LA CUCINA ITALIANA 1934

LA CUCINA ITALIANA 1 Giugno 1934-XH I I O N C I I I I T A ' - - . ..- — . .. - ... — Decoerazion edell teavol I l Duce ordina di consumare mol ta f r u t t a; la moda risponde proclaman- do che la più elegante della tavola è da ta dalla f ru t t a. Quando non ci sia la preoccupazio- ne dello stile delia stanza da pranzo, t u t te le fogge, di paniere, di «alza- t e». di f rut t iere sono utilizzabili. Se, invece la sala da pranzo è stile co — quat t ro o cinquecento — biso- gna disporre della f r u t ta opulenta su f rut t iere dell'epoca, di vivacissimi co- lori; se è del seicento. r e quelle... complicate in isti le baroc- co; se è del 700, bisogna f ar uscire dalle vetrine le paniere di porcellana di forma garbata ed abolire la f r u t ta grossa; se è Impero, si adoperino le «a l za t e» bianche ed oro, molte aran- cie, molte banane e f r u t ta di colore smorto; se- è 900, è meglio avere dei cubi di cristallo su .cui posare ìe f rut t a. Quando non c'è — o non si voglia avere — la preoccupazione d'internare tut to ad uno stile, si possono fare una quant i tà di decorazioni per la tavola graziose .e variate; mettere, per e- sempio, in mezzo, un paniere di giun- co colmo di ciliegie e met terne due i n fondo alla tavola stessa, uni ti con nas t ri color ciliegia; oppure met tere davanti ad. ogni commensale un mi- nuscolo paniere del rosso f r u t to con qualche foglia relativa — oppure ave- r e un rusticissimo cappello di paglia, posto in mezzo della tavola e semi- chiuso da un nas t ro color ciliegia, ment re un nast ro della stessa t inta at t raversa tut ta la tavola e finisce con u n mazzetto dello stesso f rut to. Op- pure si può posare un cestino rustico riproducenti f rut t a, ed allora posso- no sostituire l 'abituale guernizione di fiori nella stanza stessa. Per i pranzi di gala, l'unione di fiori e di f r u t ta è indicatissima; pei i banchet ti di caccia, le paniere di f r u t ta opulenta sono molto più indi- cate dei fiori e, quando fiori e f ru t ta sono messi insieme, l'insieme ne deve risul tare piuttosto « leggero ». I « cen- t r i» cosi det ti leonardeschi, con pro- fusione di colori, con fili di perle in- trecciate, non incontrano più il nostro gusto. A Nella stagione dell'uva, delle leggere paniere di bambù colme ci grappoli sono una festa degli occhi, pr ima di diventare una festa del palato; pure in autunno, sono artistici i rami in- teri di Rielette rosse, colle loro foglie, quelle di sorbo color corallo, t ra le cui foglie spunt ino minuscolissimi grappoletti d'uva, i n inverno, fanno bella figura due gròssi cedri posti sul- la tovaglia di merletto, in due piat- tini d'argento; un grande piat to do- rato di Murano potrà avsre delle a rancie disposte simmetricamente; a- desso che le banane ci arrivano dalla Somalia, utilizziamole anche con cer ti legumi (ravanelli, finocchi romane- schi, carciofi), che hanno bella linea o bel colore, e componiamo, per esem- pio un piat to di pel tro con carciofi, fi- nocchi, noci e susine, banane. Vi sono anche delle zucchine, non commesti- bili di beila forma e di bel colore, i peperoni immensi gialli, rossi e verdi. Le zucche color avorio dal lungo col- lo, seccate e vuotate acquistano una bella linea specialmente se riempite da calle colle loro foglie; le larghe zucche, piene di fiori di campo, sono originali, poste su una tavola nella rust ica veranda d ' un casino da cac- cia. Per una cena d'autunno, si pos- sono utilizzare dei bei funghi vario- pinti, raccolti con tut ta la zolla, posti su un vassoio di vetro e d'argento; f r a uno e l 'altro, si potrà met tere una nota di colore vivo, un dado rosso, un canino verde, un cubo azzurro Savoja. Passando ai «-centri da tavola » ent r iamo nel campo del l 'arte coll'A maiuscola; le famiglie reali ne pos- seggono di preziósi (la nos t ra ne ha uno cesellato da Benvenuto Oellini) e tut te le grandi famiglie li sfoggiano nelle grandi circostanze. A Palazzo Pamphili, in piazza Navona, ce n'è —-nella sala da pranzo ¡affrescata "la Pietro Cortona — uno che consta, di una «r i ngh i e r a» al ta quat t ro di ta, dorata e cesellata, di una berlina in preziosa porcellana bianca — berlina che ha delle figurine bianche ed oro che ne salgono o ne scendono: delle bottiglie col vetro color ambra e guer- nizioni in oro cesellato, e dei cande- labri d'oro completano l'originalissi- mo lavoro. Magnifico e storico è quel « centro v che la principessa Ruffo-Scaletta espo» so l ' anno scorso, al concorso della « tavole fiorite », un capolavoro di Thomas, il grande ar t i s ta dell'epoca napoleonica. E' formato da uno spec- chio lungo e stret to con una ringhie- ra di bronzo dorato cesellata con uva e tralci, stile impero. Tre centrini, po- sti sullo specchio, raf f iguranti delle figurine femminll, contengono le coppe per i fiori; esso f u posto sulla tavola a specchiarsi nello specchio centrale della tavola e farne par t i re quat t ro nast ri che finiscano sempre con il mazzetto... e così per tut te le f r u t ta che il nostro suolo regalmente ci dona. I semplici vassoi di cristallo bianco, possono essere preparati con gusto ed empiti delle più belle f r u t ta del glo- bo, non diment icando gli ananassi, che sono molto decorativi; sono part i- colarmente indicati posti su credenze nelle sale da pranzo dove vi siano dei buoni dipinti (e non « croste » I i

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