siracusa. — Rispóndiamo ai tre punti delia sua lettera ; 1) Grazie; ma la signora Elvira Vasques — abbonata che ella ha avu- to la cortesia di procurarci — non si è invece fatta ancor viva. Sarebbe opportuno rinfrescarle la memoria. 2) Per la sua osservazione di carat- tere amministrativo, è vero che il suo abbonamento scade alla fine di ago- sto. Abbiamo rispedito il numero di tale mese e quello dì luglio. 3) per tutto ciò che riguarda la con- servazione di frutta candita, racco- mandiamo l'interessante trattato del- la Marescalchi Bauer - Editori Fra- telli Marescalchi, Casale Monferrato. G. M., Roncada. — La sua doman- da è opportuna poiché anche chi le risponde si trova talvolta nello stesso imbarazzo che deve avere provocato in qualche caso la sua richiesta : Se. cioè, chi serve un pranzo, debba a- spettEire, per portar via i piatti di ogni portata, che tutti i commensali vi abbiano deposte le proprie posate (in altri termini: che abbiano finito quella tale portata) ovvero toglierle a uno a uno, di mano In mano che ne presenti l'occasione la maggiore o minore rapidità gustativa del com- ?;, i specialmente {¿'abbonala di Apriglia- , I ilo. « che rimase sempre «elusa nella VA. , . - . : Cirstfy\l<t .-. .. riuscita dei suoi peperoni sottolio», , si dia oggi, nella rubrica « Cantina e L. B., La Spezia. — Si, e vero, ella ¡dispensa»., una nuova ricetta. « R A M M E N T I Per la speciale gentile propaganda è in credito di nostro doveroso rin- graziamento per la sua propaganda. Per altro è chiaro che una distinzio- ne va pure fatta tra coloro che si li- _ ^ ^ w _ _ mitano a mandare indirizzi per inviò ', simpaticamente svolta in questo"mese di saggi (lei ci rammenta di avere«- j p r o d e l n o s t r o giornale, vadano Sen- ne inviati venticinque) i quali potreb- 1 t l t A i e d U a D i r e Z i one ai seguen- ; bero anche risolversi in una spesa, per { t i c o r t e s i abbonati: la nostra amministrazione, e coloro | Dot f c _ F r a n C Q A n e l l i (Po stumia) ; l Emma Balducci Asta (Anzio) ; Laura Balsari Bellini (Oleggio); Dina Basili Domeniehelli (Pergola) ; Nina Boschet- ti (Savona) ; Lina Bruno (La Spezia) ; Fornarina Buzzi (Sondrio) ; Alma Gan- tova Ceretti (Intra p. Selva) ; Giovan- nino ©escùtiti (Udine); Giuseppina Chiesa (Lecco) ; Alfredo Cimardi (Porto S. Giorgio); Pia Croce (Mode- che, invece, insieme ai nominativi mandano, o fanno mandare, l'impor- to degli abbonamenti. S. B., San Benedetto del Tronto. — Gli argomenti che la interessano fu- rono tratteti nei numeri: agosto 1930, ottobre 1930, novembre 1930, luglio 1931, settembre 1931. ottobre 1931 e del resto, anche durante il 1932 nella ru- brica « Dispensa e Cantina ». Ci di- j na) ; Edoardo Croscio (Isola d'Istria) ; spiace non evadere la sua richiesta, Teresina Fantoni (Leggiuhó Säflgia- sempre in vista di quanto abbiamo e- ' no) ; Luisa Ferraretto (Lodi) ; Irma . " "^H a H. De L. di Laino Bruzio e • Ferrerò (Tollegno); Carlotta Frongia M. S. di Pisa: non potersi, per con- | (Bosa) ; Maria Greco (Firenze) ; Fran- are Uh nuovo abbonato, annoiare i china Lana (Milano) ; Anelila Leonar- diecine di migliaia di abbonati vecchi, j di Bianchetti (Riva sul Garda) ; Sal- A De G di S E Torino. — Ella ! vatore Riviardello (Reggio Calabria) ; invece, fa una domanda che, pure ri- Maria Emilia Manganelli (MOneglia); Raffaello Marsiglio (Ferrandina) ; El- vira Molin (Portobuffolè) ; Maria Mo- rando (Genova); Anita Morino (Ro- ma); Stefano Murri (Fontespina) ; Marina Nebuloni (Mortara); Anna j Maria Oggioni (Roma) ; Emestina Or- guardando il modo (già più volte trat- tato) di conservare i peperoni, pre- senta una novità: « Purché senza à- cetoì > ella aggiunge. E le saremo precisi nel prossimo nu- m f ° - „ . „ —, ! nani (Verona) ; Lina Panizza (Andor- L. G„ Campigha Cervo - Il volu- ftQ M i c c a ) ; B i c e poggi Longostrevi me «La tavola della salute» ael prof. : A l b e r i o ( M i l a r , . 0 ) ; Sara Rosa (Rovere- Varanini, facente parte della nostra t o ) Giuseppina ¡Rotondi (Varese); Biblioteca Gastronomica, è in corso G i ! d a T a r r 0 ' n ì (Rimini); Ines Ventu- di stampa. Sarà pronto fra una deci- • r j m (Udine) ; Marma Vescovi (Asia- na di giorni | g 0 ) . carolina Zaccano <Napoli). N. C., Spongano. — Il modo di di- ! Non possiamo esimerci dall'inviare, ... ^ struggere i tarli nel legno? E' già sta- una parola di doveroso ringrazismen- mensale. ¿"^sopratutto "quesTìonè"di to i nd i a to nel numero del novembre to anche a tutti coloro che (e sono occhio di tatto- Evitare l ' eces so i n ' 1 9 3 1 (rubrica «La Massai» Moderna, stati tanti), hanno tributato speciale un sensd» 0 nell 'altro!' intanto' com'n-, Consiglio prat ici»). encomio e plauso allo speciale nume- ciamo a stabilire che i padroni di ca-1 A buon conto,- lo ripetiamo essendo ro dello scorso ottobre d u c a t o al n» sa hanno il dovere di novamente ser- argomento che può nteressare molte so. Siamo altamente soddisfatti che Capitale sociale L. 700,000,000 Riserva L. 580,000,000 RACCOMANDA L'USO DEI SCOI A S S E G N I « V A D E M E C U M , , PER"*! PAGAMENTI ORDINARI E DEI 13« C. \m TRf tVELLERS* CHEQUES ( A S S E G N I VEIL V I A G G I A T O R I ) IN L I K E I TA L I ANE, F RANCHI F RANCESI, DOLI.A CI E STERLINE PER CHI VIAGGIA I « B.C. I. Travellers' Cheques» sono venduti franco di commis- sione e spese * "PRIMUS,, DOPPIO USO-NOVITÀ* Lampada ad incandescejisa a petrolio. Applicasi al fornello a petrolio PRIMUS N. 100 Forza 300 Candele Veri originali svedesi B. A. Hi orili & C. Agente per il Meridtonala d'Italia, la Sicilia e la Sardegna DANIELE WEIDLICH Palermo (51) Chiedere listino N. 5 vendita al soli rivenditori Pelle grassa Pori dilatati Punti neri Acne Rughe Borse palpebrali spa r i s cono con l a f amo sa OR BARBERI che r ende l a pel le bianca soda fresca a liscia coma Alabastro. Si vende L. U nel le buone p r o f ume r ie e f a rma c ie o si spedi sce f r a n c a I nv i ando v a g l i a dt L. 15 a) Dott. BARBERI » Piazza S. 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ABBONAMENTO ANNUO ITALIA Lire 10,— » ESTERO Lire 20,— Scrivere: Agenaia L'UTILE . 14 via Felice Casati - MILANO (11)8 . ¡ S E N S A Z I OEN A L S Ü O P EAI Ü T Con poche lire potrete rimette- re a nuovo tutte le tappezzerie ed i soff itti di casa vos t ra? Essi riprendono il primitivo c o - lore, la nitidezza e la brillantezza di quando erano nuovi, usando il CLIMAX sufficiente per molti lo- cali inviandoci L. 10 in franco- bolli o a mezzo cartolina vaglia. Spett. Bottaeg dell Novàit Vai kimm 10 -bsi - Miloan Favorite spedirmi un barattolo l i CLIMAX. Noma > : < : ! : ; • 1 1 • « , , > Via s « e j 1 Città <Pf0». s ! |

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