LA CUCINA ITALIANA 1933
' • - ' _ LA C U C I N A I T A L I A N A L a T t a v o l a d e i b u o n g u s t a i I d o l c i d e l l e v a r i e r e g i a n i d ' I t a l i a f ) - , LA LACIADA 8 uova battute dolcemente e lunga- - mente. 4 cucchiai di latte, poco sale « BUCIOLANI zucchero, marmellata di pesche o di albicocche. Grammi 50u iarin a bianca; gr. 200 Si fanno tante frittatine di circa 4 niccherò finissimo,* gr. 350 burro: millimetri di altezza e s: pongono ir 4 rossi d'uovo, u n cucchiaio di canne 1- u n tegame, possibilmente di rame ; la in polvere alla quale si aègiunee mettendo fr a una frittatina e l'altra un pizzico di garofano in polvere e un uno strato di mermellata. s i spolveriz- pizzico di spezie in polvere. L'impasto z a dì zucchero con leggero sapore di è l'idèntico delle paste frolle comuni, vainiglia e si mette ai forno questa Vengono spinti alla siringa con un specie di sfogliata di frittate per 2-4 «Iseo piatto scannellato da una parte, minuti. . come tanti nastri della lunghezza del- Volendo, prima di servire, si pur la placca, in èui si cuociono. Si mar- bagnare la laciada con del buon rhum cano prima che vadano in forno cai- e portarla in tavola fiammante, do, con un coltello scaldato segnando- A- Bertollo Mariani -, ne le misure precise. . . , Dopo cotti e freddi si staccano colle I L P A N D I MIGLIO .-.'maini. • .<.- CANESTRELLl Ingredienti: Farina bianca gr. 100. semolone giallo gr. 10Q. zucchero gras- Grammi 400 farina bianca, gr. 100 f> 100, lièvito pane gr. 100. burro di meliga finissima (detta volgermen- 4 ' „ . te fumetto), gr. 180 zucchero finissi- , Jr : , W e . f a r n s , s u l l a t a * mo, gr. 300 burro, gr. 50 cacao in poi- ™ a formate la fontana, in mezzo vere, n. 2 lìbva intere, profumo di va- f , a l t n i n f o i e n t i , impastando Biglia lavorate la combinazione per 10 mlnu- L'impasto è l'identico di una coma- % c i r c a ' ^PPena ottenuto il composto ne pasta frolla dividerlo m forme della grossezza dl Pronta la pasta fare tante pallotto- ™ meloncino, appiattirle sensibilmen- le rotonde, per cuocerle nel ferro così adagiarle su canovaccio infarinato deto a tenagUa come quello che si usa Pomellate 1 albume d Uovo allungato per gli «Oblio» appena cotti poggiar- f 1 1 a c q u a ; nevicateli con fiori di sam- l i sul tavolo e con un tagliapasta ro- buco e.poi con abbondante brinata di • tondo liscio, uguagliarli per bene zucchero in polvere; coprite con altro . canovaccio e in luogo fresco (1) e o- GRAMOLITT DI SAN GIUSEPPE s c u r ° Poneteli a riposare. Lasciateli colà per 5 ore così lievitano. Si metto- La pasta è, l'identica di quella del n 0 P 01 s u Pacche spugnate con poco panettone comune ma un pochino più b u r r o e Sfarinate e si spingono a fbr- • molle. Si poggiano su placche legger- n o moderato, devono cuocere adagio mente iburrate dando loro la forma raggiungendo un colóre flavo molto ovale e leggermente schiacciati nei totefiso. • fianchi. Dopo Uevitati eoe d'uso pen- 11 P f t n d l miglio è migliore II gior- nellarli d'uovo e far lord un piccolo n 0 d ° P ° e generalmente si serve in taglio nel mezzo, cospargerli con un accompagnameto della tradizioale pa- pochino di granella grossa di zucchero n e r a (lattemiele), e cuocerli a forno medio. ' Mario Marinoni G. Manfredi ( 1 ) 11 l u ° 8 ° di riposo non dev'essere troppo fresco e senza correnti, ciò eh» PAZIENTINI impedirebbe la fermentazione degli - ingredienti. • • N. 12 chiare d'uovo, aggiungere a • . queste 500 gr. di zucheró a vélo vani- LA PERSICATA - , gliato. ; Corrisponde a Ua cotognata. Le chiare d'uovo non montate la- s i spaccono le pesche, si toghe il «rorarle in catinella con la spatola di nocciolo, quindi si passono allo stac- legno e aggiungere poi gr. 575 di fari- c l 0 . v i si unisce • uguale peso di zuc- « a finissima. Fare tanti tronchetti c hero, si concentra a fuoco muovendo, della grossezza di un fiammifero di le- continuamente sino a d i e 11 composto gno ma lunghi la metà, poggiarli su sia diventato quasi scuro! Si Versa pòi placche passate alla cera vergine. Si i n apposite scatole foderate d'ostie, si preparano la sera e si lasciano così polverizza abbondantemente di zuc- tutta la notte in ambiente tiepido e si chero e si mette; a iiposaré per tre cuociono poi la mattina seguente a giorni in luogo fresco. "Allora si sfor- fora? piuttosto- caldo. Staccarli subì- fc» e si, taglia a rettangoli i quali van- to co» J» spatola di ferro capovolger ho ancora passati allo zucchero, do la placca sul tavolo. ' • ' Mario Marinoni r i i m m UT n i m m i . v r n N- B. — Essendo la polpa delle pe- CANDITI DI CARIGNANO s c h e ^ s o s tenuta è b e n e > a p p e n a . MPtt^fe m i s i f„<,i„„„ , Versata sullo stampo, fare asciugar® " ' . t ò S Ì a S e s l . niini f 0 6 ^ u r u f f *n ° ta s t u f a ' ^ u a ^ ^ e ^ a l s o E p a n ^ d f c ^ f t e M t e m o l l d e e p ì ù X qua deU'infusione che avrete filtrata possibile. Si forma a grosso cerchio con un velo di cucina. Cuocete adagio d e l diametro di circa 15 0 20 centl- sempre rimestando finché abbiano as- m e t r i > u b u c 0 d i m e z z o .si tiene più sorbito tutto lo sciroppo. Debbono ria- ampio C he si può; si cosparge poi di scire di un bel giallo oro, Distendeteli c i p o l l e Cangiate e lentamente appas- perchè s'asciughino su lastra spolve- m n e l b u r r 0 > s i polverizza di zucche- ridata di zucchero A r o e si porge in forno non troppo Si s e r a» appena asciutti ©1 con- forte. Vi riesce una specla di clam- servano morbidi per pochi glojnl per- bella bassa d'un bel colóre d'oro e fra- ciò, volendoli servire a distanza di un* u n t i s s i ma ed è tenie sia mangiata settimana 0 due. conviene preparare m a g a r i anche calda come s'usa per ogni vòlta. la pizza Contessa GMteri di Ge- P e r imitazione, possiamo prendere noia, Torino. dell a . pasta del nostro pane, ammol- = ' larla con relativa acqua tiepida e poi, W f i l — procedere come sopra. LjOTÌÌOCLTCIIO, Mario Marinoni A ~ E 'risaputo i n ogni modo IL PANETTONE che il pane di Como per le sue note . , , ' prerogative fu tentato di farlo anche La ricetta è delle più sempl ici ,ma ó Milano. Da Como s'importò, oltre la manipolazione di questo dolce squi- che l'artigiano, l'acqua, la farina e si sitamente milanese, è tra le più deli- PUÒ dire anche l'ari a ma non riuscì, cate e difficilissime. • ' Non sembra vero! ma purtroppo è GONFIETTI ALLA MANTOVANA proprio così. \ .y .• Troppe cose influiscono sulla buòna tTn etto farina, Un etto semola. x ln e vera riuscita dèi panettone, e p i i una casseruola si mettono due bicchie- di ogn icosa: l'occhio clinico per la ri di acqua, un pizzico di sale, una . levitazione. Non l'aria non l'acqua, co- cucchiaiata di zucchero e una corteo- me si vuoi dare a intendere ancor eia di limone grattato; quando l'ac- oggi a molti profani, ma sempliiemen- qua bolle vi si aggiunge la farina e la te la padronanza assoluta della lievi-, semola, mescolate-insieme e si lascia tura. .bollire per alcuni minuti. Raffreddata La ricetta del panettone milanese è vi si aggiunge un tuorlo d'uovo e questa: " < quando è. ben amalgamata vi si uni-' |Cg. 1 farina doppio .zero; Kg. 1 scono altri tre tuorli e noi la fiocca lievito di pane; gr. 350 di, zucchero; <^lle quattro uova. Depositata ài cuc- gr. 350 di btirto ifiiissimo; un pizzico chiaj nello strutto bollente abbondlan- di sale; 10 rq&i d!uova; uh guaito di te; questa parta .dà i gonfletti chè si litro d'acqua; 250 gì. uva sultanina; servono spolverizzati di zucchero a 150 gr. di cedro candito tagliuzzato: velo. 1 / 100 gr, scorretta d'arancia. : . i Edvige Lanfredt, Mantova Il volume del lievito si ottiene dopo ' — Bisogna lavorare la paste . tre riprese di' tre ore ciascuna,- con per.tìrca un'ora. . ' • " un'ora d'intervallo. ' Si comincia con una piccola man- AMARETTI DI SARONNo ffSJjjA'SA'Sa ingredienti: Mahdorle dolci g , 300.' " di andare al forno. Questà si lascia mandorle amare gr. 100; albumi d'uo- Jn un recipiente coperto fintanto che vo sette o otto, zucchero in polvere : è a completa lievitatura. (Completa- chilogrammi 1 mente screpolata). Lavorazione: Mettete nel mortalo te ; S'inizia allora l a prima fase che In mandorle pelate e leggermente tòrre- '> gergo dolciario si chiama: Biga e che fatte e cominciate a pestarle, unendo-: consiste nello stemperare farina bian- vi poco per volta l'albume di. tre uova.. ca con «oquà ttóiada* in modo che ras- Incomincaandó lo spappolamento met- Siunga quasi il medesimo peso dèlia tóteci lo zucchero e ancora poco per pasta. Si ottiene così u primo -lievito, volta quattro o cinque albumi d'uova, che non deve neppure essere d'impa- Ottenuta una pasta omogenea e fina sto solido. Ritirare in altro recipiente ponetela sul tavolo e impastatela per copertole lasciàre cosi-per tre ore in darle consistenza.;Bagnate l emani in luogo privo d'arià ; e tiepido. Contìnua- acqi^a fresca, e dividete la pasta for- re questa operazione ancora due volte mando tante piccole palle che dispor- l i mòdo che coU'tiltimo lievito, si da- ret ® s u placca coperta di carta. Pre- rà maggior consistenza all'impasto, mete Sempre con'le mani umide, tutte Ottenendolo poi ben sviluppato dl ile- quelle palline e poi, mettetele in fori vitazione, perchè il suo volume, deve no non troppo forte, aumentare ogni volta del doppio, si Bisogna aver' cura di non aprire comincia l'impasto generale che con*-' troppo spesso il forno, perché se pretv. siste nello stemperare 11 lievito col dono un colpo di freddo s'afflosciano burro fuso a parte e tiepido e, poi i e non si rialzano piO- . rossi d'uova e l'acqua e lo zuòchèro , 1 ' ' ' M: Marinoni ' stemperati da altra parte e tiepido, N. B. Questa la ricetta casalinga, poscia il sale e poi l'uva, il cedro e ma certi segreti di tecnica e di pro- scorzetta. , - « © fumo delle speciali fabbriche non ài: Quando rimpasto sarà ben amalga- sanno. , , - mato. ben lavoratq e liscio, si Taàcia' ; f r O I j I SCIATTI ' sciate riposare un'ora coperta con ur lino umido d'acqua. Stendete poi l a parta a sfoglia nor- male e su di essa distribuite pezzi di formaggio magro tenendoli alla di. stanza uno dall'altro di circa 2 centi- , metri. Ricoprite con altra sfoglia e quindi incidete a forma di rombo; pre- mete bene il bordo e poi friggeteli in, strutto fino che sono croccanti. Veneto GALANI 500 grammi di farina haus (più altri 200 da incorporare man mano, se ne- cessario, impastanda e spalmando), 4 uova intere, un bicchierino di rum 15 Ogr. di zucchero di cui un a parte vanigliato, conveniente sale come per tutte le altre paste, una rapatura di limone. Si forma un, impasto come si dovesse far la pasta comune, si ma- nipola molto, quindi con lo spianatoio si rendè sottilissimo. Si taglia poi con la rotellina dentata, a fettuccie che vanno annodate con garbo, appunto in forma di gala o ad una specie di nodo dì Savoia. Friggere i galani in ottimo olio bollente, o strutto ed olio, inzuccherati alla vainiglia. ••• . Là B; Venezia LE FRITTELLE DI RISO Sono composte di latte, riso, uova, uva sultanina, anici e sono fritte in olio e strutto. LE FRITTELLE DI S. CANDIDO (Alto Adige) Frittele piatte colite in padella allo strutto, fatte d'una pasta composta di pane Imbevuto di latte, farina, uova e abbondanti bacche di mirtillo nero (cesarelle). Piatto semi dolce popolare a San Candido e nell'alta pusteria. LE FRITTELLE O FRITOLE DELLA V p ^ Z ÌA GIULIA Composte di farina con lièvito, zuc- chero, uova, buccia di limone, cannel- la. rhum, uva sultanina, pignoli e frit: te nell'olio;, esse 'si possono variara con ricotta, semolino, rasura di melo MUTOLE , 1 Kg. di farina haus, 150 gr. di zuc- chero in polvere, 7-io gr. disale fino gr. 100 pinoli, 100 gr. di cedrini 250 •gr. di uva passa, 2 bicchierini di «ml- strà » (anici) o rum od altro liquore fòrte, l a rapatura di due limoni, 70 gr. di.lievito compresso di birra, j Messa ia farina in un vasto e fondo recipiente vi si versa tutt'attorno lo zucchero ed al centro vi si butta il lievito stemperato in un mezzo quin- to d' acqua tiepida e altra acqua fino ad ottenere un impasto assai tenero « «Mani tagliati a fettine, l'uva Ti Ifcrjfl- re e man mano con un mestolo s im- pasta a fondo acciò tutto abbia ad in- corporarsi appieno. Il composto va manipola?» con ener- gia per circa una mezz'ora, quindi si copre il recipiente con un panno bian- co e si lascia riposare e lievitare per 5-6 ore; Le "fritóle vanno quindi cuci- nate in olio ottimo abbondante e bol- lente, e la lóro misura è d'una cuc- chiaiata d'impasto. Tplendo si può unire all'olio un po' di' Strutto buonò- Attenzione se siano ben cotte senza essere bruciate, snocciolarle bene, po- sarle su di un foglio di carta assor- bente per liberarle dal residuo unto, cospargerle con abbondante zucchero fino, vanigliato. _ Una variante per chi né vuol man- giar molte ed ha lo stomaco un po' debole: diminuire di parecchio il quantitatvo delle spezie, ridurre il lie- vito della metà, incorporare nell'im- pasto 3 uova intére, diminuire la grandezza di ciascun dolce. Si avran- no cosi frittelle più delicate ma... non più, auténticamente venéisiane. L. B. TORTA DI BIGOLI , % lessano a parte con sale 1 bigoli, cioè pasta a cannelli bucati, grossi cir- ca quanto un cannella da penna da scrivete. A circa due terzi di Cottura si yersano in una terrina, si condisco- no a sufficenza con buon olio, zucche- ro in polvere, uva passa minuta (fat- ta rinvenite e lavata in acqua tièpi- da), pignoli e cedrini (cioè pezzetti di cedro candito) , in mancanza di cedri- ni si supplisce con grattatura di 11- mone. A parte si unge con grasso (olio 0 burro) in minima quantità regolar- mente e presto fondi e pareti di una tortiera piuttòsto larga e poco alta. x Subito si getta sulla fortiera un pu- gnata) di pane grattugiato, che con movimenti opportuni si fa scorrere sul fondo e le pareti della stessa, Versan- done via l'eccedente. Dalla terrina si' versa allora la pasta di «bigoli» (cha sarà bene- preventivamente assaggiar» se bastantemente condita, e dolce), sulla tortina così spalmata di parie grattugiato e d'un colpo mescolando, "celò che gl'ingredienti (uva, pignoli- cedrini) riescano il meglio possibile distribuiti, s i livella un po' con la ma- no pe r renderla pianeggiante e si co- sparge di Uh sottile velo di pane grat- tugiato comprìmendo sempre. Si cu- cina ai forno, anche della comune èui orna economica di casa. La torta è cotta quando ¿ «bigoli» superficiali sono biondi, in genere basta un'ora a medio calore. Allora si leva la tortie- ra dai tondo disponendovi sopra un largo piatto od altro che sì deve tene- re aderente, facendo rovesciare la tor- tiera. Se tutto è fatto bene la torta scivolando nei piatto, non deve rimar nere menomamente sformata, s i ser- ve a fette concntriche. Dott. G. Marcolongo OOLCE AÜLE FRUTTA Per ogni Uovo; 50 gr. di zucchero, 30 gr. di burro, 100 gr. di farina. Frul- late il' burro con lo zùcchero, unire 1 tuorli, poi, la fariña; in ultimo le chiare montate. Non dimenticare la .polverina lievito e scorzata di limono. Un cucchiaino di liquore non è ne-' cèssario, ma consigliabile, porre la pa-- J ^ e l l á ^ ^ ^ a M o n j f i d a r c ^ ftg 1 1 na w noci Oastano), Spargere sopra fine zucche- ro cristallizzato e passare al forno per cuocere a fuoco lento. In 4o minuti è pronto. Alle pere si pa i ono sostituire le mele e in altre stagioni le ciliegie e le prugne. Ferruccio Bettln, Brento- nico (Trentino). s ' Liguria PIZZA • ' Grammi I60 dì farina, 180 di zuc- chero in polvere, un cucchiaio d'acqua di fiori d'arancio, un bicchierino di rhum e tre uova. Battere tutti questi ingredienti vi- vamente con 160 grammi di burro li- quefatto. La pasta, cosi ottenuta di- sporla in una tortiera stagnata, dopo averl a portata allo spessore di un cen- timetro ,e mettere a forno. Quando ; superficie apparisce ben dorata, ri- voltare e isettere ancora al forno, fi- no a cottura completa. PAN DOLCE O PA?* Dì NATALE Focaccia indispens i ile ai genovesi nei giorno di Natale. Il trattato geno- vese da cui traggo questa ricetta, la dichiara molto dìù costosa e sostan- ziosa di quella che Si vende tutta Tan- no da ipasticcieri. " .<• ' , -' Fidiamoci e promiavolo:. Impastate mezzo chilogrammo di -farina con 1 etto di lievito già lievi- tato per 24 ore, e con un po' d'acqua tiepida,. Lasciate lièvitare per 18 ore. aggiùngete poi ancora 1 chilogrammo e mezzo di farina e acora acqua tie- pida in modo C he la pasta riesca sof- fice; unitevi un bicchierino di marsa- la, 3 etti di burro sciolto, un cucchia- ino d'acqua di fior d'arancio e > mezzo chilogrammo di zucchero. Quando tut- to è bene impastato, aggiungete 2a grammi di finocchio dolce, 50 gr. di pignoli, 5o gr. di pistacchi, 50 gr. di uvetta, 50 gr. di zucca candita a pez- zetti, formatene un pane e mettete- 16 a lievitare per 12 ore, dopo le qua- li potete cuocerlo in forno. • / , ' Quattrova i — l a i Pe r r ec l ame 3 scat. L. 10 - por to g r a t i s Bi tta VINCENZO GIARDINI, Catania • : \ —-————••.....,„• ~ ; . ' '• ':' ' ' •' - ' ' ' ' -, '-,- ; i ì: ' ' Emilia e Romagna SFRAPPOLE BOLOGNESI ! Tre rossi d'uovo, tre cucchiaini da sa di sale, la scorza di mezzo limone grattugiata finissima, fiore di farina di frumento quanto* basta perchè la pa- sta non riesca molle. Con detta pasta tirare un a sfoglia, la più sottile possibile. Tagliare la sfo- glia a strisele larghe cm. 5, lunghe cm, 20 o 25/ Prendere una casseruola fónda di raiiie (ha, la sua .importanza), sfarvi abbondante strutto di maiale e quando quésto è ben bollente, immer- gervi un per volta ano a cottura le fettuccie. Si cuocciono in pochi Secón- di acquistando un bel colore crema e la forma rotonda del recipiente. Si dispongano su un Vassoio guarnito di un elegante , tovagliolo è si spolverino abboridantemente, con • zucchero" alla vainiglia. Si servano fredde. MIGLIACCIO ALLA ROMAGNOLA Latte, circa 2 litri; miele gr- 400: zucchero gr- 250; cedro candito gram- mi 200"; Cloccolatta gr. 200; sangue di maiale gr. 600; mandorle-dolci gr- 200: t>ane grattugiato gì. 200; burro gram- mi ioo ; 1 P-àce moscata, l scorza di limone grattugiata. Pestare nel mortaio le mandorle, 11 cedro, io zucchero, bagnando di tan- to ih tanto con latte, far bolhre il latte, unire la cloccolatta, il limone, te^re dal fuoco e lasciare u npo' raf- freddare; aggiungere il sangue, me- scolato insième e si lascia bollire per alcuni minutì. Raffreddata la miscela vi si unisce Airi tuorlo d'Uovo, si me- scola, perfettamente, poi sé nè aggiun- gano altri, tre. i n ultimo vi si unisce la fiocca delle quattro Uova. ' Vanno fritti in molto strutto, prefe- ribilmente m casseruola. sìwlVeri^ti» ' dì zucchero a velo e servite caldi. Edvige LànfredU Mantova •N. B. — Bisogna lavorarli per circi un'ora n sV/ ' , l t . 1 \ 1 , , CASTAGNACCIO FRITTO ' • X "3 ' - " Si fa una pastella con farina di ca- stagne (mezzo chilo circa) acqua « alcune cucchiaiate di olio. • f # lascia riposare per alcune ore il compasto e poi si frigge nell'olio bol- lente, a cucchiai. Toscana . , CENCI \ - , ' ¡ingredienti: Farina gr. 240; burro gr. 70; zucchero in' polvere gr- 20; uo- va 2; acquavite un bicchierino da ro- solio; sale, un pizzico. . Procedimento: con i suddetti ingre- dienti fate uria pasta ' piuttosto sodet-, ta; lavoratela moltissimo con le mani e, lasciatela • un poco riposare, incri- nata ed involta in un canovaccio. (Se riuscisse tanto; tenera da rion poterla lavorare, aggiungetele ,un po' di fari- na e rimpastate). Tiratene una-sfoglia dello spessore di un vecchio scudo d'argento, e col coltello o 'fcon la ro-, telliria smerlata tagliatene tante -stri- scie, lunghe un palino circa e larghe - due o tre dita- Fate m Cotesto strisele qualche incisione per ripiegarle od in- trecciarle a guisa di nodo di cravat- ta. oppure accartocciate : a guisa di cornetti come le cialde, affinchè va- dano in padella, dove io strutto o l'o- lio, sia abbondante, tanto da potervi galleggiare i «.cenci,)» Sotto Varie e bizza.pe terme. C o t t T f e dorati, ^riti- lenti, e serviteli accompagnati da pan- na montata ' CAVALLUCCI \ Ponete in un calderotto 300 gr. zuc- chero biondo con un bicchiere d'acqua, cuocetelo alla Perla, quindi unitevi fuori del fuoco: 300' gr. di farina, 100 grammi di noci sgusciate e tagliate a grossi pezzi, 50 gr. scorsa d'arancia candita tritata finissima. 15 gr. anici polverizzati, 5 gr. specie e cannella; rovesciate sull a tavola infarinata. Stendete il composto dello spessore dei mignolo e ritagliatelo a piccoli rombi o mostacciuoli che si dica; ac- comodate sU teglia leggermente unta e infarinate e cuocete nel forno mite in modo che non prendano colore. I t e quarti d'ora di cottura circa PANFORTE Grammi 30? di farina bianca co- mune; gr. 280 di zucchero fino; gr. 700 miele; Kg. 1600 mandorle dolci tosta- te è rótte gròssolanam&htefKg. l'ntxt- duole tostate e rotte pure grossola- namente; gr. 50 dl specie in polvere (che è composta dì garofani pólvere, cannella pólvere, macis polvere, co- riàndoli polvere, pepe bianco polvere) cacao polvere gr. 100 ; Kg. 3 di dado- lata di cedro candito, mista a cortec- cie; arancie candite e corteccie di me- loni candite. Miele e zucchero sciolte sul fuoco, entro una bacinella di rame ben puli- ta, smuovendo continuamente con spatola di legno, fino alla cottura- Cottura che si esamina tuffando la- spatola di legno nell'acqua fredda: dò r i aderire ad essa, uno strato assai resistente di miele e zucchero. Unire allora la dadolata sopraccennata, il profumo, il cacao e la farina. Amal- gamare bene .il tutto sempre .sul fuo- co, per poi versare questo composto entro tortiere completamente foderato di ostie. Cuocete a fórno medio di ! calore e lasciate poi raffreddare éntro gli stampi, . Si finisce il panforte lucidandolo, con una semplice «glassa» cosi detto piangente, che è fatta di zucchero a velo stemperato con acqua sempli- ce. ed abbastanza densa. ; •>, •- Benché non sia un' dolce finissimo da raccomandare, da molti viene as-' sai gustato e dal senesi, naturalmen- ! te, prediletto non meno del pillo. O. Manfredi R3CCIARELL* Ponete in un calderotto Kg. 1.500 farina di mandorle e agitandola con un mestolo, mescolatevi ' pian piano 1 Kg. di zuccherò cotto alla Perla: auindi 8 chiare d'uovo, una alla volta riducendo così U composto alla mor- bidezza di Pasta Reale. Prendete il composto con un cuc- l nhiaio da tavola e deponetelo in for- ma di piccole uova sulla teglia, rico- Spolverizzatele tottt* con zùechèro ' fine e cuoeéte in foH&: moderata ménte caldo. La pasta si aromatizza con vainiglia, t> mèscolan- ; dovi dei limone o arancia grattugiata. Marche* FUSTRINGO . (Dolce di fichi, mosto e tante altre cose) Fichi secchi Kg. 1,500; uva passa gr. 150; miele gr. 180; zucchero gram- mi 150; candito gr, 100; mandorle pe- late ed abbrustolite gr. 150; noci sgu- sciate gr. 165; cioecolatta grattugiata gr. 180 ; tritello gr. 200,^ pane grattu- giato gr. 100; olio un quarto di litro; mosto cotto; noce moscata; cannella: limone o arancia a piacere. Porre i fichi a bagno in acqua tie- pida la sera innanzi. Il giorno dopo, tòlta l'acqua del bagno, si puliscono bene con altrettanta acqua tiepida e SÌ pongono a bollire, fino a rammor- bidirli ,dopo di che si asciugano .e s i battono minutamente. Si pongonft q ^ d i in recipfiénte capace e vi si a ¿ .giungòriò tutti gli ingredienti di cui,, sopra. Il mosto cotto deve servire per tiénè amalgamare il tutto e per rag- giungere una giusta consistenza. Preparata così la pasta, la si pone In una teglia adatta ungendola pri. riia con olio fine, metterla al forno t portarla a cottura giusta tenendo conto che in realtà nulla c'4 da cuo. cete. ". , contessa Emma Mancini, Fermo CIAMBELLE ANCONETANE Di Pasqua: , " Sono fatte di farmà, uova, zucchero, rasura di scorza di limone; ¿i scotta- no In acqua bollente e si cuociono al forno , • ' - Di magrp: Si preparano con farina bianca, a- nici, olio; zucchero, lievito; il tutto Impastato con mosto fresco e cotte ai forno. Sì preparano all'epoca della pi- giatura, in settembre e ottobre. (Dalla Guida Gastronomicà d'Italia). i; Proprietari I I Tè cn i ci ? f C o l o n i? trovano riel _ I Gioire d'Italia Agricoli) ¡ ? , » • ? ' — il consigliere disinteressato, * ' ¡ ! — U settimanale di lettura i- J' ¡I struttiva ed attraente, 5 J — O giornale che tutela 1 loro % A interessi. : . 0 Ogni numero contiene: 5 f - articoli tecnici f rassegne dei mercati \ f notizie commerciali V S risposte gratuite a quesiti, !> Ori numero: Cent. 3 0 <[ Abbonamento annuo: Lire 15 <| S ' Iridiiirare TÍchieste di nutne i < » 1 di saggi e l'importo all'Ammini- i l strazione dei Giornale d'Iteli* l 1 Agricolo, Roma, piazzo, Sciana- !» OPERE D I UMBERTO MOT/IR I 1 1 ! • - I - -. 1 . -V El enco «lei volumi pubblicati: Q u e 11 e : n . I t re l adri ; Ìif m, : - i ' ' —» . - ' V ' • % Fui ù La fatica nuziale i • La donna « tipo tre»* | Vita dei rosicanti f "V- - t " W ; ' ' 1 " • '.. • ' '' -V II turbante violetto Signora ((Novecento» Le due monete Le ragazze allarmanti t Meridiano di Roma . . • , •. La donna negli affari L'Elixir di lunga Italia .. - . . > 1 - . . - • • c. Il Podestà dagli occhi aperti 1 giocatore di Bridge Lucè dal Sud Il Signor Geremia u . ^ ^ « v . . , , . < Il coltello in bocca, Dichiarazioni alle più belle - donne del Mondo . • - • I leoni e le formiche : ' : ; ' j0«ai volume «flegantemente rilegato L 9 6 0 - Tuttl i volumi L. 2 0 0 fl pagabUi in 20 rate mensili consecutive di h. 1«. f i collezione dei «Saggi di Economia a | j | | romanzo» di UMBERTO NOTARI. ì « PROFESSIONE ..... « „Mn«»»».»,^ ; - -' y i l Ritagliare la presente cedola e spedirla, incollata ai tagliando d'una l i
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MjgyOTI=