LA CUCINA ITALIANA 1934
1 Maggio 1934-XII LA CUCINA ITALIANA «25 IL MEDICO IN FAMIGLIA IGIENE E BEüüEZZA Viso e salute Specchio dell'anima, come giustamente fu chiamato, il viso lo è anche della no- stra salute. Non vi è un viso fresco sen- za ua organismo sano. Ed infatti sul viso si ripercuotono i disturbi del tubo digestivo: l'eccitazione continua della mucosa gastrica — per acidi derivati da fermentazioni anormali, per abuso di alimenti indigesti, di con- dimenti irritanti — si traduce, per via riflessa, con una dilatazione dei capillari della pelle dei viso, donde il rossore do- po i pasti e, se l'effetto si ripete troppo lungamente e in individui a particolare predisposizióne, la formazione di stabili chiazza rosse e di acne. La masticazione insufficiente degli ali- menti, specie di quelli feculenti la cui prima digestione si compie nella bocca per mezzo della saliva, fa si che nello stomaco avvengano fermentazioni irritan- ti che influiscono in maniera speciale sul colorito della faccia: già, la tachifagia, il mangiare troppo svelto, è la più aspra nemica dei graziosi visetti bianchi = rosei. Anche l 'abuso del tè turba la digestio- ne gastrica con le stesse conseguenze sulla circolazione della pelle del viso. Questo disquilibrio della circolazione comporta Un'alterazione della secrezione grassa che si esagera, per cui gli orifici delle giandole si ingrandiscono e diven- gono visibili, la polvere penetra facil- mente in essi e. combinandosi col grasso, forma caratteristici punti neri. Bisogna aggiungere ch^ va data qui grande parte alla predisposizione indi- viduale. Qome esistono, infatti, bruni, biondi e rossi, cosi esistono pelli molto grasse ed altre che sono troppo secche; è quindi chiaro che l'igiene da seguire non è sempre la stessa in casi cosi di- vèrsi. ' Igiene del viso I,a prima pura per il viso è evidente- mente quella di mantenerlo pulito aspor- tando, coli la frequenza che obbiettiva- mente più si giudica necessaria, quella specie di intonaco untuoso costituito di secrezione grassa, da sudore e da pol- vere. Ma con che cosa lavarsi? Non bisogna dimenticare che la pelle, specie quella del viso, si altera s e la si priva del suo grasso e se diviene troppo secca; biso- gnerà, dunque, servirsi non d'acqua fred- da, ma calda e adoperare il meno pos- sibile il sapone e mai, in ogni caso, gli ordinari saponi al potassio. Per lavarsi bene il viso basta strofinarlo un po' vi- gorosamente con un asciugamano bagna- to con acqua molto calda. Per quelli che son di pelle pallida,, una rapida passata d'acqua fredda, praticata subito dopo essersi lavati con l'acqua bollente, realizza una buona ginnastica della rete sanguigna. Coloro che hanno capigliatura bionda e carnagione bianca vanno affetti dalle comuni efelidi, che sono generalmente congenite, talvolta anche ereditarie. L'a- zione del gran sole, specialmente al ma- ri , ne fa sviluppare delle nuove. Non è facile sbarazzarsi da queste lentiggini! I vari liquidi post; in commercio non ispirano grande fiducia. La maggior par- te sono fotti a base di sublimato che mortifica, lo strato superficiale dell'epi- dermide e fa desquamare il viso. Ma i depositi irregolari di pigmento, che co- stituiscono queste macchie, sono posti troppo profondameht e nella pelle per poter e ssere asportati da una desquama- zione superficiale ! Se poi si volesse seguitare la cura per poter penetrare in profondità, si corre il rischio d'infiammare la pelle e. di la- sciarla, per l'avvenire, rossastra e sen- sibile. La « freschezza » del colorito è un do- no naturale che nessun artificio permette di crearla in chi non l'ha. All ' incontrano, l'abuso dei cosmetici e dei belletti crea uno stato permanente di anormalità fisiologica — dal punto di vista medico il belletto è mio strato sparcizia che impedisce la normale atti- vità della pelle — che col tempo altera e compromette il normale e fisiologico colorito cutaneo. I l miglior metodo per conservarsi un grazioso colorito — come lo si ha sui quattordici, quindici e sedici anni — è quello di praticare sempre una buona igiene generale, vale a dire non far mai degli strappi ai proprio regime, avere una funzionalità intestinale regolare, non troppo stringersi la vita e n ° n abusirc di prolungate veglie Le rughe Uno studio sulla fisiologia del viso non sarebbe completo se non si riservasse un posto a quelle deformazioni che sono il terrore del l e donne belle, e che si chiamano rughe. Le rughe sono pieghe più o meno prò. f onde. che si riscontrano sui punti più diversi del corpo dove esse fissano, in maniera permanente, l e tracci e di un movimento della pelle troppo frequente- mente ripetuto. Al viso specialmente, dove la pelle. c om e ho già detto, può essere messa in azione dalla nostra volontà, l. e rughe so. no più marcate. Le fibre del derma, tirate dal continuo movimento, finiscono' col perdere la loro elasticità e, terminato jl movimento, non reagiscono più per scancellarne l'effetto. L'età ha qui una grande importanza. La maggior parte delle pieghe che si os- servano nei fanciulli, soprattutto a li- vello delle loro articolazioni, scompaiono più tardi da se stesse, giacché fibre nuo- ve si formano durante la crescenza e vengono a rimpiazzare quelle che si so- no stancate. Più tardi questa rigenerazion P non è più possibile e le pieghe rimangono al- lo statu quo a meno che non si disten- dano per l'ingrassamento del soggetto. Ma se questo dimagrisce, la sua pelle gì affloscia e nuovi solchi compaiono, < là dov e il peso del grasso era maggiore si vengono a formare vere pieghe bor- sate. Le persone dai viso molto espressivo e ch e traducono facilmente, quasi automa- ticamente, le loro impressioni con de- terminate contrazioni, sempr» le stesse, dei muscoli della faccia, vedono rapida- mente apparire rughe là dove queste contrazioni provocano qualche piega. I burloni sono marcati all'angolo delle palpebre e attorno alle ali del naso; i tristi alla commisura delle labbra; j miopi e coloro che sono facilmente col- piti dalla luce troppo viva, vedono for- marsi alcune pieghe a ventaglio intorno alle palpebre. La fronte pieghettata lon- gitudinalmente, nell'attitudine di atten- zione concentrata, di ostinazione buona o cattiva, porta, alla lunga, alla forma- zione di rughe sulla radice del naso. Ugualmente, si formano pieghe tra- sversali nella fronte, cerchi paralleli alla curva delle sopracciglia in coloro che mettono facilmente in giuoco la mimica dello stupore e della viva curiosità. Esiste tutta una geografia del viso che non è certo infallibile, ma che non è senza interesse e della quale, d'altro la- to, hanno largamente approfittato i cari- caturisti che ottengono la rassomiglianza con due segni di matita. Più i soggetti _ sono nervosi, più essi tradiscono le intime impressioni sul pro- prio viso, più i segni abituali ch e essi impiegano si imprimono sulla IOTO cute. I giovani desiderosi di evitare le ru- ghe che osservano nei loro genitori — giacché esiste una certa ereditarietà per questa particolare lassità del derma — debbono abituarsi — in pratica è del tutto impossibile ! — a comporsi in un viso impassibile, più inespressivo che possono e limitare l'estrinsecazione del- le loro impressioni al movimento degli occhi e all'inflessione della voce. L'idiota — l'essere, cioè, completa- mente inespressivo — non ha rughe. Ma l 'eccesso di queste rivela nervosità più che iutelligenza; e una mimica del tutto superflua e prodigata ad ogni oco rivela piuttosto dei tics che uno spirito esat- tamente equilibrato. Le rughe compaiono a poco a poco in tutti gli individui sulla quarantina. E' l 'ora terribile, questa, delle graziose donnine che non vogliono disarmare e che si affannano in mille maniere à réparer des an s l'irréparable outrage. Ci si può riuscire? Ahimè, no! Un proverbio spaglinolo dice infatti: El dente miente, la cana engana; pero la arruga desengana; i denti mentono la capigliatura inganna ma le rughe dico- no la verità! Si possono prevenirle, ritardarle piut- tosto interdiceiido fin dalla giovane età ogni mimica disordinate del viso; ì ge- nitori dovrebbero correggere certi tics che possono divenire definitivi. La pra- tica regolare del massaggio molto dolce comunica una certa elasticità alle fibre del derma; ma non bisogna esagerare, altrimenti si finisce con l'ottenere una flaccidità di tutta la pe l le del viso. Stabilitesi, non c 'è nulla da fare con- tro l e rughe! Esse si formano in pro- fondità, e sono appunto le pieghe di que- sti strati profondi che bisognerebbe rag- giungere! Le paste, gli unguenti non agiscono che in superficie... Come fare allora? C¡ sarebbe il bisturi... > Già! certe giovani e belle signore, dal- l'animo eroico, sono arrivate fino a sotto- mettersi a piccole operazioni che per- mettono di tendere nuovamente la pelle flaccida e pieghettata, dissimulando, poi, l'inevitabile piccola cicatrice dietro le orecchie o f ra i capelli... La Bellezza, ahimè I è un idolo che ama il sangue dei sacrifici... GIUSEPPE PENSO (Dalla Rivista La saUU e e l'Igiene net- te Famiglia),
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