LA CUCINA ITALIANA 1934

M I»A CUCINA ITALIANA 1 Maggio 1934-XII a pagina dei nostri Lambì Ripetiamo qui, per quelle abbonate o lettrici alle quali sia sfuggito, il se- guente avviso pubblicato nel numero scorso della Cucina: Poiché questo è il giornale delle donne italiane, anzi delle massaie (e in ogni massaia si presuppone una madre) aoi che ci preoccupiamo di fare di questo fo- glio qualcosa che sia sempre più rispon- dente. ai desideri delle nostre amiche, vogliamo fare oggi alle nostre abbonate un regalo che — ne siamo certi — riu- scirà a tutte graditissimo; regaliamo cioè a tutte le mamme una pagina per la col- laborazione delle loro bambine. Pensiamo ch e ogni mamma abbia l'am- bizione e l'orgoglio di vedere formarsi e svilupparsi nella propria bambina quel senso tutto femminile di amore alla ¿••.sa, di interessamento ai piccoli lavori don- neschi più adatti a una giovinetta, e che cosi bene si addicono alla sua indole e alla sua età. Esistono inoltre, dovunque Scuole l i economia domestica e corsi speciali inte- si a dar e alle future mammine tutte quelle cognizioni necessarie per riuscire poi nella vita spose e madri di famiglia esemplari. Bene: nella pagina che da questo nu- mero apriamo alla collaborazione delle giovinette, noi pubblicheremo quei rac- conti che ci sembreranno più meritevoli e più adatti al nostro giornale: quelli che meglio ci presenteranno un quadretto di vita casalinga, la descrizione di un lavo- ro, il menu di un pranzetto, tutto ciò, insomma, che ha attinenza alla vita do- mestica e all'attività femminile. Insieme al racconto potremo pubblica- re anche qualche illustrazione e il ri- tratto,,, dell'autrice. Vogliamo, insomma, che la Cucina ab- bia anche un angolino riservato alle più piccole e ci sarebbe infinitamente caro ch e questa palestra contribuisse ad ac- cendere ed a, mantenere vivo nelle nostre piccole amiche quell'amore alla casa ed alle faccende domestiche che sono la ba- se della serenità e della prosperità fami- liare. . ' * # * Quella nostra abbonata livornese che ha scritto a Delia per pregarla di istituire nella Cucina tuia rubrica che possa interessare le giovanette, legga quanto precede, e vedrà che è già stata accontentata. Proprio in questa stessa pagina la Cucina bandirà prossimamente un Concorso che dovrà interessare tut- te le giovanette italiane. Intanto pubblichiamo il raccontino Che un'altra nostra amichetta ci ha fatto pervenire, pieno di delicatezza e di sentimento, e ricordiamo alle no- stre collaboratrici che la Cucina de- sidera pubblicare sopratutto cose at- tinenti alla tavola, o a qualche la- Toro strettamente femminile. MARIA ZECCHINATO La cas ceh vorire aver L'appartamento che io abito è mol- to grazioso; vi è molta luce e aria, vi sono camere grandi e pavimenti lu- cidi. A me piacerebbe tanto tanto abita- re alla periferia, per non sentire quel- lo strombettare di automobili che as- sorda, quei puzzo degli autobus che mi fa venir male, ed anche perchè a- mo la quiete e il silenzio. Abiterei volentieri in un villino, con un bel giardinetto intorno e con una bella pianta di glicine e di mimosa. Terrei sul balcone molti vasi con delle belle pianticine. Ah, quanto sarei felice potermi sdraiare su di una poltrona all'ombra di un albero di mimosa, pensando ai futuro! Oppure sedermi sotto i caldi raggi del sole e socchiudere gli occhi; ahi che soave sogno farei accarezzata da quel dolce raggio e cullata dalla dolce e melodiosa canzone degli ucceli svo- lazzanti nel cielo! Vorrei che le scale fossero di mar- mo sempre candile come la neve. Anche la casa la vorrei pulita, puli- ta con bei mattoni sempre lucidi. La mia cameretta la vorrei ammobiglia- ta semplicemente: La tappezzeria di rosa; un divano » qualche semplice mobiletto. Poi la camera della zia anche quel- la semplicemente ammobigliata; quel- l adel babbo e la stanza da pranzo abbellita da varii oggetti. Molti pensano che la casa si abbel- lisca con l'oro, con mobili lussuosi e con delle tende attaccate da ogni par- te; invece no, la casa si abbellisce con la semplicità e con la pulizia. La mia cameretta la desidererei con la tappezzeria color rosa, perchè mi piace tanto quella tinta leggera; io l'ho sempre preferita. Come mobilio poca roba ixnrei e . tutto semplicissimo; un armadio dove, riporrei con amore tutti i miei vestiti- ni, ed un cassettone per riporre la biancheria. Sopra questo allineerei tutte le mie bambole, perchè anche se tutti mi dicono che sono grande, non sono ancora una signorina; ho appe- na nove anni e mi piace ancora giuo- care. Vorrei un lettino bello, bianco, soffice come un caldo nido; quante volte mi sono addormentata sul mio caro lettino con il dispiacere di aver fatto inquietare la zia! Altre volte in- vece con una grande gioia, o perchè ero invitata ad una festa, o perchè i miei cari eran contenti di me. La ca- meretta la vorrei piccolina ma che ci fosse un grande balcone con un ter- razzino per poter studiare all'aria ed alla luce. MARIA ZECCHINATO (an- ni 9), alunna delia scuola Trento e Trieste - Direttri- ce sig.a Iole Pagliari Pesce. Insegnante: Ines Mazzi.

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