LA CUCINA ITALIANA 1934
st.,A CUCINA ITALIANA N. 4 — 15 Aprile 1&34-XXI Ii'araìieio: ricchezza e profumo = == della nostra teppa. - L'arancio, saporoso frutto dajl'aapitto veramente regale, per la vivacità del suo colori,' per l'armonia della »uà fqim». per la vellutata lucentezza dell* sua buc- cia, ha avuto degnamente la sua eagia in questi giorni in una, piccola città del Lazio, Fondi, e ie traci iziottalmente ci de- dica alla coltivaEicwif di questo frutto tanto bello e tanto utile. L'arancio è il frutto caro ai tecehi, ai bimbi aj malati; esso è ben* accetto anche nell'austerità dell'ospedale e reca al «offerente col »no profumo, col atto succo dolce, coi «ao bel colore vivo imo sprazzo di vita e di freschezza. Appare sul nitore della mensa, tra lo scintillio dei cristalli delle argenterie, tra il tri- pudio dei fiori, come una nota di gaiezza e di prosperità eh« dà piacere all'occhio e godimento all'anima. ' Nelle discese infinite dei campi, sa per 1 declivi smeraldini delle colline, li bel- l'albero -arico di aranci »picca aereno ed opulento sotto l'azzurro del cielo, tra il verde delle su« fronde nel giaHo ar- dente dei suoi frutti. E quei frutti par« abbiano raccolto in loro il sole più ardente « più pttro pei donarlo con gioia agli uomini. Pianta ornamentale, ecco eh« vegeta rigogliosa lungo i viali dell« città di ri- viera e nelle piazze e nei giardini » pro- fusione. Il contadino »«aliano lo predilige; pei lui, per la sua vita, ecava faticosamente le roccie per preparargli un terreno-adat- to, su terrazze spaziose, trasportandovi faticosamente la. terra, e ecavando pol ii nella lava e nel '.ufo per assicurare ai giardini l'acqua. Originario dalle Indie Orientali, l'a- rancio fu portato in Italia da un mer- canta fiorentino che aveva una bella fi- gliola. la quale gradi molto il grazialo arbusio, lo piantò nei suo giardino e ne ebbe le maggiori aure. Q«ando venne il maggio dalle suggestive »otti fiorentine, tra le note dolci delli mandole e le serenate dei trovatori, l'arancio fiorì e fiori tanti piccoli, teneri, carnosi fiorel- lini bianchi che spandevano ttn profilino delicato, inebbriaate. La figliola del mercante fiorentino do- veva a.-tiare a. nozz« ed essendo assai ricca., il padre le aveva preparato preziosi gioielli per adornar« il suo candido abito da »posa ed nna ghirlanda di perle per adornare il capo. Ma quale «tupore fera le amiche e 1 cu- riosi quando l'ingenua fanciulla apparve nel suo candido abito di seta bianca pri- va di ogni ornamento e solo torno al capo una ghirlandetta profumata di pic- coli fiori' bianchi, teneri, carnosi; i fiori dell'arancio 1 E tanto piacque quell'ornamento più bello e più simbolico di tutte le gemme e tutti gli ori, a emblema dell'ingenua poesia di quel giovane cuore di fanciulla innamorata, che il fiore di arancio diven- ne l'ornamento e l'orgoglio di ogni sposa ed oggi ancora le commovente tradizione vive ed è ambizione di ogni fanciulla. Vi sono diverse specie di arancio: quel- lo forte o melangolo preferito dai liquo- risti, dai pasticcieri, dai farmacisti per la particolarità di un sapore amarognolo. Il suo arbusto è meraviglioso e serve an- che per pianta ornamentale. Poi vi è la dolce arancia, detta anche melarancia o pottogjallo, che ha virtù dis- setanti, corroboranti. Per esempio, man- giate di mattina due o tre belle aranci«, appena colte, fresche e deliziose « ne trarrete nn benefico effetto rinfrescativo e corroborante, meglio che ingerendo la solita tazza di caffè. Per le signore che vogliono mantenersi la pelle fresca e vellutata, senza ricorrere agli espedienti chimici degli Istituti di Bellezza, non c'è di meglio che il »ucco di arancio spalmato sull'epidermide. Quante proprietà ha questo bel fratto di cui l'Italia nostra è ricca I E non solo il frutto dell'arancio è utile all'industria, ma anche i suoi fiori sono utili, poiché servono per la distillazioni di sciroppi, di profumi, di liquori I La buccia dell'arancio serve ottimamen- te per le sue proprietà aromatiche e to- niche alla fabbricazione del Bitter e del Curacao, come pure pei molti preparati farmaceutici. Osanna, dunque, a questo bel fruito vivido e schietto che ha trovato nelle no- stre terre la più vasta ospitalità e in noi i più fervidi ammiratori. Fratto simbolico di opulenza e di schiet- tezza esso racchiude nel suo colore, nel suo profumo, nella sua utilità l'essente della bella anima italiana! G. LUIGI CERCHIAR! ALCUEN RICETT ARANCE AL LIQUORE Procuratevi sei arancie dalla buccia Sot- tile; lavatele nell'acqua fredda e asciu- gatele. Tagliatele a fette disponendole in un grande piatto concavo; spargete con 4 cucchiai di zuchero: unitevi un bicchie- rino in maraschinó e due bicchieri di marsala. Dopo due ore circa potete ser- vire. ZUPPA DI ARANCIO Preparate in una zuppiera alcune fette di pan^ raffermo. Sbucciate alcune aranci« (due per persona),, tagliatele a fette mon-
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