LA CUCINA ITALIANA 1934

12 LA CUCINA ITALIANA N. 4 •— 15 Aprile 1934-XII più bolla e la più fatto gioventù del mondo. Chi è stato a Roma in questi giorni avrà visto uno spettacolo «sfa® non è &ito <& tederò che a Rama. E' sfila- ta per la città tutta la giovinezza tìeì- llteMa. Fanfare in testa, alla beraa- gltera, e via, i ra risa « canti, come TOSO un paradiso di gioia. Beffiamoli, fieri «aapreSl d a gran- de privilegio eh« veniva laro consesso, haxED® «Tes tato per un poco il movl- MoUi suggerimenti di questa rubri- ca mi vennero provocati da coTTispcm* dmsa di nostre abbonate. Avrei po- tuto, dunque, svolgerli nella « Posta di Delia »; ma ha creduto più utile a tutte le massaie che leggano questo giornale stralciare per la rubrica proprio ad esse destinata quella parte che è d'interesse « generale». La signora A. S. di Torino, la Con- tessa F. G, di Trieste eco., trovereb- bero, si, il consiglio in piccola posta Ma chi mi assicura che le altre ab- bonate vadano a leggere quel che io scrivo a singole iniziati? Mi lusingo invece che — mentre la P. P. sarà guardata soltanto dalle interessate che attendono uno speciale riscontro — la presente rubrica venga consultata indistintamente da tutti. E, cercando di meritarmi sempre più tale fiducia, comincerò con un argomento assai vmtte, ma altrettanto importante: Dei rigovernare Non starò a ripetere quanto è da ognuno risaputo, come, ad esemplo, elle la rigovernatura deve seguire im- mediatamente 1 pasti, perchè diversa- mente le sostanze amidacee dissecca- no e con maggior fatica si tolgono dal piatti. Pure la parte grassa dei condimentó è bene sia lavata prima ohe si raffreddi, anche perchè l 'un- tume ammonticchiato dà alla cucina odore sgradevole. Voglio, invece, fermare qui qualche consiglio non trito e suggerimenti' contro metodi comunemente accet- tati, fra i quali cito subito quello di usare, % anche abusare, della soda. A parte il fatto che rovina le ma ni (qualche padrona di casa esclama: — 33 che me ne importa? Non lavo mica, i o ! ) la soda consuma le dora- ture e fa ecrepolare le terraglie. Si •dolga invece sapone di Marsiglia in acqua bollente e si cambino più volte le acque (è sottinteso che bisogna ri- sciacquare con acqua pura). Sconsiglio di lavare cor,, pennelli; assai, meglio, cencio di bucato cam- biato ogni giorno, e, per non scottarsi, applicarlo ad una cannuccia o rive- s t i » ogni volta col cencio pulito il mento di mezza Roma. Ognuno si è dovuto fermare ammirato: anche i più frettolosi e quelli più abituati a celti spettacoli. E il cuore ha avuto, come ssmjsre, quel palpito che rompe la voce e fa umidi gli occhi. Sembra u » sogno. Tutti quelli che vengono & Roma confluiscono in piazza Venezia. H gri- do appassionato sale dalla falla verso H Oap>: — Ducei Duce! Duce! « g r ana t i no» o pennello di scopigli© Qualora poi per piatti mol to unti sia indispensabile un pochino di soda, la quantità non sia mai superiore a un cucchiaio per ogni cinque litri d'acqua. Per la massaia Che non vuol toc- care l'acqua bollente si vendono pin- ze con le estremità guarnite di gom- ma e h» servono a tener iettimi i piatti nella bacinella, mentre si pu- liscono. Per forchette e cucchiai, il miglior sistema è sempre la saponata bollen- te e risciacquatura nell 'acqua fredda. Per i coltelli: attenzione speciale a immergere nell'acqua bollente soltan- to la lama ossia tenerli sospesi con la mano sino alla inserzione del ma- nico. Le lame si lucidano con uno strofinaccio, usando polveri finissime, come quelle di pomice raffinata o di mattone Inglese. Taluno usa applicare queste polveri su due pezzi di patata cruda in mez- zo al quali si passa la lama. Buon sistema è quello di asciugare le for- chette con certi fregonclni apposita- mente preparati di stoffa bucherella- ta che si trovano In ogni negozio di biancheria e che qualche massaia ado- pera anche come strofinacci da pol- vere Per casseruole pentole e padelle Di ferro zincato: si lavano con ac- qua e sapone o soda; non si sfregano con la sabbia. Di ferro fuso ossidato (padelle) : Pu- lizia a caldo internamente ed ester- namente. Carta smerigliata o pomice. Di ferro smaltato: Pulizia con ac- qua e soda, internamente ed esterna- mente. Di rame: l a pulizia interna si fa con lisciva calda; quella estema con acidi leggeri e polvere, risciacquando ed asciugando con accuratezza per to- gliere ogni trac-cia degli acidi mede- simi 1 quali macchlerebbero il rame se non tolti bene Fra gli acidi viene usato: l'aceto, j il limone, & pomodoro acerbo, tasie- Tutti vogliono vederlo, dirgli che gli sono grati di questa gioia» di questo benessere di cui godono, e giurargli ohe ne sai-anno degni. Il Duce lo sa. S'affaccia, guarda il suo popolo, sorride ai suoi ragazzi me- ravigliosi., t oma a lavorare. Torna a studiare come fare sempre più potente, più forte, più lieto il po- polo ital iano: questa giovinezza che, di anno in anno, ogni primavera che pswsa nei cielo di Roma, gli riporta sempre più numerosa e più ardente. me a sale, crusca», farina dì gran- turco o pomice. Ma, in fondo, il sistema delle no- stre contadine che fregano le teglie di rame con cenere passata è forse sempre 31 migliore. Di alluminio: Non si pulisca con sabbia, nè cenere, nè soda, nè con polveri dure. Si trovano nelle droghe- rie ajppositi saponi in scatola con pic- cole spugne leggere, metalliche che servono per dare maggior brillantezza all'alluminio. In mancanza si adope- rino saponi neutri. Per togliere la pàtina nerastra, nell 'uso domestico, ba^ta far bollire una soluzione al- lungata di allume con acqua: un cuc- chiaio per tnezso litro. Anche strofi- nati con la flliggine gli utensili di alluminio vengono lucentissìmi e co- me nuovi Òi nikel puro: Con soda, cenere, pomice, sapone e poi trattarlo con 11 bianco di Spagna per averlo lucentis- SLIEO. Di pirofila e terraglia: Accurata pu- lizia Interna ed esterna con lisciva per togliere il grasso facilmente as- sorbito dalla terra. Bicchieri Si lavano nell'acqua tiepida, legger- mente saponate, si risciacquano nel recipiente dell'acqua freddla, pulita, nel quale l 'acqua scorra continua dal ru- binetto; si appoggiano capovolti sopra un tovagliolo di bucato c su apposito vassoio bucherellato a doppio fondo, ove l'acqua può sgocciolare; questo é preferibile al piano scannellato in- clinato. Bottiglie Per renderle brillanti, due sono 1 metodi migliori; a) introdurvi foglie di tè e una mezza tasca di aceto. Scuotere bene, vuotare e risciacquare con acqua fredda; b) introdurvi gusci d'uovo misti a sale grosso e aceto, oppure vecchi turaccioli sminuzzate e pèzzi di pa- tate cruda e procedere poi come nel caso a). Le bottWs a cai sfa rimasta ade-

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