LA CUCINA ITALIANA 1934
1 Ottobre 1934-XII LA CUCINA ITALIANA - V» ed un cluffetto arancione sul capo e disse: «Sapete perchè questa sì chia- ma Reginetta? No, vero? Ora vi rac- conto la. sua storia: Una volta Gio- ve... » — « e chi è Giove? » — inter- ruppe la donna. — «Io non lo cono- sco». — Primavera rise, rise con tutto lo slancio e la eioia della sua fresca giovinezza, poi continuò: «E lo credo bene, mia cara Tonia, che non lo co- noscete! Giove era una specie di ma- go, viveva in un tempo lontano, lon- tano e comandava su tutto e su tut- ti. Un giorno egli chiamò a se gli uc- celli, grandi e piccini e disse loro; «Chi di voi volerà più In alto, avrà U nome di Re o di Regina»; questa graziosa femminuccia si posò sul capo dell'aquila che, sapete, è il più grosso e forte volatile e cosi senza fatica raggiunse ima grande altezza. Quando l'aquila fu stanca di volare, questa piccola riposata, si staccò dal suo ca- po e salì ancora con le sue minuscole ali e fu perciò lei a superare tutti gli altri uccelli. Giove mantenne la pro- messa e la chiamò Reginetta pei- la sua piccolezza. Ma è provato che aiv che le Regine possono avere un tra- gico destino. , • * » Con l'avanzare del giorno gli uccel- letti accorrevano in minor numero al richiamo dei loro compagni prigionie- ri, e quelli che andavano sull'albero non si posavano sul bastoncini tradì« tori, ma preferivano i verdi ramoscel- li, in modo che, poco dopo, se ne volavano via trillando allegramente e pareva dicessero al cacciatore delu- so; «marameo!!... fce l'ho fat ta! !». Es- si diffidavano ora erano entrati in malizia, non credevano più: cosi sen. tenzlavano altri seguaci di Nembrot- te — oh« capitavano sovente nella ca. panna. Se l'avvocato rimaneva solo per Ingannare il tempo si aggirava nel bosco, senza però allontanarsi dall'ai- bero canoro e si divertiva un mondo quando passavano nei sentiero piccole carovane di uomini e donne che se» guivano i loro muli carichi di legna o di strame. Strada facendo, recitava no ad alta voce ii Rosario; ogni tan- to un mulo si fermava, attratto da un ciuffo di fresca erba, un altro stan- co rallentava l'andatura, allora il pa- drone o la padrona dell'animale J jv terrompeva la preghiera e più una filza di interiezioni e di frasi dialet- tali in pieno contrasto con le devoto parole precedenti. Poi riprendeva, co- me se niente fosse, la preghiera con una voce calma, monotona, cadenzata. Ma tutto questo veniva fatto senza la minima Intenzione di mancare di rispetto alla Divinità. * * * Il magistrato cacciatore, con la su* famiglia dopo le fatiche di caccisi pranzava sotto la pergola, vicino alla casa, dove un semicerchio formava u- na splendida sala da pranzo di uno stile di tutti 1 tempi, dai più remoti ai giorni nostri. Il solo occhieggiava tra 1 pampini della vite, attorno fio- rivano, in molli cascate, le pervinche, profumavano l'aria la cedrina, sai- via, l'alloro e molte rose 1 cui peta- li, Primavera, spargeva sulla tovaglia con foglie di edera. Tutto intorno al- beri d'ulivi, in un trifoglio di verde; in alto, l'azzurro purissimo del cielo. Nella calma campestre formavano l'or- chestra il ronzio degli insetti, il chic- chirichì dei galli, il muggito delle muc- che. E durante il pasto si avvicinava- no alla tavola il cane, guardia fedele, ma quasi Inutile lassù, ed ìl gatto pei avere gli avanzi. Ma gli ossicini di «(Reginetta» non finivano, ih quelle bocche plebee, del piccolo volatile si faceva tutto un boccone!! e che ghiot- to boccone! Oh! crudeltà dell'uomo ci- villzzato! Il pranzo era sempre lo stesso, nel primi quattro giorni della settimana: minestrone alla genovese, profumato di basilico ed aglio, il piatto tradizio- nale di cacciagione, insalata cruda, senza microbi, frutta fresca in abbon. danza. Il tutto inaffiato da un limpi- do vinello rosso, un poco aspretto e condito con una salsa che nessun Brillat -Savarin, nessun Artusi, nessun cav. Pettini, potè e potrà mai con- fezionare, la salsa che è data dal)'a* ria pura , e libera, della montagna e che si chiama; appetito!! ORSOLETTA / più fedeli amici della LITIOMAÀGNESIN A. CAASSI possono ottenere UN DONO A TUTTI GRADITO GRATIS CINECAMER SIESMEN CINEKODA OOTT APPARIECCH FOTOGRI AFIC KOKDA ECCO LA BELLA BOTTI- GLIA CON DISPOSITIVO PER CHIUSURA ERMETI- CA CHE VI SARÀ DATA IN DONO AQUISTANDO 10 SCATOLE DI LITIOMA- GNESINA A. CASSIA, La Litiomagnesina vi dà una vera e propria acqua mine- ralizzata. limpida, frizzante, di gusto squisito, ricca di ma- gnesio, di litio e di caicio. Bevete anche voi la Litio- magnesina - l'acqua della salute. raccogliendo i BUONI contenuti nelle scatole di LITIOMAGNESINA: Chiedete Programma del Concorso a I. Via Grna Sass,o 12 ed avrete anche MILAON G AT IS A . C AAU I - > M I L A N O # - l'acqua delia salute «uà dose per un litro di acqua Se ne desiderate una scatola da 10 dosi mandateci L. 3.30, Se ne desiderate io scatole con la bella BOTTIGLIA IN DONO inviateci L. 30.
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