LA CUCINA ITALIANA 1933

Pag. 6 LA CUCINA ITALIANA N. 3 - 15 Marzo I933-XI I I m e r c a t o a l i m e n t a r e Realtà economiche insopprimibili Si studia continuamente sulla pos- sibilità di sostituire la funzione del commerciante ponendo a contatto di- retto produttore e consumatore, ed ogni volta che dagli studi SÌ passa al- la pratica, ogni volta che dall'astra- zione si tenta di passare alla realtà, al fatto concreto, ci si trova davanti ad ostacoli non previsti e non prevedibili percnè risorgenti dalie pieghe delle d ifficoltà, proprio quando queste stan- no per ricongiungersi e la soluzione del seoolare problema sembra rag- giunta. Gli è che la funzione del com- merciante non è nata ieri, non è una imp-ovvisazione, ma è il resultato di processi economici e storici elaborati- si attraverso millenni. Dobbiamo di- sfare questa mirabile costruzione mes- sa su pezzo a pezzo tanto che è diven- tala una massa omogenea, compatta e non. incrinatole? E al suo posto che cosa ci mettiamo? La teoria? La fun- zione del commerciante è una realtà economica insopprimibile. La verità è questa,; il resto è rappresentato da e- lueuBrazioru di geme che vorrebbe cambiare il volto del mondo. Re^entemenee Mussolini, ebbe ad af- fermare che « la funzione del commer- cio è insostituibiie, essendo essa un in- distruttibile fatto storico». Questa ve- rità chiara, piena di luce noi la pro- spettiamo per inserirla nel quadro e- conomico familiare perchè più armo- nica, più aderente alla realtà di tutti i giorni sia l'opera delle nostre mas- saie. C'è la crisi, una crisi che la storia non ne ricorda di eguali per la sua intensità e persistenza; tutti i popoli senza distinzione di civiltà, di ricchez- za, di razza vanno pagando il loro doloroso contributo. E quindi un fatto generale e non ioca-e, un travoigimen- to dei valori economico-sociali dei mon- do e non esclusivamente nazionale, ita- liano; ebbene il capro espiatorio di quesea situazione se ne vorrebbe fare da noi il dettagliante. Si accusa que- sto di manovrare in. modo da mante- nere i prezzi al dettaglio al di fuori della realtà la quale è data dai prez- zi all'ingrosso, dalla flessione cioè che subiscono questi prezzi e che non tro- verebbe un'equa eco in quelli al det- taglio. Accusa questa che cadrebbe ru- morosamente nella pluralità dei casi se fosse possibile esaminarli obbietti- vamente, e la quale, pur troppo, man- tiene nel consumatore uno stato d'a- nimo che non è il più indicato alle buone relazioni che devono sussistere tra esso e il fornitore. Tuttavia nes- suno si sogna di escludere a priori che nella massa dei pìccoli commer- cianti non vi siano dei profittatori. «Qualche episodio sporadico per col- pire un'intera categoria, non è siste- ma fascista» disse il Capo del Go- verno i» discorso pronunziato qual- che tempora a Milano. Non è quin- di l'episodio sporadico quello che po- trà domani abbattere la funzione del commerciante grosso o piccolo non conta; tuttavia questa funzione deve essere' disciplinata, inquadrata nelle necessità e nei diritti imprescrittibili del consumatore. Tradizioni, ambien- ti. correnti demografiche e via di se- guito sono tutti fattori che il pìccolo commerciante non deve ignorare e de- ve anzi cercare di tenere presente nel rifornimento della sua bottega di mo- do che ciascun consumatore possa tro- vare in essa quanto gli occorre. Tra produttori e consumatori il contatto non può essere mantenuto che dal piccolo commerciante. Su questa ve- rità devono essere intessuti i rapporti tra i primi e i secondi. • * * Si è avuta qualche incrinatura nei corsi del frumento che potrebbe esse- re attribuita anche alla insistenza con la quale l'offerta cerca di collocare la merce. Non è nemmeno da escludersi che tale fatto possa altresì derivare dall'andamento dei mercati esteri che sono generalmente parlando sovrac- carichi di grano che non sanno come collocare e quindi il prezzo subisce notevoli flessioni le quali non possono non avere un contraccolpo sul prezzo del nostro grano nonostante le prov- vide misure a suo tempo applicate da- gli organi statali competenti e sem- pre in funzione variabile, come è no- to, secondo le regioni. Si ammette an- zi che in un non molto lontano avve- nire si possano registrare nuove con- trazioni data la constatazione che mentre la produzione è sulla via del- l'ascesa certa, il consumo invece è sul- la via della discesa. La farina sino ad ora mantiene buone posizioni, ma è evidente che non potrà a lungo resistere sulle stes- se se la flessione dei prezzi del grano di cui avanti dovesse continuare. I prezzi variano da un minimo di L. 135 al quintale ad Agrigento ad un massimo di L. 175 a Trieste. Torino, Milano, Venezia, Ancona, Potenza, ecc., segnano ribassi; viceversa segna- no rialzi Roma, Benevento, Poggia, Catanzaro, Palermo, Cagliari e via di seguito. Su 62 Comuni che confezionano pa- ne di prima qualità — avverte l'Isti- tuto Centrale di statistica — 111 i o r " me da gr. 200 a 500, i prezzi resulta- no aumentati da un minimo del 2,9 per cento ad un massimo del 9,1 per cento in 5 e rimasti stazionari negli altri 57. Su 48 Comuni che confezionano par ne comune in forme da gr. 200 a 500 i prezzi resultano aumentati da un minimo del 3,3 per cento ad un mas- simo dei 6.7 % in 3 e rimasti stazio- nari negli altri 43. Il riso segue molto da vicino l'an- damento dei grano e per ciò è già di buon augurio che resista sulle ante- cedenti posizioni; resiste ben inteso non al cento per cento. Del resto, og- gi come oggi è diffìcile registrare nel campo alimentare, e anche non ali- mentare, mercati attivi, dinamici. Ad esempio un mercato che non ostante tutte le provvidenze escogita- te dal Governo continua a mantener- si fiacco determinando spostamenti in senso ribassista nelle quotazioni, è quello dei bestiame i . cui prezzi han- no toccato depressioni pericolose tali da poter indurre l'allevatore in un pri mo tempo alla riduzione della sua at- tività e in un secondo anche alla sop- pressione della stessa, perchè le spe- se assorbono completamente gli in- troiti e qualche volta, più frequente- mente di quanto non si pensi, il bi- lancio dell'annata si chiude in passi- vo. Il Governo impensierito di questa situazione che minaccia di aggravar- si un giorno più dell'altro, sta elabo- rando provvedimenti atti a frenare la discesa dei prezzi. Per noi uno dei provvedimenti più, efficaci sarebbe quello di... impedire la importazione di bestiame estero, ma sino a che ci sono trattati internazionali ciò non si può fare. E allora? I prezzi al dettaglio delle carni fre- sche non segnano forti variazioni, ma qua e là vanno adeguandosi ai ribassi conseguiti dal bestiame. Le carni congelate mantengono le posizioni precedenti sui centri più im- portanti di rifornimento; anzi se vo- gliamo, come si dice, dettagliare, si deve ammettere che si sono avute va- gna invariato e Genova invece se- gna rialzi che vanno dal 2,6 al 2,0 per cento rispettivamente per i quarti an- teriori e posteriori. Ma del resto que- ste oscillazioni esauriscono nella gene- ralità dei casi, la loro funzione negli scambi all'ingrosso; echi nei prezzi delle carni al dettaglio non se ne ri- scontrano e eia anihe perchè il con- sumo di esse è notevolmente ridotto. Nei salami non si hanno variazioni di prezzi, nè si registrano movimenta- zioni nel mercato il quale quindi si svolge con le impronte della nota fiacchezza. Nel settore latticini, si sono avute flessioni abbastanza sensìbili special- mente nel prezzo del burro; ad esem- pio quello dei casoni milanesi al mo- mento in cui scriviamo questa nota segna all'ingrosso lire 9 al chilogram- mo; al dettaglio secondo le qualità si scambia sulla base di lire 12. Nulla di nuovo nei formaggi, in quelli t a tavola specialmente il cui consumo comincia a restringersi, vol- gendo la stagione ad un maggior te- pore. A suo tempo fu presa dal Governo una provvida misura per la protezione della nostra produzione avicola impo- nendo alle uova di importazione un marchio da imprime®! sul guscio con la indicazione della provenienza. Le nostre uova nella grande plurali- tà dei casi sono migliori di quelle e- stere; sono migliori perchè hanno un tuorlo rosso, più sapido, sono più gros- se e si conservano più lungamente a causa del guscio più resistente; qua- lità queste apprezzatisslme all'estero e da noi non tanto perchè è prover- biali cho chi ha il bene in casa non lo sa riconoscere che quando lo per- nio di pregi messi assieme attraverso nette a respirar aria salubre e non si anni e anni di lavoro di selezione e fa nulla contro tante Società Vinicole* di cure delle nostre brave massaie per che approfittando del loro nome per l'umile e ricco pollo, sulle prime spro- smerciare i liquidi più esiziali, con nò le quotazioni ai rialzi; ma ora que- cartellini coloriti, dorati, in fiasche t- ste lentamente vanno contraendosi tini, o bottiglie, che si aggentiliscono causa l'immissione nella vendita di si rivestono di paglia colorata, di ai- uova di nuova produzione. Osserviamo ; tri ammennicoli, a far cader più age- i però che attualmente si offrono esclu-, volmente i merli nella ragna. 1 sivamente uova di produzione nostra- na poiché di quelle estere è scompar- sa ogni traccia. Forse in seguito le rivedremo ancora. Al contrario che nelle uova nel pol- vi è una ignobile cospirazione di incl istriali contro il benessere uni- versale. Méntre si infierisce contro chi ruba una mela, una pesca, magari acerba lame si nota un sensìbile rialzo in dalla mostra di un venditore si c om- tutte le «voci»; tuttavia i polli di J porta che gente di mala fede, senza qualità si barattano anche sulle basi di L. 10 al chilogramma, si intende. E' una derrata in continua devalo- rizzazione l'olio di oliva! Si è forse ridotto il consumo? Mancano dati con- creti sui quali basare una tale suppo- sizione; tuttavìa, considerato che nes- suna delle derrate conserva il suo po- sto nella odierna razione alimentare, è da ammettere che anche per l'olio ci sia minor consumo; ma tutto ciò non' spiega ancora il fatto in verità preoc- cupante, che i corsi continuano a in- debolirsi. Su per giù i prezzi esposti l'altra volta valgono anche per questa. Il vino non resiste sulle posizioni che aveva conquistate in precedenza an che in omaggio alla legge del minimo di gradazione alcoolica che doveva a- vere per essere venduto al dettaglio. Oggi sulla piazza di Milano vigono, grosso modo ben Inteso, 1 seguenti prezzi al minuto: vino da pasto mini- mo gr. 10 L. 1,30 al litio; piemontese minimo gr. 1,1 L. 1,75; vini leccesi gr. 13, L. 1,75. Osserviamo peraltro che la legge di cui avanti, opportunamente è stata modificata, vale a dire che tenuto pre- sente l'andamento stagionale a suo tempo sfavorevole in talune regioni al- la viti-vinicoltura, caso per caso, sen- tito il parere degli organi competenti, sarà consentito la vendita anche dei vini aventi grado inferiore al minimo sopra ricordato e ciò a tutto e non oltre il settembre anno corrente. Vito Casieri. riazioni secondo i cosidetti quarti an- de. Il provvedimento del Governo, ul- teriore o posteriore; difatti Trieste se- rante a salvaguardare questo patrimo- D Ì S P É N S A ' i T c I : N T I N A I FICHI (dedicato alla gentile abbonata M. F. di Milano) A salame Scelta dei fichi (bianchi, grossi, dol- cissimi: sono speciali quelli di Ta- ranto). Si tagliano in mezzo (per il lungo) lasciandoli attaccati soltanto per il gambo. Stesi sopra ad un graticcio sj. fanno asciugare al sole circa due gior- ni t poi in apposito forno si fanno quasi caramellare... cioè raggiungere un colore nocciola chiaro e rimanere mostosi. A questo punto preparate dell« fo- glie di fico ampie, intere e leggermen- te appassite al sole. Collocate sopra un tessuto di raffia e in maniera di ottenere un ampio involucro, polve- rizzatele di gomma arabica (in pol- vere macinata apposta e zucchero. In ogni fico mettete una mandorla e incastonateli imo vicino all'altro, in modo da ottenere una fila. Prepa- ratene circa dieci e ciò conforme alla grossezza del salame che volete fare. Disponete tutte le file in mezzo all'in- volucro, polverizzate anche leggermen- te di zucchero e gomma arabica e quindi arrotolate tutto auanto: il tes- suto' di raffia vi aiuta maen incarnente nella difficile involucrazione (per me è facile); con spago stringete prima l'estremità del salame e poi con craat- tro lacci per il lungo e uno ogni cen- timetro di traverso, tutti della mede- sima pressione, otterrete una forma perfetta. E con «mesto metodo continuate tante vtfte per quanti salami vor- rete. .Allinearli su tavola di legno in luogo asciutto, fresco e oscuro: sopra potrete mettere un'altra tavola con un peso che non abbia però a com- primere troppo. Si lasciano cosi pa- recchi giorni, rwi si t-offlle l'involucro di raffia lasciando quello di foglia. Si copronn ognuno interamente con carta stagnola e sono pronti. Dirò che se l'essiccazione, o meello. l'asciugamento della parte acouosa non è perfetto, cotesto lavoro noli vi riesco. N.B. - La gomma arabica è facolta- tiva. si sappia verò che è molto com- mestibile per ciò non nociva alla sa- lute. Caramellati Si prendono un chiloaramma di fi- chi dottati, si mettonoal fuoco dopo aver tolto solo il gambo. Si aggiunsono 800 gr. di zucchero, il licfuido ottenuto da 350 gr. di uva bianca, passata al setaccio, e il suc- co di due limoni. Si cuoce tutto prima a buon fuo- co, e poi a fuoco lento sino a tanto che j fichi avranno preso un colore scuro ed il liquido sarà rappreso e giulebbato come una gelatina. Ripieni Scegliere fichi grossi, belli, seccni. ben maturi. Aprirli a metà, sino al niociuolo. Si prernri un buon battuto di noci o i mandorle, o arachidi, 0 a- ve'lane mescolandovi cioccolata in polvere e piccoli pezzetti dì canditi. Con questo pastone si riempiono 1 fi- chi spaccati, combaciandoli l'uno sul- l'altro a croce. Disposti quindi su piatti di lamiera, si infornano « si fanno stare finché acquistino un bel colore biondo dorato. Si tolgono, e man mano si bagnano in mosto cotto, disponendoli in reci- piente. possibilmente cilindrico, di cre- ta, a strati uno sull'altro, cospargen- do ogni strato con zucchero fine can- nellato o garofonato. Si copre il tutto con mosto cotto, quanto basti ad appena ricoprirli, met- tendo al disopra, un peso che 11 man- tenga compressi. Volta per volta che occorrono a tirano fuori. Sono deliziosissimi. COME SI CONSERVA IL VINO IN BOTTIGLIA Un nostro abbonato ci scrìve: Mi sono permesso due righe di po- lemica con il Cantiniere di codesto simpaticissimo giornale? Mi riferisco ad un articolo: «Come si conserva il vino in bottiglia»: vecchiotto anzl- chenò l'articolo, vero, ma se è buono il vin vecchio, buona potrà essere, an- che a distanza di tempo, la polemica sul vino vecchio. Errore, dice « il cantiniere », mette- re le bottiglie di vino ad invecchiare, verticali. Per carità, caro cantiniere, ma Lei mi rovina tutto il vin vecchio. Per lo champagne, per gli spumanti, passi: la posizione orizzontale delle bottiglie per questi così detti Vini, può essere necessaria per ragioni tecniche: i depositi si accumulano verso il col- lo della bottiglia e l'operazione perio- dica di sbottiglìamento per togliere il deposito e rendere limpido il vino, avviene più rapidamente e più facil- mente quando le bottiglie sono tenute orizzontali. Terminata la «fabbricazio- ne del vino », la posizione orizzontale delle bottiglie, impedisce che scoppino o che si sturino da sole. Ma per 1 vini spumanti, che debbo- no invecchiare il disporre le bottìglie orizzontali è un reato. I vini di vera uva, se destinati ad in- vecchiare naturalmente e non artifi- cialmente, si spogliano e lasciano tut. to intorno alla bottiglia una camicia; questo deposito, in una bottiglia o- rlzzont&le non potrebbe formarsi uni- forme su tutta la superficie interna della bottiglia, per cui rialzandola per sturarla, il deposito formatosi si dif- fonde nel liquido in tanti impercet- tibili frammenti che lo intorbidano. Non basta: il turacciolo, bagnato di vino, in breve assume un odore ca- ratteristico che si trasmette al vino sì da renderlo assolutamente imbevl- bile; mettendo le bottiglie orizzontali il turacciolo viene ad essere in per- manenza a contatto del vino: c'è da scommettere che non una delle botti- glie sarà esente da quello sgradevole odore e sapore. Caro «cantiniere» vorrei esserle guida in un pellegrinaggio in certe biblioteche sotterranee che conosco, dove i vecchi pronipoti di Noè hanno raccolto serie di papiri meravigliosi. Vorrebbe sapere dove si trova questo paese di Bengodi? In una conca di colline ove il culto della vite, del buon vino è un retag- gio secolare e dove la lotta tenace, continua, disperata contro la durezza dei « tufi » auasi rocciosi, contro la maledetta filossera, che distrugge 1 vigneti, contro la miseria, non impe- disce che si nasca, si viva, si muoia abbarbicati alla terra e alla vigna In quel nacsetlo all'epoca del rac- colto si scelgono le migliori uve nere, quelle più esooste a.1 soie che hanno 11 picciuolo rosso, si raccolgono con amore e si distendono su stuoie o si appendono con uncini in camere ben aerate. Quando tutta l'altra uva è raccol- ta, © le foglie delle viti assumono 11 colore rosso fuoco che caratterizza l'autunno e la terra spogliata di ogni prodotto comincia ii letargo invernale, allora ci si ricorda dell'uva distesa, aggrinzita. disseccata, talora ammuffi- ta: la si raccoglie e la si pigia. Poco sugo si ricava, ma che sugo! travasi senza fine, cure senza tregua: poi si chiude in damigiane e dopo un anno o due si imbottiglia e queste bottiglie vengono nascoste nelle buie cantine sotterranee e la pece di Borgogna, la cera gialla e la terra rossa sono sosti- tuite da un po' di ceralacca o da una capsula o da niente. Vi sono In quel paese bottiglie mcantlnate persino nel 1801, centotrenta anni e via via per ogni anno: entrando in uno di auei depositi alla debole luce di una cande- la che disturba il lavoro del ragni, si pensa ai cari vecchi scomparsi che quelle botti elie hanno con tanta cura e tanto amore messo in serbo per no! tardi nepotl. Egregio cantiniere, lo non ho mal visto alcuna di quelle venerande botti- glie orizzontale: sono tutte messe ver- ticalmente allineate come soldati: hanno forme antiquate, portano le più strane etichette con inchiostri scolo- riti o pitture di biacca, ma tutte ver- ticali. tutte ben diritte e ben salde, e se avviene di sturarne una che non abbia subito ingiurie dal tempo in quel « sapiente della vita oblio » che ha perduto tutto o auasi tutto il suo colore si sente n profumo dell'uva, della vera uva; par di sentire I canti delle vendemmie al sole. Attraverso le date segnate su quelle venerande bot- tiglie sì potrebbe anche imparare un po' di storia antica e recente. Se II «cantiniere» non avrà preso In cattiva parte crnesto mio commento ne sarò ben lieto. L'abbonato E. C-, Milano FATTURAZIONI, CONTRAFFAZIONI ADULTERAZIONI Tutto è oggi fatturato. Nei vino è concesso di metter tutto: anche l'uva: ma pochi si valgono di questa concessione, preferiscono il campeggio, che è una vigna al riparo dalla filossera. Fra poco si domanderà: — Che si fa dell'uva? — Tutto fuor che il vino! E l'abuso delle adulterazioni è gran- de, pur troppo anche in Toscana. Si processano e si condannano, per veneficio, molte persone in capo al- l'anno Non pochi venditori di pesce e non pochi produttori di vino dovrebbero esser condannati, ogni anno, per at- tentato alla salute pubblica. E, specialmente, diffidate dei vini che vi si dànno per tipo chablis, o come contraffazione di altri vini fo- restieri. Sono tutti il prodotto di indegne manipolazioni. Come mai la legge così severa, spie- tata, inesorabile, verso colui che ruba un pezzo di pane, per sfamare sè, o la sua famiglia, è cosi stupidamente cieca e tollerante verso coloro che, per un Ignobile guadagno, mettono tutto in epera ad abbruciare le viscere dei loro contemporanei? In questo punto la tolleranza è spin- ta all'estremo. Si chiedono case igie- niche per 1 poveri: si vuole, e a ra- gione. che le scuole sien edificate con criteri provvidi per la salute degli a- lunni. VI sono istituzioni di benefi- ci enza per mandar giovinetti e giovi- La bellezza femminile ha due gioventù: quel'a naturale e quella acquistata con l'eccellente Crema "Giocondal ,, Rifiutate energicamente le imitazioni che commercianti poco scrupolosi vi of- frono a minor prezzo in sostituzione della rinomata Crema " Giocondal „ che voi richiedete. Riproduciamo qui a lato il flacone Crema " Giocondal „ e il relativo astuccio. Trovasi in vendita ovunque in fiatoni da L. 1,50 - 3,50 - 6,25. P r o f ume r i a GIOÌONDAL de l Ia S.N. P .O. e F . di MÌIano, Vi{v Ma ros t i r a. 2 alcun sentimento di umanità, si av- vantaggi m capo all'anno di migliaia e migliaia di lire, spacciando nocevoli derrate. Qui c'è il furto e c'è l'atto micidiale. Tutto si adultera a danno del pub- blico, senza scrupolo, anche da co- loro che si vantano democratici, urita- nltarl, socialisti. E 1 più danneggiati, naturalmente, sono 1 più poveri: quel- li che possono spender meno e inten- dono meno. Impedire queste ruberie, questi at- tentati alla Tita umana, dovrebbero essere 11 fondamento di ogni nuova legislazione sociale. Ma 1 tronfi! erut. tatori di frasi ne' grotteschi comizi han ben altro che pensare. BURRO E MARGARINA La margarina, se fosse Impiegata pura, non sarebbe malsana, come ag- gregato o sostituto del burro: ma anche questa si falsifica con grassi, olii, stearina, e cosi diventa danno, sissima. Si riconoscerà il burro margarinato, facendone bruciare qualche grammo: avíete un vero odore di carne strinata. Il burro liquefatto divlen torbido, se contiene margarina. Per aumentare la parte untuosa del ' burro vi si aggiunge lo strutto. I¿a fro- de sarà rilevata facendo struggere il 1 burro e immergendovi un termometro: 11 burro, infestato di grasso, si strugge a 23 gradi; il burro puro, più lenta- mente, a 26. Se si sospetta vi sia del sego, si fa struggere 11 burro, si lascia raffred- dare vi s'Immerge il termometro. H burro puro comincia appena a soli- dificare a 30 gradi; se contiene sego è già ben solido a 33 gradi. Per il burro di cocco, che non nuoce alla salute (anzi è raccomandato da' buoni vegetariani!...), si versa acido acetico nel burro strutto, che ne dis- solverà sessantatre partí in cento, se è puro: cento per cento se vi è brurro di cocco. Ss nel burro (vedete quante falsifi- cazioni!...) vi è fecola, impastate li burro con un po' d'acqua lodata: 11 burro diventerà blu se contiene fe- cola. Perfino l'argilla s'Introduce nel bur- ro con certe abili, delittuose manipo- lazioni. Sciogliete un pezzo di burro in etere; le materie estranee si di- staccheranno formando un residuo. PICCOLI DOLCI MISTIFICATI Quei picooli, minutissimi dolci, di cui siete tanto ghiotti, subiscono fat- turazioni di ogni genere: calce, ges- so, sali di piombo, materie metalliche nocevoiissime. Per scoprirvi il gesso e l'amido basta far sciogliere 1 picooli dolci, confetti, ecc.: il gesso si depo- sita, l'amido rimane sospeso, lo zuc- cherosi strugge. Si scoprirà ognuno di questi elementi facendo bruciare 1 residui: l'amido sparisce completamen- te; 13 gesso non sì strugge. E le colorazioni dei piccoli dolci so- no terribili. Le leggi colpiscono l'uso di gran numero di prodotta chimici. Ma si adoperano spesso: ocro, creta, blu oltremarino o di Prussia. Queste sostanze minerali sono faci- li s riconoscersi, facendo sciogliere 1 piccoli dolci di zucchero nell'acqua: le materie proibite non si dissolvono. La scelta del lattalo e del pastic- ciere è molto importante. IL CAFFÉ' Diffidate del caffè In polvere, seb- bene anche n caffè in chicchi non sia salvo da fa'siflcazloni. Si imita con farina, ghiande, faglioii, grano, fave, orzi, avena, arachidi ecc.. la cui pa- sta si mette in stampini, in forma di chicchi di caffè e si aspergono con una tintura alla resina. I falsi chicchi di caffè non si spac- ciano In massa, ma si mescolano, con grande guadagno, al buoni. Biso- «rna aprire i chicchi, rompere auel- li che anpaiono troppo lisci, trop- nn regolari; devono contenere all'in- terna una pellicola fine, altrimenti sono composti di una farina aualun- oue. Si bruciano: il caffè vero darà fiamme e cenere; l'altro no. Gettare il caffè In polvere in axwua fresca. Se contiene cicoria, le parti- cele di essa, più pese del caffè, vanno a fondo e coloran l'acqua di giallo. Il caffè miro si disgrega In particelle che galleggiano e non dà alcun colore all'acqua fredda. LA CIOCCOLATA La sottrazione del burro nel cacao, che serve a far la cioccolata, è una mala pratica di non pochi. La ciocco- lata pura, ridotta In polvere, mesco- lata all'acwua borente e filtrata, passa rabidamente; se è falsificata, diviene to^ba, troppo densa, si filtra male. Facendo cuocere la cioccolata nel- l'acoua si saprà se vi sia miscuglio di cassonata, poiché, In tal condizione, formp'-à un der>osito terroso. Le farine le gomme, l'amido, si paleseranno co- lorando di blu ricqua iodate nella, ovale s'immergerà un pezzo di cioc- colata: divem leggermente verde se è di buona qualità,. IL PEPE Una raccomandazione caldissima: acquistate il peipe In cicchi; il pepe in polvere è molto falsificato con le sostanze più eteroclite. Bruciate alquanto pepe: se è puro ; lascerà il cinque per cento di cenere; , molto più se è adulterato. E basterà, in questo caso, bagnare il residuo nel- l'acoua per sapere, dall'odore che dif- fonderà, oual materia fu adoperata j nella falsificazione. G. PICCINI, j PRIMUS GSA Ili BENAZIN Pratico - Solido • Sicuro - Inodore ACCENSIONE ISTANTANEA nn R i mi e d / JI s i n g o l a r i (daim peahtt libcoj "'Per sanare ogni sorta di dòlo- re causato da humido et freddo, dolori di' giunture et simili incom* modìtò, applicarete alla parte of* fesa un pugno di fuligine pe fiata co'f bianco d'un ovo con singoiar diligenti a et misturata a ragna' UÌQ (Pubblici» uitoriuaU Proietta» Milana N. 11230) Tutte le famiglie chc possiedono: Buoni Tesoro - Venezie 3,50 % - Crediti Fondiari - Ob- bligazioni San Marino - Napoli * La Masa - Croce Rossa - Dante Alighieri, ecc., lasciano M I L I O N I DI ItI$E JÍOfl RISCOSSI L'Agenzia « L'Utile » provvede subito alla verifica dei tìtoli. Mandare i numeri, con L. 2,50 per verifica c spese; oppure abbonarsi al Giornale quindicinale L'UTILE, « Rivista delle Estrazioni » chc fa la verifica passata e futura. 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