LA CUCINA ITALIANA 1933

iLPRODOTTO„CLASSICO "illanzp, s o f o manzo d a 65 anni concentra CaCompUEB/ù per iisuo Euro ¿s fratto dì Carne.« "NEVE. ' nmram Ä S T » CREMA r... PROFUMESlEîiàco^, s g R ONGUSTAI atti prelibati - Cucina iolcloristica - Cucina conviviale F r e t t a ai b i mb i ? . . . in cucina Ci sia permesso, una volta tanto, di scrivere un artìcolo di criti- ca su un libro recentissimo. E'vero clie si t rat ta di un libro d'eccezio- ne, oltre che di un volumetto au- tent icamente aureo, sia per il con- tenuto sia per ! . copertina dorata. Tanto che nello svolgere il grazio- so pacchet to ci parve di ricevere un bel panino di cioccolata, di quelli fini, avvolti nel la stagnola della quale poi i ragazzi si servo- no per ricoprire i due soldi di ra- me trasformandoli in bei maren- ghi di felice memoria. Ma, visto il taglio delle pagine, si pensò ad un libro di preghiere: e preghiere so- no infat ti le salmoclianti prose rac- colta in questo volume (e poesìe anche) : preghiere di buoni e gau- denti frat i, raccolti in religiosa le- tizia intorno al la tavola di un chia- ro refettorio in un giorno di gran- de festa, quando cioè alla tavola conventuale è permesso di essere ben forni ta, e nel cuore dei Fra- telli splende la luce del regno di Dìo sulla terra, poiché qui si trat- ta della Tavola della Celebrità. Non facciamo i l nome dell'Edi- tore per non aver l 'aria di fargli la réclame, tanto più che non ne ha bisogno e che questo libro sarà for- se il più venduto in I tal ia, que- st 'anno e per molti anni ancora, e forse diventerà anche un cimelio, un testo da biblioteca, e forse an- che un'antologia storica. Cento diciotto celebrità hanno infat ti collaborato a questa anto- logia, senza contare il geniale scrit- tore (o scrittrice ? \ che dettò la bella prefazione. Dalla quale pre- fazione, per cominciar bene, ci per- met t iamo riprodurre alcuni brani. « I l titolo del presente volume avrà fat to supporre che vi siano indi- cati, di alcuni uomini celebri, gl speciali gusti gastronomici, le pie- tanze preferite, qualche- aforisma cucinario, ec.; ma forse non si im- maginava che si t rat tasse di un ve- ro e proprio ricettario di vivande, det tato dalle più illustri firme. An- zi la cosa sorprenderà, poiché non è ancora «pac i f i co» il non esser- vi, né potervi essere, — alcuna Incompatibilità f ra la vita dello spirito e l 'amore della tavola, e è sempre diffuso il pregiudizio che, invece, vi sia un'ant i tesi fra cer- vello e stomaco: che, anzi, le per- sone d] eletti sent imenti e di gusti raff inati abbi ano, a ¿degnare ai % grossolani» l ' interesse della cuci- n a e della mensa. Quale sment i ta con la presente pubblicazióne! Ol- i r» a ricette delle maggiori perso nal i tà italiane, (rappresentate in ogni campo: lettere, arti, politica giornalismo, ecc.) ve ne abbiamo unite alcune di sommi nostri de- funti (Giuseppe Mazzini, Gioacchi- no Rossini, ecc.) e di celebrità straniere, a dimostrare che non è solo del contemporanei e del no- stro Paese la competenza delle grandi personalità nel la gastrono- mia ». A rinforzare questa tesi lo scrit- tore afferma che Dumas padre te neva più a un suo t rat tato gastro- nomico che a tut ta la sua opera let teraria, e riproduce a sua volta alcuni aforismi di Br i l lat -Savar in, f ra 1 quali è di una formidabile persuasione questo: «I I. destino delle nazioni dipende dal loro mo- do di nutrirsi». E conclude: «Nè si dimentichi come la ragione non ultima del primato che detenne la Franc ia possa e debba essere r icercata nel fat to che la cucina francese — in- segnata a Parigi nel secolo XV I I dai cuochi di un' I tal iana: Cateri- na de' Medici — dettò legge al mondo ». Vediamo dunque se gli sart to- rl e gli art isti i tal iani moderni possono in qualche modo sostitui- re l'opera dei cuochi della grande Caterina. Si comincia bene: col baccalà! E' Giuseppe Adami che ci insegna il modo di cucinarlo, a l - la goldoniana: ma è una ricet ta troppo lunga e complicata, che r i - chiede tempo, spesa, lettere ad a- mici, con probabile rischio che que- sti vi mandino a farvi benedire: e con più sicuro rischio che, pre- sentando il piatto in tavola, i vo- stri convitati, nonostante il loro provato patriottismo, arriccino il naso. Questa, mi dispiace per l'illustre commediografo, sarebbe una stron- catura: ma la critica ha le sue leg- gi, e prima di tutto la coscienza e, in questo caso, anche l 'esperien- za. Del resto, poiché gli estremi si toccano, a consolarci del baccalà, nella stessa pagina Sibilla Alera- mo, da vera poetessa, ci porge la Pera di Endimione, macerata in acqua di rose, inghirlandata di al- loro e fiammeggiante come un cuo- re innamorato. Ma non è possibils seguire o sem- plicemente accennare a tut te le ricette, e neppure in parte, per non destare le gelosie dei gelosis- simi scrittori trascurat i. Ci ferme- remo solo ad alcuni grandi, fra i quali un glorioso generale, Enrico Caviglia, ci dispone in un piatto un ant ipasto che solo a leggerlo fa ringiovanire 1 vecchi; ricco, arden- te, gagliardo antipasto, al quale bisognerebbe f ar seguire solo la Caponata di melanzane, squisita e nello stesso tempo economica, consigliata e scr i t ta da par suo da Alberto de' Stefani. Ricette, que- ste due, che davvero rispondono al detto popolare: dimmi cosa mangi e t i dirò chi sei. bliotechina di gastronomia, della quale fa parte la Tavola della Ce lebrità), leggendola, diffondendo- la, compiono, dunque, anche ima simpatica opera di i tal iani tà. E, anche per la mensa, l ' Ital ia saprà riconquistare l 'antico primato... ». Con quest'augurio, anzi con que- sta certezza, riponiamo il bel 11- briccino dorato accanto ad un al- tro, più poderoso, la cui coperti- na rossa ricorda i benedetti fuochi dei camini patriarcal i. I l libro ros- so accoglie benevolmente il picco- lo libro che ha il mite pallore del- le fiammelle a gas: e tut ti e due sì affiancano, buoni e contenti co- me il padre col suo pargolo, come il maestro col suo scolaro affezio- nato. Poiché maestro, e paterno e buono, nonché art ista e grande si- gnore, fu l 'autore del libro rosso: Pellegrino Artuso, di Forlimpopoli. Grazia Deledda Da l « Corr iere de l la S e ra » dei 19 gen. I933- ™ « l a Cucina Italiana ». La frutta è assai facilmente digeri- bile, specialmente se a stomaco vuoto ; il suo consumo, come quando si tratta dell 'uva, costituisce un vero sistema curativo, sia per la dote ^di ricosti- tuente di tale provvido frutto, conte- nendo esso in abbondanza del ferro, calcio e magnesio, già pronti ad es- sere assimilati, sia per la sua alta per- centuale in azione purgativa e rinfre- scante. La frutta va distinta in acida, oleo- sa, dolce e feculenta. Non le adatte- remo quindi tutte alla tavola del no- stro piccolo; sé però scartiamo le aci- de, daremo posto, sia pure in propor- zione limitata, alle oleose, assai nu- trienti, quali le noci e le dive. Alle dolci e alle feculente, se ben matu- rate, sarà dato il posto d'onore. Mol- te si prestano ad essere consumate sotto forma di conserve e di gelatine. Ad ogni modo non possiamo tacere alla diligente mammina, quali siano 1 frutti di maggiore e più utile con- sumo per la sua creatura; Dia un lar- go posto, sin dagli inizi della vita, a quell'agrume, ciie ha fatto per anto-i nomasia chiamare l'Italia « terra de-1 gli aranci ». Inoltre le pere cotte, le j prugne pure cotte, e particolarmente il loro sugo, saranno cibi assai graditi al palato del nostro piccolo. Il cedro ed il limone, non concessi integralmente, costituiranno sovente un mezzo per aromatizzare il cibo an- cora monotono della tenera creatura. Le banane, benché frutto asiatico, ma oramai di facile acquisto, hanno tali requisiti, alimentari, che spesso valgo- no a sostituire da sole quella razione alimentare, che, talvolta, per un ca-j priccio od una ripugnanza di cui non sappiamo renderci subito ragione, il bambino non ha voluto consumare. Ogni mamma, comunque, non si scordi che sotto il nostro bel cielo, la nostra terra reca il vanto imperituro di essere la Magna parens fingum. Dott. Mantovani E AL RENDIMENTO CHE DOVE- TE BADARE! NON AL PREZZO! O, meglio ancora, comparale l'uno all'altro prima di giudicare se it Puro Estratto di Carne Liebt 'g sia più o meno caro. Vi convincerete che. pur f ranan- dosi in modo assoluto di quanto di meglio esiste sul mercato. esso è enche il più economico. n o n SI VENDE SCIOLTO Olio e vino nelle vivande LISTA E RICETTE DI UN PASTO NEL QUALE L'OLIO E" L'UNICO CONDIMENTO Non sempre, però, questo detto risponde al vero. E crede proprio Ada Negri che le due salacche e la polenta di Mot ta Visconti siano un piatto francescano? E' un piatto dei più raffinati, carissima Ada, che solo gli Iniziati possono cono- scere: tanto è vero che si raccon- ta di un giovane principe che, quando rimane solo a mangiare in casa, ordina al cuoco salacche e polenta; e una volta che il cuoco si permise di fare qualche rispet- tosa opsservazione, Il suo signore lo guardò con occhi grifagni e, i mitando il gesto e le parole di Na- poleone, gli ordinò di portargli allora, pane e olive. E' bensì vero tut tavia che questo giovinetto ric- co e aristocratico Imita anemie un grandissimo art ista straniero, da noi conosciuto personalmente, quale soleva dire: «piuttosto che tradire l 'arte mi contento di man giare pane e sal iva», e l 'arte noii la tradì mal, neppure per un at ti mo; però si mangiò, c< si, parecchi milioni. E di pane e saliva, dicono, si nu- trì per qualche tempo anche un al- tro grande art ista, tut to nostro, questo, Ettore Petrolinl, la cui Pan- zanella è roba sapori ta e nutrien te, che risolverebbe la crisi del tea- tro italiano, se tut ti gli attori, e sopratutto le attrici, si contentas- sero di farne il loro pasto quotidia- no. E non solo la crisi del teatro, ma anche il disordine mondiale si risolverebbe In poco tempo se si desse ret ta, e sul serio, ad altre ricette' di questo libro. Veramente, tn un primo tempo, in un grande giornale gastronomi- co (1), Alfredo Panzini consigliò al la gioventù i tal iana un bel piat- to mattutino, composto di pane ca- sareccio, cosparso di sale e puro olio d'oliva, con una pestat ina ge- nerosa di agl io: adèsso, nel libro, Panzini aggiunge una: r i cet ta lu- cul l iana: Seppioline ripiene. E' ve- ro, d'altronde, che 11 nostro gran- de amico protesta di non essere un ghiottone, della qual cosa siamo felici di fare personale test imo- nianza. La stessa ricet ta del Pane condi- to la consiglia, con fede e forza convincente, anzi quasi catoniana, Roberto Forges Davanzati; e, per non essere da meno del suo diret- tore, ma con più raffinatezza e quasi con sensualità, anche il buo- no e caro Arnaldo Fratei l i. Ma qui vediamo già l 'ombra del- la gelosia degli scri ttori che lo spa- zio ci Impedisce di ci tare: d'uopo quindi è concludere: e bene con le parole della prefazioni: «le mas- saie italiane, acquistandola (la Bi- l l , P. E. Milano N. 4450) (Soc. Coop. An. - Fondata nel 1865 « O » Sede Centrale ed Ufficio Cambio: MIL r AN O — Piazza F. Crup, 4 — M I L A N O TELEFONI: da 81-540 a 81-549 Filiali : BUSTO ARSIZIO, GALLARATE, MONZA, SEREGNO Agenzie di Provincia-. CASSANO MAGNAGO, CAVARIA, CI- NISELLO BALSAMO, MAGENTA, RHO, SARONNO. 1 5 A G E N Z I E I N C I T T À TUTTE LE OPERAZIONI DI BANCA E DI BORSA SERVIZIO DI CASSETTE DI SICUREZZA EMISSIONE GRATUITA D I P R O P R I A S S E G N I C I R C O L A R I « o » BANCA AUTORIZZATA A RICEVERE DEPOSITI DI CURATELE FALLIMENTARI D I M I N O R E N N I E D I I N T E R D E T T I Ricotto dì magro. Piccadindio. Bìeta costa all'olio. Ciambelllne. RISOTTO DI MAGRO Si soffrigge nell'olio un po' di ci- polla che poi si leva; vi si mette una buona dose di prezzemolo tritato, poi il riso, che si cucina come di consue- to aggiungendo un po' per volta acqua bollente e rimestando sempre .ed a metà cottura pomodoro e formaggio grattugiato. PICCADINDIO Pestate, ma non in bricciole picco- lissime, mezzo chilo di vitello ma- gro. Intanto fate prendere colore ad una cipolla tagliata a pezzetti entro ad un po' d'olio. Levate la cipolla, aggiungete pepe e sale In abbondanza ed il vitello tritato. Prima che prenda colore a sua vol- ta mescetevi una mezza tazzina di brodo e, quando ha dato fuori il su- go mescolatevi due uova. Mettete M tutto in uno stampo unto con molto "Olio (deve esservene uno strato nel fondo) e, superiormente mettetevi tre tuorli d'uova crude. Fate cuocere al forno, badando di levare di auando in quando l'olio che sovrabbonda. Servite freddo. BIETA COSTA ALL'OLIO Si divide la parte , verde della bieta costa dalla costola più chiara e si al» S suol"diri l - l e s s a n o p^r poi met- terle, sempre separate in un tegame dove nell'olio si sia fatta, prendere co- lore ad un po' di cipolla, che poi si leva. Si aggiunga pepe e sale e si cuo- ce brevemente. Si serve con crostoni di pane o per contorno, sempre te- nendo separata la foglia dalla costa. Alla stessa maniera si cucinano i cardi .aggiungendovi prezzemolo trito. CIAMJBiELLINE Si sciolgono 60 centesimi di lievito di birra con 2 cucchiai di latte tiepido (tolti da mezzo bicchiere circa) ; vi si aggiunge un po' di farina bianca tol- ta da mezzo chilo) e si lascia lievitare nel sottoforno della cucina economi- ca. Quando' comincia a levare s'imtsa- sta col resto della farina e de] latte, due tazze da caffè d'olio, 40 centesimi di anici e sale. Si lavora bene la pa- sta e poi si formano con essa ciam- belline che, spalmate con albume, si cuociono in forno. ALTRE VIVANDE NELLE QUALI L'OLIO VIENE USATO COME CONDIMENTO FARINATA GIALLA Fate un soffritto d'olio e cipolla, ag- giungendo pomodoro, l'acaua occorren- te ed un po' di sale, gettatevi la fa- nnia gialla poco a poco, mescolate sempre e, quando è cotta, servite con formaggio grattugiato. PASTA AL PREZZEMOLO (O CON OLIVE E CAPPERI) Si condisce la pasta asciutta con olio abbondante, nel duale si sia sof- fritta un po' di cipolla (che poi sì leva) abbondante prezzemolo trito, pepe e sale e, volendo, vi si aggiun- gono cappe« e olive a fettine. RISO IN CAGNONI Fate cuocere il riso nell'acqua sa- lata e levatelo asciutto, per poi met- terlo brevemente in un tegame dove si siano soffritte 4 acciughe, con una cipolla tagliata In croce- e poi tolta, in mezzo etto d'olio. Condite con sa- le e pepe e, volendo, aggiungete for- maggio. MAIALE COI PEPERONI Si fa prendere colore nell'olio a maiale tagliato a pezzi, poi vi si ag- giungono peperoni dolci dimezzati e un paio di pomodori crudi, si cepre d'acqua e si fa. cuocere a lento fuoco. POLLO TRIFOLATO Si fa prendere colore alla cipolla (che poi si leva) nell'olio, nel quale si mette il pollo a pezzi, prezzemolo trito, pepe e sale. Si fa prendere co- lore, poi si cucina lentamente per cir- ca un paio d'ore. TORTINO DI CARCIOFI In un tegame che regga al fuoco si friggono in poco olio carciofi taglia- ti a spicchi ed infarinati: quando so- no cotti si dispongono in bella ma- niera nello stesso tegame e vi si ver- sano sopra le uova, orima frullate con sale e pepe, lasciando che si rappren- dano e si manda in tavola caldo, nel lo stesso recipiente. ANELLINI Mettete 2 tuorli d'uova e 2 uov a in- tere, 4 cucchiai d'olio flinissimo e 140 ' grammi di zucchero in una scodella; mescolando, il tutto molto bene. Poi ponete sulla spianatoia mezzo chilo di farina e' unitevi gli: altri in- gredienti ben lavorati; manipolate la pasta finché si stacchi sola dalla ta- vola e si possa tagliare col coltello, allora formate piccoli ansili, che si ungono con chiara d'uovo e si pongo- no a forno caldo su lastra unta di olio. LISTA Dì UN PASTO NEL QUALE IL VINO VIENE USATO IN OGNI VIVANDA Risotto al vino bianco. Manzo (o vitello) al Marsala. ' Broccoli stufati. Prugne al vino. RISOTTO AL VINO BIANCO Si soffrìgge nell'olio e burro prez- zemolo molto abbondante e poi vi si cucina entro il riso, aggiungendovi, come di consueto, un po' alla volta l'acqua bollente ed in più, a mezza cottura, un quinto di litro scarso (per sei o sette persone) di vino bianco e da ultimo parmigiano grattugiato, MANZO (O VITELLO) AL MARSALA Si allarga una bella fetta di manzo o di vitello e vi si sovrappongono una fettina di cetriolo sott'aceto. una di carota bollita ed una di prosciutto. Si arrotola stretto, si lega e si met- te in una casseruola con un po' di burro e farina; quando la carne è rosolata si spruzza adagio adagio con Marsala,- aggiungendo carota, seda, no, cipolla e mezza foglia di alloro tritata. Si allunga con tm po' d'acqua e quando è cotto si serve con contor-, no di verdura. BROCCOLI STUFATI Si tagliuzzano le foglie esterne dei broccoli (la parte tenera si mangia allessa) e si mettono ' in un tegame ove nell'elio.,si..sia soffritta un po' di cipolla, che poi si toglie, s i aggiun- gono pepe e sale e sì cucina bagnando con acqua ed aggiungendo a metà cottura mezzo bicchiere di vino nero da paito. PRUGNE AL VINO (NON COTTE) Mettere in una terrina 500 grammi di prugne secche, versandovi sopra un buon bicchiere d'acqua caldissima, co- prire e lasciare macerare 12 ore, per poi aggiungervi un bicchiere di vino nero e lasciar macerare nuovamente per 12 ore. Al momento di servire spolverizzare di zucchero in polvere. Così preparate, gonfiano meglio e sono più morbide che cotte. ALTRE VIVANDE NELLE QUALI IL VINO VIENE USATO COME CONDIMENTO MANZO CON SALSICCIA E CONTORNO DI RISOTTO Si sovrappone ad una bella fetta di manzo, del peso di 4 etti ben battuta, un etto, abbondante di salsiccia di Treviso tritata con mezzo etto di lar- do, si rotola e si mette a cuocere a fuoco lento, in una casseruola stretta, coperto di vino bianco. Quando la car- ne è cotta la si toglie e si tiene a parte in caldo, facendo nell'intinto ri- masto il risotto per contornarla. Se il sugo non fosse bastante si aggiun- ge a metà cottura ancora vino. VITELLO TONNATO AL VINO BIANCO (raffreddo) • Tagliuzzare un etto e mezzo di ton- no all'olio e due acciughe prima pu- lite, metterli , in una casseruola stret- ta con 5 etti di polpa di vitello, mezza cipolla pure tagliuzzata e un quarto di litro di vino bianco. Lasciar cuo- cere lentamente, indi mettere la carne cotta in una terrina e ricoprirla colla poltiglia rimasta passata allo staccio e diluita con olio e il sugo di- un limo- ne. Lascerei in riposo alcune ore poi affettare la carne, coprirla col sugo passato e lasciarle ancora In sapore, allungando prima la salsa, se è trop- po densa, con altro olio. Guarnire con sottaceti. COLLO DI MANZO IN UMIDO Si taglia il collo di manzo a pezzi piccoli e si mette in un tegame dove si sia soffritta un po' di cipolla, che poi viene tolta, con olio e lardo trito. Vi si aggiungono pepe e sale e, roso- j lato che sia, si copre quasi d'acqua, I facendo stufare lentamente e aggiun- gendo a metà cottura per sei 0 sette etti di carne, mezzo bicchiere abbon- dante di vino nero da pasto. MEDAGLIONI DI FILETTI AL MARSALA Tagliate 500 grammi di filetto di bue in 5 pezzi uguali, batteteli legger- mente colla lama .del coltello, onde u- guagliarli nella forma e nella dimen- sione, passateli per la farina e met- teteli in un tegame in cui avrete fat- to sciogliere 100 grammi di burro. Date cottura ai medaglioni a fuoco vivo, voltandoli ripetutamente, condi- teli con sale abbondante, poi bagna- teli con mezzo quinto di marsala e completate con altri 100 grammi a burro e, se necessario, aggiungete qualche cucchiaio di brodo. Servite molto caldo, con contorno di verdura al burro o di crostini di pane fritto. a RIMASUGLI DI VITELLO ARROSTO AL MARSALA Tagliate a fettine I resti di vitello arrosto (serve anche l'allesso), met- teteli al fuoco in un tegamino da por- tarsi in tavola, con alcuni fiocchetti di burro, 3 o 4 cucchiai di marcala ed un cucchiate di prezzemolo o di sal- via triti, tutto a freddo. Fate cuocere lentamente finché il vino è scomparso. TACCHINO ALL'ADDOBBO Lardellate un giovane tacchino e ri- copritelo di tela rada, che cucirete da tutti 1 lati. Ponetelo in casseruola con ritagli di vitello o di prosciutto, un bicchiere di vino bianco o mezzo di acquavite, un ramatolo di brodo, una cipolla spaccata, un mazzetto di erbe aromatiche, una foglia di lauro, pepe e sale. Coprite la casseruola e lasciate che il tacchino vi bolla a fuoco lento, voltandolo spesso, fino a perfetta cot- tura. Sgrassatene il fondo, stacciate- lo, concentratelo da solo al fuoco, se non è già troppo denso e versatelo sul tacchino, che avrete tolta dalla tela. BUZZOLAI S 'impastano, lavorando molto, tin uovo, un etto di zucchero ed uno di burro, mezzo bicchiere di vino bianco, un po' di sale, due grammi © mezzo di bicarbonato di sola e 5 dì cremore di tartaro e la rapatura di mezzo li- mone e mezzo chilo di farina. Con questa dose devono venire 30 buzzo- lai (ciambelle) piccoli, che si cucina- no al forno, non troppo caldo, in un quarto d'ora. PER UTILIZZARE IL MOSTO SIUGOLI (Marmellata d'uva - Ricetta padovana) Per ogni bicchiere di mosto d'uva ' nera, un cucchiaio di farina bianca e un cucchiaio di zucchero. Passate il tutto al setaccio e mettete al fuoco con un sacchettino di cannella e di chiodi di garofano ¡mescolate sempre per tre quarti d'ora, aggiungendo se è troppo acido un po' di zuccnero To- gliete il sacchetto, e mettete su gran- di piatti o terrine stese per servire freddo, anche dopo otto giorni. Ripo- nendo in vasi da marmellata si pos- sono conservare per alcuni mesi, to- gliendovi, prima di mangiarli, la muf- fa che eventualmente si forma alla superficie. MOSTO COTTO ALLA PIEMONTESE Fate bollire per 4 ore II mosto e poi unitevi pere, mele, carote a fettine pezzetti di buccia di limone, di man- dorle, di noci, ecc.; lasciate cuocere ancora per 20 minuti e poi conservate in TrOfi ri: •TS-.+H' S* H A MIA P E M E* äffascmahite? i i s i l r x A H I Io sono lieta che Voi ammiriate la mia carnagione, ma, veramente, dovreste lodare il Lux Sapone Pro- fumato. Eccone una tavoletta. Produce una schiuma cosi soffice, ed ha un-profumo cosi delizioso, proprio come quello dei fiori— e costa così poco. Non lo credereste ? Io sono entusiasta di questo sapone bianco. Una bustina dorata e scintillante—Un preparato per risciacquare ! Chiedete ti Lux Shampoo oggi stesso. SAPONE PROFUMATO e LUX SHAMPOO ITS SS IV M, PEATEUJ tSVBK, MILANO in vasi di vetro. Lucia Franco Montalto (vincitrice del 2 .0 premio nel Concor- so bandito dalla «Federazione del Commercio Oleario» e giornale «La Cucina Italiana» nel febbraio 1932). BRODO di CARNE r u r i s sL mo,natu. /ale e so. stanzioso. CROCE STELLA ORO Letater di ELEONAOR DOES « Po i ché l e ho det to t u t t a l a mi a r iconoscenza, s - a r V s r v r r i Ä, t Veda se può venire a Firenze. lo pa r to con questa; speranza. : Un Angelo Custode del la bellezza. , c n e douo In t er rai Per par te mi a. da io ANNI le sono riconoscente e sempre lo sarò to' sua affezionata ELEONORA DOSE». 7? ur s ss OVALE D E L VISO A - Q C . " « ' " 0 - F L E SSUOS I TÀ' DEI MOVIMENTI . COLLO r s H S t w ^ MISS ANGELICA è vi s ibi le In Mi l ano n e l - s uo Verri 7 da l le ore 14 a l le 19. Se fuori Mi lano, consu l t a r la per I scr i t to. gabine t to in v ia Pietro Lèggete "il Giomaìe della Domenica" Abbonatevi alla "Cucina Italiana,, La bellezza femminile ha due gioventù: quella naturale e quella acquistata con l'eccellente Crema "Giocondal ,, Rifiutate energicamente le imitazioni che commercianti poco scrupolosi vi of- frono a minor prezzo in sostituzione della rinomata Crema " Giocondal „ che voi richiedete. Riproduciamo qui a lato il flacone Crema " Giocondal „ e il relativo astuccio. ¿Trovasi in vendita ovunque in flaconi da L. 1,50 - 3,50 - 6,25. Profumeria GIOCONDAL delift S.N. P.C. e F. di Milano, Via Marostica, 2

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