LA CUCINA ITALIANA 1934

, ,3-t. > r, f "W" —'"t Jt W. — 18 Afflate 1884-xn LA CUCINA ITALIANA PICCOIA POSTA DI DELIA S qtiestt volta temin&amo signori uomini. Con i quali non mi patto * tu foyer ». Così, appena esaurite le risposte per es- si, tomo ai simpatico « tu * e alla forma intima che mi fq sentire amica di tutte ks abbonate. ABBONATO C. 79-11,514, Forese — Non i burlati soltanto vanno in Paradiso, ma anche coloro eh« sono costretti a far molto esercizio di pazienza. E creda, pu- re die questa piccola posta, mentre da una parte reca tante sodisfasiomi, dal- l'altra rappresenta un bell'esercizio pei mettere a dur^ prova il sistema, nervoso dj chi la redige. Ad esempio, tutto il suo sdegno che conclude con le parole: « fu dunque una burla la sua ma si ri- cordi che i. burlati vanno in Paradiso > deriva dal fatto che, nella, nostra abitu- dine di doverosa cortesia verso gii ab- bottati, ai promise di spedine alcuni nu- meri contenenti ricette già pubblicate nei novembre 30 e nel giugno 31, men- tre questi numeri non Le pervennero. Evidentemente, l'attuazione della pro- messa rappresentava una piccola secca- tura (ricerca dj quei giornali, indirizzo e. piccola spesa postale), Mi era sfuggito, dettando, che la S. V. invece di firmare con nome e cogno- me da cui si traggono le iniziali per la risposta, aveva firmato soltanto, Abbo- nato C. 79-11514. II mio stenografo spinse la doverosa abitudine di cortesia, fino alla cretinag- gine di spedirle quei numeri col sem- plic» indirizzo di: Abbonato C. 79-11314, Parise. Ma, almeno, il mio stenografo si prende una bolla lavata di capo e non si permette certo di volerne dare! DOTTOR F. C., Bovalino Calabro. — Mille ragioni! Fu Sua Eccellenza Mas- simo Bontempelli, Accademico d'Italia a creare, quando scrissi su questo giornale, l'aggettivo * Cucinario » in sostituzione all'altro corrispondente ma meno sle- gante. Io cercai sempre di adottare e far adottare il « Cucinario ». Non deve, peraltro, sorprender« che in qualche ri- cetta sfugga l'antico vocabolo. Del parj giustissima l'osservazione che certe ricette andrebbero rivedute non soltanto per il lato tecnico, pia per quello linguistico. All'ingrosso questo la- voro vien e già fatto, ma quando si trat- ta di ricette autentiche, firmate da brave e semplici donne di casa (che per for- tuna d'Italia non fanno le intellettuali) è, forse, simpatico il mantenere ad essi quello Stile un po' rozzo o, quanto me- no, non purissimo, che dà la sensazione di cucina « vissuta s. Sembra quasi di sentirle parlare, queste brave donne di casa, che svelano i loro piccoli segreti gastronomici ai nostro giornale. Quando una bambina, nella sua sem- plièità, Ci offre un lavoretto con qualche ciàppotto. il dono riesce forse pifi gradi- to proprio perchè non esènte da lievi Imperfezioni. Anche il Suo terzo rilievo è firittStisSi- mo e giriamo a chiunque manda pre- scrizioni cucinarie, l'invitò di specificare sempre le doti, cioè porre a capr> di ogni ricetta l'indicazione degl'ingredienti necessari per il numero di sei persone In proporzione, chi preponi 1 ridurrà o aumenterà. COMM. F. A., S. Salvatore Monfer- rato. —. Anch'io guatai qualche anno fa la cosi detta stiacciata unta fiorentina eh« e r a venduta sui lungarno in forni ben. attrezzati. E sono lieta di dargliene la ricetta che troverà nella Rubrica « Cu- cina di tutti i giorni » d,i questo stesso niumero. FRATELLI M„ Bovalino Marina. — Ogni drogherìa importante dà Città ran- de, 1 quanto ci risulta, il lievitò eh« -ri interessa pei la tot*» citata nel numero d«l 15 marzo. A. M. Alzano. — I a tua lettera è del »4 marzo. Debbo perciò ritener« che 11 numero del 15 marzo abbia dato soddi- sfazione alla tua richiesta dei Tortelli di S. Giuseppe, poiché, proprio nella mia posta, spiegai, col nome di Bignè, la relativa preparazione. < GIULIA », Pescara. —, E diario del- la Massai® è uscito In due volumi co- sta L- 5 a volume. Giro alla Società A- nomàma Notati, istituto Editoriale Ita- liano, il reclamo per il libro non per- venuto. B. D. C., Roma. — Ma sicuro! Niente dì meglio per i bambini che alcuni piat- ti di riso. Quali ad esempio: Il brodo di farina di riso (semplicissimo: diluire in brodo bollente e condire con parmigiar no) ; il riso con latte (anche questo ao- sai facile: meizo chilo, in latte allun- gato con circa Un terzo d'acqua, rego- larlo di « de e quando è al dente ag- giungere una. scorza di limone e un po' di zucchero) ; minestrina di riso e lat- tuga (far bollire in acqua leggermente salata il riso, lavato, assieme a un po' di lattuga tagliata a quadretti; appena cotto il riso, scolarlo e versarlo in fon- dina, velandolo con burro) ; passato di riso (non meno pratico dei precedenti: 300 gr. di riso in casseruola con brodo a lenta cottura. Quando è stracotto, pas- sarlo allo staccio per ottenere una cre- ma che si fa cuocere àncora pochi mi- nuti nel brodo, e, prima di servirlo, ag- giungerci un pezzetto di burro e tra po' di ¡Bucchero). Come vedi, pitto! variare la lista dei piatti di riso per il tuo bambino. Al qllàle se, come scrivi, va soggetto a in fiammazioni del tubo digerente, potrai samministrare un'ottima bevanda nutri- tiva, rinfrescante, efficacissima a base di riso e precisamente cosi: Quando un etto di riso, che avrai mes- so in vendita dall'Istituto Editoriale IW- stracotto, regolarlo di sale e farlo passa- re per una tela spremendo bene e zuc- cherando poi il liquido ottenuto. A. M., Bologna. — Ti sei accorta da te che nli chiedi troppe cose nella stes- sa lettera. Ci vuole equità anche nel rispondere alle abbonate e non posso per rispondere a una, lasciate altre sen- za riscontro. Mi limito a evadere due ¿elle tu e do monde: Per la prima; Ricetta del riso all'Indiala la troverai nella « Cucina di tutti i giorni» (minestre). Il Pilaf da da Roma in giù: alle vongole, ma può farsi anche con qualsiasi salsa o brodo, j con cara*, patio, ««»el io f cc, Tatto afe a tu&Gcmaag siisi proporzione dc& li- quido, rispetto al riso. Pier la seconda: «modo di presami» nn ottimo brodo freddo la tazza», ecco com^: Dopo ave* preparato aa buon brodo di manzo, pollo, zampa di vitel- lo .giretto « i soliti odori, prendi ttfl passettino di masso crudo « un pochino di pollo lesso, peata tutto finemente e sciogli con un pochino di acqua freddi. Intento passa la quantità di brodo che ti Occorri in una pentola, uniscivi la canne pestata, metti nuovamente al fno- co fino alla nuova ebollizione. Allora ri- tti* la pentola* in un angolo in modo oh« contìnui a bollir« lentamente e il brodo rimanga chiaro. Dopo tsn'.oia.. ri- passarlo attraverso tuia salviettina di bucato, fino che il brodo riattiti chiari»- elmo. Fai freddai« e servi in tazza. ABBONATA N. 57, Senta, Barbera, Sa- lerno, _ Eneo il modo pratico pei di- struggere gli acarafaggi : Esiste In com- mercio una polvere (avvelenata con sostanza innocua «gli altri, animali), che si sparge con ita setaccino,, nei punti frequentati dai ripugnanti o- spiti, in prossimità » foglie d'insalata, di ctt| essi sono molto ghiotti Lo aca- ro/faggio s'insudicia facilmente le camp« e il ventr e con questa polvere e allori cerca di togliersi la polvere stessa, inge- rendola cosi, Insieme, al veleno. Questo fa effetto solo 3 0 4 or« dopo l'ingestio- ne, cioè quando la blatta è già rientrata nel proprio rifugio dove è colta da vo- mito violento « muore. Gli altri scara- faggi ch e mangiano i propri compagni morti, si gettano avidamente sul cada- vere e ajla loro volta muoiono, sicché in breve tutta la colonia è distrutta. Un altro mezzo di distruzione pud pre- pararsi in casa .• facendo urna colla d'a- mido leggera — amido bollito in acqua — e sciogliendo in questa una ventili* - di fiammiferi di cera (fosforo). Con questa colla d'amido si spalmano delle foglie di lattuga che sono avida- mente mangiate. Anche il fosforo ha a- ziofl-r dopo qualche ora, el che pure co«t questo mezzo non solo si evita lo spet- tacolo nauseante di vedere in casa sca- rafaggi morti, ma si fa in modo che 1 morti rimsuiendo alla loro volta avvele- nati. L'Uno e l'altro metodo sono stati provati e trovati ottimi Del resto, il mi- glior modo di non aver in ea?a questi immondi ospiti è la grand« minuziosa, pedante pulizia. C. M., Trento. — Poiché ti era antipa- tico il primitivo formato del Giornale e, d'altra parte, sei disposta a pagare qua* lunque prezzo gli arretrati delle prime annate per le ricette sui dolci, non ti converrebbe piuttosto acquistare eoa -inque lirette il grazioso, elegantissimo volumetto rilelgato, intitodato appunto « I Dolci u (tutta fatica mia, sotto lo pseudonimi di « Mascotte »J che è mes- so in vendita dall'Istituto Editoriale Ita- littno ? Quanto alle osservazioni sul « Diati« dèlia Massaia » sotto giuste, ma... nulU di perfetto sotto il sole! Nel suo insieme quel diario è M i

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