LA CUCINA ITALIANA 1934
1 G i u g no 1934-XII LA CUC I NA I TAL I ANA 2 9 • d e i b a n c h e t t i , d u r a n t e li c o n g r e s so d i V i e n n a . Qu e i « c e n t r i » di p o r c e l l a n a, c h e u- s a v a n o t a n t o i n p a s s a t o e c h e e r a n o f o r m a t i d a s e i o d a o t t o o d a d i eci va s i d i p o r c e l l a na l u n g h i e s t r e t t i , d i r i t t i o r o t o n d i , s compon i b i l i, e c he s e r v i v a no a mo l t e c omb i n a z i o ni geo- me t r i c h e , s o no a n c o r a g r az i osi se t u t - t i d i fiori d e l la t i n t a s t e s s a ; es si so- n o pr ez i os i, i n i n v e r n o, p e r c h è , s emi - n a n d o v i d e n t r o — s u de l c o t o ne — mi g l io o l en t ì c ch i e, p o r t a no u n po ' d i f r e s co v e r de s u l la t a v o l a, o p p u r e, s e r i emp i t i d i t e r r a Ot t ima, p o s s o no o s p i t a r e de l le p i a n S S e piccole, d i fio- r i v a r i i e' t u t t i egua l i . Ne i s a l o n i d a r i c e v ime n t o, i fiori r e c i s i s o no a d e s so s e mp r e de l lo s t e s- s o co l o re e d e l l a s t e s sa q u a l i t à e n o n so lo i fieri, m a l e p i a n t e — g e n e r a l - m e n t e e s p e c i a l me n te — a z a l ee e a l - b e r e t a d ' a r a n c io c on le l o ro f r u t t a d ' oro, D a t a la g r a n de m o d a de l le p i a n t e g r a s se — c h e a n c o r a n o n a c c e n na a finire — si p uò g u a r n i r e l a t a v o l a c on mo l t o b e l l ' e f f e t t o: p e r e s emp i o, u n a o d u e d i que l le p i a n t e g r a s s e, c h e h a n - n o l a f o r ma d i u n a g r a n de n i n f e a , po- s t e i n va s i di c e r a m i ca e gu a l i f r a lo- ro, s u di u n a t a vo la d a t è, a c c a n t o a de i p i a t t i n i d ' a r g e n t o p i e n i di t a r t i n e , —- f o r m a t e d a u n o s t r a t o d i b u r r o, su cu i p o s a no d e i c a r c i o f i ni al l ' ol io, u n p ò a p e r t i , c h e h a n n o p u r e g r o s s o l a n a- m e n t e l a f o r ma d'i n i n f e a — c o s t i t u i- s c ono un«, co sa n u o v a e c a r i n a . Le p i cco le p i a n t e g r a s s e, l a s c i a t e s u l l o ro p i c co lo s o s t e g no l a c c a t o d i v i va ci color i, po s s ono p u r e dare, mo l t a g r a z i a e g i o c o n d i tà a d u n a s t a n z a d a p r a n z o s t i le 900. Me n o s i mp a t i c he s o no l e g r o s se b e s t i e di p o r c e l l a na s t i l i z z a te e ridotte a n o n ' a v e r e p i ù s emb i a n z a . .. d i be s t i a. Rispaond alel abbeonat Alcune di esse mi chiedono fino a die- ci — ima arrivò sino a tredici! — con- sigli. Sarei ben lieta di accontentarle, Wa dovrei avere l'intero fascicolo a di sposizione; torno ad avvertirle che ho risposto a tutti i loro quesiti nel volume che ho altre volte citato. C'è un'edizione talmente economica, che non posso ve- nir tacciata di cercare... lucro, riman- dandole ad essa — che porta lo stesso titolo di questa rubrica,. riserbando qué- sto spazio per questioni che possono interessare la maggioranza delle lettrici. UNA SIGNORA ANTICA, che abita in un villino circondato da giardino, chiede se deve ricevere i suoi invitati a colazione in giardino od in salotto. Siccome gli invitati bene educati ar- rivano esattamente cinque minuti prima dell'ora fissata, è più pratico attender- li in salotto; è invece, simpaticissimo, fi- no a che non fa troppo caldo, far servire il caffè in giardino. Non s'invitino gli amici a colazione, nei mesi' estivi, per- chè c'è di mezzo... il sonnellino pomeri- diano; si preferisca invitarli a pranzo od a cena e, se si h a il giardino ben illuminato e non umido, si faccia prepa- rare all'aperto. FELICITA — La sacramentale formula « la signora è servita » oppure « la si- gnora baronessa è servita » non muta con j tempi. Piuttosto mutano, come ella accenna, le possibilità finanziarie, la possibilità di tenere una cuoca ed una cameriera... m a a questo si rimedia adottando la massima semplicità, che è sempre indizio di signorilità. Quindi, quando ella vede la sua domestica, apri- re la porta della sua stanza, da pranzo e capisce che è servito, si alzi, faccia passare tutte le signore prima di lei, en- tri ed accenni ad ognuno il suo posto. Dopo di lei, entreranno -le signorine e le istitutrici, poi gli uomini ; ultimo " il padrone di casa. SONIA — Se, per i l giorno dello Sta- tuto, ella avrà .dodici .invitati ad. un^ colazione piuttosto importante, dica alle sue amiche, e faccia dir e da suo marito agli amici, quando sono riuniti in salot- to, il loro 1 póstd a tavola, per ' evitare incertezze al momento ' di sedervi.sij,. ; fuorché, naturalmente, alla personalità in cui onore dà la colazione, che sarà alla sua destra. NANNINA — L'antipasto non è di prammatica ad una colazione, ma è gra- dito e semplifica... molte cose. GIANNI SCHICCHI — In una cola- zione elegante si servono sempre due vini buoni, uno bianco ed uno nero. Se è il caso di offrire uno spumante, lo si serva co] dolce o col gelato — gelato esso stesso. X di X — Ella vuol sapere se, avendo a tavola un signore di riguardo ed una singorina, deve far servire prima la si- gnorina. Se l'uomo è bene educato e se la signorina ha passato i sedici o dicias- sette anni, si. Se, poi, si trattasse di un'altezza serenìssima o di qualche prin- cipe del sangue, che, per etichetta va servito per primo, ella faccia servire da due domestici o da dile cameriere; una di esse s'avvicinerà a lei, padrona di casa, e l'altra al signore di riguardo. SPOSA PROMESSA, Salerno — Ella mi chiede se, al banchetto di nozze, il sacerdote deve essere alla destra della sposa; ed io debbo rimandarla agli usi locali, in una materia, su cui la... gaz- zetta ufficiale 11011 si è pronunciata. Ma, a parte gli scherzi, nell'Italia media ed alta, la sposa ha, alla sua destra, il suo- cero; nell'Italia meridionale, ha il com- pare d'anello; il banchetto di nozze è ormai dappertutto, sostituito dalla cola- zione di nozze. Però a me sembra che, se il sacerdote fosse un vescovo o qual- cosa anche di più esso andrebbe alla destra della padrona di casa, madre del- la sposa; se fosse un semplic, e sacer- dote, amico di famiglia, andrebbe ad un buon posto, ma non a quello d'onore, buon posto che spetta pure ai testimonii. Per la distinta e per altre convenienze, vedi « Signorilità ». Tanti buoni auguri e tante cordialità. SIGNORA DELIA NOTARI - - Ella, nei- passati numeri, h a sempre cortese- mente rimandato alla mia rubrica le do- mande che le venivano fatte in materia di galateo e di convenienze varie; nel- l'ultimo numero, invece, ha creduto di rispondere dandomi torto., in ,una que- stione di protocollo, in cui io avevo per- fettamente ragione Se ella h a la com- piacenza di leggermi, vedrà che spesso rispondo non esservi delle regole fisse.„ ed immutabili, e rimando molte abbo- nate al loro buon senso, al loro tatto, agli usi locali, ma, nel caso che ora le citerò, è questione di « Gazzetta ufficia- le del Regno d'Italia ». Io scrissi che, in Italia, soltanto l e Collaresse della SS. Annunziata hanno il titolo di Eccel- lenza; ella ha aggiunto che questo ti- /tolo spetta anche alla mogli dei ministri di Stato. Orbene, l'ordine delle precedenze a Corte, emanato con R. Decreto 22ro del 21 gennaio ,1927, al paragrafo terzo, dice testualmente : « Solo le consorti dei Capo del governo primo ministro e dei cava- lieri dell'Ordine della SS: Annunziata hanno il- titolo 1 di eccellenza ed' un po- sto distinto a Corte ». C'è una cosa co- mune fra le Collaresse e le mógli dei ministri, ecc., ed è la .qualifica di' « don- na.». Infatti, il nuovo ordinamento del- lo stato nobiliare italiano, emanato con decreto 61 del 21 gennaio 1929, all'arti» colo 5 dice testualmente : « Spetta la qua» lifica di « donna » alle. consorti dei per- sonaggi . delle categorie, prima e secon- da dell'ordine delle precedenze 3 Corte a. La ; categoria seconda delle precedenze a Corte comprende, fra gli altri, al para- grafo C, i ministri segretari di Stato; paragrafo D, i sottosegretari di Stato, e infine, al paragrafo G, , i ministri . di Stato. ' ' .-' .. BRUNETTA — SI, cara, auguro a lei ed^ a tutte le signorine italiane intelli» genza e cultura da. poter leggere Carduc- ci; ella mi chiede poi, se può leggere anche Carolina Invernizio.. Confesso che ho visto leggere i romanzi, di questa scrittrice da mia nonna in un'epoca al- quanto remota...; che non li ho mai let- ti, che non li credo immorali... ma non prendo responsabilità per questi cimelu di un tempo che fu... Piuttosto, cara, con la magnifica produzione odierna, con tante biblioteche circolanti, co« tanti libri scritti per le ragazze, come mai pensa a leggere l'Invernizio ? MARIA L., Rovereto — Ella abita fuo- ri dì città e vorrebbe tener sempre pronto qualcosa per gli amici che pos- sono venire a trovarla, in questa sta- gione; prepari il tè freddo, di cui die- di la ricetta in gennaio, quelle paste che s'impovvisano, di cui detti la ricet- ta in aprile, con pasta frolla, banane e ciliegine candite; tenga poi sempre in casa del burro, un tubetto dì pasta di acciuga, un vasetto di marmellata ed un filoncino di pane raffermo. Quando i suoi ospiti arrivano, si fac- cia portare — se la sua unica domesti- ca è altrove affaccendata — tutto l'in- grediente sotto la pergola del giardino e prepari tutto allegramente davanti ad i suoi amici, facendosi aiutare al caso, dalle signorine. Vedo sempre l e signore inglesi, maestre di grazia e di signorilità, spalmare i crostini di burro o di mar- mellata, chiacchierando piacevolment« di cose interessanti. Un bacio ai suoi bambini. ELENA MO R Q Z ZO DE L LA ROCCA
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