LA CUCINA ITALIANA 1933

BUONGUSTAI GIORNALE DI GASTRONOMIA PER LE FAMIGLIE E PE CUCINA CONVIVIALE * CUCINA FOLCLORISTA • CUCINA PER STOMACHI DEBOLI - CUCINA ALBERGHIERA . AJRTE DELLA TAVOLA - RICETTARI — TELEFONI: N. 62041, 62042, 62043, 62044, 62045 — ROMA Palazzo Sciarra ROMA — TELEFONI: N. 62041 62042, 62043, 62044, 62045 — N. 7 — ANNO V — ; 5 LUGLIO 1933 OGNI NUMERO CENT. 50 — ABBONAMENTO ANNUO L. 5,30 . ESTERO L. 10 — INSERZIONI: L. 4 AL MILLIMETRO ESCE IL QUINDICI PI OGNI MESE CUCINA CASALINGA . ALTA CUCINA N. 7 — ANNO V - - 16 LUGLIO 1933- ANNO XI ESCE IL QUINDICI PI OGNI MESE PRENDENDO OCCASIONE DALLA MOSTRA DI SIENA Il conto dell'oste Scendendo dalla Romagna, ove non si sia scelta la via delle Man- driole che vi porta d'un subito sul- la conca del Casentino così varie- gata e mossa sotto lo sguardo se- reno del rosso Castello di Poppi, è quasi d'obbligo attraversare le Marche e fermarsi a goder la por- chétta aromatizzata o i calamari fritti o lo stoccafisso in teglia ro- solato al forno, per bervi subito quel l'amarognolo verdicchio, aro- matico anch'esso o qualche po' di vernaccia che fa onore alla tradi- zione che ne canta da secoli le lodi. Ho detto già della affinità pae- sistica e suggestiva dell'Umbria con la Toscana, e non mi ripeto. E poi nominar l 'Umbria è veder sfolgorare il Duomo di Orvieto, udire scampanare le Chiese di As- sisi in onore del Poverello, e domi- nare ferrigna la potenza solenne di Todi; voul dire chiamare ed ac- clamare quei vini di Orvieto sen- za i quali Pinturicchio non si sen- tiva di esser pittore. Vino di Orvieto, gemello per soavità e per grazia celeste del mi- stico Est Est Est, che congiunge le terre dell'Umbria e quelle del Lazi oed i vini relativi: da quelli dei Castelli romani che biondeg- giano nella fojetta e son dolci, ca- rezzevoli, scivolosi alle vostre boc- che, deliziose compagne di viag- gio, dono del pae§e fatato del be- vitore, ove ogni casa è una canti- na ed un altare a quel divino Vi- gnanello, re dei frizzanti, a tutta la gamma degli Aleatici saporosi, e dei passiti dolcissimi e liquorosi. Vini bianchi degli Abruzzi e Molise, dalle qualità dette da pa- sto al Moscato di Castiglione a Ca- sauria, hanno queste simpatiche caratteristiche, e sono buon docu- mento della tenacia di quella sana gente a cavar succo di vino anche dalle pietre 1 Terra d'Italia che non tradisce dunque nemmeno quando sembra arida e povera, che cosa darà e sa- rà di bene quando sia ferace, e grassa, e provvista di ogni fortu- nata coincidenza per la propria prosperità come quella della Cam- pania? Darà il gradevole Capri, darà il Lacrima Christi, e quel Falerno di cui la Campania parteggia la pa- ternità con l'ultimo lembo di ter- ra Laziale, il leggero, frizzante, acidulo Asprinio, tra i più disse- tanti vini d'Italia, il Ravello fa- moso in ogni parte del mondo e che fa parte dell'aristocrazia dei vini, e le sette varietà dei vini bianchi d'Ischia, tutti egualmente dotati di penetrante profumo, il morbido Moscato di Baselice, il greco dell'Avellinese e quel San- ginella del Salernitano, che chiuso in bottiglia diventa un ottimo spu- mante. Vini bianchi tutti di un color vario di oro, da un paglierino il più leggero all'intensità ricca di riflessi di vecchi monili, amabili e frizzanti e di diversa alcoolicità, che partono dai 5 per salire ai 10- 20 gradi, E così sono nelle Puglie, non più sitibonde, che anche questa è leg- genda da relegare nei ricordi degli ipocondriaci, quei limpidi vini di San Severo che rasserenavano le nostre vigilie di guerra sul Pnsu- bio, e il Torre Giulia che assume con gli anni l'austerità di un ve- gliardo, e il Verdeca e l ' Asprinio, questo di Capo di Leuca e quello di Gravina di Bari, ma ambedue deliziosi e confortevoli, dissetanti dopo le corse nella gloria del sole e del grano, o tra i festanti vitigni del ricco ed ardente tavoliere di Puglia. E l 'Asprinio, occorre ricordarlo ancora, a titolo di onore anche per la Basilicata, mentre la Calabria ci offre, nel paesaggio solenne della sua asperità e nobiltà di linee, il magnifico Greco di Gerace, la Mal- vasta di Catanzaro e il Provitano bianco, tutti magnifici vini meri- tatamente conosciuti per il grato sapore ed il delicato profumo. Così abbiamo percorso l ' Ital ia continentale ed abbiamo enumera- ti in una rapida visione, quasi tut- ti i vini che consigliamo alle don- ne gentili, ed alle loro ospiti, per render lieta una conversazione, a- nimata una merenda, riposante una sosta, più completa e ridente la vi- sione dei più tranquilli paesaggi e delle singolari bellezze di ogni con-; trada d'Italia. Ma: navigheremo anche. Sicilia e Sardegna ci attendono; l'una e l'altra terre mirabilmente predisposte a donar vini per l'oblìo e per l'allegrezza dai tempi più lontani, da quando eran vivi i si- culi che dormirono poi i sonni se- colari, a Pantalica, da quando i Protosardi fortezze o reggie ospi- tavano i protosardi industriosi e si- lenti, fieri e generosi. E non dirò certo del Marsala,- ma dell' Alban elio siracusano, dei vini del Bosco, che nascon dai vi- n - Con questo numero sarà sospesa la spedizione -——— della —— a quegli abbonati che non avranno rinnovato la loro associazione scadente it 30 giugno scorso. Ricordiamo che gù abbonamenti annui alla GUG I N I ' Ì I T Ì L I À N A decorrono dal 1. gennaio O dai 1. Luglio di ogni anno. Per abbo- narsi basta inviare alla Aram, del GIORNALE d ITALIA, ROMA, Palazzo Sciarra, mediante vaglia postale o versamento da farsi in qualunque ufficio postale del Regno e Colonie, a favore dei Conto Corrente 1/2525 Roma. Vino bianco e pesciolini... Piccole trattorie di campagna che si affacciano fra un folto di alberi, e vi accolgono e vi fan so- spendere il ritmo accelerato del vostro cammino e del vostro pen- siero, per darvi la tacita illusione di un ritorno al nostalgico passa- lo; o poggiate come libellule su una corolla di fiore, sul margine del lago, hanno sul folto del ver- de un palpitar di ali; o aeree lun- go le vie dei monti, dànno dalle finestre aperte ai boschi ed alle ci- me più alte, l'offerta del sogno di esser sospesi fra il niente e il tutto dell'azzurro del cielo. Sosta breve, più che lunga di- jtnoraì quasi sull'ora del tramonto. Come quella al Lago di Piedilu- co, goduta alla bella tavola imban- dita sotto il verde della pergola, così come la fotografia la mostra, e prima si era bevuto un po' di aspretto bianco dal boccaletto. Bianco, latterini, lago, ricordi di un decennio di gioia, qui iniziata, son stati suscitatori della sognata scorribanda gastronomica per le vie d'Italia,- fatta per voi signore gentili. Non arricciate il nasino, e non sogguardate fra le ciglia abbassa- te con un cipiglio che non può es- sere il vostro in una gita di gioia, queste pagine di vino che vi sono dedicate. ...conforto al lavoro tigni coltivati sulle alte pendici dell 'Etna, dei vini bianchi di Al- camo che suscitarono certo l'estro poetico di Ciullo, dei vini « bianchi carta » che si bevono in quel di Trapani, limpidi e verdolini, e dei loro gemelli, i vini di Marsala. Vernaccia, malvasie, moscatif nasco, semidano, torbato, nurà- gus, ogliastra bianco: ecco i titoli ài cavalleria enologica che la Sar- degna può elencare, per chiedere l'onore di esser prima a dissetare le donne leggiadre e belle, che sap- piano con intelligenza ed amore, e vogliano, oltre al sapere, chieder solo al sole ed alle terre nostre la gioia di poter offrire a congiun- ti e ad amiche qualcuno dei vini magnifici d'Italia. Gino Massano ...conforto al ripeso Pensate, invece, che ricchezza rappresenti per il nostro paese, e come sia doveroso, ed insieme gu- stoso, il contribuire alla sua più intensa utilizzazione, e come sia opportuno preferire le più volte, che ciò sia possibile, una bevanda tutta nostra e che si presenta in •tanta ricca gamma di varietà. Per la rubrica "La massaia moderna,, vedere settima pagina Abbonament o cumuolativ pre un an,no la " GIORENAL DEALL „ e all "CUACIN I T A L I A N A „ 1 ^ 1 6 m • v : " ' J j 1 . u . H B m H Ì

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