LA CUCINA ITALIANA 1934

LA CUCINA ITALIANA 29 D U E R A G I O N I - fanno preferire dalla clientela più esi- gente i servizi da t avo l aci porcel lana o t e r r a g l ia R I C H A R D - G l N O R I : la qualità superiore e il prezzo mite. N o n dimenticatelo quando fate ac- quisto di stoviglie per la vostra casa. S O C I ETÀ C E R A M I C A RSCHARD-GINORt „ Ses i e: MILANO, VIA BIGLI 1 D E P O S I T I D I V E N D I T A ' I N T U T TE LE P R I N C I P A L I C I T T À * 1 Giugno 1934-XII Onoranze al Re della cucina Al f r edo Panz i ni nel suo «Di z iona- r i o Mod e r no» a n n o t a: «Ar t u s i : per an t onomà s ia l ibro da cucina. Che glo- r i a ! I l l ibro che diventa nome. A q u a n . t i l e t t e r a ti toccò t a l sor te? E r a l 'Ar- t us l u n caro signore di For l impopol i; e i l suo t r a t t a to è scr i t to in buon i t a- l iano. E mon f u l e t t e r a to n è profes- s o r e » . Perchè, dunque, Pel legr ino Ar tusi si t r ova sepol to a S an Mi n i a t o? E come ma i , egli, c he aveva bisogno del le g r andi ¡città, venne quassù, f uo r i dal mondo? u n d r amma a l l on t anò l 'Ar- t us i e i suoi da For l impopol i. Nel l ' an- no 1851, il b r i gan te S t e f a no Pel loni, « i l Pa s s a t or cortese, re del la s t r a da e r e del la f o r e s t a», prof i t tò del buio e del la nebb ia per ge t t ar s i, con l ' in- t e ro b r anco dei suoi manigoldi, sopra la gen te di For l impopoli c he e r a a t ea t ro a godersi s e t te a t t i di un d r am- ma bibl ico; e l a t o rmen tò più di un ' o- r a con rube r ie e violenze. La famigl ia Ar tusi ebbe la peggio: la improvvisa pazzia di u n a figliuola, l 'offesa al la casa, mo l to d a n a ro ruba t o. F u propr io per ques to che il p a d re Agostino, scelto, u n buon f a t t o re alle sue t er re, decise di stabi l i rsi a Fi renze. Nel la c i t tà dei Giglio. Pel legr ino Ar- tusi vide il di scredi to del l ' ar te cuci- n a r i a : nel le f ami g l ie c ' era la monoto- n i a "'delle special i tà dei luogo impo- ver i te o de f o rma t e; i n al to si os t ina- vano i protocol li del la « cucina di bal- dacchino » per le men se prelat izie, del la «cuc i na di c r edenz a» per le mense cor t igi ane e ' diplomat iche. 11 romant i c i smo ebbe in dispregio tegl ie e mestol i, pe r chè il sugo di u n limo- ne ba s t ava a d a r a r ia dei ma l sot t i le, la tosse e l egante e l ' ombra agli occhi. Rossini, buongus taio, f u un sol i tar io collezionista di ghiot ti bocconi; non lasciò c he sparsi documen ti epistolari e n on ravvivò le grazie del la «deci- m a mu s a » Solenne e ra invece la t radizione cu- c inar ia i t a l i ana. L'« i t a l i ani smo » del- la Ri nascenza ingent i lì p r imame n te le mense delle g r andi Mona r ch ie s t ra- ni ere: poeti e ar t i s ti segui rono. I l rac- conto dei fes t ini di Leone X e delle cene veneziane del l 'Aret ino incur io- siva Re Francesco più che la sal iera del OeUini e i poemi cortesi dell'Ale- ' mann l . Ba sua nuo ra Ca t e r i na de' Me- dici t rovò qua l che soppor tazione in quel la Cor te oer avervi po r t a to il gu- s to dei me l od r amma e ce r te sue fan- tlcelle toscane sapi ent i ss ime a f ar coti fe t t ì e condiment i. Fi no al la Rivo luzione f r ancese i cuochi del i rarono • lo spi r i to del barocco soff ia nei for nelli. celebrati sono 1 Val telx e i Carè me. e contesi f r a le Cor ti e le Cur ie L' I t a l ia de t te a quel deliri« i di t i ram- bi del noeti » gii intellicreritìssiml cuo- chi sMiip-ni hravi per 1 p i a t t i coloriti e a r den t i : il Ca r r a ie ado t tò lo st i le dei pr imi e prese dai secondi l e più f re- sche f an t a s ie del la sua classica « Pa- t isserie pi t toresque ». La Rivoluzione umi l iò t u t t e le van i tà gas t ronomi che e il Consolato se ne valse in segreto; ma l ' Impero volle che le tavole degli a l t i digni tari r i tornassero al f as to co- me i t i toli nobi l iari. . Quando nacque l 'Artusi, la decaden- za del l ' ar te cuc i na r ia precipi tava. «La cucina è una bricconcella», scopre in- vece l 'Artusi, dopo aver sorriso delle invenzioni « d ' a l ta c r edenza», e liti- ga to con le sequele pompose delle «li- s te da baldacchino». Così diventa il cri t ico ga rba to e un po' i r r i den te del- ia l e t t e r a t u ra cuc inar ia e del costu- me Conviviale e par che risolva bor- ghesemen te la s a t i ra rabelai s iana. La sua no rma è ' o u e s t a: «Tu t t i i giorni Si deve ma ng i ar bene, e t u t t i possono r iusci rvi». Egli assume a regola di Le nostre abbonate che deside- rino conoscere una Rivista da met- tere serenamente in mano alle lo- ro figliuole e da leggere esse stes- se nelle ore di riposo, richiedano alla Direzione un numero di sag- gio di MATELDA Troveranno nella lettura di essa il più elevato godimento dell'ani- ma; il sorriso e la serenità per le ore di dubbio; la dolcezza conso- lante nelle ore dei pessimismo e dell^ ^conforto. MATELDA Rivista per' signorine e per le fa- miglie italiane. R i c h i e d e r la a l l a D i r e z i o n e: P i a z za Ca r lo E r b a , 6 - MI LANO. saggezza questi due pr ece t t i: pr imo, ogni ca rne sia condi ta col suo sugo; secondo, ogni pas to sia f a t to coi f r u t t i di stagione. Cade con lui l ' a l chimia dei fornel li set tecenteschi, cadono. i privilegi di mensa, il « f r u g ai desco » si al l ieta; e l ' a r te di mang i ar bene en- t r a nel le case e la scienza, ,in cuc ina è di t u t t e le massaie. Le composizio- ni i l lustri r i t r ova te nei testi, e 1 p i a t t i in uso t r a il popolo, Pel legr ino Ar- tusi di s tende sopra la spi ana toia e li ana tomi zza per discernervi il car i ca tu- rale * l 'ozioso: li compone paz i ente senza ingombr i; inf ine li descrive nel codice con e s a t to discorso e con que- sto confor t o: « F a t e così che va bene». Alcune ricette t enu te Per f ond ame n to egli respinge mos t r andone la vacui tà, o cambia con appet i tosi contorni e commen t a: « Sic t rans l t . . .» Il pr imo d ' apr i le del l ' anno 1911, a Forl impopol i, e ra s t a to al legr issimo: le bur le e r ano s t a te rovent i; e se ne rise assai in piazza, al sole. Verso se- ra se ne conobbe la più ma t t a Un t a- le confidò nel caffè paesano che da Fi renze era giurilo al s indaco un te- l egramma con la not izia del la mo r te di Pel legr ino Artusi e dei grandi ca- pitali lasciati per opere di benef icen- za. II.... pesce era ina t t eso; e diver tì e fu lodato quale ve r amen te degno del- l 'Artusi. estroso e d ' umor f an t as t i co. Però il giorno dopo, la not ìzia, al la quale nessuno avevi creduto, ebbe la sua conf e rma L' au t óre dei Codice Gast ronomico, e ra i n f a t ti decedu to alla bella età di novan t un anni, La mortp in -,vf>vf> t rovato in cucina! G A. L'abbonament o annou ai " Giorenal deall Domeanic n cosat L 12 j ;

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