LA CUCINA ITALIANA 1934

i g g f e v ^ - M ^ f e f f i l LA CUCINA ITALIANA N. 4 — 15 Aprile 1934-231 ognuno abbia quello d i e desidera, ma senza farlo vedere, lasciando i suoi ospiti in allegria e perfetta libertà. E' un modo di ospitare mol to gra- zioso e piacevole, che troverà imita- tori ed entusiasti, • • • La buona stagione ci f a riprendere l'abitudine degli inglesi (che abbiamo fatto benissimo a prendere; è cosa gime e, poi, tutti vengono in campa- gna desiderosi di gustare quei cibi che in città sono spesso adulterati. Le scatole di sardine, tonno, acciu- ghe, caviale olive, ecc., possono servi- re per preparare una grande quantità di squisiti ed appetitosi crostini o Pa- nini imbottiti, che la padrona di casa potrà offrire di su» mano in salotto od In giardino, immediatamente prima telligente prendere dagli altri le cose intelligenti, quando si può ricambiare ad usura, come noi italiani) di passar re la fine della settimana all'aperto, in campagna od! al mare, facendo un viaggetto e visitando degli amici. Ohi abita in campagna, in collina od al mare, deve essere preparato a ricevere q-aesti ospiti annunciati od anche piovuti dal cielo, e combinare in modo da fare buona figura e di sfa- marli anche senza avere servitù, va- sellame, servizii in abbondanza,- e di dover buttare via della roba prepara- ta, se un acquazzone impedisse l'eso- do dalla città. Un a volta tutto si combinava con una... rottura di scatole... contenenti pasta, carne, sparag i, frutta conserva- ta, eccv- ma. molti rifuggono da ro- ba conservata perchè seguono un re- della colazione o del pranzo, con del Vermouth o meglio, con del vino sec- co, fresco e frizzante di produzione lo- cale. A tavola, faccia servire o una tazza di brodo 0 un pasticcio di maccheroni e del vitello o dei polii arrostiti, con una insalatina appena colta o con una verdura cotta. Vitello o polli saranno ripassati due volte e se- guiti da una semplice torta con ge- latina o marmellata fatta in casa, e dalle fratta. Oppure, invece della torta, si possono Improvvisare delle deliziose paste, avendo sempre in casa dei biscotti tondi fatti con la comune pasta-frolla, che sì conservano a lun- go in iscatole di latta, un paio di ba- nane ? qualche ciliegina candita. Al- l'ultime momento, Si tagliano delle sottili fettine di banane, si mettono in mezzo ai tondi biscotti e si sovra- I I CO N Semplicità Oggi, mentre dappertutto circola po- c o danaro, non bisogna perdere il pia- cere di vedere degli amici solo perchè non si può offrire loro un tè-emporio di pasticceria, od un pranzo sontuoso con spumante. Si ricéva egualmente, ma In modo diverso... e più divertente. Chiediamo, infatti, ad un uomo, di mettere il f rac e d'andare ad un pran- zo di gala che, per essere di gala, ha sempre — dal Capo Nord all'Equato- re — quei soliti tre o quattro piatti e lo vedremo seccarsi e cercare il modo cortese di esimersene; diciamogli « og- gi, dopo il bridge o dopo la musica, resti ad una cena senz& pretese da n o i » e io renderemo felice. Nello stesso salotto da gioco o da musica, o in quelle simpatiche « stan- ze di soggiorno», che ormai ci sono in ogni casa moderna, viene improvvi- sata, in un angolo, una larga tavola senza tovaglia (ma con quei centri, e centrini di cui fu parlato nel nume, ro 2 di questa rivista) con una fila di piatti grandi, una di piatti piccoli, dei bicchieri, delle posate dsposte sim- metricamente, senza però formare quello elle si usa chiamare «il coper- to ». Ad un certo momento un dome- stico porta due piatti caldi; la padro- na di casa chiama gli ospiti a rac- colta dai varii salotti e congeda 11 do- mestico. Ognuno sì prènefe da iè quel- lo che preferisce e se lo porta al ta- volino che intende occupare con chi preferisce. I piatti caldi siano, per e- sempio, pasticcio di maccheroni — o piccoli timballi di riso o di macche- roni __ e rost-beaf o vitello arrosto, opppure un piatto di buona, sana e succolenta cucina paesanaJborghese- campagnola, piatto che un® signora non oserebbe far servire da un dome- stico in livrea, in una sala da pranzo In stile, ma che sarà festeggiato ed apprezzato infinitamente più delle so- lite comuni pietanze. Oltre a questi, ci deve essere un piat- to freddo, uno di insalata, del formag- gio,, un dolce, delle frutta, dei panini, acqua, vini e liquori. Il caffè sarà alla turca, preparato dalla padrona di ca- sa, oppjire il solito infuso, preparato su tanti piccoli «espress i », la cui ac- qua sarà portata a bollore da un ap- parecchio elettrico, o da una caffet- tiera elettrica. E' sempre gentile offri- re, di sera, per le persone a cui il caf- f è impedisce un placido sonno, della crema di latte, che, aggiunta al caffè, lo rende uno squisito caffè-li^He inno- cuo. (In molte famiglie eleganti si porta la crema anche ai pranzi nor- mali, dove tutti siedono, regolarmente a tavola, ed è una usanza da seguire e da di ffondere). La padrona di casa sorveglia, natu- Mt a e o t «, che tutto proceda bene, che

RkJQdWJsaXNoZXIy MjgyOTI=