LA CUCINA ITALIANA 1934

10 LA CUCINA ITALIANA N. A — IB Aprile 1934-XH ben«, con coscienza, d,a due brave signo- ra competenti, e colma una lacuna, poi- die altari, fin qui, non ve n'erano. Ricordarsi sempre eh« 1 " meglio è nemico del bene » / I. P., Sandonaci. — VAmministrazione ha provveduto g mandare il numero ri- chiesto « Quanto alle altee tue domande: L'a- nello del fidanzamento deve essere of- ferto dallo sposo direttamente, e non dai parenti. I parenti dello «¡poso non hanno ob- bligo di fare doni alla fidanzata fino alle nozze, ma è simpatica consuetudine che, specialmente da parte della madre dello sposo, quando si dà la notizia ufficiale del fidanzamento o in qualche festività che intercorra prima del matrimonio, si colga l'occasione per un regaietto alla futura nuora. « PENSOSA », Modena. — Il ringra- ziarmi ugualmente tu e la mamma an- che Se non potrò esser« utile — come infatti esserlo non posso — prova la vostra gentilezza di sentire, ma procura a me rimorso, perchè mi sembra di sba- fare la gratitudine. D'altra parte, appena avuta la tua lette- ra ho consultato illustri medici; ma nes- suno ammette che vi sia un rimedio per far venire la nausea del vino a chi ha l'a- bitudine di berne troppo. Qualche cosa del genere fu annunciata parecchi anni fa nelle quarte pagine dei giornali: si trattava di una formula segre- ta di specialità inglese chiamata < Coza ». Siccome in Italia non è permessa la for- mula segreta, ne fu proibita l'importa- rione. Per altro si trattava di ricetta a base di bicarbonato di soda, che, forse, se ti con- fidi al farmacista locale, potrà preparar- ti lui stesso. Ma il modo di somministrarla? I casi sono due: o la persona stessa, afletta dal vizio, nei momenti di lucidità, desidera levarselo, e in tal caso la prenderà come un altro antjtodo qualunque; ovvero bi- sogna somministrarla... a tradimento e allora occorrerebbe aspettare lo stato di semi ebbrietà per mettere la polvere nel vino che deve completare l'ubbria- chezza. MIRIAM 933 — Prima di tutto lascia che ti esprima la mia simpatia per come hai firmata la lettera: » Cuoca In erba, ma che con la guida della Cucina Italiana di- verrà una super-cuoca ». Quanto alle tue domande: Lo zucchero semolato non è che zucche- i o in polvere non brillato, m a anzi fari- noso. Per te conserva d'arancio che vuoi giu- stamente preparare adesso e non in altra epoca, ti giro l'ottima ricettaci un'abbo- nata e precisamente della signora Lina Alderighi di Livorno: »Contenta di arance dolci o forti — Si Sbucciano le arance e si tengono a bagno le bucce per 24 ore in acqua abbondante, avendo cura di cambiarla almeno quattro o cinque volte, e poi si mettono a bollire con acqua per un'oretta. Si cola quindi l'acqua e si tritano in un tritatutto, con un coltello, non troppo fine. A parte si ta- gliano per metà le arance, in modo che gli spicchi rimangano tagliati, e strizzan- dole leggermente si fanno uscire i semi che si raccoglieranno in un recipiente in- sieme al succo che perderanno, che si colerà poi fra la polpa e si spezzettano grossolanamente. Indi si uniranno alle bucce già tritate e con l'aggiunta di un po' d'acqua, si metteranno al fuoco, aven- do cura di voltare di tanto in tanto specie sul fondo. c Quando l'acqua si sarà prosciugata al- quanto e la polpa si sarà disfatta, si ag giungerà lo zucchero, nella misura di uu terzo della quantità delle arance, e cioè su tre chili di queste, un chilo di quel- lo. Si farà continuare a bollire per molto tempo, tenendo il recipiente scoperto, su carbone meglio che su gas, perchè più regolabile, assai lentamente, ed in tal ca- so bisogna coprire con cenere il fuoco, specie nel mezzo, perchè essendoci lo zuc- chero non attacchi nel fondo e rimuover- lo spesso. Quando avrà preso n-n^ certa consistenza, un colore piuttosto scuro, e persa tutta la parte acquosa, è cotta. Se, raffreddata, avesse ancora dell'acqua, si può rimetterla al fuoco il giorno dopo. Giova molto, se si sa preparare il fuoco, e cioè: con quel «bol le e non bolle», si può benissimo lasciare sul fornello tutta la notte senza pericolo alcuno. Se prima Un'imporetant segnalaezion alle nostre lettrici Non «j tratta della scoperta dell'Ame- rica... Ma 1« nostre lettrici (eh« non han- no sicuramente aspirazioni per Hoily- wood) ci saranno grate della notizia co- me se si trattasse dell'America. , Quante volte, e a quante di hoi, è ac- caduto di trovarsi impacciate nel servire pasta asciutta, insalata, carni, verda.-e, antipasti, insomma tutte quelle pietanze che debbono essere servite a ciascuno dei commensali con la doppia posata? Ce la siamo cavata, in genere, tenendo con una mano la forchetta, e con l'altra il cucchiaio, § stringendo fra queste la pietanza o il cibo che si voleva servire. Ma la buona norma vorrebbe che le du« posate fossero tenute con una 6ola mano, aperte a guisa di mollette, e a guisa di mollette fossero fatte agire, con un sapiente giuoco delle dita, a mano a mano che si ssrve la pasta asciutta, l'insalata, il contorno^ ecc. Non parliamo delle persone di servi- zio. Chi non ha ai suoi ordini un came- riere di gran classe, non avrà mai ve- duto questa funzione (semplicissima, ma che richiede pratica ed abilità) compier- si come si deve. Ebbene, l'imbarazzo è finito. Da oggi, amiche lettrici, anche il vo- stro bambino, se vorrete, potrà ,la se stesso servirsi le pietanze con la doppia posata, s c ° n una sola mano, a perfetta rego.a d'arte. E' stata infatti lanciata sul mercato (e noi abbiamo avuto per primi il piacere di sperimentarn« l'utilità) una pos«a brevettata, il vero uovo dj Colombo con tutti i requisiti che le nostre lettrici pos- sono desiderare, quando Si tratta di un oggetto per la loro casa, economia, pra- ticità, ouon gusto. La pesata è costituita da due ^eitl uniti nell'impugnatura in maniera che si può adoperarla come se si trattasse di un semplice cucchiaio. Con una leg- gera pressione sull'impugnatura j lue pezzi si separano a tenaglia. Si prende allora la pietanza da ser- vire, si rilascia la pressione, e i due pe.Mi si richiudono l'uno sull'altro tra> tenendo il cibo finché vieng depositato sul piatto. M O V W A B R E V E T T A «* l o posata eh» salva «1 rovoglla dalle macchie.. Ideale per servire gli spaghetti, I maccheroni, la carne, I pesce, f Insalala, gli asparagi, ecc Non deve marcar» »» nessuna (avola ben« apparecchiate A L F E A • jjPJJ 9 fornisce natie quoWò : i Aipocca Argentato A h ™ f c Game te - Alpacca Nafurale. ALFE è d> Ibdle smerdo • forre guadagno. Domandai* «ubilo lampioni * I > PrwnJ « MMBa In MjMfc ARGENTERIA WEUNER - Soc. An. Hai. | Alpacca Argentata L M . - FIRENZI - Via dalla Panel», 75 • Cromvalto " . . « M a m n » » , , , . JU 2130 IM . B . ao -10000 . ma Un piccolo vero capo lavoro di elegan- za, di praticità e di estetica. Fabbricante è la Casa Wellner, sa fa- mosa ditta fiorentina delle posate Well- ner, alla quale si può fare ampio cre- dito per la qualità e la durata dei suoi prodotti. vetrine dei jnigliorj negozi del ge- nere vanno di già esponendo l'oggetto il cui prezzo veramente modesto è un al- tro grande incitamento all'acquisto. Sia- mo certi che le nostre lettrici ci -saran- no grate dell'indicazione in virtù iella quale potrà da ora }n avanti riuscire an- che possibile che ¡a tovaglia si mantenga immacolata.

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