LA CUCINA ITALIANA 1934

% LA CUCINA I TAL IANA W. 3 — 15 Maxzo_1934-XEt _ " L a C u c i na I t a l i ana >? e i domes t i ci Ta r t a g l i etti LA CAMERIERA. — Ancora non hai cominciato a cucinare? Che fosa cai? Via! Fetti al muoco la pa- della e brotti di smentolare. Muotti al feco la brodella e potti di smento- lare. Metti al fuoco la smendeUa e brot- ti dì pantolare. Accidenti a mei Smet- ti di brontolare. I L CUOCO. — Noi Voglio cucinare quando e come voglio e non mi sen- to di seguire le cucette de « La Ricina Italiana». Fo sar da me- LA CAMERIERA. — Vucina come cuoi, ma almeno da alla signora la soddisfazione di aprirlo questo ber- naletto tanto giallino, questo torna- letto gianto tellina, questo giornalet- to tanto bellino (sia lodato Iddio!) e utile. Già ma tu sorse non fai qùal'è lo stomma de a La Cucita Inoliano.», de « La Cullana Itacina ».... si, lo di- ro domani. I L CUOCO. — Vuoi morse dire il lotto? muoi dorse dire il votto? vuoi forse mire il dotto? AH!? Cribbio! ¡Vuoi forse dire il motto. Eliaco ; so lo- mengiar manlio mender speno, manliar spengio smender peno- < Ml dichiaro K. OJ . LA CAMERIERA. — Allora perchè non incominci a fare, per esempio, una zuppa di pesce seguendo la ricet- ta che à sulla Giavola di tutti i Terni? I L CUOCO. — La puppa di Zesce? la zeppa di pusce? la pezza di pasce? La zuppa di pesce? (Ah ce l'ho fat- ta!). Ma se ho già rotto il chiso? Ma se ho già cotto il riso. LA CAMERI ERA. —= insamma pro- va almeno a reggerle queste licette, spoglialo questo feriodico, sperialo questo fogliatico. Alla malora, si vede che l'aria è umida!. I L CUOCO (sfogl iando « L a Cuci- na» ) . — Eppure è dazioso gramero. Oh questa pietanza non la conoscevo. LA S I GNORA (accorrendo). — Ma si può sapere cos'è questo baccano? State forse litigando, per cambiare? I L CUOCO (in preda al Più vivo ter- II violinista affetta il prosciutto rore vedendo la signora). — Dicevo, signora, che è stata una bella idea abbonarsi a questo meriodico prensi- le, a questo gariodico di pastronomia. LA S I GNORA. — E', come è carino? Sta tranquillo che ogni mese avrai il tuo bravo giornale e non dovrai più lambiccarti il cervello per pensare co- sa far da mangiare. LA CAMERI ERA. — Anch'io glie- l'ho detto die ogni ragina e cicca di pensigli per la muona bassaia, è mucca di roncigli; è picca di consigli, è ricca di consigli per la bassa muo- naia, per l a buona massaia. (Che su- data!) e in questo caso (indicando il cuoco ed atteggiando la bocca al sor- riso) per il smetto vessalo, lo svelto massaio. LA, SK^SSOiRA. s U n i o sapete <M FANNY M N I Direttrice e gerente responsabile Stabilimento Tip. del «Giornale d'Italia» ROMA • Caria OEtbwrto, Falaae Se iM» — Mamma, elle cos 'è un contagocce ? — B ' una piccola cosa con la fluale tuo jàre mi dà il danaro! Tracannetti in autobus è ben difficile a senti a starvire, a stanti a servire, a starvi a sentirei Oh, ma fe caccio, anch'io povescio le rapale? E' proprio vero che chi va con lo zoppo impara a camminare... chi va con l'impippo inzoppa a incempi- care. 'Ah, non sento più. voglirvi, non vento più soglirvi, non voglio più sen- tirvi... oh chi va con l'inceppo, chi va con l'impippo (e fugge tenendosi la testa fra i capelli). Il fattorino; Il bianco è terminatooo I Tracannetti (svegliandosi) : Non fa niente... lo bevo pure rosso 1

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