LA CUCINA ITALIANA 1934

N. 1 — 15 Gennaio 1934-XII LA CUCINA ITALIANA S \ Le Pastiglie ROBUS sono composte di Conserva di More rica- vata dal frutto raccolto nelle folte siepi del Lazio. La Conserva di More usata da molti secoli non è un medici- nale ma cttra ottimamente la tosse ed il male di gola. Il suo gusto gradevolissimo fa delle PASTIGLIE ROBUS un prodotto raccomandato per i bambini e le persone anziane. In vendita presso tutte le Farmacie a Lire 1 la Bustina ed a L. 3.50 la scatola. Inviando Lire 3 , 5 0 riceverete una scatola frane. -ai spesa. GUGLIELMO SENEPA - Via Vittoria Colonna, 37 T e l e f o n o se non ha quel particolare senso ere- ditario della cucina, pur avendo mol- to studiato davanti alle pentole non riuscirà mai a farti mangiare una zuppa di pesce come quella che ti prepara un cuoco livornese dì razza e, più di lui, la donnetta di casa, se le porti tutti i pesci che occorrono per il suo cacciucco. La cucina italiana, varia dunque da regione a regione e in questo ap- punto consiste la sua ricchezza. Ha però un fondo comune. Tra la cucina lombarda e quella napoletana le differenze sono notevo- li, sebbene tutte le regioni abbiano in comune una quantità di pietanze. I lombardi, infatti, condiscono quasi tutto col burro, non escluso il pesce, mentre da Firenze in giù la base del condimento è l'olio; ma da Milano a » Palermo, qualunque sia la pietanza che mangi e il modo con cui te l'han cucinata, non ti accadrà mai di tro- varla poco gustosa. Si parla qui del- la cucina paesana, locale, casalinga, che una volta trovavi anche nei gran- di alberghi e devi ora cercare nelle piccole trattoriole che han mantenu- to e mantengono il loro carattere (quando lo mantengono). Dicevo prima che bisogna fare in modo che questo carattere non vada perduto e osservavo che l'Ente nazio- nale del turismo dovrebbe interessar- si del problema. Il forestiere che arriva a Firenze da Milano o dal Cairo vuole mangiare alla fiorentina, così come preferirà a Bologna di mangiare alla bolognese e a Napoli alla napoletana. Noi inve- ce alteriamo la nostra cucina, quella tipicamente nostra, che gli ospiti gu- stano quanto noi, credendo di far lo- ro cosa gradita. I trattori, grandi e piccoli, — è ne- cessario ripeterlo — questo o non lo sanno o non lo vogliono capire. Biso- gnerebbe fare in modo che lo capis- sero. Non è facile, ma una propagan- da in questo senso potrebbe essere in- trapresà, salvo a valersi in un secon- do momento di qualche altro mezzo per indurli a difendere un patrimonio che non è soltanto di loro ma nostro, italiano, nazionale e deve essere con- servato. Mi diceva un giorno un signore a- mericano che trascorre a Firenze mol- ti mesi dell'anno e conosce quanto alla milanese, ma lo pregai di ripor- lo in cucina, che a Firenze il pollo al burro non io potrei mangiare senza tristezza, mentre non mi verrebbe in mente di chiedere a Milano un tor- tino di carciofi all'olio. Sembrano pìccole cose, ma è su que- ste piccole cose che dobbiamo insi- stere, oltre che per quelle ragioni di difesa cui ho accennato in principio, per un interesse turistico del quale è sfuggita e sfugge tutta l'importila. GIACOMO PAVONI IMflEGATI DELLO STATO, UFFICIALI DELLE FORZE AftMATE ! I NOSTRI TAPPETI FABBRICATI IN ITALIA SONO PIÙ DUREVOLI DEI COSIDETTI ORIGINALI ACQUISTATI DA VENDITORI AM6ULANTI VENGONO RIVENDUTI PER AUTENTICI PERMIANI TAfPETO DI PURA LANA PESANTISSIMO ¿oo*3ooi , r A CONTANTI t. 50 S 6ftATEDA4.50 t o O J U TAPPETO COTOHi vffijTENTItfIMO GRANDE EFFETTO ¿00X 300. CONVITI i . 5 0 f 4«AT£ DA t . 5 Ó IDEM 130 X ISO CONTANTI 1 . 1 6 E ¿ftATE DA t . 4 0 1230 L 96 — — F .ILI ÀUrL .AlESSI 'ftOMA' V i A fQNl f f lCl 10-15 -ÌAflCO IMfflESAi 4 - MEEDICIN noi la cucina fiorentina, che una se- ra gli avevùn servito un fritto di pol- lo pallido come la morte. — Ero abituato a mangiarlo che pareva oro, croccante — e domandai al cameriere con che materia lo ave vano fritto. — Col burro — mi rispose. — E l'olio, a Firenze, non si ado- pera più? Capii che aveva voluto usarmi una cortesia facendomi mangiare il pollo com e me lo avrebbero servito a Mi- lano, dove mangio invece la cotoletta CUERAR EL EVI

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