LA CUCINA ITALIANA 1934
1 Ottobre 1934-XII LA CUCINA ITALIANA - V» a i j a e e i « Il Saggiatore » di questa rubrica & un uomo, che se fosse una donna si sarebbe chiamata « La Saggiatrice »; via un uomo che deve fare la suoce- ra. Lo sù: qualche voita, intatti, ti si rivolta il sesso; ma non puoi lasciar la tua casa nelle mani di una ragaz- za ventenne, che beve ora il vino an- nacquato, sì, ma che s'è comprata un altro cappello: il terso in un mese. Quanto costerà un cappellino da si- gnora, di quelli a fungo che afflosciali l<? tese, come mi pare d'averli veduti prima del 900, una quarantina d'anni ta, in capo alla nonna? Ho detto un'altra volta che la mia cameriera è piuttosto belloccia e si annoda le trecce a crocchia al modo delle donne comasche: devo aggiun- gere ora che ha gli occhi celèsti chia- ri e un viso sereno che t'ispira fiducia. Se fosse vero quello che pensi, ca- drebbero tutte le teorie lombrosiane.. Già; bisognerebbe tastarle il cranio per vedere se vi siano protuberanze; ma se le dici di sciogliere le trecce e affondi le mani in quella massa di capelli, corri un altro pericolo. E' destino che tu faccia la suocera- Puoi chiudere tutto? Dovresti rinchiu- derti in casa anche te, metterti un grembiale, e legarti alla cintola il mazzo delle chiavi: suocera coi baffi. La faccenda del vino, come sai, me l'ha risolta il dottore, mettendole ad- dosso tale paura, che l'altro giorno è venuta a domandarmi s'è vero che ti Frascati bianco asciutto, un po' ama- rognolo, ingressa meno il sangue del Chianti che bevo jo. Ma si presenta un altro problema: quello del caffè, che ti piace buono. C'è una miscela di Moka San Domingo e Caracollilo, che io almeno trovo deliziosa. Sono ghiotto del caffè, ma non ne abuso: lo prendo tre volte al giorno: la mattina quando apro gli occhi, a mezzogiorno, e la sera dopo cena: la tazza che mi è stata proibita dal me- dico. M • come si fa... Calcolavo dunque che quattro etti di caffè mi durassero una settimana Avevo fatto l'esperi- mento cOll'altra, che diceva d'essere astemia di caffè e di formaggio, e in realtà faceva colazione, la mattina, coi rifreddi della Sera, quando c'era- no, o ricorreva alla panzanella, an- naffiandola con un bicchiere di vin puro. Era astemia di formaggio ma beveva il vino. — Tu prendi il caffè, Edelmir a ? — La mia donna si chiamava cosi: Edel- mira, mentre a guardarla ha piuttosto il viso pacioso di una Betta E non dev'essere cattiva, — No. signore, — mi rispose quan- do nei primi giorni le rivolsi la do- manda. La mattina, se mai, preferisco un po' di latte. — Ma se vuoi macchiarlo con un po' di caffè... — Grazie, signore. Vuol dire, allo- ra, che prenderò il caffè d'orzo che mi scuote meno. Non mi era venuto in mente che avesse i nervi anche lei. E come non avevo badato al vino, di cui mi ac- corsi scendendo un giorno in cantina, non avevo più pensato al caffè. Torni dal lavoro, la sera, stanco: puoi pensare che tre giorni prima ne avevi Comprato quattro etti? Ma l'altra mattina ti sei ricordato del tuo destino di suocera e l'hai chia- mata. — Betta, vìani qua. Che dico, Eltte- mira, seìiti: hai notato anche tu che il caffè fatto con quella miscela è un PO' forte? — No, signor padrone, è buono. Ma se crede, posso aggiungere anche per lei un pizzico d'orzo. — Lascia stare: preferisco irritar- mi di più. Chi fai? Se ne prendi un-altra 6 peggio In fondo, se non aVe$se altre qualità, ha quella un po' rara tra te persone di servizio, d'essere, dirò co- si, lievemente... no: un gentiluomo non qualifica così. Se non gli va la licenzia. Chi ti dice, del resto, che il creti- nismo non sia una forma d'ingenuità? Resto con Betta. IL SAGGIATORE I BANC POEPOLAR ID MOILAN T U T T E L E O P E R A Z I O N I DI B A N C A E DI B O R S A A L L E KMIGLIORI CONDI Z IONI I SEDE CENTRALE E UFFICIO CAMBIO MILANO - JP.zza F. Griapi 14 - MELANO TELEFONI: Dai N. 81540 all'81S49 I N S T A T E 1 MED I CI P A P à Somministrate ai vostri bimbi 1 Conservare i tallonerai GABY, Leggere nel foglietto incluso in ogni scatoletta a chi regaliaìao un* * Ba l i l l a.
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