LA CUCINA ITALIANA 1934

24 • LA CUCINA ITALIANA X Giugno 1934-XII t o che dà, con il collare di schiuma una maggior aria gaia ed inspira una pronta confidenza i ra anfitrione ed o- spiti. La bottiglia è troppo aristocratica, e chiede il bicchiere fino e la tovaglio- let ta; ment re il ¡bel boccale, meglio an- cora se di maiolica fiorita, sì accompa- gna, non più purtroppo alle coppellette care ancora a qualche solitaria oste- r ia della Valsolda fogazzariana, ma ai bicchieroni tondi e pesanti, che si impugnano bene e che non c'è peri- colo abbiano a ribaltarsi sulla tavola. Da te un'occhiata alle risorse del luogo ove siete capi tat i; è se vi sem- bri che qualche mater ia pr ima non sia nelle regole che il vostro buon gu- sto giustamente chiede, scegliete i più freschi dei prodotti locali, fossero pu- re solamente uova ed insalata. « Soso » 11 mio cameriere della 143. alpina ed il suo collega « Scialanga », maestro nel l 'arte cucinaria, erano capaci, ai fronte, di ammanni re un int iero pranzo a base di un poco di pasta, di uova e del contenuto di qualche scatola. Quanto di più e di meglio non si pot rà fare con quello che la campa- gna offre in ogni stagione dell 'anno ad una accorta massaia od a uno scaltro padrone di t rat tor ia! Ogni regione, ogni terra, ogni po- dere ha un suo dono. Cerchereste il pesce fresco in mezzo siila campagna, o la fava ed il peco- rino sulle rive del mare? Pretendere- ste che l'oste vi spiccasse mandari- ni od aranci dagli alberi in quel di Bologna o che polli arrosto vi imban- dissero a Formia ove regna sovrana la «mazzancolle »? • E allora perchè volere il Lambru- sco in Liguria o l 'Albana a Frascat i? Dò esempi paradossali per esser chiaro. Bisogna che noi italiani incomin- ciamo a sapere quali siano le risorse della t er ra ove viviamo, per noi e per i nostri amici. Esiste in Francia, certo da pr ima della guerra un «Club des Sans-Club», che mer i ta di essere conosciuto e le cui azioni sono a medi tare da quanti desiderino che il proprio Paese an- che nel campo gastro-enologico ab- bia ad essere apprezzato come le sue ricche risorse mer i tano che sia. Da un iniziale gruppo di a»nici, di ogni professione e di diversi gradi so- ciali, ma tut ti percorrenti, per vari motivi, le vie della Francia, e presie- duti per un gran tempo da un Napo- leonide, mi pare, si è arrivati a una organizzazione veramente impor tante che pubblica ogni anno una speciale guida gastronomica. I membri del Club ed ogni lettore della Guida sono tenuti, ed invitati, a dare giudizi ed a correggere opinio- ni che nel testo figurassero su questo o quel r istorante sotto ogni punto di vista. Specialità gastronomiche, comodità e pulizia dei locale, vini che vi si pos- sono preferibilmente bere, prezzi, cor- tesia del padrone e del personale; da- ti chilometrici dai punti più noti vici- ni, ogni elemento, insomma, che ser- va alla determinazione del carat tere di un locale e delle sue possibilità è rigorosamente indicato e per di più sotto il suggello del segreto . Esiste in Francia dunque una tale pubblicazione, che ogni tur ista ed ari- ne magnifica della rete st radale ha dato luogo. Si dovrebbe fare. Qualche cosa si sta macchinando f r a persone che hanno constatato sovente questa defi- cienza, i cui riflessi talvolta pesano poco simpat icamente sul ricordo di un viaggio. Iniziative locali di valorizzazione delle risorse stagionali, nel campo del mangiare e del bere, ve ne sono pa- recchie. Esiste ima Associazione na- zionale degli amici della buona tavo- la, aderente ad ima Federazione in- ternazionale. Vi è evidente l'interèsse delle industrie tut te, che da una ini- ziativa di questo genere potentemen- te si avvantaggerebbero. Perchè non sperare che qualche co- sa si faccia? Cominciare a gradi, e poi incam- minati procedere di buon passo; chè è questo un argomento che interessa tut t i, sia coloro che chiedono che co- loro che dànno. E quando si potesse suggerire, a chi chiede da ti e notizie prat iche per assicurarsi la terza felicità nel viaggio «del buon ristoro», di affi- darsi ad un libro simile, si farebbe u- na buona azione; si toglierebbe una anima di pena e ci si solleverebbe dalla responsabilità di. un cattivo sug- gerimento o di un ottimo, male inter- pretato, che è poi la stessa cosa. Ed è chiaro che »raggiunto t al fi- ne si renderebbe inutile chiedere e rispondere che cosa dare agli ospiti, improvvisi od aspettati, che vengono in campagna e che cosa ordinare per che ogni semplice viaggiatore tiene carissima per la sua estrema utilità. I n I tal ia in linea generale abbiamo parecchio; e molto f a l 'Enit nel cam- po della propaganda gastronomica ed enologica; ma una precisazione così felice che accompagni il viandante (automobilista o no) con serena ob- biettività; annua lmente aggiornata; ancora manca: ed è un vero peccato, t anto più dato lo sviluppo che ad ogni forma di turismo non ferrovia- rio, ma per via normale, la condizio- n i fanciulla dei sogni, quando scesi il, terre con Lei, si pensi a quelle profane e volgari cose che sono il mangiare ed il bere_ Ma provate a f a rne senza, voi e gli ospiti? GINO MASSANO. Leggete '11 Giorneal deall Domeni,ca,

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